STELLANTIS-CNHI-RACE-IVECO notizie, dati, bilanci (e commenti relativi) - 8th

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Mamma mia non sapete più come giustificare la perdita dell'industria metalmeccanica del nostro paese.​

Accontentiamoci di quello che è tirando avanti,sono scelte industriali di un signore che vuole uscire da questo settore con i soldi in saccoccia alla faccia del nostro paese...
Stasera report ne parla, chi è interessato può guardarono e vediamo cosa dice di buono o male

DECIMA PUNTATE, 12 GIUGNO 2023​

La prima inchiesta è “Da Stellantis alle stalle”, di Manuele Bonaccorsi con la collaborazione di Madi Ferrucci. Alla fine degli anni ‘80 l’Italia era la prima potenza europea del settore auto, Fiat ne era alla guida e Torino rappresentava la sua capitale industriale. Oggi si sono perse le menti e i tecnici che l’avevano resa grande, migliaia di posti di lavoro sono scomparsi e in termini produttivi siamo stati superati, ormai, anche da Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca. Dopo la fusione con l’americana Chrysler del 2014, nel 2021 arrivano le nozze con i francesi di PSA da cui nasce Stellantis. Per John Elkann è “un matrimonio tra pari”, ma il vero centro del gruppo sembra ormai Parigi, anche per la presenza dello Stato francese nel capitale azionario. In Italia decine di migliaia di lavoratori sono in cassa integrazione e le aziende dell’indotto sono a rischio chiusura, mentre l’azienda progetta nuovi stabilimenti produttivi in Africa e apre una fabbrica di batterie nel nord della Francia.
Con una intervista esclusiva a Nicolas Dufourcq, rappresentante dello Stato francese nel cda di Stellantis, e documenti interni inediti, Report spiega lo spostamento oltralpe della catena del valore dell’industria automobilistica, nonostante l’ingente quantità di aiuti di Stato ricevuti negli ultimi 30 anni. Emanuele Bellano -con la collaborazione di Cecilia Bacci, Chiara D’Ambros e Roberto Persia– propone “La mal’aria”: l’inquinamento dell’aria provoca ogni anno in Italia, secondo l’Unione Europea, circa 60mila morti causando malattie non solo all’apparato respiratorio ma anche al sistema cardio-circolatorio. Questo perché dal 2006 le Regioni italiane sforano costantemente i limiti di legge previsti per il particolato e il biossido di azoto. Quali misure sono state prese dalle amministrazioni per tutelare la salute dei cittadini? Cosa è stato fatto e cosa invece manca all’appello? Report ha ricostruito il sistema di vigilanza e di misurazione delle sostanze inquinanti: manca un monitoraggio delle particelle più sottili, le ultrafini, che sono le più pericolose per l’organismo, perché entrano capillarmente nel sangue e da lì raggiungono tutti gli organi compromettendo la loro funzionalità. Oltre ai danni alla nostra salute, tutto questo ha una pesante ricaduta economica: le procedure di infrazione aperte dall’Unione Europea rischiano di costarci circa 2 miliardi di euro ciascuna. Mentre i costi sanitari vanno dai 2.000 euro ad abitante all’anno a Torino fino ai 2.800 euro a Milano.
Il vero "prenditore" è lo Stato perchè senza tanta trasparenza succhia tasse a destra e a manca per la propria incapacità. E tutti stanno zitti, ma, come ho già scritto, la mission dei salvataggi, spesso fittizi ed inutili, crea sempre consenso.
Industria Italiana Autobus e il buco del bus di stato
 
Quanto ci piace a noi italiani affidare una cosa allo "stato" e poi infischiarcene allegramente "tanto ci pensa lo stato".

da Il Foglio

Il buco del bus di stato
Tanti ordini ma poca produzione: 47,7 milioni di perdite. 11 surreale caso Industria Italiana Autobus

Roma. Nel 2012 Sergio Marchionne decise di chiudere l'Irisbus di Flumeri (Avellino) per una semplice ragione: "Non ha mai guadagnato una lira nella sua storia". La politica, comprensibilmente, volle evitare che 300 e passa lavoratori in una zona depressa perdessero il posto e promise di rilanciare la produzione di autobus: lo Stato imprenditore sarebbe riuscito laddove Marchionne si era arreso. Arriviamo a oggi.

