Milano (città) - Osservatorio mercato immobiliare - Parte XI

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Per me lo stato che mi impone delle tariffe per affittare il mio immobile è roba surreale, le politiche abitative le faccia a spese sue.




Ma non sono liberista
Hai chiaramente una visione liberista del mondo, rileggiti cosa scrivi, cioè varie versioni di: "la mia proprietà è intoccabile dallo stato"

Purtoppo/per fortuna tutto è toccabile dallo stato, con varie gradazioni, è solo questione di volerlo fare

Noi viviamo comunque in un mondo regolamentato, solo che lo è a favore dei rentiers (=cedolare secca, no tasse successioni) e degli anziani (= ssn gratuito, retributive), incluse intersezioni di questi gruppi

Perché? Perché sono un corpo sociale numeroso e influente
 
La tua opinione è che il mercato è immutabile: i prezzi possono fare quello che vogliono alla velocità che vogliono, tanto Milano tiene tutti in scacco col suo enorme mercato del lavoro e l'assenza di alternative.

Mica vero eh. I prezzi possono salire e possono scendere, dico solo che si è impotenti di fronte al fenomeno.
Più l'assenza di alternative che l'enorme mercato, ma si, se vuoi vederla così.

E di nuovo ribadisco, mica vedo crescita rampante, solo sono più scettico di vedere cali consistenti.

Io invece non nego quello che dite sul far uscire i redditi bassi dalla città come a Londra, ma penso che Milano perderebbe attrattività perchè non sa compensare con salari adeguati. Inoltre, cinismo a parte, non è una trasformazione positiva per la città.

Fresco fresco uno scritto di Nando Dalla Chiesa sul tema, e parla di professori, dottorandi e ricercatori, siamo oltre il semplice colletto bianco. Mi dirai che sono quattro gatti che verranno sostituiti da cinque, ma che succede se a Milano "nessuno" vuole più venirci, o rimanerci? Se la gente preferisce un salario più basso, o un lavoro meno stimolante, altrove? O viceversa se è ancora più motivata a lasciare il Paese? Nessun impatto sulle aziende, le università o i gruppi di ricerca?

Succede quello che deve succedere: si ferma la crescita. Quando succede magari c'è anche un certo rinculo coi prezzi che scendono.
Ma io continuo a credere che il semicentro a 4k non esisterà più, forse manco 5k.


Ecco l'articolo:

il costo della vita è obiettivamente insostenibile. Non per me ma per gli studenti e i dottorandi e i giovani ricercatori. Milano perde un pezzo della sua internazionalizzazione possibile perché gli studenti che si muovono nel mondo compiono, come è ovvio, confronti di costi e vantaggi. Se non ce la si fa a vivere in un posto si va da un’altra parte.

Esempi pratici, non inventati: a) una mia dottoranda durante il lockdown si è chiesta chi glielo facesse fare di pagare 700 euro al mese una stanza senza potere andare in università, e ha scelto di andare a lavorare al computer a Palermo, pagando la stanza 250-300 euro; alla fine è rimasta lì, ha preso il dottorato qui e poi ha cercato (e trovato) posto lì; b) una mia dottorata si è data alla ricerca a Milano ma è tornata a vivere presso la famiglia nel mantovano, non voleva buttare tutto in affitto; c) un ricercatore precario si è trasferito a Pavia; d) un mio allievo è andato direttamente a fare il dottorato a Torino, quando gli ho chiesto il perché non ha invocato motivi di vocazioni o di discipline, mi ha solo detto «prof, è come se guadagnassi il doppio» (a Torino, non in un paesino di montagna).

Sono pochi esempi, ne potrei fare altri. Il fatto è che i gruppi di ricerca così si sfrangiano, perdono animus e coesione. Di fatto si indeboliscono. Per non parlare della fuga degli insegnanti meridionali, che non se la sentono di affrontare il carovita milanese. Domanda: si ha idea di che cosa hanno rappresentato gli insegnanti meridionali nella Milano degli anni ottanta e novanta per la crescita culturale della città?

