Sparizione degli invenduti dai risultati d'asta

  • Due nuove obbligazioni Societe Generale, in Euro e in Dollaro USA

    Societe Generale porta sul segmento Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana due obbligazioni, una in EUR e una in USD, a tasso fisso decrescente con durata massima di 15 anni e possibilità di rimborso anticipato annuale a discrezione dell’Emittente.

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Naturalmente va benissimo non essere d’accordo, CI MANCHEREBBE ALTRO! ;)

Ma il punto sull’argomento è: “e quindi”?

La mia è molto banalmente non tanto una presa di posizione quanto una presa d’atto.

Che uno sia d’accordo o meno è questione evidentemente personale, ma sul fatto che sia lecito (ossia “legale” per meglio intendersi) mi pare ci sia poco da dire.
A meno che uno non abbia realmente intenzione di intentare una qualche causa per vedere se riesce a dimostrare non sia lecito ...

Mi stupisco che da un lato da sempre si sappia che i risultati d’asta vanno presi con le pinze, e poi improvvisamente si tenda a voler immaginare un mondo delle aste in stile Mulino Bianco in cui le stesse case d’asta dovrebbero per qualcuno essere gestite in base alle sue preferenze.

A me pare una cosa astrusa, ma del resto può benissimo essere che l’astruso sia io... Ho comunque come la vaga sensazione che continueranno a darsi le scelte aziendali che meglio ritengono (nei limiti del lecito ecc ecc ecc).
Del resto come ognuno farebbe con la propria azienda.
Poi, criticare o dissentire ovviamente è altrettanto lecito.
Nemmeno a me ad esempio piace per niente che la sparizione degli invenduti poi si trasformi in un “100% di venduto”, sia chiaro.

Ma che gli invenduti spariscono dai risultati è una scelta aziendale della quale prendo atto e con la quale personalmente sono anche d’accordo.
Ma di certo non pretendo nè che tutti siano d’accordo con me nè che una qualsiasi azienda si conformi in base ai miei ragionamenti ...

Hai ragione! E' lecita ed è una scelta privata dell'azienda.
A me non piace e lo sanno anche loro in quanto gliel'ho comunicato direttamente.
Non è perchè si hanno amici che vi lavorano debbano esser sempre rose e fiori.
(Tra l'altro non a tutti in Christie's stessa piace questa modalità).
La scelta è aziendale!

Punto il mio discorso finisce qua. Almeno si è ravvivato il forum :-).

Ps diciamo che l'articolo messo così si poteva evitare quel "venduta tutta l'arte italiana" è quantomeno misleading
 
Beh, non ne sarei così sicuro! :)

Ma su questo argomento preferisco far parlare @Thecne che certamente ne sa più di noi ... :)

Darei per scontato che Christie’s abbia un robusto team legale con specifiche competenze tecniche in merito.

Se poi uno ritiene non sia legale, ha gli strumenti previsti dalla legge per attivarsi. E a quel punto se invece non si attiva, anche quella è una scelta.
 
Segue dai messaggi precedenti.

Ma se io pago un abbonamento su Artprice ad es. o faccio una ricerca su un dato artista passato in asta e trovo solo i venduti e nessun invenduto, posso essere indotto a credere che sia un artista con un mercato consolidato e probabilmente in crescita...
;)

L’errore di base @anti è voler immaginare di prendere Artprice o altri database come oro colato.
Chi usa i database in questo modo - anche vi fosse il 100% di risultati completi e corretti - scambia il mercato dell’arte con la borsa e prende al 100% una cantonata.

Ogni lotto venduto (o non venduto) in asta è una singola situazione fine a se stessa.

Le uniche informazioni realmente utili dei db - oltre a verificare la vendita di una specifica opera - sono di tipo meramente statistico, e rappresentano in ogni caso solo la parte statistica del mercato delle aste, che è solo una parte del mercato.
 
L’errore di base @anti è voler immaginare di prendere Artprice o altri database come oro colato.
Chi usa i database in questo modo - anche vi fosse il 100% di risultati completi e corretti - scambia il mercato dell’arte con la borsa e prende al 100% una cantonata.

Ogni lotto venduto (o non venduto) in asta è una singola situazione fine a se stessa.

Le uniche realmente informazioni utili dei db - oltre a verificare la vendita di una specifica opera - sono di tipo meramente statistico, e rappresentano in ogni caso solo la parte statistica del mercato delle aste, che è solo una parte del mercato.

