MPS secondo voi arriverà un cavaliere bianco e rilancerà Banca Mps?

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Oggi hanno provato a farla correre sfiorando 1,90€. Ovvio che se li superasse i 2 euro sono alla portata minima di arrivo in quota adc sottoscritta. Invece gli hanno fatto fare un salto carpiato perdendo 5%e poi ha chiuso come ieri. Il socio americano é ottimo segnale Lovaglio ovviamente sapeva da tempo non escludo che ne possano arrivare altri soci
 
Si, infatti, bisogna avere esperienze passate per capire di cosa si sta parlando...la Giustizia in Italia è quella che è e di conseguenza su questioni di finanza c'è poco da sperare, spesso anche le stragi di stato vengono affossate in maniera vergognosa...

L'unica cosa certa però è che gli avvocati vanno remunerati in anticipo, e su vicende che si trascinano per anni ed anni significa dover tirare fuori parecchi soldi in percentuale alle perdite, e se poi si soccomberà si rischia ancora di pagare le spese legali ingenti, insomma, si rischia di finire cornuti e mazziati sul serio!!!!

Questo è un avvertimento per chi confida troppo in recuperi da contenziosi legali, se verrò bannato anche questa volta solo per aver condiviso le mie esperienze legali non saprò proprio più che pensare...

Forse sarò ottimista e spero in un risarcimento cospicuo per le perdite avute avendo comprato Azioni MPS a giugno 2014, in base a prospetti e bilanci falsi, non certo per i derivati, ma per i crediti deteriorati, che come dice la perizia ammontano per il solo anno 2013 ad oltre 4 mld circa l’adc che stava partendo ed avendo venduto a dicembre quando, EBA costatò che nonostante i 5 mld di adc banca aveva delle enormi passività.

Seguo la vicenda e fra non molto i Profumo e Viola e company saranno rinviati a giudizio, e secondo il mio punto di vista l’ultimo adc di 2,5 mld in gran parte sarà destinato a copertura delle cause dei vecchi azionisti, in caso contrario non credo che si troverà facilmente un cavaliere bianco che compri mps con questo fardello.
Un ultima cosa, MPS dopo che Mussari è stato assolto sui derivati anche Profumoe c. dovrebbero essere assolti sui derivati e avrebbe dovuto stornare gli accantonamenti di circa 1 mld e portarli ad utile ed invece le coperture sono rimaste perché sta attendendo un nuovo rinvio a giudizio per i crediti deteriorati che dal 2012 a 2016 superano gli 11 mld, mentre comunque per i derivati le perdite erano assai limitate, questo spiega perché ci sono voluti 22 mld di adc sia per coprire le perdite derivanti dall’acquisto di Antonveneta che per gli 11 mld di crediti deteriorati
I giudici che volevano assolvere Profumo sono inquisiti dal tribunale di Brescia, i vertici di allora, certo ora non possono avere gli appoggi di un governo amico, forse qualcosa sta cambiando in merito alla giustizia per il MPS.
Se uno si rivolge associazioni che assistono gli azionisti la spesa è assai limitata poiché il compenso lo prendono a percentuale sui ristori degli azionisti.
 
Forse sarò ottimista e spero in un risarcimento cospicuo per le perdite avute avendo comprato Azioni MPS a giugno 2014 ...

ATTENZIONE! Devi comunque dimostrare il "continuato possesso" del titolo MPS dal 2013 al 2016 circa, almeno partecipando a un ADC per attestare un reale danno subito, e in sintonia con la sentenza sentenza 10748/20. Altrimenti la vedo dura che ti verrà riconosciuto il danno se hai acquistato e venduto nel breve termine, o dovresti sperare in un miracolo (es. aiuto del Governo Italiano).

Non mi aspetterei comunque un risarcimento cospicuo, considerato il caso pregresso della class action su Banca di Vicenza in cui il rimborso è stato del 30%.

... in base a prospetti e bilanci falsi, non certo per i derivati, ma per i crediti deteriorati, che come dice la perizia ammontano per il solo anno 2013 ad oltre 4 mld circa l’adc che stava partendo ed avendo venduto a dicembre quando, EBA costatò che nonostante i 5 mld di adc banca aveva delle enormi passività.

ATTENZIONE! Potrebbe essere stabilito che si tratta di "falso in bilancio" ma non è ancora detto, perché nessuno ha ancora stabilito con assoluta certezza se il metodo di contabilizzazione utilizzato da MPS (a saldi aperti) è congruo o meno in termini giuridici oltre che economici, perché se fosse anche parzialmente congruo allora non ci sarà probabilmente nessun tipo di rimborso. Ripeto che nessuno lo ha ancora stabilito con certezza, soprattutto in termini di giuridici più che contabili. Perché io credo, che un conto è la frode fiscale e un'altra l'elusione fiscale... come tutti sanno.
Tieni anche conto che la sentenza evidenzia una responsabilità non solo di MPS ma anche di tutti gli organi di vigilanza: "collegio sindacale, organo di vigilanza (Oidv), revisori e autorità preposte".
Tra l'altro esistono anche perizie discordanti tra loro, effettuate da società di revisione differenti, quindi alla fine non si capisce più nulla.
Magari dopo ti pubblico un articolo a riguardo molto interessante che ho trovato sull'argomento...

... I giudici che volevano assolvere Profumo sono inquisiti dal tribunale di Brescia, i vertici di allora, certo ora non possono avere gli appoggi di un governo amico, forse qualcosa sta cambiando in merito alla giustizia per il MPS. ...
Non sta cambiando un bel nulla e non si tratta di complotti di Governo secondo me, bisogna analizzare le cose dal punto di vista giuridico ed economico di un caso assai complesso, con normative complesse in continua evoluzione, e con compiti collegati non solo alla Banca ma anche agli organi di controllo collegati.

Se uno si rivolge associazioni che assistono gli azionisti la spesa è assai limitata poiché il compenso lo prendono a percentuale sui ristori degli azionisti.
Concordo pienamente, soprattutto se l'azionista che ha subito la perdita non vuole rischiare di subirne un'altra probabilmente più cospicua (se la perdita azionaria non fosse di almeno un centinaio di migliaia di euro).
 
ATTENZIONE! Devi comunque dimostrare il "continuato possesso" del titolo MPS dal 2013 al 2016 circa, almeno partecipando a un ADC per attestare un reale danno subito, e in sintonia con la sentenza sentenza 10748/20. Altrimenti la vedo dura che ti verrà riconosciuto il danno se hai acquistato e venduto nel breve termine, o dovresti sperare in un miracolo (es. aiuto del Governo Italiano).

Non mi aspetterei comunque un risarcimento cospicuo, considerato il caso pregresso della class action su Banca di Vicenza in cui il rimborso è stato del 30%.



ATTENZIONE! Potrebbe essere stabilito che si tratta di "falso in bilancio" ma non è ancora detto, perché nessuno ha ancora stabilito con assoluta certezza se il metodo di contabilizzazione utilizzato da MPS (a saldi aperti) è congruo o meno in termini giuridici oltre che economici, perché se fosse anche parzialmente congruo allora non ci sarà probabilmente nessun tipo di rimborso. Ripeto che nessuno lo ha ancora stabilito con certezza, soprattutto in termini di giuridici più che contabili. Perché io credo, che un conto è la frode fiscale e un'altra l'elusione fiscale... come tutti sanno.
Tieni anche conto che la sentenza evidenzia una responsabilità non solo di MPS ma anche di tutti gli organi di vigilanza: "collegio sindacale, organo di vigilanza (Oidv), revisori e autorità preposte".
Tra l'altro esistono anche perizie discordanti tra loro, effettuate da società di revisione differenti, quindi alla fine non si capisce più nulla.
Magari dopo ti pubblico un articolo a riguardo molto interessante che ho trovato sull'argomento...