Tutto giusto eh, ma forse non ci si rende conto di alcuni problemi sistemici.

Quello che voglio dire, in soldoni, è: ma quanto deve costare? Che andamento vedi?

Diamo per assodata la bolla che scoppia, dove lo troviamo il floor?
Perché a me piacerebbe che Milano costasse come Torino, ma parecchio anche.

Sulla base di tutti questi esempi di vivibilità quali pensi siano i prezzi verso cui si debba convergere?
 
Hai chiaramente una visione liberista del mondo, rileggiti cosa scrivi, cioè varie versioni di: "la mia proprietà è intoccabile dallo stato"

Mi pare una semplificazione eh, sono liberista nel contesto italico.
Quando sento teorie surreali di piegare il mercato, lo faccio presente.
Misure come il range lussemburghese sono utili per limitare qualche distorsione ai margini della gaussiana ma devono essere larghe abbastanza da non piegare l'intero mercato.
Poi certo che ribadisco "la mia proprietà", vedi te se uno (non io che case non ne ho) deve comprare casa, pagarci tasse varie e avere pure il leviatano che gli impone i prezzi.
Faccio inoltre presente che poche pagine addietro si parlava dello scarso rendimento degli affitti, adesso leggo di abbassarlo.


Purtoppo/per fortuna tutto è toccabile dallo stato, con varie gradazioni, è solo questione di volerlo fare

Noi viviamo comunque in un mondo regolamentato, solo che lo è a favore dei rentiers (=cedolare secca, no tasse successioni) e degli anziani (= ssn gratuito, retributive), incluse intersezioni di questi gruppi

Perché? Perché sono un corpo sociale numeroso e influente

Come infatti ho scritto nella mia risposta, sarebbero gli italiani a opporsi.
Tu stai sottintendendo la storica "lotta" alle rendite di posizione e moralmente ti appoggio appieno.
Ma cinicamente non posso che vedere un destino segnato.
 
Ho dubbi possano reggere questi prezzi, ma non ho dubbi che il futuro della classe media è fuori dal semicentro.
Questo è un punto cruciale secondo me. Affinchè la tua previsione si riveli esatta, sarà necessario che ci sia una quantità sufficiente di persone "ricche" (di classe > media) tale da riempire tutta l'area dentro la circonferenza della 90/91, oppure che gli airbnb si moltiplichino abbastanza da compensare il numero di residenti troppo basso. Io sono scettico ma non nego che sia possibile, vedremo...
 
Mica vero eh. I prezzi possono salire e possono scendere, dico solo che si è impotenti di fronte al fenomeno.
Più l'assenza di alternative che l'enorme mercato, ma si, se vuoi vederla così.

E di nuovo ribadisco, mica vedo crescita rampante, solo sono più scettico di vedere cali consistenti.



Succede quello che deve succedere: si ferma la crescita. Quando succede magari c'è anche un certo rinculo coi prezzi che scendono.
Ma io continuo a credere che il semicentro a 4k non esisterà più, forse manco 5k.




Tutto giusto eh, ma forse non ci si rende conto di alcuni problemi sistemici.

Quello che voglio dire, in soldoni, è: ma quanto deve costare? Che andamento vedi?

Diamo per assodata la bolla che scoppia, dove lo troviamo il floor?
Perché a me piacerebbe che Milano costasse come Torino, ma parecchio anche.


Sulla base di tutti questi esempi di vivibilità quali pensi siano i prezzi verso cui si debba convergere?
Per come la vedo io, la bolla scoppia se si entrerà in recessione quindi con riduzione dei consumi, credit crunch e aumento della disoccupazione. Quale sarà il floor impossibile dirlo, io dico solo che molti appartamenti dal punto di vista qualitativo e costruttivo non valgono il prezzo alla quale vengono venduti, ma il prezzo è frutto della paura di "rimanere indietro", di "perdere l'affare".

