inv.estor83
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Direi che col collezionismo non c'entra nulla, anzi direi che è proprio in antitesi rispetto all'esclusività, la ricercatezza, il possesso di cui si parlava altrove, arte che diventa liquida e puro investimento gestito, con tante perplessità anche su questo fronte non solo per la difficoltà, imprevedibilità, profonda conoscenza che richiede questo mercato.
Trovo anche surreale affermare che è un modo per mettere l'arte nella disponibilità di chiunque perchè con le quote min uno straccio di grafica te la porti a casa, forse diversa la finalità del fund raising anche se le criticità comunque restano.
Si parla di volontà di trasparenza ma mi domando se invece grazie alle risorse che derivano dalla cartolarizzazione non siano favorite azioni mirate funzionali ad incrementare il valore degli artisti gestiti, immagino le opere non saranno tutte capolavori assoluti.
Certo, potrebbe nascondersi anche una certa strategia di marketing verso determinati artisti che, proprio grazie alla tokenizzazione, diventano famosi nel grande pubblico