Non sta cambiando un bel nulla e non si tratta di complotti di Governo secondo me, bisogna analizzare le cose dal punto di vista giuridico ed economico di un caso assai complesso, con normative complesse in continua evoluzione, e con compiti collegati non solo alla Banca ma anche agli organi di controllo collegati.


Concordo pienamente, soprattutto se l'azionista che ha subito la perdita non vuole rischiare di subirne un'altra probabilmente più cospicua (se la perdita azionaria non fosse di almeno un centinaio di migliaia di euro).
Se il mps ha stanziato un miliardo di accantonamenti per cause legali anche quando Mussari è stato assolto vuol dire che ci sono grosso probabilità per risarcire le perdita nei confronti degli azionisti e certo stanziare una cifra considerevole con una banca sull’orlo del fallimento e rendendo difficoltoso anche l’ultimo aumento di capitale.
Ma se le cause legali fossero infondate perché nessuno vuole la banca e trovare investitori disposti a sottoscrivere le nuove azioni nonostante che il capitale sociale è stato azzerato è stato una grossa impresa.
Tempo fa fu proposto il piano Isacco cioè offrire le nuove azioni agli azionisti danneggiati, ma non credo che i risparmiatori derubati accettino, comunque sono tutti fatti che dimostrano cheil MPS si trova in una condizione
precaria nei confronti dei risarcimenti
La mia richiesta di risarcimento non si basa sulla perdita di valore delle azioni che si sono dimezzate da giugno a dicembre 2014, ma dal fatto che se emergevano i crediti deteriorati nell’aporovazione di bilancio 2013 il patrimonio della banca si sarebbe dimezzato da 6 mld a meno di 3 mid, e visto che l’azione è una parte del patrimonio non avrei comprato le azioni, averle vendute quando la BCE ha costatano il bilancio falso è un punto a mio favore che si basa su valori reali e non sui valori di borsa che potrebbero seguire altre logiche.
Situazione completamente diversa dalla Vicenza.
Le associazioni che difendono i piccoli azionisti hanno migliaia di risparmiatori che hanno chiesto il risarcimento ma non tutti hanno le stesse problematiche.

Ti allego un articolo che sintetizza bene gli sviluppi

Ci sono voluti sei anni, ma alla fine la Procura di Milano ce l’ha fatta a chiudere l’inchiesta nei confronti di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola per la falsa contabilizzazione dei crediti deteriorati di Monte dei Paschi tra il 2012 ed il 2015. Proprio ieri, i pubblici ministeri Roberto Fontana e Giovanna Cavalleri hanno depositato l’avviso di conclusione delle indagini, che -com’è noto- prelude quasi sempre alla richiesta di rinvio a giudizio degli indagati. Poi, la parola passerà al GIP Guido Salvini, che già in passato aveva costretto la procura a riaprire gli accertamenti a carico dei top manager di Rocca Salimbeni grazie ad una perizia che aveva “smontato” il precedente orientamento “innocentista” dei precedenti pm.
 
Ultima modifica:
Se il mps ha stanziato un miliardo di accantonamenti per cause legali anche quando Mussari è stato assolto vuol dire che ci sono grosso probabilità per risarcire le perdita nei confronti degli azionisti e certo stanziare una cifra considerevole con una banca sull’orlo del fallimento e rendendo difficoltoso anche l’ultimo aumento di capitale.
Ma se le cause legali fossero infondate perché nessuno vuole la banca e trovare investitori disposti a sottoscrivere le nuove azioni nonostante che il capitale sociale è stato azzerato è stato una grossa impresa.
Tempo fa fu proposto il piano Isacco cioè offrire le nuove azioni agli azionisti danneggiati, ma non credo che i risparmiatori derubati accettino, comunque sono tutti fatti che dimostrano cheil MPS si trova in una condizione
precaria nei confronti dei risarcimenti
La mia richiesta di risarcimento non si basa sulla perdita di valore delle azioni che si sono dimezzate da giugno a dicembre 2014, ma dal fatto che se emergevano i crediti deteriorati nell’aporovazione di bilancio 2013 il patrimonio della banca si sarebbe dimezzato da 6 mld a meno di 3 mid, e visto che l’azione è una parte del patrimonio non avrei comprato le azioni, averle vendute quando la BCE ha costatano il bilancio falso è un punto a mio favore che si basa su valori reali e non sui valori di borsa che potrebbero seguire altre logiche.
Situazione completamente diversa dalla Vicenza.
Le associazioni che difendono i piccoli azionisti hanno migliaia di risparmiatori che hanno chiesto il risarcimento ma non tutti hanno le stesse problematiche.

Ti allego un articolo che sintetizza bene gli sviluppi

Ci sono voluti sei anni, ma alla fine la Procura di Milano ce l’ha fatta a chiudere l’inchiesta nei confronti di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola per la falsa contabilizzazione dei crediti deteriorati di Monte dei Paschi tra il 2012 ed il 2015. Proprio ieri, i pubblici ministeri Roberto Fontana e Giovanna Cavalleri hanno depositato l’avviso di conclusione delle indagini, che -com’è noto- prelude quasi sempre alla richiesta di rinvio a giudizio degli indagati. Poi, la parola passerà al GIP Guido Salvini, che già in passato aveva costretto la procura a riaprire gli accertamenti a carico dei top manager di Rocca Salimbeni grazie ad una perizia che aveva “smontato” il precedente orientamento “innocentista” dei precedenti pm.

Sei troppo generico, non entrando nel "cuore" della vicenda :(
Così rischi di dare false aspettative oltre che falsa informazione, lo dico per il bene dei potenziali interessati ;)
 
Sei troppo generico, non entrando nel "cuore" della vicenda :(
Così rischi di dare false aspettative oltre che falsa informazione, lo dico per il bene dei potenziali interessati ;)

Forse non segui la vicenda ti dico solo che il giudice di Milano che voleva salvare Profumo è inquisito dal tribunale di Brescia, e mi spieghi perché MPS seguita a tenere un mld per cause legali se non ci sono fondamenti, avrebbe stornato il mld al patrimonio e invece di fare un adc di 2,5 mld solo 1,5 mld sottoscritto interamente dallo Stato e quale è il motivo che nessun pretendente la vuole visto che si prevedono utili nei prossimi anni, perché c’è stato l’ ipotesi del piano Isacco, si vuole regalare le azioni ai danneggiati, mi sembra che sono argomenti tutti a favore dei risarcimenti e non false aspettative, inoltre mps per alcuni azionisti prima dell’assoluzione di Mussari ha risarcito i danneggiati con la mediazione adesso aspettiamo il falso in bilancio ben più sostanzioso, oltre 11 mld per crediti deteriorati, cifra enorme basata da una perizia che grosso modo non fa che avvalorare le richieste di capitale presentate dal BCE nel novembre.
Io ho ricorso non quando vi erano le problematiche di contabilizzazione dei derivati Santorini, che comunque il danno per la banca erano limitati, ma quando il tribunale di Milano aveva richiesto una nuova perizia sui crediti deteriorati dove emersero perdite enormi, e il giudice di Milano che voleva affossare la pratica è stato inquisito dai giudici di Brescia, non ti pare che qualcosa si muove in maniera diversa, un giudice inquisito per coprire l’operato di burocrate voluto dalla politica che nonostante sia condannato e’ ancora ai vertici di una multinazionale,
 