Per adesso c'è chi rincorre (o meglio dire rincorreva, con l'aumento dei tassi il fenomeno si è ridotto) l'acquisto a Milano perché i prezzi salgono sempre, l'immobile si rivaluta! Oppure prendeva in affitto (sempre se glielo davano perché oggi per prendere in affitto vogliono anche le buste paga, CU e/o 730) a prezzi improponibili per non essere tagliato fuori dal mercato o spostarsi di più verso i margini del Comune (anche qui perché i prezzi aumentano sempre!).

Se non si entra in recessione dubito cambi qualcosa per il semplice fatto che parte del Paese non offre proprio alternative nemmeno comprabili non dico con Milano ma in generale con il centro-nord.
 
forse sono OT ma non mi pare il caso di aprire un thread apposta. per curiosità stavo dando un'occhiata alle case all'asta a milano sul portale pvp.giustizia.it, ma una marea hanno data di vendita nel passato. come mai? mi aspetterei che venissero eliminate automaticamente quelle con data passata. e non è neanche possibile filtrarle, quindi uno deve controllare ogni volta la data di scadenza prima di guardare i dettagli dell'immobile, ed è una menata.
 
forse sono OT ma non mi pare il caso di aprire un thread apposta. per curiosità stavo dando un'occhiata alle case all'asta a milano sul portale pvp.giustizia.it, ma una marea hanno data di vendita nel passato. come mai? mi aspetterei che venissero eliminate automaticamente quelle con data passata. e non è neanche possibile filtrarle, quindi uno deve controllare ogni volta la data di scadenza prima di guardare i dettagli dell'immobile, ed è una menata.
si vede che hanno troppo da lavorare... :asd:
 
Trovo interessante questo articolo in cui sono incappato, parla del 2019:
Milano aumenta i suoi abitanti e i giovani preferiscono l’affitto alla proprietà della casa

Nulla di rivoluzionario eh.
Però, ad esempio, riporta un driver che sostengo da sempre con la metà degli under 35 in cerca di abitazione che viene da fuori.
Riporta anche "per cui non hanno un legame familiare che li spinge a acquistare casa in un determinato quartiere" e "per cui è raro che un 30 enne, magari single, pensi di acquistare: preferisce l’affitto, possibilmente in una zona vicina al lavoro, così si sente più libero". Ossia la dinamica che descrivo spesso: arrivi da fuori, affitti in città e verosimilmente pensi all'acquisto se rimani e se hai prospettive di allargamento famigliare.

E sugli affitti direi che il punto di rottura è probabilmente raggiunto.

Ancora: "’è poi un problema economico: a Milano il prezzo medio di un appartamento in vendita è di 248 mila euro, mentre nel resto d’Italia la media è 168 mila. «È chiaro che questo complica la vita dei giovani perché con gli stipendi che hanno oggi è difficile riuscire a metter via qualche soldo», chiarisce Giordano. Che vede delle complicazioni anche nell’accesso al mutuo: «Le banche solitamente concedono un finanziamento per il 70 per cento della cifra totale. Questo vuol dire che il restante 30 per cento ce lo deve mettere l’acquirente. E di nuovo, si torna al discorso degli stipendi precari e bassi, che non consentono di accumulare ricchezza da utilizzare per l’anticipo dell’acquisto della casa»."

Tutte cose che sono uscite qua nel topic. Perché lo riporto?
Perché 4 anni fa avevamo gli stessi identici problemi, e sono peggiorati.
Ma non solo, già 4 anni fa le cifre erano belle distanti dalle tasche delle persone normali (i citati 1500-2000 euro mensili) per cui sostengo la mia visione: se anche dovessero calare i prezzi, Milano resterebbe esclusiva per molti. Nel senso che rimangono fuori.

Ultimo stralcio: "Ma un dato positivo c’è: la pratica dell’housing sociale, cioè nuove abitazioni che vengono messe sul mercato della locazione o su quello dell’acquisto a prezzi agevolati. «Milano sta facendo molto bene su questo fronte, basti pensare alle costruzioni di Cascina Merlata o di Locate Triulzi, oppure quelle che verranno costruite nel quartiere Santa Giulia"
(anche un conoscente ha acquistato con edilizia convenzionata, mi pare nel Vigentino)

Insomma, siamo già a Locate Triulzi :D
 
Sulla base di tutti questi esempi di vivibilità quali pensi siano i prezzi verso cui si debba convergere?

