Accise evase
L’inchiesta era partita dalla Dogana di Alessandria, che ha competenza anche su Asti: aveva scoperto un’evasione da 4 milioni di accise sul gas della Metanprogetti con cui Marenco aveva metanizzato mezzo Piemonte. Di qui altre verifiche fino ad accertare 300 milioni di evasione. Nel frattempo cominciavano ad arrivare richieste di concordati preventivi da diverse società «marenchiane» con passivi impressionanti, fino appunto a delineare il maxi crack e a portare al fallimento personale di Marenco. Nel sequestro di ieri ci sono anche azioni della KrEnergy, quotata in Borsa, e della Exergia Spa (due anni fa tolse l’elettricità per morosità allo stadio Marassi di Genova).
Azienda sotto tutela
Sequestrato anche il 50,45% della Borsalino di proprietà della dalla Fisi, a sua volta controllata da una società quasi omonima con sede in Germania e che fa capo a Marenco. Così com’era sua la Finind, che del cappellificio ha il 17,47%: solo che quest’ultima è stata commissariata (incarico affidato al dottor Dario Lenti). Ad agosto s’era già scritto dell’intrico di scatole cinesi in cui il finanziere astigiano aveva inserito la Borsalino; ora con il sequestro e l’arrivo nei cda dei vari «custodi» nominati dai tribunali per tutelare i creditori, molti dei legami con il finanziere saranno recisi.
L’inchiesta era partita dalla Dogana di Alessandria, che ha competenza anche su Asti: aveva scoperto un’evasione da 4 milioni di accise sul gas della Metanprogetti con cui Marenco aveva metanizzato mezzo Piemonte. Di qui altre verifiche fino ad accertare 300 milioni di evasione. Nel frattempo cominciavano ad arrivare richieste di concordati preventivi da diverse società «marenchiane» con passivi impressionanti, fino appunto a delineare il maxi crack e a portare al fallimento personale di Marenco. Nel sequestro di ieri ci sono anche azioni della KrEnergy, quotata in Borsa, e della Exergia Spa (due anni fa tolse l’elettricità per morosità allo stadio Marassi di Genova).
Azienda sotto tutela
Sequestrato anche il 50,45% della Borsalino di proprietà della dalla Fisi, a sua volta controllata da una società quasi omonima con sede in Germania e che fa capo a Marenco. Così com’era sua la Finind, che del cappellificio ha il 17,47%: solo che quest’ultima è stata commissariata (incarico affidato al dottor Dario Lenti). Ad agosto s’era già scritto dell’intrico di scatole cinesi in cui il finanziere astigiano aveva inserito la Borsalino; ora con il sequestro e l’arrivo nei cda dei vari «custodi» nominati dai tribunali per tutelare i creditori, molti dei legami con il finanziere saranno recisi.