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Forse non segui la vicenda ti dico solo che il giudice di Milano che voleva salvare Profumo è inquisito dal tribunale di Brescia, e mi spieghi perché MPS seguita a tenere un mld per cause legali se non ci sono fondamenti, avrebbe stornato il mld al patrimonio e invece di fare un adc di 2,5 mld solo 1,5 mld sottoscritto interamente dallo Stato e quale è il motivo che nessun pretendente la vuole visto che si prevedono utili nei prossimi anni, perché c’è stato l’ ipotesi del piano Isacco, si vuole regalare le azioni ai danneggiati, mi sembra che sono argomenti tutti a favore dei risarcimenti e non false aspettative, inoltre mps per alcuni azionisti prima dell’assoluzione di Mussari ha risarcito i danneggiati con la mediazione.

Ti rispondo con un Articolo che analizza in maniera molto più articolata la complessità del caso, diversamente dalle tue interpretazioni troppo generiche e di conseguenza fuorvianti (indagare il giudice di Milano è lecito ma fa ridere se uno esamina per bene la complessità del caso in oggetto). Ribadisco che l'attività contestata a MPS e ai relativi Organi di controllo, riguarda solo il periodo dal 2013 al 2015, giusto per fare chiarezza senza generalizzare troppo. Segue l'articolo tecnico.

Fonte: Bilancio & Reddito d'impresa - Il Sole 24 Ore - Luglio/Agosto 2021
Articolo: Bilanci bancari - Mps e contabilizzazione di operazioni collegate, una sentenza che fa riflettere
Autori: Franco Roscini Vitali, Alessandro Germani Dottore commercialista, Partner GDC Corporate & Tax

BILANCI DELLE BANCHE, COMPETENZA E VIGILANZA

La sentenza 10748/20 del Tribunale Ordinario di Milano, seconda sezione penale, relativa alla vicenda Banca Monte dei Paschi di Siena è, per molti aspetti, una sconfitta per chi si occupa di bilanci.
Vediamo perché questa pronuncia, che, quantomeno a grandi linee, quelli che si occupano di bilanci dovrebbero conoscere, rappresenta la sconfitta per molti.
Ovviamente tutte le sentenze possono essere capovolte da un successivo giudizio, ma questa sembra ben motivata e supportata da un eccezionale lavoro dei periti del Tribunale.

