Eni: verso newco per la cattura e stoccaggio di CO2 (milanofinanza.it)
Oggi 19:10 - MF-DJ
ROMA (MF-NW)--Eni raccoglie consensi attorno ai piani per la Ccs (Cattura e stoccagio della C02), che confluiranno in una newco sul modello di Plenitude ed Enilive. Un assist inaspettato, si legge su milanofinanza.it, arriva da Greenpeace, mentre il governo britannico annuncia che sosterra'' il settore con 20 miliardi di sterline, prendendo ad esempio il progetto HyNet North West, che il gruppo italiano sta realizzando nella baia di Liverpool, con l''idea di replicarlo a Ravenna, con Snam. Anche il New York Times ha dedicato un approfondimento all''Eni e alla Ccs, in un articolo dal titolo ''Plan to stash pollution beneath the sea could save money and jobs'', che descrive la cattura e lo stoccaggio della CO2 come la via maestra per ridurre la produzione di gas climalteranti da parte delle industrie energivore, cosiddette hard to abate, evitando che i costi di altre misure le obblighino a chiudere se non rispetteranno i paletti della sostenibilita''. "Abbiamo molta paura per il futuro delle nostre industrie", e'' il commento di Michele De Pascale, sindaco di Ravenna. "Dobbiamo raggiungere l''obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2, ma vogliamo farlo senza distruggere le nostre industrie". I vertici di Eni ritengono di partire avvantaggiati "perche'' possono fare leva le infrastrutture esistenti dell''azienda, come pozzi e gasdotti (nei quali stoccare la CO2), e utilizzare la propria stessa forza lavoro", scrive il Nyt, ricordando che una newco di settore, secondo le stime dell''ad di Eni, Claudio Descalzi, potrebbe garantire profitti del 10%. "La transizione verso un''energia piu'' pulita avra'' successo solo se generera'' imprese anche economicamente sostenibili", e'' la valutazione di Descalzi. "Altrimenti fallira'', perche'' le risorse sono limitate e non puoi bruciare soldi". Se la fase iniziale del progetto di Ravenna andra'' bene, Eni passera'' a un progetto molto piu'' ampio, dal costo iniziale di 1,5 miliardi di euro, che colleghera'' fabbriche e altri grandi emettitori in Italia e forse anche in Francia, per stoccare fino a 16 milioni di tonnellate di anidride carbonica all''anno. L''articolo del Nyt ricorda che secondo l''Agenzia internazionale per l''energia la cattura del carbonio deve rappresentare l''8% delle riduzioni cumulative delle emissioni se si vuole che il mondo raggiunga il net-zero entro il 2050. "Se il rilascio di CO2 nell''atmosfera da parte di un impianto industriale e'' inevitabile, allora e'' meglio catturarla", e'' la posizione di Doug Parr, capo scienziato di Greenpeace Uk, che sancisce il cambio di opinione dell''organizzazione ambientalista. Inoltre, a giocare a favore della Ccs c''e'' il fatto che alcuni analisti prevedono che la carbon tax dell''Unione Europea salira'' ben al di sopra dei 100 euro a tonnellata nei prossimi anni, rendendo piu'' appetibili proposte come quella di Eni, che secondo Guido Brusco, direttore generale Natural Resources del gruppo, costera'' in media meno di 80 euro a tonnellata. Il governo britannico, intanto, sta sostenendo il lavoro dell''Eni, in particolare il progetto di cattura delle emissioni intorno a Liverpool e Manchester, nel nord-ovest dell''Inghilterra, noto come HyNet North West. Il gruppo costruira'' e gestira'' un gasdotto di 40 miglia per catturare l''anidride carbonica dalle fabbriche e pompare la CO2 nei pozzi sotto la baia di Liverpool. Eni afferma di aver raggiunto un accordo preliminare col governo britannico per ricevere un profitto garantito. "Sosteniamo questo settore con 20 miliardi di sterline", ha confermato al Nyt Martin Callanan, ministro britannico per l''Efficienza Energetica e la Finanza Verde.
red