Io non ho ovviamente cifre precise in mente, ma riprendendo gli ultimi post, Milano dev'essere una città vivibile anche dallo studente (che non può pagare una stanza 700€) e dal giovane che guadagna 1500€, seppur con qualche sacrificio sulla zona o i mq. Una coppia di lavoratori deve poter affittare un bilocale, in periferia se redditi bassi o semicentro se redditi medio-alti. Se ti nasce un figlio non devi essere costretto a lasciare i confini del comune.

Non è accettabile mandare via tutti tranne quelli che comprano con l'eredità del nonno e le coppie da 5k senza figli, e lasciare i quartieri migliori ad airbnb.

Come ho detto più volte a me preoccupa il trend, in particolare nel post-covid si è andati "oltre", e si sta ancora andando in quella direzione. Non mi sono mai granché lamentato dei prezzi di Milano, ma non sono così sciocco da pensare che non ci sia un limite. Oltre questo limite o le aziende iniziano a pagare dei premium seri o la gente se ne va, in un modo o nell'altro.
 
Tutte cose che sono uscite qua nel topic. Perché lo riporto?
Perché 4 anni fa avevamo gli stessi identici problemi, e sono peggiorati.
Ma non solo, già 4 anni fa le cifre erano belle distanti dalle tasche delle persone normali (i citati 1500-2000 euro mensili) per cui sostengo la mia visione: se anche dovessero calare i prezzi, Milano resterebbe esclusiva per molti. Nel senso che rimangono fuori.

Esattamente. E infatti già all'epoca contavano molto i patrimoni. Centro e semicentro erano quasi insostenibili già nel 2017 per gli stipendi normali: un tre locali di 100 mq in washington/solari nel 2017 costava già sui 500k, non è che li regalassero.
Poi sicuramente i bassissimi tassi dei mutui hanno aiutato la crescita e nel breve/medio l'aumento dei tassi impatterà sui volumi.
 
Non è accettabile mandare via tutti tranne quelli che comprano con l'eredità del nonno e le coppie da 5k senza figli, e lasciare i quartieri migliori ad airbnb.
O ragioniamo in termini di mercato o in termini di "accettabilità" della situazione.
Perché se la metti in questi termini per me ad esempio non è accettabile che il meccanico mi chieda 70€/h di manodopera, ma tant'è.. e quando ho un problema alla macchina non posso certo dire "per me non è giusto che i meccanici decidano che tariffe applicare".
Quindi o mettiamo in discussione l'intero sistema oppure lo accettiamo e a livello pubblico investiamo in housing sociale.
 
Esattamente. E infatti già all'epoca contavano molto i patrimoni. Centro e semicentro erano quasi insostenibili già nel 2017 per gli stipendi normali: un tre locali di 100 mq in washington/solari nel 2017 costava già sui 500k, non è che li regalassero.
Poi sicuramente i bassissimi tassi dei mutui hanno aiutato la crescita e nel breve/medio l'aumento dei tassi impatterà sui volumi.
il mercato ha sempre ragione

mi viene da ridere quando sento dire che qualcosa (immobile...ma anche azione) è sottoprezzato o sovraprezzato rispetto al "reale valore di mercato"

se in quel momento si vende a quel prezzo, il reale valore di mercato è quello
(discorso macro ovviamente...se un pazzo vuole vendere il suo bilo a città studi a 15K a mq quello non è il suo valore di mercato...ma se 1000 "pazzi" vogliono vendere il loro bilocale a 5K a mq quello molto probabilmente è il reale prezzo di mercato...)
 
