Strappo di Bossi nella lega

  • Ecco la 69° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Settimana difficile per i principali indici europei e americani, solo il Nasdaq resiste alle vendite grazie ai conti di Nvidia. Il leader dei chip per l’intelligenza artificiale ha riportato utili e prospettive superiori alle attese degli analisti, annunciando anche un frazionamento azionario (10 a 1). Gli investitori però valutano anche i toni restrittivi dei funzionari della Fed che hanno ribadito la visione secondo cui saranno necessari più dati che confermino la discesa dell’inflazione per convincere il Fomc a tagliare i tassi. Anche la crescita degli indici Pmi, che dipingono un’economia resiliente con persistenti pressioni al rialzo sui prezzi, rafforzano l’idea di tassi elevati ancora a lungo. Per continuare a leggere visita il link

  • Due nuove obbligazioni Societe Generale, in Euro e in Dollaro USA

    Societe Generale porta sul segmento Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana due obbligazioni, una in EUR e una in USD, a tasso fisso decrescente con durata massima di 15 anni e possibilità di rimborso anticipato annuale a discrezione dell’Emittente.

    Per continuare a leggere visita questo LINK
E' solo il gioco delle parti. Siccome Salvini e' diventato impresentabile, adesso scongelano Bossi e provano a fare un altro giro, sperando che i loro elettori abbiano dimenticato le promesse di 30 anni fa.

Bravo. Penso anche io che stanno giocando di anticipo
riproponendo bossi per fregare zaia e i suoi amici veneti. Oramai lo sanno anche i bimbi che il simbolo della lega partito compreso è in mano a silvio e famiglia bossi.
Gli allocchi abboccheranno?
 
Ne neri ne rossi, ma liberi con Bossi
Calabresi e siciliani i veri Salviniani.
 
Si alza un solo grido: #primailnord

Nasce il Comitato Nord di Bossi, con Zaia spettatore molto interessato. Fuori dal partito del Capitano, invece, si muovono Fava, Castelli e tutti quelli che vogliono tornare alla Lega Nord: “Non vogliamo più sentir parlare di ponte sullo Stretto”
 
Si alza un solo grido: #primailnord

Nasce il Comitato Nord di Bossi, con Zaia spettatore molto interessato. Fuori dal partito del Capitano, invece, si muovono Fava, Castelli e tutti quelli che vogliono tornare alla Lega Nord: “Non vogliamo più sentir parlare di ponte sullo Stretto”

L'ultima frase penso che accumuni tutti, indipendentemente da essere pro o contro Vito
 
Ho votato lega Salvini ma mai la lega di Bossi, un ciarlatano spaccone e sbruffone.

Tanta brava gente gli ha creduto, sperava che lui facesse quello che diceva, invece mentre parlava di Roma ladrona si fotteva il finaziamento pubblico del partito, in combutta con Rosi Mauro e Belsito.

Per Bossi la natura dovrebbe fare il suo corso abbastanza velocemente e levarcelo dai didimi

Meno male che è arrivato Salvini, il coerente.

Sicuramente spinge gli interessi del Nord dopo aver fatto il tour meridionale a elemosinare voti :D :D :D
 
Serve una corrente nordista per rompere il qazzo alla Meloni in parlamento.
 
Sono due affermazioni del tutto infondate e cervellotiche: né il Salvini si è autosabotato né ha burlato.
Di fatto è l'unico che ha tentato di andare verso un razionale e equilibrato nazionalismo, nonostante una certa mancanza di quadri al Sud.
Il che gli ha causato una violenta opposizione da parte dell'oligarchia.

E' una lettura, per carità.

Propongo la mia.
Lega in ricostruzione, partito ben radicato e più sveglio di molti altri, con classe politica ormai esperta dopo le buffonate del passato. Col capitano arriva l'occasione: comunica duro, buca lo schermo, cammina tra la gente nei mercati, il potenziale è sotto l'occhio di tutti.

