Vodafone I.: Mediobanca R&S, vanta debiti finanziari irrilevanti
Data : 14/01/2016 @ 12:15
Fonte : MF Dow Jones (Italiano)
Titolo : Tiscali (TIS)
Quotazione : 0.0488 -0.0046 (-8.61%) @ 12:27
Quotazione Tiscali Grafico Ordini Level2
Vodafone I.: Mediobanca R&S, vanta debiti finanziari irrilevanti
Grafico Azioni Tiscali (BIT:TIS)
Intraday
Oggi : Giovedì 14 Gennaio 2016
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La struttura finanziaria dei maggiori operatori italiani di tlc e' in generale indebolimento, fatta eccezione per Vodafone Italia che vanta debiti finanziari irrilevanti (verso una consociata straniera) pari al 4,8% dei mezzi propri nel 2014.
E' quanto emerge dal report di Mediobanca R&S sui principali operatori delle telecomunicazioni nel periodo 2010-2014, secondo il quale Vodafone è l'unico gruppo con valore positivo del capitale netto tangibile: la società iscrive a fine 2014 mezzi propri per 4,4 mld a fronte di intangibles per 3 mld (di cui 2,2 mld rappresentati da licenze).
Wind ha lo sbilancio più evidente con mezzi propri per 111 milioni (787 milioni nel 2013) e intangibles pari a 8,3 mld (di cui avviamenti per 3,6 mld e licenze per 2,7 mld), 3 Italia ha un netto patrimoniale da 1,3 mld con 3,8 mld di immateriali (di cui 3,1 mld in licenze), Telecom Italia ha 21,7 mld di mezzi propri ma 36,8 mld di intangibles, per la maggior parte (29,9 mld, con gran parte della diminuzione rispetto ai 44 mld di fine 2010 dovuta a continue svalutazioni) relativi ad avviamenti (2,6 mld sono le licenze). Tiscali ha patrimonio netto negativo per 169 milioni ed intangibles per 60 milioni.
Secondo lo studio i maggiori investimenti nel quinquennio sono stati realizzati da Fastweb (9,4% medio), 3 Italia (8,7%) e Vodafone (8% medio, con un tasso del 12,3% relativo al solo esercizio 2014-15 nel contesto di un più ampio programma d'investimenti lanciato dalla capogruppo inglese); intermedia la posizioni di Wind (6,1%). I valori più bassi sono relativi a Telecom Italia (3,9%) e Tiscali (1,3%).
Sempre sotto il profilo finanziario l'analisi sottolinea che i margini sul fatturato sono in peggioramento dal 2010 per tutti i gruppi con le parziali eccezioni di Tiscali e 3 Italia: la prima è tornata nel 2014 in positivo, la seconda ha migliorato di 3,7%. Tre di essi riportano nel 2014 un risultato corrente negativo (Wind -18,1%; 3 Italia -4,9%; Tiscali: -7,3%) mentre Fastweb raggiunge il pareggio operativo dopo tre esercizi consecutivi di risultati correnti negativi. I segni meno si estendono all'intero quinquennio per 3 Italia e Tiscali, sebbene in miglioramento per 3 Italia rispetto al 2010. Così come riscontrabile per il 2013, anche nel 2014 Telecom Italia riporta i valori più elevati sia di margine operativo netto (20,6%) che di risultato corrente (13,2%), con scarti minimi sul 2010. Segue a distanza Vodafone Italia con il risultato corrente pari al 7,6% dei ricavi, valore in marcato ridimensionamento rispetto al 31% del 2010.
I margini di Telecom sono condizionati dalle attività brasiliane; il loro Mol, pari al 20% di quello del Gruppo, si attesta al 28,4% del fatturato brasiliano (relativo al solo mobile), un'incidenza di gran lunga inferiore al 40,9% del consolidato ed al 47,8% della sola capogruppo. Ciò anche a causa dell'elevata tassazione locale sul fatturato degli operatori mobili attivi nel Paese (si tratta della cosi' detta Fistel, tassa calcolata sullo stock di Sim attive a fine periodo per ciascun operatore, che ha un impatto di 5 punti percentuali sul turnover). Il trend è confermato da Roi e Roe, entrambi in peggioramento per tutti i gruppi ma con i ridimensionamenti più evidenti del quinquennio che riguardano Vodafone Italia. Nel 2014 il Roi più alto è di Telecom Italia (10,8%) seguita da Vodafone Italia (10,4%, da confrontare con il 63,4% del 2010).