Io non ho ovviamente cifre precise in mente, ma riprendendo gli ultimi post, Milano dev'essere una città vivibile anche dallo studente (che non può pagare una stanza 700€) e dal giovane che guadagna 1500€, seppur con qualche sacrificio sulla zona o i mq. Una coppia di lavoratori deve poter affittare un bilocale, in periferia se redditi bassi o semicentro se redditi medio-alti. Se ti nasce un figlio non devi essere costretto a lasciare i confini del comune.

Non è accettabile mandare via tutti tranne quelli che comprano con l'eredità del nonno e le coppie da 5k senza figli, e lasciare i quartieri migliori ad airbnb.

Ma hai ragione, ci mancherebbe.
Però il problema è trovare un discrimine. Se 1000 persone/nuclei possono pagare 800 (esempio a caso eh), ma gli appartamenti sono 400, come famo?

Attualmente: i 400 più "ricchi" comprano/affittano a 800 + X di premium.
Ipotizzando misura generica di sostegno (cap ai prezzi, paga lo stato, a piacere per compensare X di premium), avremmo 400 che pagano 800. A questo punto nasce il problema: senza il mercato, come li decidiamo i 400 fortunati?
Perché, come già detto, se usiamo le graduatorie classiche (redditi, figli, patrimonio, ecc.) finisce che Amhed prende la casa e il nostro giovane rampante da 2000 euro non risolve molto.
Per gli studenti servono probabilmente studentati ad hoc, ma per i lavoratori servono proprio le case (o in alternativa una grossa rivoluzione della mobilità che richiederà 10 anni almeno).

Come ho detto più volte a me preoccupa il trend, in particolare nel post-covid si è andati "oltre", e si sta ancora andando in quella direzione. Non mi sono mai granché lamentato dei prezzi di Milano, ma non sono così sciocco da pensare che non ci sia un limite. Oltre questo limite o le aziende iniziano a pagare dei premium seri o la gente se ne va, in un modo o nell'altro.

Io mi aspetto la frenata delle transazioni e un modesto calo nei prezzi di vendita (sugli affitti ho sempre visto meno dati, son poco ferrato, ma penso che in quelli l'unica misura seria riguarda gli affitti turistici), sono d'accordissimo sul fatto che debba esserci un limite.

Però continuo a credere che il futuro calo non renderà la città molto accessibile, proprio per quello che citavo dal 2019. Calando (non so manco più quanto) ai valori di 4 anni fa, il giovane single non compra in semicentro pure con stipendio sopra la media (facciamo il giovane quadro 50-60K) senza una spinta dalla famiglia.
La coppia di giovani quadri per figliare è comunque in bilico tra le periferie più economiche e l'hinterland.
 
il mercato ha sempre ragione

mi viene da ridere quando sento dire che qualcosa (immobile...ma anche azione) è sottoprezzato o sovraprezzato rispetto al "reale valore di mercato"

se in quel momento si vende a quel prezzo, il reale valore di mercato è quello
(discorso macro ovviamente...se un pazzo vuole vendere il suo bilo a città studi a 15K a mq quello non è il suo valore di mercato...ma se 1000 "pazzi" vogliono vendere il loro bilocale a 5K a mq quello molto probabilmente è il reale prezzo di mercato...)

Al netto dei pazzi, sappiamo però che i mercati sono irrazionali per cui il valore puntuale (ossia quello della transazione) può discostarsi da un supposto valore "corretto".
Pensiamo all'euforia su certe azioni durante il covid o a certi cali un po' casuali che capitano. L'effetto gregge fa seguire la FOMO o fa scappare oltre misura gli investitori.

Sulle azioni è relativamente semplice (valore sempre visibile, non c'è legame affettivo, sono tutte uguali): per cui (e qui siamo nel forum giusto! :D) si può supporre che tale azione sia cara o a sconto facendo ragionamenti sui fondamentali.

Sulle case diventa tutto più grigio e complesso.
Come le azioni, possiamo ipotizzare di essere in un momentum "caro".