Il cda dell'Industria italiana autobus (IIA), così si chiama l'azienda che ha unito l'ex Irisbus e l'ex BredaMenarinibus di Bologna, controllata dallo stato attraverso Invitalia e Leonardo, si è appena dimesso in blocco dopo l'approvazione del progetto di bilancio del 2022, che registra una perdita di 47,7 milioni di euro. E non si può dire che il problema sia la crisi economica. Anzi, dopo dieci anni, rispetto al periodo in cui Marchionne doveva ristrutturare e salvare la Fiat, le condizioni del mercato degli autobus si sono completamente ribaltate: i comuni e le amministrazioni locali stanno investendo molto per il rinnovo del trasporto pubblico locale, i progetti nazionali ed europeisi pensi solo al Pnrr mettono a disposizione molti soldi per la transizione "green".

E infatti il problema della IIA non è che manchi la domanda, anzi ce n'è persino troppa. Tra Consip e comuni, l'azienda ha firmato commesse per oltre 1.000 autobus. Il problema è che non riesce a produrli. Alimentando il rischio di ulteriori perdite economiche per il mancato rispetto dei contratti: diverse stazioni appaltanti, come i comuni di Bergamo, Palermo e Roma hanno infatti mandato lettere di messa in mora.

La società ha in magazzino 29 milioni di euro di componenti, solo che si tratta di quelli sbagliati. Perché per completare gli autobus servono altri pezzi che non sono stati comprati perché è finita la liquidità. Non c'è più cassa né banche disposte a concedere linee di credito. Così ci sono autobus pronti al 90 per cento che non possono essere completati e lavoratori che vanno sul posto di lavoro, ma praticamente non riescono a lavorare, sebbene l'azienda sia piena di lavoro, perché mancano i pezzi.

Di fronte a questa situazione surreale, difficile da immaginare in un contesto diverso da quello di un'azienda statale, erano arrivati segnali chiari di un "cambio di passo", richiesto dagli stessi sindacati, che è diventato un cambio del management. "Non possiamo più essere il vostro bancomat", aveva detto al tavolo di crisi Fausta Bergamotto, sottosegretario del ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il redde rationem è arrivato nei giorni scorsi, con l'approvazione del progetto di bilancio 2022 che registra perdite per 47,7 milioni e andrà in assemblea il 24 giugno e le contestuali dimissioni del cda per il mancato raggiungimento degli obiettivi. Il ministero guidato da Adolfo Urso prevedeva, per lo sblocco delle tranche di finanziamento, il raggiungimento di specifici obiettivi che consistevano nella realizzazione di 151 autobus, ma l'azienda si è fermata sotto il 50 per cento: 68 autobus completati e 147 in vario stato di avanzamento. Il principale responsabile è stato individuato nell'ad e presidente di IIA, Antonio Liguori, che era stato nominato con un'intesa tra i due principali azionisti statali Leonardo (28,65 per cento) e Invitalia (42,76 per cento), all'epoca guidati da Alessandro Profumo di Leonardo e Domenico Arcuri. Il terzo azionista, la turca Karsan, che doveva essere il socio industriale, si è completamente disimpegnato e aspetta solo di andarsene o di svanire attraverso i vari aumenti di capitale.

La parabola degli autobus di stato mostrava le sue criticità sin dall'inizio, ma era chiaro come sarebbe andata a finire quando il governo Conte fece subentrare Invitalia che partecipò a un aumento di capitale di 30 milioni di euro, a cui vanno aggiunti 23,7 milioni di contratto di sviluppo. E' da allora che si aspetta l'arrivo di un partner industriale, uno che insomma sappia fare gli autobus, che però non si trova mai. Cosicché Leonardo, che quando si chiamava Finmeccanica con l'ad Mauro Moretti aveva deciso di uscire dal settore autobus, si è ritrovata sempre più impigliata e costretta a continue trasfusioni di denaro. Gli ultimi bilanci di IIA sono un crescendo di perdite: 3,1 milioni nel 2019; -6,5 milioni nel 2020; -26,5 milioni nel 2021; -47,7 milioni nel 2022. L'aumento di capitale di 16 milioni di euro, deliberato nel 2021, è praticamente già evaporato.

Così i soci hanno dovuto mobilitare altre risorse per 25-30 milioni tra finanziamento soci e ricapitalizzazione che, verosimilmente, verseranno solo i soci pubblici italiani.