Nel quinquennio 2010-14 i sei operatori delle Tlc hanno complessivamente cumulato perdite nette per 3,1 mld di euro, con le maggiori in capo a Telecom Italia (-2,6 mld) per le svalutazioni di intangibles e avviamenti contabilizzate nel quinquennio per circa 14 mld, in massima parte legate alle attività domestiche. Seguono Wind (-1,7 mld) e 3 Italia (-410 milioni). Minori le perdite sommate da Fastweb (-344 milioni) e Tiscali (-99 milioni) uniche società, insieme con Wind, ad avere sempre chiuso in perdita nel quinquennio. Vodafone Italia ha invece realizzato utili cumulati per 2,1 mld di euro, ma con intensità decrescente: l'ultimo esercizio (a marzo 2015) ha portato un risultato netto positivo per 83 milioni, ma nel 2010-2011 esso era stato pari a 923 milioni.
Nonostante la redditività in contrazione, a Vodafone Italia spetta anche nel 2014 il maggiore fatturato per dipendente: 963 mila euro (-3,1% sul 2013 e -17,8% sul 2010), una volta e mezzo superiore rispetto al valore di Telecom Italia (356 mila euro, in riduzione rispetto ai 385 mila toccati sia nel 2013 che nel 2010) e superiore di oltre il 50% anche al fatturato pro-capite di Wind Telecomunicazioni (632 mila euro, -9% sul 2013 e -21% sul 2010), con cui condivide una similare dimensione della forza lavoro (6.283 unità per Vodafone Italia, 6.955 per Wind). Fastweb è in controtendenza con un rialzo, nel periodo 2010-2014, del 23% del fatturato pro-capite per effetto di una variazione più accentuata degli organici (-27%) rispetto al ridimensionamento del volume d'affari (-10,2%). Circa la produttività del lavoro (valore aggiunto netto per dipendente), Vodafone Italia è al primo posto (146 mila euro), ma in diminuzione sul 2013 (-24,7%) e 2010 (-66,3%). Cali importanti hanno interessato anche Wind (-10,3% sul 2013 e -40,4% sul 2010) con 130 mila euro nel 2014, valore di poco superiore ai 126 mila euro di Telecom Italia. A Tiscali e 3 Italia spettano i valori più bassi (attorno ai 40mila euro). Tiscali può contare sul costo del lavoro pro-capite più basso (39 mila euro, valore costante nell'ultimo triennio), ben inferiore ai circa 70mila euro di Fastweb e di Vodafone Italia.
In uno scenario di generale peggioramento dell'indicatore, a Telecom Italia spetta il miglior Clup nel 2014: l'incidenza del costo del lavoro sul valore aggiunto netto è pari al 41,3%, seguita dal 42,3% di Wind Telecomunicazioni e dal 48,6% di Vodafone Italia. 3 Italia e Tiscali presentano valori attorno al 100% (rispettivamente, 106% e 97,5%). Nel periodo 2010-14 gli organici medi di Vodafone Italia si sono ridotti del 16,4% e quelli di Telecom Italia del 10,8% (-16,8% in Italia e -9,9% all'estero, questi ultimi in massima parte in Brasile). Le perdite cumulate nel quinquennio hanno ridotto i patrimoni netti. Il calo maggiore è relativo a Wind (-92,7% sul 2010, pur considerando il versamento in c/capitale da 35 milioni del 2012) e origina dal cumulo di 1,7 mld di euro di perdite nel periodo. Riduzioni rilevanti hanno interessato anche Fastweb (-35,3%) e Telecom Italia (-33,3%) che pure ha contestualmente ridotto l'indebitamento finanziario del 10,5%. Tiscali è l'unica a presentare un patrimonio netto negativo in tutto il periodo, nonostante la ricapitalizzazione da 187 milioni conclusa nel 2009 e sottoscritta per 31,4 milioni da Renato Soru mediante conversione di crediti verso la società. Il patrimonio netto di Vodafone Italia è l'unico ad incrementarsi, passando da 4 mld nel 2010 a 4,4 mld nel 2014, saldo di utili cumulati per 2,1 mld, dividendi distribuiti per 3,7 mld e svalutazioni di azioni proprie per 1,6 mld.