Il problema è che a differenza delle azioni, l'acquisto immobiliare della prima casa ha delle peculiarità:
- l'attesa costa, essendo necessario un posto per vivere, presumibilmente in affitto;
- è legata al mondo dei mutui
- solitamente rappresenta un passo "sociale" che coincide con la ricerca di maggior stabilità.

Per questo cerco sempre di distinguere due ragionamenti che ritengo separati. Le discussioni sul mercato (dove va, come si muoverà) sono filosofiche e divertenti, ma sono abbastanza distanti dalla prospettiva del singolo (comprare casa: quando? dove?).

Per questa ragione quando nel 2019 e 2020 sentivo parlare di timing (in previsione di futuri cali) storcevo il naso: di fatto basta un mercato con inerzia lenta nel calo per vanificare in affitti tutto il beneficio.
Se poi sale, peggio che andar di notte.
 
O ragioniamo in termini di mercato o in termini di "accettabilità" della situazione.
Perché se la metti in questi termini per me ad esempio non è accettabile che il meccanico mi chieda 70€/h di manodopera, ma tant'è.. e quando ho un problema alla macchina non posso certo dire "per me non è giusto che i meccanici decidano che tariffe applicare".
Sostituisci pure accettabile con sostenibile... se il meccanico ti chiede 700 anziché 70 glieli dai lo stesso?

Si può accettare tutto, ma non credo alla storia che non ci sarebbero conseguenze.

Però continuo a credere che il futuro calo non renderà la città molto accessibile

La città non è mai stata accessibile, ma nemmeno inaccessibile. Nessuno pretende il diritto costituzionale di una casa di proprietà a Brera, ma per farti un esempio io pagavo 650€ di monolocale in affitto. Era economico? No! Era accessibile a tutti? Nemmeno.
Ma non mi servivano 60k per pagarlo, il che mi ha consentito di rimanere in città.
Oggi lo stesso appartamento sarà sui 900/1000€.

Il fatto che i prezzi stiano salendo da 4 anni significa che prima erano più accessibili (o meno inaccessibili), direi che questo è scontato considerando redditi al palo.
 
Sostituisci pure accettabile con sostenibile... se il meccanico ti chiede 700 anziché 70 glieli dai lo stesso?

Si può accettare tutto, ma non credo alla storia che non ci sarebbero conseguenze.

Il paragone non calza, perché 700 vuol dire 10 volte 70. Come se per un bilocale da 300k mi chiedessero 3 milioni. Fuori scala.

Ad ogni modo il punto è che lui me li chiede perché se quell'ora non gliela occupo io gliela occupa qualcun altro e perché anche le officine vicine chiedono lo stesso. Se io non potessi permettermelo valuterei alternative coerenti con il mio budget. Oppure, se il mercato me lo consentisse, alzerei le mie tariffe per potermelo permettere.
Il mercato funziona così. Poi ripeto, si può dire che il sistema in toto non piace, ma non ha alcun senso dire che quando riguarda me va bene e quando riguarda gli altri non va bene.

Parlando di sostenibilità, è sostenibile nella misura in cui a 15 minuti di passante da Cadorna trovi bilocali ristrutturati a 140 k.
Bilocale via Sartirana, 1, Centro, Bollate | 2 locali | 60 m²
 
Ultima modifica:
Capisco il punto di vista, ma io non penso che i problemi di Milano si possano risolvere a Bollate.

Inoltre, come facevo notare qualche pagina fa, i comuni del primo hinterland stanno già crescendo a loro volta verso non si sa dove (Bollate per dire ha fatto +10% in un anno).
 
La città non è mai stata accessibile, ma nemmeno inaccessibile. Nessuno pretende il diritto costituzionale di una casa di proprietà a Brera, ma per farti un esempio io pagavo 650€ di monolocale in affitto. Era economico? No! Era accessibile a tutti? Nemmeno.
Ma non mi servivano 60k per pagarlo, il che mi ha consentito di rimanere in città.
Oggi lo stesso appartamento sarà sui 900/1000€.

