Pil 2016 II

  • Ecco la 70° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Settimana di risk-off per i principali indici per via dei timori legati all’inflazione persistente e alle prospettive di tassi ancora elevati a lungo. Anche se il report di oggi sull’indice core Pce, la misura molto gradita alla Fed per valutare l’inflazione, ha mostrato un parziale raffreddamento, o quantomeno una stabilità. L’indice ha riportato una crescita su base annua del 2,8%, in linea con le previsioni degli analisti e con la rilevazione del mese precedente. Questo dovrebbe lasciare più margine di manovra alla Fed per abbassare i tassi di interesse nel corso del 2024. Passando al Vecchio Continente, il report sull’inflazione dell’Eurozona ha mostrato un indice al 2,6%, oltre il 2,5% atteso e in accelerazione rispetto al 2,4% precedente.
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eh si immagino che in tv non ve lo dicano...

Stiamo crescendo, cominciate a prepararvi per una mega inflazione italiani! Sta piovendo oro dal cielo!
 
eh si immagino che in tv non ve lo dicano...

Stiamo crescendo, cominciate a prepararvi per una mega inflazione italiani! Sta piovendo oro dal cielo!

Mi dispiace tu sia emigrato, abbia svenduto i tuoi asset italiani e le cose non vadano male in Italia. Desolé.
 
prenditi un foglietto ed una matitina e prova a vedere se questo è vero:

ROMA (WSI) – Nel migliore dei casi ci vorranno trent’anni per recuperare il Pil perso dall’inizio della crisi. È la conclusione a cui si giunge effettuando una serie di calcoli molto semplici.

“Ipotizzando una crescita media annua dell’1,5% (come quella realizzata dal 1995 al 2007), l’Italia, dal 2008, ha perso 327 miliardi di euro di Pil.
In altre parole, ad oggi, l’Italia si trova con un prodotto interno lordo inferiore del 21% rispetto a quello che avrebbe potuto avere in costanza di crescita, ipotizzata all’1.5%”, dice Paolo Cardenà sul suo blog Vincitori e Vinti.

In caso di crescita del 3,5%, l’Italia recupererà i 327 miliardi di Pil andati in fumo solo nel 2024, cioè tra dieci anni. Nel secondo caso, essendo inferiore il tasso previsto (2,5%), il recupero avverrà solo nel 2034: tra venti anni.

“Ovviamente – dice il banchiere – in tutto questo periodo si dovranno evitare, come la peste bubbonica, tutte le crisi che dovessero manifestarsi”.

Mentre la prima ipotesi è impossibile, la seconda è pure altamente improbabile, secondo il banchiere privato Cardenà. Da almeno una trentina di anni, l’Italia sta conoscendo “tassi di crescita via via sempre più bassi, e ora si ritrova in una posizione di stallo che lascia supporre che, nel prossimo prossimo futuro, l’Italia, nella migliore delle ipotesi, si troverà ad alternare periodi di recessione con altrettanti periodi di stagnazione in un percorso fortemente distruttivo”.

Il tutto, considerando anche la distruzione economica intervenuta in questo periodi di crisi e altri fattori demografici che comunque condannano l’Italia.
[ARTICLEIMAGE]
Con l’economia dell’Eurozona che zoppica, le possibilità di ripresa in Italia sono ancora più ridotte al lumicino. Il Pil è stato ancora negativo (-0,1%) rispetto al trimestre precedente e dello 0,4% sull’anno prima. Nel primo trimestre dell’anno l’economia era restata bloccata sullo zero ed era arretrata dello 0,2% nel secondo.
 
prenditi un foglietto ed una matitina e prova a vedere se questo è vero:

ROMA (WSI) – Nel migliore dei casi ci vorranno trent’anni per recuperare il Pil perso dall’inizio della crisi. È la conclusione a cui si giunge effettuando una serie di calcoli molto semplici.

“Ipotizzando una crescita media annua dell’1,5% (come quella realizzata dal 1995 al 2007), l’Italia, dal 2008, ha perso 327 miliardi di euro di Pil.
In altre parole, ad oggi, l’Italia si trova con un prodotto interno lordo inferiore del 21% rispetto a quello che avrebbe potuto avere in costanza di crescita, ipotizzata all’1.5%”, dice Paolo Cardenà sul suo blog Vincitori e Vinti.

In caso di crescita del 3,5%, l’Italia recupererà i 327 miliardi di Pil andati in fumo solo nel 2024, cioè tra dieci anni. Nel secondo caso, essendo inferiore il tasso previsto (2,5%), il recupero avverrà solo nel 2034: tra venti anni.