Gran parte del peso di questa impresa viene scaricato su Leonardo, che produce aerei ed elicotteri e deve imparare a fare gli autobus. Servirebbe un socio industriale, capace di trasferire tecnologia e riorganizzare uno stabilimento che ha standard di efficienza bassissimi. Il fatto che Iveco abbia deciso di investire a Foggia per produrre gli autobus vuol dire che IIA non solo non ha un compratore, ma ha anche un concorrente capace di fare quel lavoro.

Per il momento è certo che serve un nuovo management. Il nuovo ad di Leonardo Roberto Cingolani è ben consapevole che serve discontinuità, e infatti ha assecondato il cambio del cda. Si fa il nome di Giancarlo Schisano, già capo della divisione Aerostrutture di Leonardo, che ha gestito la riorganizzazione di Pomigliano e Grottaglie. L'obiettivo primario è contenere la voragine di bilancio. Per trovare qualcuno che sappia produrre degli autobus e fare un euro di guadagno, dopo 10 anni dalla sentenza di Marchionne, c'è ancora tempo. Luciano Capone
 
ot
Segnalo, soprattutto ai soliti denigratori delle imprese specialmente se grandi, l'interessante novità rappresentata dall'ad, di Banca Intesa, Messina, favorevole a una partecipazione agli utili da parte dei dipendenti. In Italia, Intesa è il principale datore di lavoro privato.
 
...bah, potrebbero già farlo da sempre: si comprino le azioni:D

peraltro in un settore di mer-da, quello bancario:rotfl:
 
...bah, potrebbero già farlo da sempre: si comprino le azioni:D

peraltro in un settore di mer-da, quello bancario:rotfl:
si concordo
e poi i bancari sono abbastanza pericolosi , proprio con s.paolo ho rischiato di bruciarmi forte perchè ero dentro pesante , poi ci fu la fusione con intesa e ci fu un grosso rimbalzo e riuscii a uscire salvando la scorza per il rotto della cuffia .
mettere tanti soldi soltanto su un titolo è molto molto pericoloso e non lo farò mai più
comunque stellantis continua il rimbalzo pare con decisione , ha chiuso il gap del dividendo .....
saluto
 
VW fa un bel ripulisti, che aspettavo da tempo.
Taglio dei costi massiccio, taglio di modelli, e abbandono completo dei modelli da due lire che non fanno valumi..
Un salutone a SEAT che arriva ai titoli di coda temo...continuano con il successo di Cupra che però ha ucciso SEAT.

Volkswagen - Wolfsburg conferma il piano di ristrutturazione: ecco cosa cambia

In ogni caso, al di là di quello che dicono, ci sarà un taglio deciso di forza lavoro!
O così, o sono fuori mercato!
Se non avessero Audi e Porsche avrebbero già dovuto tagliare da tempo...
E' evidente che i prezzi dei modelli sono fuori mercato, e i costi degli optional appesantisce i costi di tutta la produzione.
 
Ultima modifica:
seat e cupra sono la stessa cosa...han cambiato il nome...ricordo perfettamente che i primi tempi si chiamava "seat-cupra"...confondono la forma con la sostanza:rotfl:
 
VW fa un bel ripulisti, che aspettavo da tempo.
Taglio dei costi massiccio, taglio di modelli, e abbandono completo dei modelli da due lire che non fanno valumi..
Un salutone a SEAT che arriva ai titoli di coda temo...continuano con il successo di Cupra che però ha ucciso SEAT.

Volkswagen - Wolfsburg conferma il piano di ristrutturazione: ecco cosa cambia

In ogni caso, al di là di quello che dicono, ci sarà un taglio deciso di forza lavoro!
O così, o sono fuori mercato!
Se non avessero Audi e Porsche avrebbero già dovuto tagliare da tempo...
E' evidente che i prezzi dei modelli sono fuori mercato, e i costi degli optional appesantisce i costi di tutta la produzione.

Le aperture. Come detto, la ristrutturazione avrà bisogno del via libera dei sindacati e in particolare del presidente del consiglio di fabbrica. La battagliera Daniela Cavallo, però, ha già fatto le prime aperture: "Siamo tutti d'accordo sul fatto che dobbiamo ottenere i risparmi senza ridurre i salari concordati collettivamente o perdere posti di lavoro. Perché le leve decisive sono altre". Per esempio, maggior cooperazione tra i marchi e più attenzione sui software e lla qualità del prodotto. "Mi aspetto una convincente integrazione di settori strategicamente decisivi. Dobbiamo finalmente mettere costantemente in moto queste leve centrali per sfruttare quelle opportunità di miglioramento che sono insite nella nostra azienda a lungo termine. In questo contesto, è anche importante mantenere la forza lavoro ben informata e coinvolta durante l'intero processo", ha concluso Cavallo.

