Sparizione degli invenduti dai risultati d'asta

Mi sembra che ci si stia arroccando su posizioni di principio, piuttosto slegate da 'convenienze' reali. Chiederei una risposta secca alla domanda:

- Volendo mettere in asta un'opera da 100k (quindi di un certo valore), nel caso andasse invenduta TU (non gli altri, il sistema, il mondo o chissà chi) preferiresti:

a) riportartela a casa con il marchio indelebile dell'invenduto, sapendo che ciò genererà futuri problemi, con la soddisfazione però di aver dato fulgido esempio di assoluta trasparenza
b) riportartela a casa senza che rimanga la traccia negativa che porta ad una obiettiva svalutazione, evitando così parecchi fastidi in caso di un prossimo tentativo di vendita

Ecco cosa rispondo io:
per fare l'eroe masochista sceglierei la soluzione a)
ma siccome non sono un eroe e la credibilità dell'universo mercato non dipende da me, sarei felicissimo di poter scegliere l'opzione b)

:D
 
Volendo acquistare un'opera da 100k preferisci sapere se un mese prima è andata invenduta oppure no...

Completiamo i quesiti...

E ribadisco se acquisto sono un loro cliente e quindi la stessa tutela vorrei averla io...

Se non mi fai pagare i diritti d'asta non sono un tuo cliente e i discorsi di cui sopra li posso tollerare.
 
Ultima modifica:
Se uno non è d'accordo con questa policy, va benissimo. Mica nessuno obbliga a vendere o comperare da una singola specifica casa d'aste. Ce ne sono decine!
Non piace il servizio? Si cambia.
A me invece è un servizio che potenzialmente piace. E piacerà di sicuro anche a chi ha affidato gli unsold spariti.

Per dire, io non ero d'accordo con la policy di whatsapp e sono passato a telegram. Non è che poi sia così complicato o che io mi aspettassi che whatsapp facesse una nuova policy come piaceva a me.

Ci saranno altri che preferiscono whatsapp, non vedo alcun problema.


Molto semplicemente si tratta di etica professionale!

click_icon.gif


"I membri si impegnano a trattare con la massima precisione i cataloghi commerciali, aggiungendo agli articoli di questo catalogo descrizioni complete e per i lotti più importanti, con riproduzioni chiare. I membri si impegnano a pubblicare le proprie condizioni di vendita di tutti i cataloghi.. [..] I membri si impegnano a rendere pubblici gli elenchi delle vendite." :)
 
Volendo acquistare un'opera da 100k preferisci sapere se un mese prima è andata invenduta oppure no...

Completiamo i quesiti

Io avevo richiesto una risposta secca, immaginando una situazione concreta. La tua non è una risposta ma un'altra domanda, da una diversa prospettiva. Non sto chiedendo giudizi morali e di etica professionale, ma una prefenza che tenga conto della convenienza personale di chi 'ha qualcosa di importante da vendere'.
 
dai acci c'è poco da discutere su questo punto...biagio ormai lo conosco e non mi stupisco, mi meraviglio invece di te che punzecchi sempre le case d'asta e le gallerie riguardo la trasparenza e su questo punto che invece dovrebbe essere incontestabile cerchi anche tu goffamente di trovarne una giustificazione

Vedi che non ci capiamo? Non do giudizi. Valuto la convenienza. Io ho risposto senza giri di parole che sceglierei l'opzione B). Uno di voi per favore mi risponda che sceglierebbe la A). E' così difficile? O forse la A) è bellissima come una poesia ma non converrebbe a nessuno? :p
 
Personalmente quando metto un'opera in asta faccio la gioia delle case d'asta in quanto chiedo proprio un prezzo di partenza basso e così mi evito
il problema "sparizioni", cosa che non chiederei mai.

Sono convinto infatti che il prezzo lo faccia il mercato. Nessuna questione di eroismo. A volte va bene a volte va male.

Altrimenti se proprio non son sicuro della vendita me lo tengo e basta.

