Mer, 13 Mar 2024
Meno serie e film italiani per Netflix: l’aiuto del governo Meloni per Mediaset
Il governo accoglie le richieste dell’emittente del Biscione per le nuove norme da inserire nel Testo Unico sui Servizi Media Audiovisivi (Tusma).
Il governo è pronto ad accogliere le richieste delle televisioni generaliste contro le piattaforme di streaming. Come riportato da Il Fatto Quotidiano, nel nuovo Testo Unico sui Servizi Media Audiovisivi (Tusma) infatti vanno verso l’approvazione alcune norme richieste in particolare da Mediaset, che vanno dallo sconto sui costi di doppiaggio e di produzione di serie e film europei ai minori obblighi di investimenti e programmazione per film e serie italiane, ma anche sull’obbligo di acquistare opere cinematografiche appena uscite.
Richieste che erano emerse da parte della tv del Biscione durante la discussione parlamentare, quando a fine gennaio era stato ascoltato il direttore delle Relazioni Istituzionali di Mediaset, Stefano Selli, che aveva consegnato ai deputati una memoria con le istanze della televisione in mano alla famiglia Berlusconi. Così, in particolare, verranno recepite le richieste in particolare legate alla maggiore flessibilità su investimenti e programmazione che riguardano film e serie italiane e di nuova uscita.
La proposta di modifica più significativa accolta riguarda le “Quote europee di programmazione e investimento”, che sono i fondi che i media devono destinare alle produzioni europee e italiane. Attualmente,
questa quota è del 12,5%, ma la richiesta di Mediaset è stata di calcolarla in modo diverso, includendo anche i fondi per l’acquisto di serie e film italiani, il doppiaggio e la promozione pubblicitaria.
Questa richiesta è stata completamente accolta dalla maggioranza di destra, il che significa un grande vantaggio economico per Mediaset.
In secondo luogo, la maggioranza propone una revisione degli obblighi di investimento, chiedendo al governo di rendere gli adempimenti più flessibili per gli operatori. Questa richiesta riflette quella avanzata da Mediaset, che criticava l’eccessiva rigidità del testo approvato dal Consiglio dei ministri.
La terza istanza accolta riguarda la riduzione delle quote di investimento obbligatorie per serie, film e fiction europee e italiane indipendenti, passando dal 12,5% al 10% per le televisioni private. Anche l’acquisto di opere cinematografiche italiane subirà una riduzione, passando dal 3% all’1,75%.
Tuttavia, la maggioranza non ha accolto le richieste di Mediaset riguardanti le sanzioni per il mancato rispetto degli obblighi sugli investimenti e l’esclusione del ministero della Famiglia dalle regole e dalle sanzioni sulla fascia protetta. Inoltre, la questione riguardante la sotto-quota di investimenti per i cartoni italiani è ancora in sospeso.
Il parere è stato redatto dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che ha imposto alle piattaforme streaming una quota del 70% per le produzioni italiane, nonostante l’opposizione della Lega, che voleva eliminare completamente tali obblighi.
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Meno serie e film italiani: regalo di Meloni a Mediaset. La destra accoglie le richieste del Biscione anti-Netflix: si abbassa la soglia sugli investimenti e le produzioni “nazionali”
(DI GIACOMO SALVINI – ilfattoquotidiano.it) – Uno sconto sui costi di doppiaggio e di produzione di serie e film europei. Meno obblighi di investimenti e programmazione per film e serie italiane, ma anche sull’obbligo di acquistare opere cinematografiche appena uscite. E regole che devono valere per tutti: servizi di media generalisti e piattaforme streaming. Nel nuovo Testo Unico sui Servizi Media Audiovisivi (Tusma) in discussione nelle commissioni Trasporti e Cultura della Camera, la maggioranza di destra si prepara ad accontentare le televisioni generaliste contro le nuove piattaforme streaming che stanno provocando scompensi nel duopolio Rai-Mediaset entrando nel mercato pubblicitario.
Nel parere che sarà votato oggi dalla maggioranza in commissione Cultura della Camera, che Il Fatto ha letto, vengono accolte le principali richieste di Mediaset fatte al governo durante la discussione parlamentare: a fine gennaio in commissione a Montecitorio era stato ascoltato il direttore delle Relazioni Istituzionali di Mediaset, Stefano Selli, che aveva consegnato ai deputati una memoria con le istanze del Biscione. Ora, nel parere parlamentare che sarà trasmesso al governo, in particolare vengono recepite dai partiti di maggioranza le richieste di maggiore flessibilità su investimenti e programmazione che riguardano film e serie italiane e di nuova uscita.
Un piatto che vale tanti soldi per Mediaset per continuare a competere con i grandi player dello streaming come Netflix, Prime Video e Disney.
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Bene così, molte nostre richieste sono state accolte e come dicono i due articoli: il che significa un grande vantaggio economico per Mediaset.
Un piatto che vale tanti soldi per Mediaset per continuare a competere con i grandi player dello streaming come Netflix, Prime Video e Disney.
Ne terremo conto dell'operato del governo quando eserciteremo il diritto di voto per le cose in nostro favore che sta facendo, perché un azionista valuta anche in base ai favori di cui i suoi investimenti possono beneficiare dall'azione di un governo, come anche al contrario valuta l'operato dello stesso qualora andasse in suo sfavore..