Sicuramente la fusione Nexi-Sia creerebbe valore, non solamente per le società coinvolte, ma anche per il sistema Paese. Inizio però a pensare che lato Nexi, egoisticamente, rimanere stand alone potrebbe aumentarne -a medio termine- l'appeal speculativo.
Saluti
[FONT=Times !important]Per Sia il merger con Nexi va a braccetto con l’Ipo
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[FONT=Times !important]Per la prima volta, anche se non in modo esplicito, si parla ufficialmente della mega-fusione del fintech italiano: cioè Sia-Nexi. Le dichiarazioni all’Ansa dell’Ad di Sia, Nicola Cordone, vanno in questa direzione.Si tratta di dichiarazioni un po’ a sorpresa, malgrado i rumors ricorrenti sul matrimonio, visto che fino a l’altro ieri (quando è stato conferito a Rothschild un incarico per lo sbarco a Piazza Affari) l’Ipo sembrava la strada maestra. Almeno così pareva dal comunicato di Sia. Cordone ha spiegato invece all’Ansa che si valuterà allo stesso tempo la fusione con un operatore industriale. Facile pensare che sia Nexi. «Le recenti dinamiche di mercato (ossia la fusione tra Ingenico e Wordline ndr) sottolineano l'importanza dello sviluppo dimensionale - spiega Cordone - come fattore di successo in un contesto sempre più competitivo. A tal riguardo si valuterà la possibilità di creare un polo del fintech a livello italiano ed europeo, anche attraverso la valutazione di operazioni di consolidamento con altri partner industriali». L'impressione è che l’azionista di Sia, cioè Cdp, e lo stesso Governo stiano ormai studiando seriamente da qualche settimana il matrimonio con Nexi, dove i fondi azionisti sono pronti a diluirsi. (C.Fe.)
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