Chi si incaponisce con prezzi alti imposti alla casa d'aste e poi va a chiedere di non lasciar tracce dell'invenduto io non me lo spiego prorpio.
Metteteli in una televendita piuttosto così evitate il problema.
 
La storia dell'invenduto marchiato a vita onestamente non la capisco.
Dipende sempre se l'opera merita e dalla richiesta di prezzo.

Se va invenduta un'opera a 100k che però nella realtà varrebbe 70k, mi pare evidente che il prezzo in asta non era tale che andasse venduta. Amen e invenduta e il venditore è cosciente che deve abbassare il prezzo.

Se invece un'opera va invenduta perché è brutta, brutta rimane anche dopo l'invenduto e sarà sempre un problema per il venditore trovare l'acquirente.

Le aste sono un giusto e razionale metro di giudizio ma, fortunatamente, non sono mica la bibbia.
 
La storia dell'invenduto marchiato a vita onestamente non la capisco.
Dipende sempre se l'opera merita e dalla richiesta di prezzo.

Se va invenduta un'opera a 100k che però nella realtà varrebbe 70k, mi pare evidente che il prezzo in asta non era tale che andasse venduta. Amen e invenduta e il venditore è cosciente che deve abbassare il prezzo.

Se invece un'opera va invenduta perché è brutta, brutta rimane anche dopo l'invenduto e sarà sempre un problema per il venditore trovare l'acquirente.

Non è così matematico. Ci sono anche periodi, situazioni, momenti...
Chiedo anche a te: secondo l'ipotesi che ho esplicitato (non astratti principi teorici) A) o B)?
Oh, non c'è nessuno che risponda A) eh?? Come mai?
 
Vedi che non ci capiamo? Non do giudizi. Valuto la convenienza. Io ho risposto senza giri di parole che sceglierei l'opzione B). Uno di voi per favore mi risponda che sceglierebbe la A). E' così difficile? O forse la A) è bellissima come una poesia ma non converrebbe a nessuno? :p

e a te che sei interessato a comprare un quadro proposto a 10 che invece è andato invenduto a 7 qualche mese prima, interessa sapere che è andato invenduto a 7? o è irrilevante ai fini del tuo acquisto? guardi solo un lato della medaglia....

p.s. sempre fermo restando che un invenduto non significa nulla
 
Molto semplicemente si tratta di etica professionale!



"I membri si impegnano a trattare con la massima precisione i cataloghi commerciali, aggiungendo agli articoli di questo catalogo descrizioni complete e per i lotti più importanti, con riproduzioni chiare. I membri si impegnano a pubblicare le proprie condizioni di vendita di tutti i cataloghi.. [..] I membri si impegnano a rendere pubblici gli elenchi delle vendite." :)

Vendite. Appunto. Non opere invendute.

Obiettivamente non credo che l'"etica professionale" preveda o stabilisca da nessuna parte che le opere invendute debbano restare per sempre nei database.
 
Non è così matematico. Ci sono anche periodi, situazioni, momenti...
Chiedo anche a te: secondo l'ipotesi che ho esplicitato (non astratti principi teorici) A) o B)?
Oh, non c'è nessuno che risponda A) eh?? Come mai?

Ovviamente scelgo B.
Il masochismo i.diota non mi è mai piaciuto.
Come già scritto però non penso sia così penalizzante un invenduto proprio per i motivi che hai accennato anche tu.
 
e a te che sei interessato a comprare un quadro proposto a 10 che invece è andato invenduto a 7 qualche mese prima, interessa sapere che è andato invenduto a 7? o è irrilevante ai fini del tuo acquisto? guardi solo un lato della medaglia....

p.s. sempre fermo restando che un invenduto non significa nulla

Un'altra non risposta. Dimmi per favore: tu PER VENDERE sceglieresti A)?
 
Cmq vedo che come nessuno ha risposto al mio quesito, nessuno risponde a quello di @acci.

Visto che si parla tanto di trasparenza, che problemi avete a rispondere scusate???

