Berenberg: Anima non apprezzata. Al via la copertura con buy
Berenberg avvia la copertura di Anima con un giudizio buy e un prezzo obiettivo di 4,5 euro (+1,59% a 3,832 euro al momento l'azione in borsa). " Anima offre agli investitori un modo di accedere alla crescita del mercato del risparmio gestito italiano, che ha alte barriere all'ingresso, grazie ai suoi accordi di distribuzione in esclusiva e al suo strutturale vantaggio nei costi", afferma il broker.
Secondo Berenberg le attese degli investitori non colgono in modo adeguato il posizionamento unico di Anima nell'industria italiana del risparmio dove entrare non è facile. "Come risultato le nostre previsioni sui ricavi per il 2020 e 2021 sono sopra il consenso, rispettivamente, del 5 e del 6%. Anima offre un valore attraente".
Le stime di Berenberg, definite conservative, ipotizzano che gli utili di Anima possano crescere solo del 5% circa il prossimo anno, ma "il mercato sembra prezzare questa dinamica ancora meno perché con un rapporto prezzo/utili di 8,1 volte, il titolo scambia con uno sconto del 40% circa rispetto ai concorrenti", spiega Berenberg che tra i punti di forza del gruppo cita anche "la solida generazione di cassa che permette di offrire un dividend yield del 5,1% mentre restano le prospettive di ulteriori buy back", dopo quello concluso lo scorso aprile.
Anima è il maggior asset manager puro in Italia con masse per 181 miliardi di euro sia retail (54,5 miliardi di asset) sia istituzionali (126 miliardi). Ha raggiunto una quota di mercato dell'8% nel mercato retail (fondi comuni) e si piazza al quarto posto della classifica complessiva con un patrimonio nei fondi comuni quasi doppio rispetto a quanto detengono i suoi più stretti concorrenti, ovvero Banca Mediolanum, quota del 5%, e Anima, circa il 3%.
Quanto alla rete di distribuzione retail, il gruppo guidato dall'ad Marco Carreri si basa su intese molte banche sul territorio, tra cui Mps, Banco Bpm e Creval. Berenberg sottolinea che in Italia la maggior parte dei fondi comuni è collocato tramite gli sportelli bancari e Anima ha siglato collaborazioni di lungo termine con due delle maggiori.
"La nostra analisi di base indica che il mercato dei fondi comuni avrà una crescita media annua composta del 5% tra il 2020 e il 2022, ma questo potrebbe essere conservativo nel momento in cui i bassi tassi di interesse spingeranno le banche a concentrarsi sul collocamento dei prodotti, redditizi nel confronto con i concorrenti, di Anima", aggiunge Berenberg.
Senza dimenticare i mandati di gestione istituzionali con i suoi partner bancari e soprattutto con Poste. Il 67% delle masse di clienti istituzionali è relativo a Poste per le quali la società di gestione ha in delega i portafogli delle polizze di ramo I, oltre che alcuni fondi comuni.
Quanto ai profili di efficienza, "le dimensioni e il modello distributivo di Anima le permettono di avere una base di costi molto bassa. Infatti i suoi prodotti hanno un prezzo di break-even di 5 punti base, molto più basso di quello di Amundi (10 punti base) o di Schroders (32 punti base), ad esempio. Questo, unito alla forte capacità distributiva del gruppo, ci rende fiduciosi del fatto che possa mantenere un margine di ebitda superiore al 70%. Dall'ipo del 2014 il gruppo lo ha avuto sempre ben oltre questo valore".
Su fronte dei ricavi, Berenberg calcola che Anima produce quasi il 90% del suo fatturato grazie a commissioni di gestione fisse, mentre quelle variabili sono circa l'8%, rispetto al 14% medio dei suoi concorrenti quotati. "Questo fornisce agli investitori un elevato grado di visibilità rispetto ad altri gruppi che invece sono più dipendenti dalle commissioni variabili, quelle di performance", rileva il broker, "inoltre la natura di generatore di liquidità dà al management la flessibilità necessaria per accelerare la restituzione dei debiti, per fare ulteriori buy-back, oltre all'attuale rendimento da dividendo".
Tra il 2020 e il 2022 Berenberg prevede che le masse retail mettano a segno una crescita composta media annua del 7% all'anno, le masse di circa il 4%, le commissioni di gestione nette del 5%, l'ebitda del 5% e l'utile per azione sempre del 5%. Tutto questo va letto anche alla luce dello scenario italiano. "Ci aspettiamo che il miglioramento del quadro politico ed economico dell'Italia possa sostenere un modesto recupero dei flussi sui fondi comuni. Ma tassi di interesse bassi e rendimenti delle obbligazioni ai minimi dovrebbero sostenere la domanda di fondi comuni e quindi gli utili di Anima", osserva Berenberg.
Oggi, i conti correnti e i conti di deposito rappresentano il 33% dei risparmio delle famiglie italiane. "La prospettiva di un trasferimento dai depositi verso investimenti più rischiosi è molto positiva per Anima. Attualmente il peso dei fondi comuni nel portafoglio dei risparmiatori italiani è del 14% , al di sotto rispetto alla sua media storica a 20 anni e con i rendimenti dei bond a livelli così bassi riteniamo che gli investitori possano passare a soluzioni di risparmio gestito in cerca di rendimenti più elevati".
In sostanza, la nostra ipotesi di base prevede che le azioni Anima semplicemente tornino alla valutazione media degli ultimi due anni, quindi a un rapporto prezzo/utili di 9,9 volte. Ciò implica un target price a 12 mesi di 4,5 euro. Con un potenziale di rialzo del 19% rispetto ai prezzi attuali, iniziamo la copertura del titolo con un giudizio buy", conclude Berenberg. (riproduzione riservata)