Probabilmente di più.
Ma la domanda è sempre la stessa: quanta gente prende 2000 al mese (senza contare eventuali studenti fortunelli o cos'altro non da salario)?

Affittare in pieno centro a 1/3 del salario standard di un lavoratore in multinazionale laureato è per definizione "accessibile a tutti".


Il fatto che i prezzi stiano salendo da 4 anni significa che prima erano più accessibili (o meno inaccessibili), direi che questo è scontato considerando redditi al palo.

I prezzi credo salgano da 8-9 anni.
Ma il punto che volevo risaltare sull'articolo è: nel 2019 i prezzi erano già insostenibili, con il suddetto lavoratore da 2000 al mese che pagando un affitto (e i 650 di Brera nel 2019 sarebbero stati 800 a Brenta) non avrebbe potuto comprare una casa per impossibilità di patrimonializzarsi.

Ebbene, abbiamo visto 4 anni di rialzi.
Ipotizziamo un calo ai livelli 2019? I lavoratori vengono espulsi ugualmente.
Per avere quotazioni sostenibili probabilmente occorre beccare i minimi dello scorso decennio, magari anche i primi anni della crescita.

La mia sincera impressione è che qui dentro si abbia una prospettiva molto personale. In particolare mi sembra, ma posso sbagliare, che si valuti la sostenibilità/accessibilità sul fatto che uno stipendio sopra la media (facciamo sui 2500 +/- 200) inizi a trovarsi minacciato.
E allora si pensa che nel 2018-2019 tutto sommato sia ok, perché la città era inaccessibile ad altri, mentre ora diventa un problema perché è diventata inaccessibile a una platea più ampia.
 
Non vedo cosa c'entrino le prospettive personali con il dato di fatto che Milano è sempre più inaccessibile... credo sia irrealistico che la città possa tararsi sul neolaureato, che ha sempre avuto difficoltà e necessità di compromessi, ma queste possibilità esistevano per lui come per tutte le persone che NON guadagnano "2500€ in multinazionale".

Queste persone oggi sono di fatto escluse, se tu la vuoi prendere con cinismo è un punto di vista, a me sembra un problema....

Per rispondere alla tua domanda, non ritengo insostenibile un mercato dove non puoi comprare perchè ti mancano I risparmi (fino al 2019, con la postilla che comunque c'erano i mutui 100% per under35), ritengo insostenibile un mercato dove non puoi nemmeno affittare. Per questo una regolamentazione sugli affitti brevi sarebbe importante più della ristrutturazione di appartamenti comunali a Locate Triulzi. E magari anche una legge più libera sugli sfratti in caso di mancato pagamento, se serve.

Tu stesso poi ammetti che gli affitti hanno raggiunto un punto di rottura e che ti aspetti un calo sui valori del 10% se non sbaglio... Cioè siamo praticamente d'accordo.
 
Capisco il punto di vista, ma io non penso che i problemi di Milano si possano risolvere a Bollate.

Inoltre, come facevo notare qualche pagina fa, i comuni del primo hinterland stanno già crescendo a loro volta verso non si sa dove (Bollate per dire ha fatto +10% in un anno).
Milano è relativamente piccola, l'hinterland collegato bene cresce perché sono luoghi in cui tutto sommato si sta bene.
Se ci sarà richiesta cresceranno.

non ritengo insostenibile un mercato dove non puoi comprare perchè ti mancano I risparmi (fino al 2019, con la postilla che comunque c'erano i mutui 100% per under35), ritengo insostenibile un mercato dove non puoi nemmeno affittare.

Siamo tutti d'accordo sul fatto che in termini di politiche abitative si possa fare di più, ma, per come è organizzato il mondo oggi, la risposta deve venire dalle istituzioni.
Tra l'altro in teoria il mezzo che dovrebbe mettere d'accordo tutti esiste e si chiama canone concordato, ma per Milano ad oggi i valori sono ridicoli (meno della metà dei prezzi di mercato in alcuni casi) e i vantaggi per il proprietario sono irrisori. Iniziamo a migliorare questo strumento.
 
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