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Svolta strategica per Sabaf, farà componenti per l’induzione
Pronto anche un nuovo stabilimento in Messico da 5 milioni di investimento
Il Sole 24 Ore, 15 Dicembre 2022
Sabaf sbarca nel settore dei piani cottura a induzione: nel primo semestre del 2023 comincerà la commercializzazione della componentistica per questo tipo di tecnologia: hardware, software e schede di controllo elettronico sviluppati nel lab di Busto Arsizio. «Stiamo investendo 5/6 milioni di euro in tre anni, con un percorso che parte dalla svolta elettronica: dall’acquisizione nel 2018 della società turca Okida, che produce schede per elettrodomestici, a cui è seguita nel 2022 quella della P.G.A. di Fabriano (Ancona) che progetta e assembla schede per il controllo smart», spiega l’amministratore delegato Pietro Iotti: «Abbiamo già contratti con quattro-cinque clienti importanti e pensiamo che questo sviluppo porti a una crescita del fatturato». L’obiettivo dichiarato è di conquistare almeno il 5% del mercato entro il 2025.
Ma non è l’unica linea di sviluppo per la multinazionale con sede a Ospitaletto (Brescia) attiva nella progettazione e nella produzione di componenti per elettrodomestici in quattro business unit: cottura a gas, cerniere, elettronica e induzione. All’inizio del 2023 diventerà operativa anche una nuova fabbrica in Messico «con un investimento di 5 milioni di euro, dove si produrranno bruciatori e cerniere per il mercato nordamericano e sudamericano, con una capacità superiore agli 11 milioni di dollari già prenotata da contratti in essere», specifica Iotti: «L’obiettivo è crescere con la cottura a gas nei Paesi emergenti e con l’induzione in Europa, seguendo la domanda dei diversi mercati», sintetizza l’ad.
Lo stabilimento in Messico si va ad aggiungere ai sette all’estero già attivi tra Turchia, Brasile, Polonia Cina e India: qui l’azienda ha un impianto operativo da quest’estate per rubinetti e bruciatori a gas, che «ha già budget in crescita significativa per il prossimo anno». Sabaf conta oltre 1.500 dipendenti, di cui 900 in Italia dove ha sei stabilimenti: oltre a Ospitaletto e Fabriano, a Bareggio (Milano), Campodarsego (Padova) e due siti a Valsamoggia (Bologna). Il gruppo opera con oltre 400 clienti (tra cui i grandi marchi del settore come Whirlpool, Electrolux, Bosch, Haier) in 56 Paesi, realizzando all’estero l’80% del fatturato. Nel 2021 ha registrato ricavi record per 263,3 milioni di euro (+42,4% sul 2020), un Ebitda di 54,1 milioni (+45,9%) e un utile netto di 23,9 milioni (+71,2%). Nei primi nove mesi del 2022, i ricavi sono a 201,6 milioni di euro, con un Ebitda di 33,5 milioni e un utile netto di 13,1 milioni. «
C’è stato un leggero riallineamento. Il settore ha passato un anno e mezzo di forte domanda e il secondo semestre 2022 riflette un trend di ritracciamento, che sconta anche gli aumenti del gas e delle materie prime. Nell’ultimo trimestre gli ordini si sono normalizzati. E su gennaio e febbraio hanno ricominciato a risalire», puntualizza Iotti.
Si continua a seguire il piano industriale 2021-23, che prevede investimenti per 130 milioni di euro (inclusi quelli per M&A) e un obiettivo di ricavi al 2023 di circa 300 milioni. Nel 2021 gli investimenti hanno toccato i 23,8 milioni di euro e per il 2022, nonostante il rallentamento, «il forecast è di 21 milioni», spiega Iotti, indicando un orizzonte futuro anche oltre l’elettronica: «Abbiamo partecipato a un progetto pilota con il governo inglese per la cottura a idrogeno. Siamo i primi a fare bruciatori di questo tipo che, seppur tecnologicamente testati e disponibili, non prevedono tempi brevi per la loro commercializzazione».
(Sara Deganello)