lab
(END) Dow Jones Newswires
January 14, 2016 06:00 ET (11:00 GMT)
Data : 14/01/2016 @ 12:15
Fonte : MF Dow Jones (Italiano)
Titolo : Tiscali (TIS)
Quotazione : 0.0488 -0.0046 (-8.61%) @ 12:27
Quotazione Tiscali Grafico Ordini Level2
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Grafico Azioni Tiscali (BIT:TIS)
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La struttura finanziaria dei maggiori operatori italiani di tlc e' in generale indebolimento, fatta eccezione per Vodafone Italia che vanta debiti finanziari irrilevanti (verso una consociata straniera) pari al 4,8% dei mezzi propri nel 2014.
E' quanto emerge dal report di Mediobanca R&S sui principali operatori delle telecomunicazioni nel periodo 2010-2014, secondo il quale Vodafone è l'unico gruppo con valore positivo del capitale netto tangibile: la società iscrive a fine 2014 mezzi propri per 4,4 mld a fronte di intangibles per 3 mld (di cui 2,2 mld rappresentati da licenze).
Wind ha lo sbilancio più evidente con mezzi propri per 111 milioni (787 milioni nel 2013) e intangibles pari a 8,3 mld (di cui avviamenti per 3,6 mld e licenze per 2,7 mld), 3 Italia ha un netto patrimoniale da 1,3 mld con 3,8 mld di immateriali (di cui 3,1 mld in licenze), Telecom Italia ha 21,7 mld di mezzi propri ma 36,8 mld di intangibles, per la maggior parte (29,9 mld, con gran parte della diminuzione rispetto ai 44 mld di fine 2010 dovuta a continue svalutazioni) relativi ad avviamenti (2,6 mld sono le licenze). Tiscali ha patrimonio netto negativo per 169 milioni ed intangibles per 60 milioni.
Secondo lo studio i maggiori investimenti nel quinquennio sono stati realizzati da Fastweb (9,4% medio), 3 Italia (8,7%) e Vodafone (8% medio, con un tasso del 12,3% relativo al solo esercizio 2014-15 nel contesto di un più ampio programma d'investimenti lanciato dalla capogruppo inglese); intermedia la posizioni di Wind (6,1%). I valori più bassi sono relativi a Telecom Italia (3,9%) e Tiscali (1,3%).
Sempre sotto il profilo finanziario l'analisi sottolinea che i margini sul fatturato sono in peggioramento dal 2010 per tutti i gruppi con le parziali eccezioni di Tiscali e 3 Italia: la prima è tornata nel 2014 in positivo, la seconda ha migliorato di 3,7%. Tre di essi riportano nel 2014 un risultato corrente negativo (Wind -18,1%; 3 Italia -4,9%; Tiscali: -7,3%) mentre Fastweb raggiunge il pareggio operativo dopo tre esercizi consecutivi di risultati correnti negativi. I segni meno si estendono all'intero quinquennio per 3 Italia e Tiscali, sebbene in miglioramento per 3 Italia rispetto al 2010. Così come riscontrabile per il 2013, anche nel 2014 Telecom Italia riporta i valori più elevati sia di margine operativo netto (20,6%) che di risultato corrente (13,2%), con scarti minimi sul 2010. Segue a distanza Vodafone Italia con il risultato corrente pari al 7,6% dei ricavi, valore in marcato ridimensionamento rispetto al 31% del 2010.
I margini di Telecom sono condizionati dalle attività brasiliane; il loro Mol, pari al 20% di quello del Gruppo, si attesta al 28,4% del fatturato brasiliano (relativo al solo mobile), un'incidenza di gran lunga inferiore al 40,9% del consolidato ed al 47,8% della sola capogruppo. Ciò anche a causa dell'elevata tassazione locale sul fatturato degli operatori mobili attivi nel Paese (si tratta della cosi' detta Fistel, tassa calcolata sullo stock di Sim attive a fine periodo per ciascun operatore, che ha un impatto di 5 punti percentuali sul turnover). Il trend è confermato da Roi e Roe, entrambi in peggioramento per tutti i gruppi ma con i ridimensionamenti più evidenti del quinquennio che riguardano Vodafone Italia. Nel 2014 il Roi più alto è di Telecom Italia (10,8%) seguita da Vodafone Italia (10,4%, da confrontare con il 63,4% del 2010).