Un fine settimana di pioggia e l’impossibilità di uscire in bicicletta mi fanno decidere, con poca voglia, di leggere le 360 pagine di cui si compone la sentenza 10748/20 del Tribunale Ordinario di Milano.
Però la complessità della lettura e il pericolo di non riuscire a coglierne i vari aspetti mi convincono che la cosa migliore da fare è il confronto con l’amico Alessandro, che, nel frattempo, molto più veloce di me in quanto più giovane, l’ha già letta: ecco il motivo dell’editoriale redatto a quattro mani.
I commenti della stampa si sono focalizzati sulla questione dei “saldi chiusi-saldi aperti”. In sostanza, Montepaschi (Mps) avrebbe contabilizzato i derivati con il metodo a “saldi aperti” (sbagliato), anziché con quello a “saldi chiusi” (corretto): queste definizioni significano però poco e chi legge non può capire.
Questo probabilmente è dovuto al fatto che i giornalisti, in via generale, non hanno letto tutta la sentenza, che, data la complessità della materia, non è di facile comprensione, anche per gli addetti ai lavori.
Volendo semplificare al massimo il concetto in modo da renderlo comprensibile, Mps avrebbe contabilizzato diverse operazioni, tra loro collegate, distintamente come fossero operazioni autonome.
Questa contabilizzazione sarebbe avvenuta in violazione del principio che impone di contabilizzare le operazioni in base alla sostanza e non alla forma delle stesse: in numerose pagine, i periti del Tribunale richiamano i paragrafi dei principi contabili internazionali che impongono tale contabilizzazione.
Per semplificare il concetto, è sufficiente richiamare il principio contabile nazionale Oic 11, nei paragrafi che riguardano la rappresentazione sostanziale (sostanza dell’operazione o del contratto) che derivano dai principi contabili internazionali Ias/Ifrs utilizzati dalle banche per la redazione dei bilanci, pertanto anche da Mps.
L’Oic 11 precisa che la prima e fondamentale attività che il redattore del bilancio deve effettuare è l’individuazione dei diritti, degli obblighi e delle condizioni ricavabili dal contratto e il loro confronto con le disposizioni dei principi contabili per accertare la correttezza dell’iscrizione o della cancellazione di elementi patrimoniali e economici. Sono richiamate le definizioni di credito e debito e, ove previsto, del trasferimento di rischi e benefici.
L’analisi dei contratti è rilevante anche per stabilire “l’unità elementare da contabilizzare” ai fini della segmentazione o aggregazione degli effetti sostanziali derivanti da un contratto o da più contratti. Infatti da un unico contratto possono emergere più diritti o obbligazioni che richiedono una contabilizzazione separata, mentre da più contratti possono discendere effetti sostanziali che richiedono una contabilizzazione unitaria.
Si noti che quest’ultima previsione si adatta perfettamente alla vicenda in questione.
Tornando a Mps, la contabilizzazione “separata” dei vari contratti (a saldi aperti) ha consentito, tra l’altro, di valutare l’attivo a fair value e il passivo al costo ammortizzato: questo ha comportato il riconoscimento nell’attivo dei maggiori valori, mentre nel passivo le perdite sono state “spalmate” sulla durata dei contratti (sentenza, pagina 67).
Nelle pagine 25 e successive della sentenza questi concetti sono ben illustrati, citando gli Ias/Ifrs in modo puntuale, con evidenza dei paragrafi dei singoli principi richiamati.
Inoltre la tecnica corretta dei saldi chiusi avrebbe evidenziato la vendita di un credit default swap (Cds) avente a oggetto Btp e quindi il rischio Italia.
Nella sentenza è spiegata molto bene la contabilizzazione errata a saldi aperti, per esempio da pagina 101 a pagina 103, con l’effetto che i Btp erano contabilizzati imputando le oscillazioni a patrimonio netto e non a conto economico (secondo una tecnica contabile prevista dagli Ias/Ifrs, ma non applicabile al caso in oggetto, a causa della concatenazione dei contratti).
Alle pagine 106 e 107 è spiegato come l’iscrizione della passività al corrispettivo e non al fair value abbia evitato di esporre le maggiori perdite di un’operazione nata per ristrutturare precedenti operazioni già in perdita.
Ancora (pagine 109 e seguenti) è evidenziato che la tecnica errata dei saldi aperti ha evitato di fare percepire la presenza di un derivato di credito (Cds).
Il documento dell’8 marzo 2013 redatto congiuntamente da Bankitalia, Consob e Ivass fa capire chiaramente che la contabilizzazione non poteva essere fatta a saldi aperti, in quanto la sostanza economica è quella di un credit default swap.
Interessante è anche la disamina, effettuata all’inizio della sentenza, tra operazioni di pronti contro termine e Cds, che evidenzia la sostanziale differenza tra le due operazioni: differenza che è anche nei principi contabili nazionali.
Mps, a seguito di alcune censure da parte degli organismi vigilanti, ha cercato di porre parziale rimedio, affidando alcune spiegazioni a una documentazione “fuori bilancio”, costituita da prospetti che, tra l’altro, non sono stati oggetto di revisione (sentenza, per esempio, pagine 241 e 265). Allegati e note pro forma che non possono sanare il falso in bilancio.
Il lettore del bilancio, anche se esperto, come avrebbe potuto capire il tutto?
A pagina 168 della sentenza si legge che il primo restatement (aggiustamento/correzione) fatto da Mps è stato parziale e solo in apparenza conforme al documento congiunto dell’8 marzo 2013 di Consob, Banca d’Italia e Ivass, già citato.
A pagina 277 della sentenza è evidenziato il comportamento del collegio sindacale, che, seppure non responsabile del controllo contabile affidato alla società di revisione, era tenuto a vigilare sull’adeguatezza del sistema amministrativo-contabile e sulla relativa affidabilità nel rappresentare correttamente i fatti di gestione. I sindaci poi partecipano alle sedute del consiglio di amministrazione e pertanto erano a conoscenza delle decisioni degli amministratori.
Quello che meraviglia è l’attività che Mps ha portato avanti nel tempo.
Infatti una banca commerciale dovrebbe avere, come missione, l’erogazione di prestiti mediante la raccolta di depositi e non quella di intraprendere spericolate e reiterate operazioni tipiche delle banche d’investimento.
È da segnalare anche la prassi spregiudicata delle banche d’investimento (con la connivenza della banca commerciale direttamente interessata) per “ristrutturare” operazioni palesemente in perdita, aggiungendo in questo modo rischio su rischio, in maniera a dir poco opinabile. A questo proposito colpiscono le numerose operazioni intraprese per coprirne altre in perdita con una concatenazione incredibile: e qui torniamo al principio generale della prevalenza della sostanza sulla forma nella rappresentazione contabile degli accadimenti aziendali.
Quello che lascia perplessi è il comportamento del consiglio di amministrazione e di tutti quelli che avrebbero dovuto vigilare: collegio sindacale, organo di vigilanza (Oidv), revisori e autorità preposte.
Nelle pagine 276 e 277 è illustrato il comportamento del collegio sindacale.
La sentenza ha portato alla condanna del Presidente e del direttore generale della banca.
Dalla lettura delle pagine che contengono le argomentazioni dei consulenti della difesa degli imputati emerge che i periti si sono focalizzati sulla forma e non sulla sostanza delle operazioni (sentenza, per esempio, pagine 225 e seguenti).
Altra cosa che si rileva dalla lettura della sentenza è la discordanza tra le perizie effettuate da due società di revisione, circostanza che lascia perplessi e che ha generato ulteriori incertezze, consentendo alla difesa di approfittarne.
Quest’ultimo aspetto pone una domanda banale: come mai due società di revisione, si presuppone utilizzando dirigenti competenti, non sono state concordi circa alcuni aspetti delle operazioni? La risposta è altrettanto banale: perché si tratta di un “castello” intricato di operazioni che una banca commerciale non dovrebbe fare.
È mai possibile che persone competenti non riescano a comprendere la sostanza delle operazioni contestate?
Questo vuol dire che qualcosa “non quadra”, con la soddisfazione dei molti periti, in particolare della difesa, che incrementano in misura notevole i propri compensi.
Altra domanda riguarda alcuni amministratori: avranno capito di che cosa si trattava, perché, per ricoprire incarichi di questo tipo in entità complesse come le banche, si dovrebbe possedere una competenza specifica.
Ora, è vero che si tratta di operazioni particolarmente complesse, ma la banca si è adeguata solo nel bilancio 2015 a una contabilizzazione che già dal documento congiunto del 2013 appariva preferibile o forse l’unica strada da adottare secondo un corretto comportamento contabile.
Stanti le grosse difficoltà del caso specifico, piuttosto che cercare dei colpevoli in una logica di perseguire una corretta rappresentazione contabile dei fatti di gestione, andrebbe fatto un ragionamento più generale. Siamo sicuri che, alla luce di complesse normative ad hoc, calendar provvisioning (ovvero svalutazione integrale dei crediti deteriorati secondo scadenze prestabilite), tematiche Npl (non performing loans o crediti deteriorati) e Ifrs 9, o anche di risk management dell’attività bancaria, gli organi amministrativi e quelli di controllo delle banche italiane abbiano sempre la necessaria competenza per comprendere, deliberare e/o vigilare su operazioni particolarmente complesse? Questo richiama poi, soprattutto per gli organi di controllo, ragionamenti sul cumulo di incarichi in presenza di attività complesse che spesso richiedono di dedicare molto tempo all’incarico stesso.
Tra l’altro, con la contabilizzazione adottata, Mps ha beneficiato di aiuti statali che non sarebbero spettati (sentenza, pagine 234 e seguenti): in assenza degli stessi, Mps avrebbe potuto anche essere commissariata.
Banca d’Italia, Consob e Ivass, per il tramite dello Standard setter nazionale, l’Organismo Italiano di Contabilità (Oic), hanno inoltrato interpello all’Ifrs Interpretation Committee (Ifrs IC): tra l’altro, alle pagine 166 e 167 della sentenza, l’Oic auspica la soluzione interpretativa adottata da Mps, ma poi, di fatto, definitivamente abbandonata nel bilancio 2015.
E questo dopo una prima risposta che era un monito ai redattori dei bilanci di agire con giudizio, con assunzione di responsabilità per la scelta contabile concretamente adottata: in sostanza, l’Ifrs IC non aveva dato una risposta definitiva, ritenendo insufficienti le informazioni ricevute con l’interpello.
Successivamente l’Ifrs IC ha confermato di non fornire alcuna interpretazione sul trattamento contabile dell’operazione in questione.
La Consob ha interpellato anche l’Esma (European Securities and Market Autority), organismo che non si è pronunciato in quanto pendeva l’interpello, già citato, all’Ifrs IC.
La Bce poi, in una lettera inviata all’amministratore delegato (sentenza, pagine da 176 a 180), ha affermato che, pur in difetto di una regola che imponga la revisione degli attivi, spetta agli amministratori l’onere e la connessa responsabilità della redazione del bilancio, mediante individuazione di corrette procedure di contabilizzazione: Mps avrebbe dovuto valutare criticamente tutte le problematiche emerse e le ragioni sottostanti e prestare puntuale attenzione alle risultanze dell’analisi svolta, idonee a fornire elementi particolarmente utili nelle valutazioni contabili.
La Bce ha apertamente censurato l’opacità della complessa struttura contabile di un’operazione (Alexandria), evidenziando il rischio di arbitrarie e asimmetriche valutazioni nel calcolo dei requisiti patrimoniali (richiesti alle banche per determinare il patrimonio di vigilanza).
Per questi motivi, la Bce aveva riveduto al ribasso gli indicatori di vigilanza, sterilizzando gli effetti positivi dell’operazione (sentenza, pagina 178).
Peraltro, sull’altra operazione controversa, ovvero Santorini, la disamina che aveva fatto la Bafin (ovvero l’equivalente tedesco della Consob) sull’operato (discutibile) di Deutsche Bank appare anch’essa molto chiara e netta.
 