Una vostra opera invenduta in asta, preferireste:
a) risultasse per sempre invenduta in tutti i database
b) non comparisse nei database
 
Era ora che intervenissi cara @techne ... stavo per richiamarti, ma dove eri finita? Nonostante il freddo pungente di oggi ... il consueto giro in bici (:confused:) é durato più del solito? :)
 
Ultima modifica:
La storia dell'invenduto marchiato a vita onestamente non la capisco.
Dipende sempre se l'opera merita e dalla richiesta di prezzo.

Se va invenduta un'opera a 100k che però nella realtà varrebbe 70k, mi pare evidente che il prezzo in asta non era tale che andasse venduta. Amen e invenduta e il venditore è cosciente che deve abbassare il prezzo.

Se invece un'opera va invenduta perché è brutta, brutta rimane anche dopo l'invenduto e sarà sempre un problema per il venditore trovare l'acquirente.

Le aste sono un giusto e razionale metro di giudizio ma, fortunatamente, non sono mica la bibbia.

È una stupidaggine assoluta dire che un quadro invenduto è bruciato a prescindere
5 anni fa ho visto un aboudia invenduto a 5k da millon paris poi passato nel 2020 da Christie’s london a più di 35k
Guardate l’opera non il resto
 
Ovviamente scelgo B.
Il masochismo i.diota non mi è mai piaciuto.
Come già scritto però non penso sia così penalizzante un invenduto proprio per i motivi che hai accennato anche tu.

Ecco. Bene. Ora ragioniamo sul concreto. Poichè è più che evidente che potendo scegliere chiunque sceglierebbe B), le Case d'Asta (con le quali non mi sembra di essere particolamente tenero) mettono i loro clienti nella condizione B) perchè il loro interesse primario è acquisire clienti che abbiano quadri importanti da vendere. E' sempre facile fare gli eroi con il cu... quadro degli altri. Quando ognuno di noi vuole vendere, sceglie di vendere con la maggior 'protezione' possibile.
 
E' il motivo per cui quello che vorremmo, o auspicheremmo, non trova ingresso in un discorso di liceità.
Vale il "si può fare" o il "non si può fare". Se potessi eludere le tasse senza conseguenze lo farei: perché pagare quando posso farne a meno e non subire conseguenze?
Non è questo il piano del discorso, secondo me. Non, almeno (poi ovviamente se ne può parlare anche su quel piano), per valutare se una tale scelta rientri o non rientri nella libera scelta di un imprenditore privato.

Il contesto è quello di un contemperamento (oggi direi sbilanciato nel settore e nel nostro sistema) tra quella che è la libera iniziativa e le libere scelte imprenditoriali private da una parte, e l'esigenza di trasparenza di un dato mercato. E' chiaro che entra in gioco un contemperamento degli interessi.
Questo contemperamento (in presenza di un interesse positivo alla trasparenza di un mercato) non entra in gioco al livello di ciò che ciascuno di noi "preferirebbe", entra in gioco in un contesto normativo.
Per chiarezza :)

Si, ma nella realtà del mondo concreto: A o B? ;)

Anche tu amico @traf vorrei sapere cosa sceglieresti...
 
Oh Biagio, non ci capiamo. Nè A né B attualmente per me.

Eh, ma diciamo che sei obbligata a vendere teche. Devi scegliere una casa d'aste. Una propone A e l'altra B. A quale affidi l'opera?

Non per altro, ma qui mi pare che nel concreto nessuno poi si sbilanci...
 
Vendite. Appunto. Non opere invendute.

Obiettivamente non credo che l'"etica professionale" preveda o stabilisca da nessuna parte che le opere invendute debbano restare per sempre nei database.

Riporto testualmente da Treccani ... poi vedi tu!



"L'etica professionale è dunque l'insieme di regole e di comportamenti che condiziona e limita il potere che ciascuno di noi può esercitare sugli altri e su se stesso nell'esercizio di una professione o di un ruolo.

L'etica professionale è invece qualche cosa di più , molto di più di un codice, riguarda infatti comportamenti che scaturiscono da una costante ricerca e mediazione tra le opposte “ morali” che confliggono spesso nella nostra vita quotidiana spingendoci ad assumere delle responsabilità personali."
 
Indietro