Parallelamente il CDX vede lo sfascio post Berlusconiano. Dopo grandi intese renziane e la perdita del leader servono volti nuovi. Fratelli d'Italia non era ancora matura, troppo casinari e troppo poco votabili (Giorgina negli anni ha imparato l'importanza di tacere).

Arriva l'opportunità: i voti del Sud. Capitano con set di magliette e felpe parte per l'Italia e convince i meridionali che alla fine non li schifavano così tanto, ci sono quelli più scuri da disprezzare prima. Arriva il primo successo elettorale. Inoltre la versione che strizza l'occhio ad un certo sovranismo viene buona sia per il nord che per il sud.
Certo, l'accoppiata col partito meridionalista per antonomasia dovrebbe insinuare il dubbio al nord, ma alternative latitavano.

Al governo il capitano lavora al meglio per la Lega. Mesi di campagna elettorale, l'eredità di Minniti e la capacità di personalizzare certe battaglie gli regalano un grande consenso. Arriva lo strappo, cade il Conte I. Primi malumori nell'elettorato, un po' agli elettori appare il giochino politico che vede il prevalere di logiche politiche sull'interesse nel concretizzare qualcosa al governo. Nell'agenda leghista inoltre vengono spinte misure come "quota100" e viene cavalcata la posizione Borghi-

Ma incredibilmente la fortuna bacia il capitano. Si trova all'opposizione quando arriva il Covid, ottima occasione per lasciare ad altri la patata bollente.
Arrivano le prime tensioni: l'esigenza politica di fare opposizione si scontra con la necessità dei governatori di fare cose, anche loro per fini politici. Tutto sommato l'intraprendenza di Zaia nelle prime fasi è molto apprezzata, mascherine e tamponi in abbondanza rispetto al resto d'Italia.

Arriva il gran finale. Fuori dal governo la Lega non si gioca il PNRR, per cui con il governone allargato di Draghi la Lega ci si rituffa. Da lì una serie di surreali contraddizioni.
Da una parte il tentare di mantenere la base sovranista/novax, dall'altra una serie "Non scherziamo" puntualmente smentiti da regolari voti in aula. Ciliegina, l'elezione del PdR. Dopo aver provato a farsi definire il manovratore dell'elezione, finisce magro col piatto vuoto e l'ennesima figura da pollo.

Di colpo Salvini perde parte del supporto imprenditoriale (che vede in Meloni una rappresentanza più stabile e meno affine sbandate pro Russia o eccessi verso l'UE, la quale rimane partner primario), perde il supporto del nord storico (che è stato accantonato per la scalata nazionale) e su scala nazionale si trova a dover pagare l'onta del supporto a Draghi e governo col PD, azioni in contrasto con le dichiarazioni sovraniste e simili.

Ritengo che comunque l'elezione (in seggi) non sia andata così male alla Lega, ma politicamente non vedo gran futuro al capitano.
 
E' una lettura, per carità.

Propongo la mia.
Lega in ricostruzione, partito ben radicato e più sveglio di molti altri, con classe politica ormai esperta dopo le buffonate del passato. Col capitano arriva l'occasione: comunica duro, buca lo schermo, cammina tra la gente nei mercati, il potenziale è sotto l'occhio di tutti.

Parallelamente il CDX vede lo sfascio post Berlusconiano. Dopo grandi intese renziane e la perdita del leader servono volti nuovi. Fratelli d'Italia non era ancora matura, troppo casinari e troppo poco votabili (Giorgina negli anni ha imparato l'importanza di tacere).

Arriva l'opportunità: i voti del Sud. Capitano con set di magliette e felpe parte per l'Italia e convince i meridionali che alla fine non li schifavano così tanto, ci sono quelli più scuri da disprezzare prima. Arriva il primo successo elettorale. Inoltre la versione che strizza l'occhio ad un certo sovranismo viene buona sia per il nord che per il sud.
Certo, l'accoppiata col partito meridionalista per antonomasia dovrebbe insinuare il dubbio al nord, ma alternative latitavano.