Ti rispondo con un Articolo che analizza in maniera molto più articolata la complessità del caso, diversamente dalle tue interpretazioni troppo generiche e di conseguenza fuorvianti (indagare il giudice di Milano è lecito ma fa ridere se uno esamina per bene la complessità del caso in oggetto). Ribadisco che l'attività contestata a MPS e ai relativi Organi di controllo, riguarda solo il periodo dal 2013 al 2015, giusto per fare chiarezza senza generalizzare troppo. Segue l'articolo tecnico.



BILANCI DELLE BANCHE, COMPETENZA E VIGILANZA

La sentenza 10748/20 del Tribunale Ordinario di Milano, seconda sezione penale, relativa alla vicenda Banca Monte dei Paschi di Siena è, per molti aspetti, una sconfitta per chi si occupa di bilanci.
Vediamo perché questa pronuncia, che, quantomeno a grandi linee, quelli che si occupano di bilanci dovrebbero conoscere, rappresenta la
sconfitta per molti.
Ovviamente tutte le sentenze possono essere capovolte da un successivo giudizio, ma questa sembra ben motivata e supportata da un eccezionale lavoro dei periti del Tribunale.

Un fine settimana di pioggia e l’impossibilità di uscire in bicicletta mi fanno decidere, con poca voglia, di leggere le 360 pagine di cui si compone la sentenza 10748/20 del Tribunale Ordinario di Milano.
Però la complessità della lettura e il pericolo di non riuscire a coglierne i vari aspetti mi convincono che la cosa migliore da fare è il confronto con l’amico Alessandro, che, nel frattempo, molto più veloce di me in quanto più giovane, l’ha già letta: ecco il motivo dell’editoriale redatto a quattro mani.
I commenti della stampa si sono focalizzati sulla questione dei “saldi chiusi-saldi aperti”. In sostanza, Montepaschi (Mps) avrebbe contabilizzato i derivati con il metodo a “saldi aperti” (sbagliato), anziché con quello a “saldi chiusi” (corretto): queste definizioni significano però poco e chi legge non può capire.
Questo probabilmente è dovuto al fatto che i giornalisti, in via generale, non hanno letto tutta la sentenza, che, data la complessità della materia, non è di facile comprensione, anche per gli addetti ai lavori.
Volendo semplificare al massimo il concetto in modo da renderlo comprensibile, Mps avrebbe contabilizzato diverse operazioni, tra loro collegate, distintamente come fossero operazioni autonome.
Questa contabilizzazione sarebbe avvenuta in violazione del principio che impone di contabilizzare le operazioni in base alla sostanza e non alla forma delle stesse: in numerose pagine, i periti del Tribunale richiamano i paragrafi dei principi contabili internazionali che impongono tale contabilizzazione.
Per semplificare il concetto, è sufficiente richiamare il principio contabile nazionale Oic 11, nei paragrafi che riguardano la rappresentazione sostanziale (sostanza dell’operazione o del contratto) che derivano dai principi contabili internazionali Ias/Ifrs utilizzati dalle banche per la redazione dei bilanci, pertanto anche da Mps.
L’Oic 11 precisa che la prima e fondamentale attività che il redattore del bilancio deve effettuare è l’individuazione dei diritti, degli obblighi e delle condizioni ricavabili dal contratto e il loro confronto con le disposizioni dei principi contabili per accertare la correttezza dell’iscrizione o della cancellazione di elementi patrimoniali e economici. Sono richiamate le definizioni di credito e debito e, ove previsto, del trasferimento di rischi e benefici.
L’analisi dei contratti è rilevante anche per stabilire “l’unità elementare da contabilizzare” ai fini della segmentazione o aggregazione degli effetti sostanziali derivanti da un contratto o da più contratti. Infatti da un unico contratto possono emergere più diritti o obbligazioni che richiedono una contabilizzazione separata, mentre da più contratti possono discendere effetti sostanziali che richiedono una contabilizzazione unitaria.
Si noti che quest’ultima previsione si adatta perfettamente alla vicenda in questione.
Tornando a Mps, la contabilizzazione “separata” dei vari contratti (a saldi aperti) ha consentito, tra l’altro, di valutare l’attivo a fair value e il passivo al costo ammortizzato: questo ha comportato il riconoscimento nell’attivo dei maggiori valori, mentre nel passivo le perdite sono state “spalmate” sulla durata dei contratti (sentenza, pagina 67).
Nelle pagine 25 e successive della sentenza questi concetti sono ben illustrati, citando gli Ias/Ifrs in modo puntuale, con evidenza dei paragrafi dei singoli principi richiamati.
Inoltre la tecnica corretta dei saldi chiusi avrebbe evidenziato la vendita di un credit default swap (Cds) avente a oggetto Btp e quindi il rischio Italia.
Nella sentenza è spiegata molto bene la contabilizzazione errata a saldi aperti, per esempio da pagina 101 a pagina 103, con l’effetto che i Btp erano contabilizzati imputando le oscillazioni a patrimonio netto e non a conto economico (secondo una tecnica contabile prevista dagli Ias/Ifrs, ma non applicabile al caso in oggetto, a causa della concatenazione dei contratti).
Alle pagine 106 e 107 è spiegato come l’iscrizione della passività al corrispettivo e non al fair value abbia evitato di esporre le maggiori perdite di un’operazione nata per ristrutturare precedenti operazioni già in perdita.
Ancora (pagine 109 e seguenti) è evidenziato che la tecnica errata dei saldi aperti ha evitato di fare percepire la presenza di un derivato di credito (Cds).
Il documento dell’8 marzo 2013 redatto congiuntamente da Bankitalia, Consob e Ivass fa capire chiaramente che la contabilizzazione non poteva essere fatta a saldi aperti, in quanto la sostanza economica è quella di un credit default swap.
Interessante è anche la disamina, effettuata all’inizio della sentenza, tra operazioni di pronti contro termine e Cds, che evidenzia la sostanziale differenza tra le due operazioni: differenza che è anche nei principi contabili nazionali.
Mps, a seguito di alcune censure da parte degli organismi vigilanti, ha cercato di porre parziale rimedio, affidando alcune spiegazioni a una documentazione “fuori bilancio”, costituita da prospetti che, tra l’altro, non sono stati oggetto di revisione (sentenza, per esempio, pagine 241 e 265). Allegati e note pro forma che non possono sanare il falso in bilancio.
Il lettore del bilancio, anche se esperto, come avrebbe potuto capire il tutto?
A pagina 168 della sentenza si legge che il primo restatement (aggiustamento/correzione) fatto da Mps è stato parziale e solo in apparenza conforme al documento congiunto dell’8 marzo 2013 di Consob, Banca d’Italia e Ivass, già citato.
A pagina 277 della sentenza è evidenziato il comportamento del collegio sindacale, che, seppure non responsabile del controllo contabile affidato alla società di revisione, era tenuto a vigilare sull’adeguatezza del sistema amministrativo-contabile e sulla relativa affidabilità nel rappresentare correttamente i fatti di gestione. I sindaci poi partecipano alle sedute del consiglio di amministrazione e pertanto erano a conoscenza delle decisioni degli amministratori.
Quello che meraviglia è l’attività che Mps ha portato avanti nel tempo.
Infatti una banca commerciale dovrebbe avere, come missione, l’erogazione di prestiti mediante la raccolta di depositi e non quella di intraprendere spericolate e reiterate operazioni tipiche delle banche d’investimento.
È da segnalare anche la prassi spregiudicata delle banche d’investimento (con la connivenza della banca commerciale direttamente interessata) per “ristrutturare” operazioni palesemente in perdita, aggiungendo in questo modo rischio su rischio, in maniera a dir poco opinabile. A questo proposito colpiscono le numerose operazioni intraprese per coprirne altre in perdita con una concatenazione incredibile: e qui torniamo al principio generale della prevalenza della sostanza sulla forma nella rappresentazione contabile degli accadimenti aziendali.
Quello che lascia perplessi è il comportamento del consiglio di amministrazione e di tutti quelli che avrebbero dovuto vigilare: collegio sindacale, organo di vigilanza (Oidv), revisori e autorità preposte.
Nelle pagine 276 e 277 è illustrato il comportamento del collegio sindacale.
La sentenza ha portato alla condanna del Presidente e del direttore generale della banca.
Dalla lettura delle pagine che contengono le argomentazioni dei consulenti della difesa degli imputati emerge che i periti si sono focalizzati sulla forma e non sulla sostanza delle operazioni (sentenza, per esempio, pagine 225 e seguenti).
Altra cosa che si rileva dalla lettura della sentenza è la discordanza tra le perizie effettuate da due società di revisione, circostanza che lascia perplessi e che ha generato ulteriori incertezze, consentendo alla difesa di approfittarne.
Quest’ultimo aspetto pone una domanda banale: come mai due società di revisione, si presuppone utilizzando dirigenti competenti, non sono state concordi circa alcuni aspetti delle operazioni? La risposta è altrettanto banale: perché si tratta di un “castello” intricato di operazioni che una banca commerciale non dovrebbe fare.
È mai possibile che persone competenti non riescano a comprendere la sostanza delle operazioni contestate?
Questo vuol dire che qualcosa “non quadra”, con la soddisfazione dei molti periti, in particolare della difesa, che incrementano in misura notevole i propri compensi.
Altra domanda riguarda alcuni amministratori: avranno capito di che cosa si trattava, perché, per ricoprire incarichi di questo tipo in entità complesse come le banche, si dovrebbe possedere una competenza specifica.
Ora, è vero che si tratta di operazioni particolarmente complesse, ma la banca si è adeguata solo nel bilancio 2015 a una contabilizzazione che già dal documento congiunto del 2013 appariva preferibile o forse l’unica strada da adottare secondo un corretto comportamento contabile.
Stanti le grosse difficoltà del caso specifico, piuttosto che cercare dei colpevoli in una logica di perseguire una corretta rappresentazione contabile dei fatti di gestione, andrebbe fatto un ragionamento più generale. Siamo sicuri che, alla luce di complesse normative ad hoc, calendar provvisioning (ovvero svalutazione integrale dei crediti deteriorati secondo scadenze prestabilite), tematiche Npl (non performing loans o crediti deteriorati) e Ifrs 9, o anche di risk management dell’attività bancaria, gli organi amministrativi e quelli di controllo delle banche italiane abbiano sempre la necessaria competenza per comprendere, deliberare e/o vigilare su operazioni particolarmente complesse? Questo richiama poi, soprattutto per gli organi di controllo, ragionamenti sul cumulo di incarichi in presenza di attività complesse che spesso richiedono di dedicare molto tempo all’incarico stesso.
Tra l’altro, con la contabilizzazione adottata, Mps ha beneficiato di aiuti statali che non sarebbero spettati (sentenza, pagine 234 e seguenti): in assenza degli stessi, Mps avrebbe potuto anche essere commissariata.
Banca d’Italia, Consob e Ivass, per il tramite dello Standard setter nazionale, l’Organismo Italiano di Contabilità (Oic), hanno inoltrato interpello all’Ifrs Interpretation Committee (Ifrs IC): tra l’altro, alle pagine 166 e 167 della sentenza, l’Oic auspica la soluzione interpretativa adottata da Mps, ma poi, di fatto, definitivamente abbandonata nel bilancio 2015.
E questo dopo una prima risposta che era un monito ai redattori dei bilanci di agire con giudizio, con assunzione di responsabilità per la scelta contabile concretamente adottata: in sostanza, l’Ifrs IC non aveva dato una risposta definitiva, ritenendo insufficienti le informazioni ricevute con l’interpello.
Successivamente l’Ifrs IC ha confermato di non fornire alcuna interpretazione sul trattamento contabile dell’operazione in questione.
La Consob ha interpellato anche l’Esma (European Securities and Market Autority), organismo che non si è pronunciato in quanto pendeva l’interpello, già citato, all’Ifrs IC.
La Bce poi, in una lettera inviata all’amministratore delegato (sentenza, pagine da 176 a 180), ha affermato che, pur in difetto di una regola che imponga la revisione degli attivi, spetta agli amministratori l’onere e la connessa responsabilità della redazione del bilancio, mediante individuazione di corrette procedure di contabilizzazione: Mps avrebbe dovuto valutare criticamente tutte le problematiche emerse e le ragioni sottostanti e prestare puntuale attenzione alle risultanze dell’analisi svolta, idonee a fornire elementi particolarmente utili nelle valutazioni contabili.
La Bce ha apertamente censurato l’opacità della complessa struttura contabile di un’operazione (Alexandria), evidenziando il rischio di arbitrarie e asimmetriche valutazioni nel calcolo dei requisiti patrimoniali (richiesti alle banche per determinare il patrimonio di vigilanza).
Per questi motivi, la Bce aveva riveduto al ribasso gli indicatori di vigilanza, sterilizzando gli effetti positivi dell’operazione (sentenza, pagina 178).
Peraltro, sull’altra operazione controversa, ovvero Santorini, la disamina che aveva fatto la Bafin (ovvero l’equivalente tedesco della Consob) sull’operato (discutibile) di Deutsche Bank appare anch’essa molto chiara e netta.

