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18 novembre 2023
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Pir. In arrivo quattro modifiche alla legge
L’emendamento al Dl Anticipi è stato presentato dal deputato Giulio Centemero
Isabella Della Valle
È in cantiere un’altra proposta di modifica alla legge sui Pir, la terza da quando sono stati lanciati i piani individuali di risparmio nel 2017.
La prima, quella inserita nella legge di bilancio 2019 non portò fortuna al settore, mentre la seconda, l’ampliamento del limite di investimento introdotto nel 2022, non ha smosso granché il comparto, pur avendo offerto maggiori margini di manovra a risparmiatori e gestori. Questa volta, se andrà in porto, vediamo cosa succederà.
La proposta è portata avanti dal deputato Giulio Centemero, capogruppo della Lega in Commissione Finanze, e richiede sostanzialmente la modifica di quattro punti della norma: possibilità di sottoscrivere più Pir ordinari; possibilità di investire l’ammontare massimo previsto (200mila euro in cinque anni) in un’unica soluzione e non più spalmato anno per anno; deducibilità dall’imponibile fiscale di una percentuale della somma investita ed estensione ai Pir ordinari e ripristino per gli alternativi del credito di imposta sulle minus. L’obiettivo? Rafforzare le sorti dei Pir ordinari. E visto che nei primi 9 mesi del 2023 il sistema ha accusato deflussi per 1,8 miliardi, ce ne sarebbe proprio bisogno. «Il Ddl Capitali è un passo in avanti significativo per la finanza domestica. Stiamo ridefinendo il framework normativo e tra le altre cose completando il ciclo del equity, per esempio con la dematerializzazione delle quote di Srl - spiega Centemero -. Ora è necessario anche lavorare sull’afflusso di liquidità al sistema. Un primo passo può avvenire attraverso alcune modifiche ai Pir ordinari, uno strumento che ha apportato risorse all’economia reale italiana e che mi auguro continui a farlo». La prima delle quattro modifiche è stata presentate al Senato come emendamento al Dl Anticipi.
«La possibilità di sottoscrivere più Pir ordinari è una misura semplice e a costo zero per lo Stato - prosegue Centemero - che consente al risparmiatore già avvezzo a questo strumento di diversificare il portafoglio e apportare più risorse e liquidità al mercato, mentre poter investire l’ammontare massimo previsto in un’unica soluzione non solo rende omogenee le possibilità di investimento da parte dei gestori ma consente anche agli stessi di cogliere, laddove si presentino, le opportunità di investimento più vantaggiose per gli investitori». La deducibilità di una percentuale dell’investito o della quota capitale più maturato a scadenza, è invece un provvedimento volto a contenere i riscatti. «La misura - dettaglia Centemero - avrebbe un costo per lo Stato, ma il delta tra beneficio e costo può essere positivo: considerato il fatto che una componente del 30% “libero” del Pir è investita in BTp, quindi in debito pubblico italiano, e considerato che il restante 70% va su aziende italiane, quindi su indotto e di conseguenza gettito, un beneficio fiscale può costare molto meno della provvista delle medesime risorse sul mercato a tassi correnti. Ciò si inserirebbe anche nelle linee del governo in tema di allocazione del debito pubblico sul retail. Si pensi all’effetto positivo di avere un numero sempre maggiore di italiani investiti sull’economia italiana».
Infine c’è l’estensione ai Pir ordinari del credito d’imposta su minusvalenze. «Tale agevolazione - conclude Centemero - rappresenta una mitigazione del rischio da parte dell’investitore mai prevista per i Pir ordinari. Potrebbe essere uno degli elementi di rilancio dei piani individuali di risparmio».
Gli ultimi due punti della proposta di modifica, secondo Centemero andrebbero estesi anche ai Pir alternativi.