Al governo il capitano lavora al meglio per la Lega. Mesi di campagna elettorale, l'eredità di Minniti e la capacità di personalizzare certe battaglie gli regalano un grande consenso. Arriva lo strappo, cade il Conte I. Primi malumori nell'elettorato, un po' agli elettori appare il giochino politico che vede il prevalere di logiche politiche sull'interesse nel concretizzare qualcosa al governo. Nell'agenda leghista inoltre vengono spinte misure come "quota100" e viene cavalcata la posizione Borghi-

Ma incredibilmente la fortuna bacia il capitano. Si trova all'opposizione quando arriva il Covid, ottima occasione per lasciare ad altri la patata bollente.
Arrivano le prime tensioni: l'esigenza politica di fare opposizione si scontra con la necessità dei governatori di fare cose, anche loro per fini politici. Tutto sommato l'intraprendenza di Zaia nelle prime fasi è molto apprezzata, mascherine e tamponi in abbondanza rispetto al resto d'Italia.

Arriva il gran finale. Fuori dal governo la Lega non si gioca il PNRR, per cui con il governone allargato di Draghi la Lega ci si rituffa. Da lì una serie di surreali contraddizioni.
Da una parte il tentare di mantenere la base sovranista/novax, dall'altra una serie "Non scherziamo" puntualmente smentiti da regolari voti in aula. Ciliegina, l'elezione del PdR. Dopo aver provato a farsi definire il manovratore dell'elezione, finisce magro col piatto vuoto e l'ennesima figura da pollo.

Di colpo Salvini perde parte del supporto imprenditoriale (che vede in Meloni una rappresentanza più stabile e meno affine sbandate pro Russia o eccessi verso l'UE, la quale rimane partner primario), perde il supporto del nord storico (che è stato accantonato per la scalata nazionale) e su scala nazionale si trova a dover pagare l'onta del supporto a Draghi e governo col PD, azioni in contrasto con le dichiarazioni sovraniste e simili.

Ritengo che comunque l'elezione (in seggi) non sia andata così male alla Lega, ma politicamente non vedo gran futuro al capitano.

molto banalmente la Lega nordista è inchiodata a un 5% su scala nazionale; la lega nazionale a trazione sovranista si è giocata il grande consenso che aveva nell'estate del 2019 con nell'ordine:
1. Papeete
2. la caduta del Conte I (ha provato ad andare a elezioni anticipate ed è andata male)
3. l'appoggio a governo draghi
4. atteggiamento ipocrita sul green pass (criticatissimo ma sempre votato), che ha fatto incacchiare sia chi era favorevole al lasciapassare che chi era contrario
5. dulcis in fundo: voto a mattarella
 
Roberto Castelli, esponente storico della vecchia Lega Nord, chiarisce che «Bossi non è assolutamente un’ombra, è una presenza fondamentale, un vecchio leone che lotterà fino alla fine, ma - precisa - bisogna capire come si sviluppa questa questione. Ho imparato che in ogni iniziativa politica bisogna chiedersi “cui prodest”? Perché le letture possono essere tante». Con una ulteriore avvertenza. «Se il Comitato del Nord parte da una precisa esigenza di portare alla ribalta il dibattito sulla questione settentrionale, assolutamente ben venga. Ma vediamo come si svilupperà e vedremo la vera essenza di questa iniziativa».
 
La lega nazionale è solo opera di Salvini.
E' andato avanti da solo, della lega solo lui è andato fare i comizi al sud.
Tutti gli altri big, si sono occupati sempre e solo del nord.
Adesso che Salvini si è schiantato con il progetto nazionale (schianto scontato), verrà cacciato.
Il nome è una formalità, sarà del tipo:
lega per il nord, lega nordista, eccetera.
 
La lega nazionale è solo opera di Salvini.
E' andato avanti da solo, della lega solo lui è andato fare i comizi al sud.
Tutti gli altri big, si sono occupati sempre e solo del nord.
Adesso che Salvini si è schiantato con il progetto nazionale (schianto scontato), verrà cacciato.
Il nome è una formalità, sarà del tipo:
lega per il nord, lega nordista, eccetera.