Ripeto stiamo parlando di due cose diverse tu derivati io di crediti deteriorati, ti ho inviato un articolo sui crediti deteriorati e ti mi parli di Santorini
 
Ripeto stiamo parlando di due cose diverse tu derivati io di crediti deteriorati, ti ho inviato un articolo sui crediti deteriorati e ti mi parli di Santorini

No, tale sentenza esamina tutto il Bilancio di MPS, non solo il caso Santorini.
 
No, tale sentenza esamina tutto il Bilancio di MPS, non solo il caso Santorini.
Per i crediti deteriorati non può aver preso in considerazione l’ultima perizia perché ancora Il gip di Milano deve ancora rinviare in giudizio Profumo e co.
 
No, tale sentenza esamina tutto il Bilancio di MPS, non solo il caso Santorini.

Come può esaminare una perizia che è stata redatta successivamente dall’articolo, non segui la vicenda lascia perdere l’articolo del giornalista si riferisce alla sentenza del 2020 la perizia dei crediti deteriorati si riferisce a 2022, inoltre è un articolo di un giornalista non un giudice
 
Per i crediti deteriorati non può aver preso in considerazione l’ultima perizia perché ancora Il gip di Milano deve ancora rinviare in giudizio Profumo e co.
Ovvio, ma il problema che ho cercato di spiegarti è il medesimo di quello che tu stesso hai precedentemente riportato e che cito qui sotto per capirci. Stiamo quindi parlando degli stessi bilanci per il medesimo periodo 2013-2015; è la medesima vicenda che verrà esaminata dai futuri gradi di giudizio per altri svariati anni con sentenze che potranno ribaltare nuovamente tutto come è già avvenuto.