Concordo al millimetro. Le banche date sono strumenti che dicono davvero poco al Collezionista vero, 'puro' :rolleyes: e privato. Sono state concepite per gli addetti ai lavori, poi si sono snaturate e sono sempre più gonfie di informazioni manipolate. Io, che non credo di essere l'ultimo arrivato, mi pregio di non avere alcun abbonamento.
 
Non mi riferisco solo ai data base...
Se io vado sul sito della casa d'aste non risulta.

Quindi analizzo i dati e mi formo un idea sbagliata.

Nei precedenti messaggi ho fatto il nome di un artista che in una casa d'aste ha recentemente venduto tutto tanto che prontamente nella prossima asta ne propongono altri.
Da Christies era presente con due lotti entrambi invenduti.

Leggendo 3D accanto a questo il mercato dell'artista non pare così florido tanto che le opere passate in asta riappaiono da altre parti.

Restando il fatto che il discorso è valido anche per certi lotti aggiudicati perché come già scritto a certi livelli il diritto di seguito lo versi.

La domanda è la seguente:
Il mercato di quel dato artista qual è?

Se mi baso sui dati disponibili (case d'asta comprese) lo riterrei ottimo.
:) Ciao!!
 
Ultima modifica:
Io ricordo benissimo gli anni pre internet e pre database.

Le case d’asta non distribuivano certo i risultati lotto per lotto.
Si poteva telefonare e chiedere...

Se si volevano tutti i risultati bisognava comperare il catalogo dell’asta, andare in sala e segnarsi le aggiudicazioni lotto per lotto.

Si poteva anche comperare a 200.000 lire il librone Mayer dove si trovava una manciata di risultati per quasi ogni artista.

Si collezionava benissimo anche allora con minori informazioni.
Oggi ce ne sono molte di più disponibili, e tutto è molto più immediato.
Fosse per me si potrebbe anche tornare ai tempi del Mayer, quando da un lato era tutto più misterioso ma dall’altro i collezionisti pensavano più all’arte e meno ai database.
 
A tal proposito...
Saranno sempre casi (e questo probabilmente lo è)...

Incolpando i tagli al personale, Christie's ha bloccato l'accesso del pubblico al suo famoso archivio di cataloghi d'asta, una risorsa preferita di studiosi, commercianti e professionisti dei musei per decenni.

L'archivio presso la sala vendite di Christie's King Street a Londra è considerato l'archivio d'aste più completo al mondo, contenente documenti esaustivi degli acquirenti, prezzi di vendita e libri del banditore che risalgono alle prime vendite dell'azienda nel 1766.

"A titolo di cortesia, Christie's ha precedentemente fornito informazioni di archivio gratuite a scopo di ricerca", ha detto un portavoce della casa d'aste.
"Tuttavia, con rammarico, il team degli archivi ha dovuto essere ridotto e ora può soddisfare solo le esigenze dei nostri team specializzati."

Christie’s Has Closed Off Public Access to Its 255-Year Old Auction Archive, a Major Resource for Scholars, Citing Budget Concerns

Ps, se adesso telefoni per prendere informazioni ti dicono che il lotto non esiste...
:p
 
Darei per scontato che Christie’s abbia un robusto team legale con specifiche competenze tecniche in merito.

Se poi uno ritiene non sia legale, ha gli strumenti previsti dalla legge per attivarsi. E a quel punto se invece non si attiva, anche quella è una scelta.

La (faccenda :)) è al limite del legale, proprio perché questi escamotage sono considerati solo dei "modesti" espedienti utilizzati da molti ... :cool: (ab uno disce omnis :) )
 
Se si legge con attenzione:

Eccellenti i tassi di vendita: il 100% per valore e l'85% per lotto.

Quindi il tasso di venduto dei lotti è 85% e non 100%.

Mi pare quindi l’informazione sia corretta in questo articolo.

ma si parla di 100% di lotti italiani venduti
ma Pirandello, Birolli, vedova, Magnelli ecc non sono italiani
 
sono figli di nn ed apolidi.
 
diciamo che Christies's sta perdendo colpi?
Si certamente.
Diciamo che Sotheby's sta recuperando?
Si certamente.
Domanda, ma queste cancellazioni le fa anche Sotheby's?

