A proposito dei quadri di Salvo con i libri, nel testo tedesco di Klaus Honnef
“L’arte contemporanea”, tradotto in italiano e pubblicato da Taschen nel 1990, l’unica opera di Salvo riprodotta è questa:
8 Libri, 1983
Nella grande personale alla GAM di Torino nel 2007 erano presenti due opere con questo soggetto:
8 Libri, 1983
Libri, 1989
Il libro curato da Luca Beatrice per Charta si apre con un suo testo e la prima opera riprodotta è
“Tre libri”, del 1977 (nel libro è poi riprodotto a doppia pagina a colori anche un quadro con i libri del 1997, che non riporto):
Scrive Beatrice:
“Salvo, si diceva, è un grande appassionato di letterature ma è un pittore totalmente aletterario. Si prendano ad esempio i quadri con i libri: partono dalla condizione primaria del conoscere, la classificazione; sono forme mute, chiuse o aperte, appoggiate su un supporto monocromo senza alcun dettaglio aggiunto. Semplice descrizione oggettiva e non narrazione: ciò che si vede, e fatto bene”.
Faccio il vecchio trombone e aggiungo che i libri sono uno dei simboli della
vanitas utilizzati nella pittura barocca: perfino il sapere è vano; le nostre conoscenze svaniscono con la morte e rimangono, al più, i libri. Nel riprendere questi temi, mi sembra che Salvo affermi una cosa di cui personalmente sono convinto: resterà solo l’arte che è nei libri e il resto svanirà.
Non so che cosa farà l’opera da Boetto, probabilmente meno di quello che merita, ma si tratta di un soggetto meno inflazionato, più significativo e di migliore datazione, rispetto a molti paesaggini passati ultimamente.