...
Ti allego un articolo che sintetizza bene gli sviluppi

Ci sono voluti sei anni, ma alla fine la Procura di Milano ce l’ha fatta a chiudere l’inchiesta nei confronti di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola per la falsa contabilizzazione dei crediti deteriorati di Monte dei Paschi tra il 2012 ed il 2015.
Come tu stesso hai riportato, il problema sarà capire se il metodo di contabilizzazione di attivo/passivo (a saldi aperti) compresi i crediti deteriorati tra il 2012 e il 2015 era illegale o meno. Ad oggi, non è sicuramente congruo ma nemmeno illegale con una serie di revisioni avvenute per l'appunto nel 2015 come richiesto dagli organi di controllo.

Sicuramente, ad oggi nessuno ha ancora stabilito se potrà essere concesso un ristoro verso gli azionisti presenti nel capitale tra il 2013 e il 2015 e a quali condizioni, diversamente da quanto già avvenuto con Banca di Vicenza.

... avrebbe stornato il mld al patrimonio e invece di fare un adc di 2,5 mld solo 1,5 mld sottoscritto interamente dallo Stato ...
Questo non sarebbe stato possibile come condizione precisa della BCE, la quale ha esplicitamente richiesto tra le condizioni della proroga sulla permanenza del Tesoro che l'ADC fosse a pagamento con l'intervento dei privati.

...inoltre mps per alcuni azionisti prima dell’assoluzione di Mussari ha risarcito i danneggiati con la mediazione...
Certo, peccato che la mediazione volontaria di Fondazione MPS è stata ad es. pari a un 4% del totale, ben al di sotto del 30% del caso ben più critico di Banca di Vicenza in cui c'era stata una vera e propria truffa ai danni dei semplici correntisti diventati inconsapevolmente azionisti.
 
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Ovvio, ma il problema che ho cercato di spiegarti è il medesimo di quello che tu stesso hai precedentemente riportato e che cito qui sotto per capirci. Stiamo quindi parlando degli stessi bilanci per il medesimo periodo 2013-2015; è la medesima vicenda che verrà esaminata dai futuri gradi di giudizio per altri svariati anni con sentenze che potranno ribaltare nuovamente tutto come è già avvenuto.


Come tu stesso hai riportato, il problema sarà capire se il metodo di contabilizzazione di attivo/passivo (a saldi aperti) compresi i crediti deteriorati tra il 2012 e il 2015 era illegale o meno. Ad oggi, non è sicuramente congruo ma nemmeno illegale con una serie di revisioni avvenute per l'appunto nel 2015 come richiesto dagli organi di controllo.

Sicuramente, ad oggi nessuno ha ancora stabilito se potrà essere concesso un ristoro verso gli azionisti presenti nel capitale tra il 2013 e il 2015 e a quali condizioni, diversamente da quanto già avvenuto con Banca di Vicenza.


Questo non sarebbe stato possibile come condizione precisa della BCE, la quale ha esplicitamente richiesto tra le condizioni della proroga sulla permanenza del Tesoro che l'ADC fosse a pagamento con l'intervento dei privati.


Certo, peccato che la mediazione volontaria di Fondazione MPS è stata ad es. pari a un 4% del totale, ben al di sotto del 30% del caso ben più critico di Banca di Vicenza in cui c'era stata una vera e propria truffa ai danni dei semplici correntisti diventati inconsapevolmente azionisti.
Stai sempre confondendo i derivati a saldi aperti o chiusi in merito alla contabilizzazione.
Sto parlando di crediti deteriorati che quando un cliente non paga da diversi anni debbono essere stornati dai crediti esigibili alle passività, questi crediti palesemente inesigibili nel 2013 sono stati evidenziati nel 2016, il motivo come dice il pm di Milano perché dovevano andare in porto i due adc nel 2014 pari a 5 mld e 2015 3 mld.
La BCE ha richiesto un adc per il semplice motivo che le cause per risarcimento danni sono fondate e minano la solvibilità della banca e non potevano essere stornate come aumento del patrimonio.
La Fondazione MPS essendo azionista di MPS ed appartenendo al medesimo contesto politico ha chiesto un ristoro puramente simbolico poiché se portava avanti le sue richieste, l’adc sarebbe stato di oltre 5 mld.
Il danno degli azionisti lo deciderà il giudice, quando Profumo e Viola saranno rinviati a giudizio, ritengo entro quest’anno, ed ogni richiesta e’ diversa, se per esempio uno seguitava a comprare az. MPS anche dopo il 2016 quando il mps contabilizzò i crediti deteriorati degli anni precedenti, forse il giudice non darà ristori, ma se uno compra az. MPS su un bilancio 2013 che non ha contabilizzato 4 mld di crediti inesigibili e poi su esame della BCE che dopo pochi mesi boccia il bilancio mps e vende le azioni ritengo che il giudice non possa fare altro che indennizzarlo.
comunque penso che Lovaglio procederà alla mediazione con i danneggiati per cercare di ridurre al mimino le cause civili e salvare in qualche modo Profumo, che non dimentichiamoci che dopo una condanna di sei anni è ancora ai vertici di Leonardo, ma ora il governo è cambiato e gli appoggi politici non ci saranno e la mediazione rimane l’unica strada percorribile per salvare gli amici.
 
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Stai sempre confondendo i derivati a saldi aperti o chiusi in merito alla contabilizzazione.
Sto parlando di crediti deteriorati che quando un cliente non paga da diversi anni debbono essere stornati dai crediti esigibili alle passività, questi crediti palesemente inesigibili nel 2013 sono stati evidenziati nel 2016, il motivo come dice il pm di Milano perché dovevano andare in porto i due adc nel 2014 pari a 5 mld e 2015 3 mld.
La BCE ha richiesto un adc per il semplice motivo che le cause per risarcimento danni sono fondate e minano la solvibilità della banca e non potevano essere stornate come aumento del patrimonio.
La Fondazione MPS essendo azionista di MPS ed appartenendo al medesimo contesto politico ha chiesto un ristoro puramente simbolico poiché se portava avanti le sue richieste, l’adc sarebbe stato di oltre 5 mld.
Il danno degli azionisti lo deciderà il giudice, quando Profumo e Viola saranno rinviati a giudizio, ritengo entro quest’anno, ed ogni richiesta e’ diversa, se per esempio uno seguitava a comprare az. MPS anche dopo il 2016 quando il mps contabilizzò i crediti deteriorati degli anni precedenti, forse il giudice non darà ristori, ma se uno compra az. MPS su un bilancio 2013 che non ha contabilizzato 4 mld di crediti inesigibili e poi su esame della BCE che dopo pochi mesi boccia il bilancio mps e vende le azioni ritengo che il giudice non possa fare altro che indennizzarlo.
comunque penso che Lovaglio procederà alla mediazione con i danneggiati per cercare di ridurre al mimino le cause civili e salvare in qualche modo Profumo, che non dimentichiamoci che dopo una condanna di sei mesi è ancora hai vertici di Leonardo, ma ora il governo è cambiato e gli appoggi politici non ci saranno e la mediazione rimane l’unica strada percorribile per salvare gli amici.