Nel quinquennio 2010-14 i sei operatori delle Tlc hanno complessivamente cumulato perdite nette per 3,1 mld di euro, con le maggiori in capo a Telecom Italia (-2,6 mld) per le svalutazioni di intangibles e avviamenti contabilizzate nel quinquennio per circa 14 mld, in massima parte legate alle attività domestiche. Seguono Wind (-1,7 mld) e 3 Italia (-410 milioni). Minori le perdite sommate da Fastweb (-344 milioni) e Tiscali (-99 milioni) uniche società, insieme con Wind, ad avere sempre chiuso in perdita nel quinquennio. Vodafone Italia ha invece realizzato utili cumulati per 2,1 mld di euro, ma con intensità decrescente: l'ultimo esercizio (a marzo 2015) ha portato un risultato netto positivo per 83 milioni, ma nel 2010-2011 esso era stato pari a 923 milioni.
Nonostante la redditività in contrazione, a Vodafone Italia spetta anche nel 2014 il maggiore fatturato per dipendente: 963 mila euro (-3,1% sul 2013 e -17,8% sul 2010), una volta e mezzo superiore rispetto al valore di Telecom Italia (356 mila euro, in riduzione rispetto ai 385 mila toccati sia nel 2013 che nel 2010) e superiore di oltre il 50% anche al fatturato pro-capite di Wind Telecomunicazioni (632 mila euro, -9% sul 2013 e -21% sul 2010), con cui condivide una similare dimensione della forza lavoro (6.283 unità per Vodafone Italia, 6.955 per Wind). Fastweb è in controtendenza con un rialzo, nel periodo 2010-2014, del 23% del fatturato pro-capite per effetto di una variazione più accentuata degli organici (-27%) rispetto al ridimensionamento del volume d'affari (-10,2%). Circa la produttività del lavoro (valore aggiunto netto per dipendente), Vodafone Italia è al primo posto (146 mila euro), ma in diminuzione sul 2013 (-24,7%) e 2010 (-66,3%). Cali importanti hanno interessato anche Wind (-10,3% sul 2013 e -40,4% sul 2010) con 130 mila euro nel 2014, valore di poco superiore ai 126 mila euro di Telecom Italia. A Tiscali e 3 Italia spettano i valori più bassi (attorno ai 40mila euro). Tiscali può contare sul costo del lavoro pro-capite più basso (39 mila euro, valore costante nell'ultimo triennio), ben inferiore ai circa 70mila euro di Fastweb e di Vodafone Italia.
In uno scenario di generale peggioramento dell'indicatore, a Telecom Italia spetta il miglior Clup nel 2014: l'incidenza del costo del lavoro sul valore aggiunto netto è pari al 41,3%, seguita dal 42,3% di Wind Telecomunicazioni e dal 48,6% di Vodafone Italia. 3 Italia e Tiscali presentano valori attorno al 100% (rispettivamente, 106% e 97,5%). Nel periodo 2010-14 gli organici medi di Vodafone Italia si sono ridotti del 16,4% e quelli di Telecom Italia del 10,8% (-16,8% in Italia e -9,9% all'estero, questi ultimi in massima parte in Brasile). Le perdite cumulate nel quinquennio hanno ridotto i patrimoni netti. Il calo maggiore è relativo a Wind (-92,7% sul 2010, pur considerando il versamento in c/capitale da 35 milioni del 2012) e origina dal cumulo di 1,7 mld di euro di perdite nel periodo. Riduzioni rilevanti hanno interessato anche Fastweb (-35,3%) e Telecom Italia (-33,3%) che pure ha contestualmente ridotto l'indebitamento finanziario del 10,5%. Tiscali è l'unica a presentare un patrimonio netto negativo in tutto il periodo, nonostante la ricapitalizzazione da 187 milioni conclusa nel 2009 e sottoscritta per 31,4 milioni da Renato Soru mediante conversione di crediti verso la società. Il patrimonio netto di Vodafone Italia è l'unico ad incrementarsi, passando da 4 mld nel 2010 a 4,4 mld nel 2014, saldo di utili cumulati per 2,1 mld, dividendi distribuiti per 3,7 mld e svalutazioni di azioni proprie per 1,6 mld.
lab
(END) Dow Jones Newswires
January 14, 2016 06:00 ET (11:00 GMT)