Fra qualche anno saranno un caso umano come Renault.

E' quello di cui hanno bisogno i politicanti europei
 
Chi è che diceva non seguiremo i tagli di TESLA?
Intanto i cinesi tagliano, pur avendo margini negativi!
Qui senza i soldi del partito hanno già perso!

Tesla 1, resto del mondo 0
Poi è solo una partita...ma quando si perde bisognerebbe sempre imparare qualcosa...

Auto elettriche, cinese Nio taglia i prezzi

Ma l'asino raglia e insiste!
Vai con lo swap della batteria...il vero core business...

A proposito...Vogliamo parlare di Le Mans e nuovo record storico di (azioni e non solo) Ferrari?

Ferrari - Peugeot belle competitive, anche tra di loro!
 
Le aperture. Come detto, la ristrutturazione avrà bisogno del via libera dei sindacati e in particolare del presidente del consiglio di fabbrica. La battagliera Daniela Cavallo, però, ha già fatto le prime aperture: "Siamo tutti d'accordo sul fatto che dobbiamo ottenere i risparmi senza ridurre i salari concordati collettivamente o perdere posti di lavoro. Perché le leve decisive sono altre". Per esempio, maggior cooperazione tra i marchi e più attenzione sui software e lla qualità del prodotto. "Mi aspetto una convincente integrazione di settori strategicamente decisivi. Dobbiamo finalmente mettere costantemente in moto queste leve centrali per sfruttare quelle opportunità di miglioramento che sono insite nella nostra azienda a lungo termine. In questo contesto, è anche importante mantenere la forza lavoro ben informata e coinvolta durante l'intero processo", ha concluso Cavallo.

Fra qualche anno saranno un caso umano come Renault.

E' quello di cui hanno bisogno i politicanti europei
non ho capito niente di quello che ha detto...come vuole agire, in soldoni?:rotfl:OK!
 
non ho capito niente di quello che ha detto...come vuole agire, in soldoni?:rotfl:OK!
Toccate(mi) tutto ma non salari e forza lavoro.
Magari ridurranno i costi attraverso le imprese di pulizia o facendo auto a tre ruote oppure faranno un brand a tre anelli sulla falsariga di quello fatto con Seat-Cupra...insomma, non siate così negativi...:yes:
 
Toccate(mi) tutto ma non salari e forza lavoro.
Magari ridurranno i costi attraverso le imprese di pulizia o facendo auto a tre ruote oppure faranno un brand a tre anelli sulla falsariga di quello fatto con Seat-Cupra...insomma, non siate così negativi...:yes:
Torna la Prinz! Ma elettrica!
In caso non si trovi parcheggio ci sarà il tasto per autodistruggerla! :D
 
Torna la Prinz! Ma elettrica!
In caso non si trovi parcheggio ci sarà il tasto per autodistruggerla! :D
ai suoi tempi era una bella macchina e anche il motore era brioso già con asse a camme in testa :D
anche la DKV 2 tempi a miscela aveva un motore che girava come una scheggia
 
Forse son troppo giovane per apprezzare robe del genere...;)

Lascio volentieri ai nostalgici...preferirei collezionare ben altre auto!

Bah, rimane per me un mistero su quale cliente europeo possa spendere così tanto per un auto cinese con tutti i dubbi relativi a rete assistenza, ricambi e perchè no...battery swap!
NIO ET5 Touring, ufficiale la nuova station wagon elettrica. Arriva anche in Europa

Però in effetti, le giardinette hanno ancora più senso se elettriche rispetto ai classici SUV. Sicuramente hanno efficienze ben superiori.
 
Certo che l'avventura di Toyota nell'elettrico è partita proprio male...
Ricarica troppo lenta per Toyota bZ4X - Vaielettrico

in verità già un update è stato rilasciato, e per quando tutt'ora non sia una delle auto che si ricarica più velocemente di certo mi risulta molto migliorata!

Rimane che dovranno sudare e innovare ancora un po'...
 
Già, bisogna vederle se riescono a produrle le auto richieste. Magari non richiedono invece quelle che sono in stock. Le problematiche produttive sono diverse da modello a modello leggevo.
 
Stato
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