Borsa, perché il listino italiano è sottovalutato (e forse non lo merita)
Quindi noi dovremmo quoitare?!?!?!?! Anche accettando lo schifo della borsa terzomondista italiana......
Da inizio anno
la Borsa di Milano ha guadagnato più del 16%, superando i 35mila punti e tornando al massimo dal maggio 2008. Maglia rosa in Europa. Eppure, nonostante la corsa, l’indice Ftse Mib resta il più sottovalutato d’Europa: in media i prezzi delle azioni sono 9,5 volte gli utili attesi tra 12 mesi, contro il 14 medio europeo (indice Eurostoxx), il 21 di Wall Street (S&P 500) e il 27 del Nasdaq.
Ovviamente nessuno pensa che la Borsa di Milano possa (o debba) mai raggiungere i livelli statunitensi: la nostra economia è decisamente meno brillante, la nostra industria è completamente diversa e in Italia pesa un certo rischio-Paese. Ma la domanda che bisogna porsi è un’altra: quel rapporto tra prezzi e utili a 9,5 volte è corretto? Insomma: Piazza Affari è adeguatamente valutata dal mercato? Oppure possiamo definirla sottovalutata? Ci sono margini per ipotizzare ulteriori rialzi?
Se confrontare il rapporto prezzo/utili di una Borsa con quello di un’altra è inutile, perché ogni listino ha specificità e settori industriali diversi, ha invece senso paragonare il livello attuale di ogni listino con la sua stessa media degli ultimi 5 anni. Secondo le elaborazioni di Equita, le Borse europee (indice Eurostoxx) hanno un rapporto tra prezzo e utili in linea con la media storica: i prezzi sono 14 volte gli utili attesi tra 12 mesi. Il Vecchio continente, dunque, viaggia su livelli medi: nulla di più, nulla di meno. La Borsa di Wall Street, invece, viaggia sopra la media: attualmente il rapporto tra prezzo e utili è a 21 volte, mentre la media degli ultimi 5 anni è stata di 19. Questo significa che, forse, la Borsa a stelle e strisce ha corso un po’ troppo. O comunque ha corso tanto. Invece Milano è sotto la media storica degli ultimi 5 anni, che è a 10,8: l’attuale rapporto prezzo/utili a 9,5 volte è decisamente sotto. Questo significa che la Borsa di Milano, nel panorama europeo, che già viaggia più a sconto di quello statunitense, è – tra le principali Borse – quella ancora con un certo potenziale rispetto alla media.
Ma è potenziale vero? Sulla Borsa di Milano pesa attualmente l’incertezza macroeconomica, certo. Ma questa pesa ovunque. Anzi, l’Italia negli ultimi anni ha più volte sorpreso al rialzo. In Italia il settore industriale sta soffrendo in termini di utili, tanto è vero che Equita stessa ha abbassato le stime sui profitti del 2024: dopo un 2023 con un utile totale di 83,95 miliardi di euro, quest’anno prevede 84 miliardi. Bilanci stabili dunque, e non più in crescita (del 5% circa) come la stessa Equita prevedeva in precedenza. Ma questo giustifica uno sconto così elevato rispetto alle altre Borse europee e rispetto alla stessa media storica di Piazza Affari? Probabilmente no. Gli analisti di Equita puntano per esempio il dito sulle midcap del segmento Star (che hanno un p/e di 15 volte contro una media storica di 17). Ma anche le banche hanno una valutazione bassa: i prezzi sono 7,6 volte gli utili. E gli stessi industriali, che viaggiano su 6,2 volte. Insomma: la Borsa di Milano è fanalino di coda delle valutazioni, ma forse non merita questa posizione.