Vi ricordate la polemica per il lotto di Manzoni ritirato prima dell'asta a NY?
 
biagio perdonami ma sei proprio fuori dai binari oltretutto con un'atteggiamento incomprensibile....tu difendi il fatto che sia corretto che un'asta pubblica oscuri lotti invenduti o li tolga dai risultati. E' si un'azienda privata ma bandisce aste pubbliche. Sei il primo a chiedere trasparenza a gallerie ed archivi e poi ti sta bene che alcune case d'asta facciano vedere solo quel che pare a loro? Un lotto invenduto è un lotto invenduto, sono daccordo con te che poi "invenduto" non significa cattivo risultato, opera non valida, prezzo sbagliato e via dicendo ma va comunque esposto il risultato. Quello che succedeva nell'era pre internet o nel medioevo, abbia pazienza, non significa nulla di nulla perchè siamo nel 2020, ti ricordo che le lire italiane non ci sono più da 20 anni e si può pagare con lo smartwatch. Il mondo è cambiato e ci si aspetta maggior trasparenza soprattutto dai leader del mercato. Non meravigliamoci se poi tutti gli altri a catena si comportassero ugualmente.

Abbi pazienza smw, ma io non "difendo" nessuno, perchè oltretutto non trovo ci sia nulla da difendere: banalmente ho preso atto di una scelta aziendale e in questo caso è una scelta che personalmente condivido.

Io sono uno che va molto al sodo e che cerca di immedesimarsi senza ipocrisia nelle situazioni. Avessi una casa d'aste personalmente farei la stessa identica cosa, ossia per tutelare gli affidatari e le loro opere e toglierei quindi gli invenduti.
Il lavoro delle Case d'aste è cercare di fare incontrare l'offerta delle opere con i compratori, ossia "intermediare" tra venditore e compratore, dando la giusta visibilità alle opere nell'ottica della vendita che è pubblica in questo senso. La "sparizione" degli invenduti rientra in un'ottica di tutela degli affidatari, e io questa politica la condivido.
E la condivido semplicemente perchè da azienda trovo più intelligente tutelare un cliente reale che mi porta un'opera rispetto ad uno sconosciuto che si abbona ai database.
E' una politica aziendale che apprezzerei se valutassi di affidare un'opera in asta.

Quindi la guardo dal lato logico dell'azienda e della tutela dei propri clienti.

Se poi da non cliente sono interessato a seguire l'andamento di un lotto di un artista che colleziono, seguo l'asta, mi organizzo con uno screenshot e mi conservo il risultato (e personlamente è quello che faccio). Mica pretendo che un'azienda si conformi in base alla mia frequentazione dei database o di comandare in casa d'altri.

Ulteriormente, se altri dovessero seguire a catena, io non mi meraviglierei minimamente nè me ne lamenterei, perchè appunto come ho detto, è una scelta che trovo del tutto lecita e che personalmente condivido...
 
ma si parla di 100% di lotti italiani venduti
ma Pirandello, Birolli, vedova, Magnelli ecc non sono italiani

Ecco, lo vedi anche tu che in un medesimo articolo c'è scritto da una parte una cosa e più in basso una cosa differente.
Anche qui si tratta di voler dare o meno attendibilità a ciò che si legge.

Io penso che in generale - e ancora più in questi tempi - è fondamentale usare il proprio SENSO CRITICO e informarsi in modo indipendente e completo, approfondendo.

Se volessimo fare un discorso serio sulla stampa, sui giornali, sulle televisioni e sull'informazione, quello corretto sarebbe di NON PRENDERE MAI PER BUONO ciò che si legge. MAI.
 
diciamo che Christies's sta perdendo colpi?
Si certamente.

85% di venduto, 100% per valore, 1.300.000 euro di fatturato per un'asta online a febbraio durante la pandemia covid.
"Christies's sta perdendo colpi?" :cool:
 
Ecco, lo vedi anche tu che in un medesimo articolo c'è scritto da una parte una cosa e più in basso una cosa differente.
Anche qui si tratta di voler dare o meno attendibilità a ciò che si legge.

Io penso che in generale - e ancora più in questi tempi - è fondamentale usare il proprio SENSO CRITICO e informarsi in modo indipendente e completo, approfondendo.

Se volessimo fare un discorso serio sulla stampa, sui giornali, sulle televisioni e sull'informazione, quello corretto sarebbe di NON PRENDERE MAI PER BUONO ciò che si legge. MAI.

