Redroom
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Partendo dai fatti della caserma di Piacenza mi veniva questa riflessione.
Chiunque abita al nord sa che le caserme sono piene di carabinieri meridionali. Non solo carabinieri per la verità, ma pure questori, giudici, prefetti. Chi abita al sud non nota queste cose perchè di solito queste figure che ho descritto sono loro conterranei.
Al tempo stesso sappiamo che il tasso di criminalità al sud è n volte più alto del nord e spesso, leggendo i giornali locali e tralasciando gli stranieri, molti immigrati meridionali si rendono protagonisti di fatti di cronaca nera o legati alla criminalità organizzata. In pratica assistiamo a un gioco di guardie e ladri tra conterranei.
Va bene così? Da un lato potrebbe avere anche senso. Ad esempio chi meglio di un hacker può contrastare un altro hacker? Conoscendo profondamente la cultura di provenienza del malaffare ne migliora il contrasto.
Dall'altro lato c'è però da fare una considerazione: la giustizia funziona in Italia? A me pare che la criminalità organizzata stia dilagando anche al nord. Dai tempi di Falcone e Borsellino non sono più morti magistrati. Gli unici che danno fastidio sembrano essere Di Matteo o Gratteri. Gli altri allora chiudono un occhio o fanno fino in fondo il loro dovere?
Per essere propositivi, non si potrebbe pensare di istituire una sorta di quote nord all'interno dell'apparato giudiziario? Per esempio concorsi su base regionale. Possibile che al nord nessuno voglia fare il carabiniere o il magistrato?
Oppure se volete rendiamo reciproca la partecipazione: come al nord ci sono carabinieri e magistrati meridionali, al sud dovrebbero esserci in ugual percentuale carabinieri e magistrati settentrionali.
Chiunque abita al nord sa che le caserme sono piene di carabinieri meridionali. Non solo carabinieri per la verità, ma pure questori, giudici, prefetti. Chi abita al sud non nota queste cose perchè di solito queste figure che ho descritto sono loro conterranei.
Al tempo stesso sappiamo che il tasso di criminalità al sud è n volte più alto del nord e spesso, leggendo i giornali locali e tralasciando gli stranieri, molti immigrati meridionali si rendono protagonisti di fatti di cronaca nera o legati alla criminalità organizzata. In pratica assistiamo a un gioco di guardie e ladri tra conterranei.
Va bene così? Da un lato potrebbe avere anche senso. Ad esempio chi meglio di un hacker può contrastare un altro hacker? Conoscendo profondamente la cultura di provenienza del malaffare ne migliora il contrasto.
Dall'altro lato c'è però da fare una considerazione: la giustizia funziona in Italia? A me pare che la criminalità organizzata stia dilagando anche al nord. Dai tempi di Falcone e Borsellino non sono più morti magistrati. Gli unici che danno fastidio sembrano essere Di Matteo o Gratteri. Gli altri allora chiudono un occhio o fanno fino in fondo il loro dovere?
Per essere propositivi, non si potrebbe pensare di istituire una sorta di quote nord all'interno dell'apparato giudiziario? Per esempio concorsi su base regionale. Possibile che al nord nessuno voglia fare il carabiniere o il magistrato?
Oppure se volete rendiamo reciproca la partecipazione: come al nord ci sono carabinieri e magistrati meridionali, al sud dovrebbero esserci in ugual percentuale carabinieri e magistrati settentrionali.