“Ovviamente – dice il banchiere – in tutto questo periodo si dovranno evitare, come la peste bubbonica, tutte le crisi che dovessero manifestarsi”.

Mentre la prima ipotesi è impossibile, la seconda è pure altamente improbabile, secondo il banchiere privato Cardenà. Da almeno una trentina di anni, l’Italia sta conoscendo “tassi di crescita via via sempre più bassi, e ora si ritrova in una posizione di stallo che lascia supporre che, nel prossimo prossimo futuro, l’Italia, nella migliore delle ipotesi, si troverà ad alternare periodi di recessione con altrettanti periodi di stagnazione in un percorso fortemente distruttivo”.

Il tutto, considerando anche la distruzione economica intervenuta in questo periodi di crisi e altri fattori demografici che comunque condannano l’Italia.
[ARTICLEIMAGE]
Con l’economia dell’Eurozona che zoppica, le possibilità di ripresa in Italia sono ancora più ridotte al lumicino. Il Pil è stato ancora negativo (-0,1%) rispetto al trimestre precedente e dello 0,4% sull’anno prima. Nel primo trimestre dell’anno l’economia era restata bloccata sullo zero ed era arretrata dello 0,2% nel secondo.

Fotte sega. Prima producevamo acciaio nell'Ilva (FYI parliamo di milioni di tonnellate a basso valore aggiunto), ora produciamo Renegade. Se non capisci la differenza, impiccati.
 
ora quando vedrete in tv questa gente che annuncia che nel 2017 cresceremo di 1% (cosa che sarà impossibile) pensate bene a cosa vi stanno proponendo

è tempo di affrontare le cose ben più seriamente, altro che spesa a deficit per fare un po' di crescit... Ma vi rendete conto di cosa parla?
 
Fotte sega. Prima producevamo acciaio nell'Ilva (FYI parliamo di milioni di tonnellate a basso valore aggiunto), ora produciamo Renegade. Se non capisci la differenza, impiccati.

l'aritmentica questa sconoscita eh?

Non ti arrabbiare con me se la realtà non ti sta bene. Impiccati tu semmai.
 
l'aritmentica questa sconoscita eh?

ma se non fanno altro che stampare?
ma guarda come sono bravo a stampare, va che bel deficit, mi ricorda la gente che per far finta di lavorare riempe di carta i cappelli...
è una demo, il sistema keynesiano degenera in una demo...

solo che è tutto finto, va niente, manca il back end
 
ma se non fanno altro che stampare?
ma guarda come sono bravo a stampare, va che bel deficit, mi ricorda la gente che per far finta di lavorare riempe di carta i cappelli...
è una demo, il sistema keynesiano degenera in una demo...

solo che è tutto finto, va niente, manca il back end
Quindi ora ammetti che c'è crescita? :D
 
ma se non fanno altro che stampare?
ma guarda come sono bravo a stampare, va che bel deficit, mi ricorda la gente che per far finta di lavorare riempe di carta i cappelli...
è una demo, il sistema keynesiano degenera in una demo...

solo che è tutto finto, va niente, manca il back end

esatto e nemmeno quello funziona più

comunque i giovani italiani ormai hanno problemi evidenti anche di aritmetica semplice
 
esatto e nemmeno quello funziona più

comunque i giovani italiani ormai hanno problemi evidenti anche di aritmetica semplice

non direi che hanno problemi di aritmetica semplice. Dipende sempre da chi vai a prendere. Certo se prendi dei miei compagni che nn aprono mai i libri e comunque vengono promossi con 6 allora si. Sono i prof il problema che non sanno valutare attentamente,ma chi è in gamba lo è sempre. Sia prima che ora.
 
non direi che hanno problemi di aritmetica semplice. Dipende sempre da chi vai a prendere. Certo se prendi dei miei compagni che nn aprono mai i libri e comunque vengono promossi con 6 allora si. Sono i prof il problema che non sanno valutare attentamente,ma chi è in gamba lo è sempre. Sia prima che ora.

non lo so ma guarda la discussione sul pil perso e le percentuali di recupero di qualche post fa....

ti rispondono che confondi i volumi?!

viene voglia di gettare la spugna
 
Io non so nulla di economia,o almeno il minimo che posso sapere dato che non studio economia,ma musica e stavo pensando anche di studiare all'uni ingegneria informatica,ma,il ragionamento che tu hai fatto è giusto.

Se si parte da un presupposto che uno stato abbia un pil nell'anno 1997 di 500,000 euro annui e aumenti fino al 2017 del 2,5% annuo si arriva nel 2017 ad un pil di 819.308,2201(se ho contato bene,scusa ma sto studiando filosofia). Se quello stato non riesce a tenere il passo di crescita del 2,5% annuo per avere lo stesso pil prefissato e/o voluto dovrà alternare periodi con crescita pil<2,5% ad anni di crescita con pil>2,5%. E' senza dubbio normale che se uno Stato si prefissa il 2,5% annuo e poi inizia a calare,ogni % di pil perso per arrivare al target finale ci vogliono più anni.

