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Snam, l’Italia sul podio europeo per gli stoccaggi di gas
di Angela ZoppoParla il ceo di Snam, Stefano Venier: con un riempimento del 65% siamo i primi in Europa. I prezzi possono scendere ancora. Spinta su investimenti e infrastrutture: a giugno operativo il rigassificatore di Piombino. Verso utile di 1,1 miliardi di euro nel 2023. Piena fiducia nelle potenzialità di De Nora, anche se ora il titolo soffre
Nel giorno della trimestrale Snam, che segna l’ incremento di ricavi ed ebitda e una flessione dell’utile netto, si fa spazio la notizia che il prezzo del gas è sceso ancora: giù, fino a 35 euro a MWh, come non si vedeva da luglio 2021.
È la conferma della previsione che l’amministratore delegato Stefano Venier aveva formulato a metà marzo proprio per MF-Milano Finanza, scommettendo su una stagione di approvvigionamenti a buon mercato per l’Italia.
I prezzi del gas possono scendere ancora
«Non si tratta di avere la sfera di cristallo, è la conseguenza di stoccaggi più pieni rispetto agli anni passati e di una domanda contenuta per effetto delle decisioni comunitarie. Se guardo ai prossimi mesi, esprimo una cauto ottimismo», spiega Venier a MF-Milano Finanza. «Credo che il gas -aggiunge- scenderà ancora. Il tasso di riempimento degli stoccaggi italiani, che oggi col 65% è il più alto in Europa, si rifletterà sui prezzi».
Questo secondo il manager (che intanto conferma l’interesse per gli Edison incarica l'Agricole per lo storage">stoccaggi di Edison) non significa che i problemi sono alle spalle. «Ricordiamoci che l’Italia, per compensare la riduzione del gas russo, si è rivolta al mercato internazionale del gas naturale liquefatto (gnl), che vive un fragile equilibrio», osserva Venier, «Le esportazioni verso l’Europa sono alte perché è ancora bassa la domanda nel Far East, ma la Cina sta già recuperando e in aprile ha aumentato le importazioni di gnl del 15% rispetto al 2022. Per questo è essenziale accelerare su infrastrutture e asset per continuare a diversificare le forniture».
Il rigassificatore di Piombino operativo da giugno
Tra questi, c’è il rigassificatore di Piombino, che ha appena ricevuto da Eni i primi carichi di gnl. «I test dureranno fino al 25 maggio e dall’inizio di giugno prevediamo di avviare l’attività commerciale», annuncia Venier che aggiunge ancora: «Da quel momento la capacità sarà a disposizione degli operatori, come Eni, Enel, Edison, A2A, etc».
Venendo ai numeri, il primo trimestre si è chiuso con un utile netto adjusted di 301 milioni di euro (-7,4% anno su anno), frenato dalla riduzione dell’ebit (372 milioni di euro, - 1,1%) e dell’aggravio di 13 milioni sugli oneri finanziari netti. In crescita i ricavi a 912 milioni (+13%). Bene anche l’ebitda adjusted a 597 milioni (+1,5%). «Sono risultati solidi in un trimestre ancora volatile, risultati che danno conto dell’attività che stiamo portando avanti, anche oltre il business tradizionale delle infrastrutture gas. Penso al contributo della transizione energetica all’ebitda, cresciuto in un anno da 6 a 22 milioni», commenta Venier.
Guidance 2023 confermata con i numeri della trimestrale
«Da numeri così -spiega ancora, arriva un supporto pieno al piano di investimenti. Quest’anno mettiamo in campo 2,5 miliardi di euro: 2,1 miliardi per le infrastrutture, ai quali si aggiungono i 400 milioni dell’acquisizione del 49,9% di Sea Corridor, la società che gestisce i gasdotti Algeria-Italia». Sulla base dei risultati, Snam ha confermato le guidance 2023, con una stima di utile netto di 1,1 miliardi. In borsa il titolo si è mosso poco, chiudendo in lievissima flessione (-0,2%).
Così emergerà il valore di De Nora
Non così le azioni della partecipata De Nora, che dopo i suoi conti trimestrali ha chiuso in calo del 3,6%, recuperando in parte lo scivolone a -8,3%. «Noi crediamo molto in De Nora, è un’azienda di grande tecnologia e per questo bisogna guardarla in un’ottica di medio-lungo termine», osserva Venier. «Teniamo conto che parliamo di un azienda che quota 17,5 euro da un prezzo di ipo di 13,5 euro. L’accelerated bookbuilding di inizio aprile, quando con la famiglia De Nora abbiamo ceduto un altro 5% del capitale, era proprio orientato a incrementare la liquidità del titolo e a far entrare importanti investitori così che emerga progressivamente il valore reale dell’azienda».
MF - Numero 092 pag. 14 del 12/05/2023