America LatinaAree geograficheMESSICO, LA COMPAGNIA PETROLIFERA PEMEX TRA DECLINO E PROGETTI DI RIFORMA
Di
*Umberto Guzzardi
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*21 dicembre 2017
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Le vicende della compagnia petrolifera Pemex si intrecciano profondamente con quelle del Messico. Il suo attuale dissesto economico getta lunghe ombre sulla salute del Paese ed è diventato uno dei temi caldi della campagna elettorale
NASCITA E APOGEO DI PEMEX
Le origini dell’industria petrolifera in*Messico*risalgono agli ultimi anni del XIX secolo, quando iniziò lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi posizionati lungo il Golfo del Messico e venne creata la prima compagnia*El Aguila. Nel primo periodo la produzione e l’esportazione di petrolio erano controllate da*compagnie straniere, principalmente inglesi e statunitensi, incoraggiate dallo stesso governo messicano all’epoca guidato dal generale*Porfirio Diaz. Grazie agli investimenti e alla crescente richiesta del mercato internazionale, soprattutto statunitense, il Messico iniziò le esportazioni di petrolio già nel 1911 e in pochi anni divenne uno dei*principali Paesi esportatori*al mondo. La situazione cambiò con la*rivoluzione messicana*e con il varo della nuova*Costituzione del 1917, che assegnava allo Stato messicano il completo possesso delle risorse del sottosuolo allo Paese. Nonostante ciò, i governi nati dalla Rivoluzione, impegnati nella ricostruzione del Paese e nel combattere vari sussulti rivoluzionari e reazionari, furono troppo deboli per mettere in pratica questa misura. Fu soltanto nel 1938 che il presidente*Lázaro Cárdenas, con una decisione immensamente popolare, ordinò la*nazionalizzazione*e l’espropriazione*di tutti i giacimenti petroliferi e delle compagnie straniere operanti nel Paese, oleodotti, navi e macchinari compresi. Poco dopo il governo creò la*Pemex*(Petróleos Mexicanos). A causa di questa decisione, e soprattutto della successiva mobilitazione popolare in risposta al boicottaggio attuato dalle compagnie espropriate, il controllo pubblico della produzione di petrolio uscì dalla sfera puramente economica e divenne per la stragrande maggioranza dei Messicani una questione di orgoglio nazionale.
Negli anni seguenti Pemex*espanse*grandemente la propria produzione, grazie all’aumento della domanda mondiale e alla scoperta di nuovi giacimenti nella zona di*Veracrux*e al largo delle coste dello*Yucatán, che permisero alla società di diventare la più grande compagnia petrolifera dell’America latina, seconda solo a*Petrobras.
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Fig.1 – Il presidente Cárdenas, sotto la cui presidenza nacque Pemex.
PEMEX, DECLINO E PRIVATIZZAZIONE
L’aumento della produzione della Pemex continuò per tutti gli anni ’70 e ’80 grazie anche alla scoperta di nuovi giacimenti, tra i quali i giganteschi*Ku-Maloob-Zaap*e*Cantarell, ancor oggi i più produttivi di tutto il Messico, e la compagnia si trasformò nella*principale fonte di introitidello Stato messicano. Nonostante ciò, la produttività della compagnia fu in costante calo, fiaccata da una gestione interessata più a massimizzare la produzione che a rendere efficiente il processo produttivo e appesantita dall’enorme fardello delle tasse, arrivate fino al*69% dei proventi.*Negli stessi anni il*sindacato dei lavoratori*di Pemex, chiamato*Sindicato de Trabajadores Petroleros de la República Mexicana, sfruttò la capitale importanza economica e politica della compagnia per strappare al governo privilegi sempre più ampi, prima*per i lavoratori*(che godevano di un regime pensionistico e sanitario migliore rispetto agli altri lavoratori messicani) e poi anche*politici, arrivando ad avere un notevole peso sulle decisioni della politica aziendale. Quando anche la produzione di Pemex iniziò a ridursi, a causa anche del calo del prezzo degli idrocarburi e dell’esaurimento di alcuni giacimenti, i vari governi messicani a partire da quello di*Carlos Salinas*(1988 – 1994) intervennero per migliorare la situazione interna di Pemex, cercando di*ridurre il numero dei lavoratori*e di*riformare l’organizzazione interna. La situazione continuò tuttavia a peggiorare e nel*2005* alcune fonti interne ammisero che la compagnia aveva raggiunto il*Picco di Hubbert*(ovvero il punto in cui la produzione di una fonte fossile esauribile, come appunto il petrolio, raggiunge il suo livello massimo e inizia inesorabilmente a declinare). Il governo del presidente*Felipe Calderón*(2006 – 2012) introdusse ampi cambiamenti, riducendo il potere del sindacato e incentivando compagnie private straniere a*operare in sinergia*con Pemex. Di fronte al persistente calo della produzione, tuttavia, sotto il presidente*Peña Nieto*il Congresso messicano varò una serie di*leggi*ed*emendamenti alla Costituzione*che riformarono l’organizzazione interna di Pemex e*liberalizzarono*il mercato degli idrocarburi, permettendo a compagnie straniere di svolgere attività di ricerca ed estrazione sul suolo messicano*in collaborazione*o anche*in concorrenza*con Pemex stessa.