Non verrà cacciato perchè non c'è nessun altro capace di fare propaganda . Di Bossi e Salvini ne nascono pochi. Ci vuole dialettica e carisma , non mezze figure alla Enrico Letta o Giuseppe Conte.
 
molto banalmente la Lega nordista è inchiodata a un 5% su scala nazionale; la lega nazionale a trazione sovranista si è giocata il grande consenso che aveva nell'estate del 2019 con nell'ordine:
1. Papeete
2. la caduta del Conte I (ha provato ad andare a elezioni anticipate ed è andata male)
3. l'appoggio a governo draghi
4. atteggiamento ipocrita sul green pass (criticatissimo ma sempre votato), che ha fatto incacchiare sia chi era favorevole al lasciapassare che chi era contrario
5. dulcis in fundo: voto a mattarella

E come ti ho già scritto in altro post, l'approccio salvini è limitato per definizione.

L'antisistema è un ruolo che puoi giocare una volta sola, perché "dopo" nel sistema ci sei dentro anche tu, qualsiasi partito tu sia. Successo ai 5s, successo alla Lega e succederà a FdI se la Meloni non stupirà tutti proponendosi come nuovo centrodestra e dimostrandosi più moderata dell'atteso.

Se aizzi il popolo arrabbiato per avere consenso (legittimo) è fisiologico poi che lo stesso popolo pretenda, e in fretta.

Quello che molti, sbagliando, pensano è che l'elettore voti programmi o posizioni specifiche. Per carità, vota anche quelle, ma la massa tende a votare per principio, tanto che per questo motivo sono nati i cosiddetti voti di protesta: voti dati a forze "di rottura" verso l'esistente per palese insoddisfazione verso le alternative politiche.

Va da sé che il voto di protesta funziona con cicli iterativi: chi sta male (genericamente insoddisfatto o arrabbiato per N motivi, anche indipendenti dalla politica) vota Tizio finché Tizio va al potere (o sparisce/perde seguito). Quando Tizio è al potere se chi sta male continua a stare male (probabile in paese in declino) allora la protesta premierà Caio.
E così via.
 
Non verrà cacciato perchè non c'è nessun altro capace di fare propaganda . Di Bossi e Salvini ne nascono pochi. Ci vuole dialettica e carisma , non mezze figure alla Enrico Letta o Giuseppe Conte.

Ora, lungi da me stimare il caro avvocaDo, ma se Letta è unanimemente percepito come uno non propriamente carismatico, al buon Conte bisogna riconoscere almeno la capacità di giostrarsi bene in campagna elettorale.
A furia di prenderlo in giro s'è consolidato il feudo meridionale confermandosi 3o partito ed evitando il disfacimento. Se il PD continua con questa eterna confusione e perenne lotta interna se li mangia lui alla fine.
 
E come ti ho già scritto in altro post, l'approccio salvini è limitato per definizione.

L'antisistema è un ruolo che puoi giocare una volta sola, perché "dopo" nel sistema ci sei dentro anche tu, qualsiasi partito tu sia. Successo ai 5s, successo alla Lega e succederà a FdI se la Meloni non stupirà tutti proponendosi come nuovo centrodestra e dimostrandosi più moderata dell'atteso.

Se aizzi il popolo arrabbiato per avere consenso (legittimo) è fisiologico poi che lo stesso popolo pretenda, e in fretta.

Quello che molti, sbagliando, pensano è che l'elettore voti programmi o posizioni specifiche. Per carità, vota anche quelle, ma la massa tende a votare per principio, tanto che per questo motivo sono nati i cosiddetti voti di protesta: voti dati a forze "di rottura" verso l'esistente per palese insoddisfazione verso le alternative politiche.