:eek::mmmm::eek::censored:
 
Unicredit, conti in rosso nel 2020 Mustier lascia, poteri a De Marchis La sede di Unicredit in piazza Gae Aulenti a Milano
Superano le attese del mercato le perdite di Unicredit che chiude il 2020 con un rosso di 2,8 miliardi. Sul risultato pesano gli accantonamenti per 5 miliardi di rettifiche sui crediti, misura adottata per far fronte all’impatto della crisi pandemica. L’amministratore delegato uscente Jean- Pierre Mustier ha presentato ieri il suo ultimo bilancio al consiglio di amministrazione sottolineando però il risultato «straordinario» raggiunto «a livello di utile sottostante» pari a 1,3 miliardi nel 2020, con una previsione di crescita a 3 miliardi nel 2021. L’utile netto sottostante non tiene conto di alcune voci straordinarie come per esempio i costi di integrazione in Italia (-1,272 miliardi nel primo trimestre 2020) o il deconsolidamento della turca Yapi Kredi (-1,576 miliardi sempre nel nel primo trimestre 2020). Pur in un esercizio complicato, Mustier lascia in eredità un indice di solidità patrimoniale (Cet1) al 15,08, i massimi di sempre.
Come previsto, dopo aver individuato Andrea Orcel come nuovo ceo, il consiglio ha risolto con due mesi di anticipo sulla scadenza formale di aprile il rapporto con Mustier il quale lascia questa mattina il suo ufficio di Piazza Gae Aulenti. E lo stesso manager francese ha guidato Unicredit come ceo e direttore generale negli ultimi cinque a anni a dare il benvenuto al suo successore. «Andrea Orcel entrerà in banca dopo l’assemblea degli azionisti di aprile — ha scritto Mustier nella nota sul bilancio —. Andrea porta al gruppo un patrimonio di esperienza e una straordinaria serie di risultati nella finanza internazionale. Ha tutti i numeri per guidare UniCredit nella prossima tappa del suo percorso».
A raccogliere il testimone, e tutte le deleghe, nella vacatio tra i due ceo è Ranieri De Marchis, nominato direttore generale protempore, come consentito dallo statuto della banca. L’attuale co-chief operating officer (ruolo condiviso con Carlo Vivaldi secondo lo schema dei co-head adottato nella prima linea da Mustier) ha iniziato la carriera come analista finanziario in Italcable per poi trasferirsi in Procter & Gamble alla fine degli anni ’80. Nel 1990 è entrato in General Electric e nel 2003 è approdato in UniCredit come chief financial officer del gruppo. Nel 2009 la nomina a responsabile delle attività di audit e di controllo interno, posizione che ha coperto fino all’agosto 2016. «Con la sua vasta esperienza, Ranieri garantirà la continuità operativa e la prosecuzione del nostro impegno nel raggiungere gli obiettivi del gruppo, fino alla nomina di Andrea Orcel» ha scritto da parte sua il presidente Cesare Bisoni, anch’egli in scadenza. Come è noto, con il rinnovo, sarà l’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ad assumere la presidenza del gruppo che si prepara, tra le altre, alla sfida delle fusioni. «E’ prematuro parlare di strategie future» hanno tagliato corto Mustier e il direttore finanziario Stefano Porro in una call con le agenzie di stampa. Dell’agenda di Orcel si intuisce per ora solo la tempistica: prima la squadra, poi le scelte. E Unicredit, si è limitato a osservare il ceo uscente, «è ben posizionata per affrontare le sfide». Un segnale è forse già arrivato ieri con i 90 milioni di prestito a cinque anni per la sostenibilità concesso a Prada.
Combinando distribuzioni ordinaria e straordinaria, la banca corrisponderà agli azionisti quest’anno un ammontare complessivo di 1,1 miliardi, costituito da riacquisti di azioni proprie per 0,8 miliardi e dividendi in contanti per 0,3. Sul 2021 è prevista una distribuzione straordinaria di capitale pari a 652 milioni sotto forma di riacquisti di azioni proprie. La proposta sarà sottoposta ai soci in aprile con attuazione dopo il 1 ottobre 2021.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera
 
biagio manda il tuo cv per la posizione di ufficio stampa in casa d'asta o televendita, hai un futuro assicurato

Ti faccio una semplice domanda concreta da collezionista e non da "ufficio stampa":

- se tu avessi un'opera importante, mettiamo un Burri da 1 milione, e andasse invenduto in asta online, da proprietario (e quindi cliente / affidatario della casa d'aste), preferiresti che il tuo invenduto rimanesse visibile a tutti per sempre o potesse lecitamente non comparire?
 
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