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Fig.2 – Il giacimento di*Ku-Maloob-Zaap, al largo del Golfo di Campeche.
PEMEX NELLA BUFERA ELETTORALE
Dalla liberalizzazione del mercato degli idrocarburi a oggi, Pemex ha registrato*risultati ambigui. Da un lato, negli ultimi anni si sono registrate*numerose scoperte*di nuovi e vasti giacimenti di petrolio, che bilanciano almeno in parte il progressivo esaurimento dei vecchi pozzi. Dall’altro lato tuttavia la produzione sia di petrolio che di gas naturale ha continuato a peggiorare e in quest’ultimo anno è scesa sotto la*soglia dei*due milioni di barili al giorno, il dato peggiore da*22 anni.*Allo stesso tempo, la liberalizzazione del mercato ha causato all’inizio di questo anno un brusco aumento dei prezzi del carburante, denominato*gasolinazo, che ha innescato*numerose proteste*e*mobilitazioni*contro la riforma e contro il governo stesso.
A causa dell’importanza della compagnia, i risultati della riforma e il futuro di Pemex sono diventati questioni cruciali nel*dibattito politico*che anima il Messico in vista delle prossime elezioni presidenziali, previste per luglio 2018, con i vari candidati che sottolineano gli aspetti a loro più congeniali. Da un lato infatti il presidente uscente Peña Nieto*difende la bontà della sua riforma, definita* necessaria sia per migliorare l’economia messicana sia per evitare il fallimento di Pemex, adducendo come prove la scoperta dei nuovi giacimenti e*un’eredità di 100 miliardi di dollari*in investimenti nel settore degli idrocarburi. Lo strettissimo legame tra il governo Peña Nieto e la nuova gestione di Pemex è stato confermato anche da due avvenimenti di questi ultimi giorni. Il primo è la nomina alla carica di Ministro dell’Economia di*José Gonzáles, ex direttore generale di Pemex dal 2016 a novembre 2017. Il secondo invece, ancora più importante, è la scelta di*José Antonio Meade, appena dimessosi dalla carica di ministro dell’economia, come*candidato del PRI alla presidenza. Quando era ministro dell’economia, infatti, l’aspirante presidente*aveva difeso la riforma energetica,*negando, inoltre, che fosse la causa del*gasolinazo.*Il partito dell’opposizione*PAN, a sua volta,**rivendica il progetto di liberalizzazione*del mercato degli idrocarburi ma attacca Peña Nieto e il PRI*per non aver applicato la riforma fino a fondo, mentre si mostra contrario alla possibilità di coprire l’enorme deficit di Pemex con*fondi pubblici.
Su posizioni nettamente antitetiche è invece l’ex governatore del Distretto di Città del Messico*Andrés Manuel López Obrador*(popolarmente conosciuto come*AMLO), leader del partito*MORENA. Facendo leva sul nazionalismo dei Messicani, la maggioranza dei quali è*contraria*alla riforma, e sui*recenti scandali finanziari*che hanno minato la direzione della compagnia, il candidato “populista”*ha parlato ampiamente*della questione Pemex*criticando la liberalizzazione*del mercato degli idrocarburi, colpevole di aver “svenduto” le ricchezze del Paese a compagnie straniere e di aver fatto aumentare la corruzione e i danni all’ambiente e al turismo. Qualora fosse eletto, AMLO promette* che*rivedrà*tutti i contratti di concessione e*ri-nazionalizzerà tutte le attività estrattive e produttive in mano a compagnie straniere.*In altre occasioni tuttavia AMLO*ha moderato la sua posizione, ammettendo che manterrà alcuni dei suoi aspetti.
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Fig. 3 – Andrés*López Obrador durante un comizio.
Al momento, a causa dell’impopolarità del governo di Peña Nieto*e delle*provocazioni del presidente USA Trump, che hanno indignato i Messicani spingendo molti di loro su posizioni nazionalistiche, AMLO*domina nei sondaggi*per le intenzioni di voto e ha ottime possibilità di diventare presidente del Messico. Qualora questo avvenisse, il leader di MORENA probabilmente*cancellerà*o perlomeno*modificherà*la riforma energetica, aprendo così una nuova fase estremamente incerta per Pemex e in definitiva per tutta l’economia messicana