Va da sé che il voto di protesta funziona con cicli iterativi: chi sta male (genericamente insoddisfatto o arrabbiato per N motivi, anche indipendenti dalla politica) vota Tizio finché Tizio va al potere (o sparisce/perde seguito). Quando Tizio è al potere se chi sta male continua a stare male (probabile in paese in declino) allora la protesta premierà Caio.
E così via.

Portare avanti un programma diverso dal pilota automatico non vuol dire essere anti sistema. Significa portare avanti un'idea alternativa al pensiero unico.
è chiaro che, se prendi i voti per fare il sovranista e poi appoggi il governo draghi e mattarella presidente, chi ti ha dato il voto s'incaxxa
 
Il Potere creò la Lega di infiltrati per raccogliere e neutralizzare il voto di protesta del Nord,
creò i 5 Stelle per raccogliere gli elettori in fuga dal PD, creò il partito di Renzi con lo scopo di far cadere Letta,
creò dieci partiti di novax per frazionare il voto e non far eleggere nessuno,
e ora ti crea questo per far cadere Meloni, di fatto già ex-premier
Dalla Lega in 30 anni, centinaia di milioni di voti e risultati per il Nord ZERO.
Bossi consegnò il Paese alla sinistra nel 1995, Salvini consegnò il Paese a PD-M5Stelle nel 2019,
cosa serve ancora per capire che questa gente è manovrata dal vero Potere romano?
 
Portare avanti un programma diverso dal pilota automatico non vuol dire essere anti sistema. Significa portare avanti un'idea alternativa al pensiero unico.
è chiaro che, se prendi i voti per fare il sovranista e poi appoggi il governo draghi e mattarella presidente, chi ti ha dato il voto s'incaxxa

Si vabeh, però almeno bisogna essere onesti.

Un conto è un programma diverso dal pensiero unico, un altro è un insieme di slogan e frasi senza fondamento per strizzare l'occhio a certe frange.

Ricordo sempre che al governo c'è andato con le incredibili proposte di mandare la gente in pensione a debito, intimorire 2 barchette e i decreti sicurezza. Si son ben guardati dal tirar fuori improbabili rivoluzioni o politiche "contro il pensiero unico".
Avevano pure i 5s come alleati, che in quello almeno si proclamavano pure loro "contro".
 
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Continua l'avanzata della Meloni au danni di Lega e fi

Continua l'avanzata del m5s ai danni del pd OK!
 
addio Salvini

l presidente di Confindustria ha parlato durante l’assemblea degli industriali di Varese, storica roccaforte leghista e ha definito come "immaginifiche" due delle misure bandiera del partito di Salvini. Le reazioni del centrodestra, Fdi: "Flat tax è nel programma". Il Carroccio: "La faremo già con la legge di bilancio". Forza Italia: "Quella di Bonomi non è una bocciatura definitiva"

Un attacco gelido a due delle misure bandiera sventolate dalla Lega di Matteo Salvini in campagna elettorale. E implicitamente una specie di apertura di credito a Fratelli d’Italia, azionista di maggioranza del nuovo governo. È una sorta di riposizionamento quello del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. A otto giorni dalle elezioni politiche, il numero uno di viale dell’Astronomia è intevenuto sul dibattito pubblico, mettendo subito le mani avanti: “Non mi esprimo sul risultato elettorale. A votare sono gli italiani e non le imprese. Noi non tifiamo nè per uno e nè per l’altro. Proponiamo le misure e giudichiamo cosa viene fatto”. Poi, però, ha lanciato il suo attacco: “Non possiamo permetterci immaginifiche flat tax e prepensionamenti. Non vogliamo negare ai partiti di perseguire le promesse elettorali ma oggi energia e finanza pubblica sono due fronti emergenza che non possono ammettere follie per evitare l’incontrollata crescita di debito e deficit“. Parole chiaramente dirette al partito di Salvini, che ha largamente promesso la flat tax (come anche Forza Italia) e un ritorno a quota 100. Un attacco, quello di Bonomi, che appare ancora più esplicito se si pensa che il presidente di Confindustria ha parlato durante l’assemblea degli industriali di Varese, storica roccaforte leghista.
 
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