Tutto corretto sotto il profilo tecnico.
Ottenere il risarcimento danni non è però così veloce. Il giudice penale di solito, in caso di condanna, dispone di rimettere al giudice civile la quantificazione del danno.
A sua volta il giudizio civile è molto lungo e in Italia non esistono le class action.
Poi gli avvocati che hanno accordi in percentuale sull’incassato non sono molto contenti di stare in ballo 5/7 anni sostenendo solo costi.
Questo per dire che Lovaglio avrà buon gioco nel proporre accordi transattivi non troppo onerosi per la banca.
Mi permetto però di correggere la tua chiosa finale. La mediazione non salva gli amici ma salva la banca. Fino ad oggi si sono rifiutati di mediare, negando ogni responsabilità, proprio per proteggere gli amici. Ad oggi la banca e la consob hanno agito in via di rivalsa esclusivamente contro Mussari perché non è uno di loro.
 
Stai sempre confondendo i derivati a saldi aperti o chiusi in merito alla contabilizzazione.
Sto parlando di crediti deteriorati che quando un cliente non paga da diversi anni debbono essere stornati dai crediti esigibili alle passività, questi crediti palesemente inesigibili nel 2013 sono stati evidenziati nel 2016, il motivo come dice il pm di Milano perché dovevano andare in porto i due adc nel 2014 pari a 5 mld e 2015 3 mld.
La BCE ha richiesto un adc per il semplice motivo che le cause per risarcimento danni sono fondate e minano la solvibilità della banca e non potevano essere stornate come aumento del patrimonio.
La Fondazione MPS essendo azionista di MPS ed appartenendo al medesimo contesto politico ha chiesto un ristoro puramente simbolico poiché se portava avanti le sue richieste, l’adc sarebbe stato di oltre 5 mld.
Il danno degli azionisti lo deciderà il giudice, quando Profumo e Viola saranno rinviati a giudizio, ritengo entro quest’anno, ed ogni richiesta e’ diversa, se per esempio uno seguitava a comprare az. MPS anche dopo il 2016 quando il mps contabilizzò i crediti deteriorati degli anni precedenti, forse il giudice non darà ristori, ma se uno compra az. MPS su un bilancio 2013 che non ha contabilizzato 4 mld di crediti inesigibili e poi su esame della BCE che dopo pochi mesi boccia il bilancio mps e vende le azioni ritengo che il giudice non possa fare altro che indennizzarlo.
comunque penso che Lovaglio procederà alla mediazione con i danneggiati per cercare di ridurre al mimino le cause civili e salvare in qualche modo Profumo, che non dimentichiamoci che dopo una condanna di sei anni è ancora ai vertici di Leonardo, ma ora il governo è cambiato e gli appoggi politici non ci saranno e la mediazione rimane l’unica strada percorribile per salvare gli amici.

Se uno adesso legge il tuo ultimo commento, può capire la complessità della vicenda :)

A mio parere MPS non medierá invece alcun ristoro finché non ci sarà una nuova sentenza, quindi non prima di 2-3 anni se fosse, per il semplice motivo che non ha più alcuna fretta oltre che convenienza in questo preciso momento.

Sullo storno dei crediti deteriorati, va bene, ma il problema rimane sempre lo stesso da 10 anni. Gli organi di vigilanza preposti non hanno visto nulla?
 
Se uno adesso legge il tuo ultimo commento, può capire la complessità della vicenda :)

A mio parere MPS non medierá invece alcun ristoro finché non ci sarà una nuova sentenza, quindi non prima di 2-3 anni se fosse, per il semplice motivo che non ha più alcuna fretta oltre che convenienza in questo preciso momento.

Sullo storno dei crediti deteriorati, va bene, ma il problema rimane sempre lo stesso da 10 anni. Gli organi di vigilanza preposti non hanno visto nulla?

io ho l'impressione, magari sarò ingenuo, che lo Stato, se vorrà davvero chiudere la vicenda Mps con una cessione, dovrà inventarsi una qualche forma di "scudo" giudiziario per eventuali acquirenti, sul modello di quello tentato per la ex Ilva. Non so se è fattibile tecnicamente, però l'Italia è stato il paese dei condoni più o meno "tombali" e mi pare che si stia tornando a queste vecchie abitudini.
Ad un certo punto questa telenovela di cause controcause richieste di risarcimenti ecc. deve trovare una fine.
 
io ho l'impressione, magari sarò ingenuo, che lo Stato, se vorrà davvero chiudere la vicenda Mps con una cessione, dovrà inventarsi una qualche forma di "scudo" giudiziario per eventuali acquirenti, sul modello di quello tentato per la ex Ilva. Non so se è fattibile tecnicamente, però l'Italia è stato il paese dei condoni più o meno "tombali" e mi pare che si stia tornando a queste vecchie abitudini.
Ad un certo punto questa telenovela di cause controcause richieste di risarcimenti ecc. deve trovare una fine.

Non credo sia fattibile uno scudo, a meno che non ci sia comunque una garanzia statale o privata per un eventuale acquirente.
 
io ho l'impressione, magari sarò ingenuo, che lo Stato, se vorrà davvero chiudere la vicenda Mps con una cessione, dovrà inventarsi una qualche forma di "scudo" giudiziario per eventuali acquirenti, sul modello di quello tentato per la ex Ilva. Non so se è fattibile tecnicamente, però l'Italia è stato il paese dei condoni più o meno "tombali" e mi pare che si stia tornando a queste vecchie abitudini.
Ad un certo punto questa telenovela di cause controcause richieste di risarcimenti ecc. deve trovare una fine.

Oramai è troppo tardi per uno scudo, la banca e il governo hanno scelto di prendere una strada diversa per gestire i contenziosi e precisamente guadagnare tempo sfiancando i risparmiatori facendo leva sui tempi e i costi della giustizia civile. Per chi ha investito meno di 50.000 euro nel 2014 il titolo bmps è sparito dal conto titoli perché con l’ultimo raggruppamento non arrivava ad 1 azione.
Già oggi è quasi impossibile che arrivino ulteriori richieste risarcitorie di importo significativo. Il rischio è quantificabile per la banca e per i potenziali compratori. Mi aspetto anch’io che ad un certo punto arriveranno proposte transattive, ma valutando caso per caso.
 
Quello che mi fa essere ottimista, almeno spero, che gli appoggi finora che i vertici del Mps avevano, non ci saranno più, con la nomina del nuovo consiglio di amministrazione del MEF ed altri organismi statali che hanno creato un muro di gomma nei confronti degli azionisti danneggiati, se uno legge le enormi difficoltà che ha incontrato il giudice di Milano Salvini, per smontare la vecchia perizia sui bilanci dal 2012 al 2016, ho letto la richiesta è ho costato che è cambiata aria.
Ci saranno due possibilità: andare in giudizio, che comporterà sicuramente un condanna dei vertici, che avrà anche un peso enorme sulla politica , che ha taciuto e protetto i loro designati a danno dei risparmiatori, oppure cercare di ridurre più possibile le controversie con la mediazione, con la condanna ci vorranno anni, ma qualora vengono condannati in primo grado partono comunque i risarcimenti ed avrà un peso enorme sull’opinione pubblica perché tutti sanno da chi era ed è controllata la banca.
Un ultima osservazione, dare risarcimenti cospicui agli azionisti danneggiati che hanno ricorso, non sono altro che i soldi degli azionisti che hanno aderito agli aumenti di capitale, purtroppo questa è la verità.
 
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Stato
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