Per volume che intendi?

Ma di certo la colpa non è dei 18enni che non sanno fare calcoli semplici,ma dai prof. che non sanno valutare e da una bella fetta di alunni mongoloidi.
 
Io non so nulla di economia,o almeno il minimo che posso sapere dato che non studio economia,ma musica e stavo pensando anche di studiare all'uni ingegneria informatica,ma,il ragionamento che tu hai fatto è giusto.

Se si parte da un presupposto che uno stato abbia un pil nell'anno 1997 di 500,000 euro annui e aumenti fino al 2017 del 2,5% annuo si arriva nel 2017 ad un pil di 819.308,2201(se ho contato bene,scusa ma sto studiando filosofia). Se quello stato non riesce a tenere il passo di crescita del 2,5% annuo per avere lo stesso pil prefissato e/o voluto dovrà alternare periodi con crescita pil<2,5% ad anni di crescita con pil>2,5%. E' senza dubbio normale che se uno Stato si prefissa il 2,5% annuo e poi inizia a calare,ogni % di pil perso per arrivare al target finale ci vogliono più anni.

Per volume che intendi?

Ma di certo la colpa non è dei 18enni che non sanno fare calcoli semplici,ma dai prof. che non sanno valutare e da una bella fetta di alunni mongoloidi.


a tuo modo hai capito perfettamente

di che volumi parla? Non lo so nemmeno io.

Poverino vuole replicare per forza.
 
Io non so nulla di economia,o almeno il minimo che posso sapere dato che non studio economia,ma musica e stavo pensando anche di studiare all'uni ingegneria informatica,ma,il ragionamento che tu hai fatto è giusto.

Se si parte da un presupposto che uno stato abbia un pil nell'anno 1997 di 500,000 euro annui e aumenti fino al 2017 del 2,5% annuo si arriva nel 2017 ad un pil di 819.308,2201(se ho contato bene,scusa ma sto studiando filosofia). Se quello stato non riesce a tenere il passo di crescita del 2,5% annuo per avere lo stesso pil prefissato e/o voluto dovrà alternare periodi con crescita pil<2,5% ad anni di crescita con pil>2,5%. E' senza dubbio normale che se uno Stato si prefissa il 2,5% annuo e poi inizia a calare,ogni % di pil perso per arrivare al target finale ci vogliono più anni.

Per volume che intendi?

Ma di certo la colpa non è dei 18enni che non sanno fare calcoli semplici,ma dai prof. che non sanno valutare e da una bella fetta di alunni mongoloidi.

Non hai capito, i dati della produzione industriale che continuano a postare sono in termini di volumi di produzione, non di valore. Non fanno differenza tra 1tonnellata di stracci e 1tonnellata di cravatte di Ferragamo, tra 1t di acciaio e 1t di Renegade. Poi chiaro che anche i volumi sono indicativi nel breve-medio termine (le aziende non cambiano il product mix in pochi mesi), ma se fai analisi di decenni confrontare solo i volumi significare dire una bestemmia. L'esempio che mi viene in mente per primo è un distretto che ho visitato 2 annetti fa quasi, quello della pelle di Arzignano. 10 anni fa producevano pelle per il mercato dell'usato, ora per Bentley/Ferrari/Lamborghini. E i fatturati sono esplosi, così come il valore aggiunto. Eppure se guardi la produzione in volume è bene o male costante, se non leggermente diminuido... Oppure pensa alla produzione industriale della Puglia, dove prima c'era l'acciaio dell'Ilva ora l'unico fornitore mondiale di ali per Boeing...

Son stato fin troppo serio fino ad ora, torniamo al solito registro. Sono solo degli ignoranti, ignorali. La matematica si applica quando si sono capiti i concetti. zerohedge non sa nemmeno allacciarsi le scarpe in un forum di macroeconomia.
 
umh.

C'è differenza nel produrre pelle usata a pelle per auto di lusso,questo è vero e se la produzione è rimasta uguale(1kg di pelli usate a ora e 1kg di pelli per auto di lusso a ora) il paese indubbiamente si è arricchito,ma questo arricchimento si vede nell'aumento del PIL stesso,perchè,più guadagni=più prodotto interno lordo. Quindi se il pil è aumentato poco e il volume di produzione sta aumentando annualmente,significa che il valore di produzione sta diminuendo invece di aumentare e quindi si sta impoverendo °-°
 
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