Supports/Surfaces

Nell’asta parigina del 19 aprile proposta da Audap & Associés, segnalo:
Ottimi risultati nell’asta del 19 aprile proposta da Audap & Associés; incluse le commissioni, sono stati:
  • Claude Viallat (stima € 4k – 6k): € 16.400 (quasi tre volte la stima massima)
  • Marc Devade (stima € 5k – 7k): € 12.940
 
Nell’asta di Seoul Auction del 23 aprile passa un’opera di Viallat con una curiosa distanza tra stima minima e massima: USD 9.100 ~ 37.600.

Lotto 60
L’opera è stata aggiudicata all’incirca in corrispondenza della metà della strana forchetta, con il martello fermato a € 19.040 (commissioni escluse). Risultato comunque molto buono, considerando la misura non molto grande.

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Nel catalogo proposto da De Vuyst per l’asta del 18 maggio segnalo un’opera di Marc Devade (Lotto 337).
 
Nel catalogo Ader per l’asta del 17 maggio a Parigi, si segnala soprattutto un’opera del 1973 di André Valensi (Lotto 112), oltre ad una di François Rouan (Lotto 113; ricordo che, a rigore, l’artista non fa parte del gruppo), una recente ma interessante di Louis Cane (Lotto 121) e due opere minori di Pierre Buraglio (Lotto 122 e Lotto 123).
 
Nell’Asta Martini del 12 giugno sono presenti ben due opere di Noël Dolla.

Sono entrambe opere molto interessanti, che forse esulano da quelle che più siamo abituati ad associare all’artista e quindi meritano qualche considerazione.

Parto in ordine cronologico dalla seconda (Lotto 343), una piccola tecnica mista del 1987.

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Nel 1986 Dolla inizia una serie di dipinti molto materici (utilizzando quello che lui chiama “acrilico bituminoso”) indicati come “Tre del Capo”. Il riferimento è all’uccisione di tre neri a Città del Capo, in pieno Apartheid.

Nello stesso anno, i suoi fratelli minori Serge e Patrick vengono incarcerati nella prigione di Nizza per tre mesi per uso di eroina. L’eroina circola anche in carcere, ma le siringhe vengono condivise: entrambi contraggono l’AIDS. Noël Dolla sfoga il proprio dolore con una serie di dipinti analoga alla precedente, alla quale attribuisce però il fuorviante titolo di “Tchernobyl”, che è un altro fatto del 1986.
Dolla, per distanziarsi dalle emozioni, realizza queste opere con il solo braccio destro (lui è mancino) e coprendosi l’occhio dominante.

Nel 1987 l’artista prosegue queste due serie e l’opera in asta, che non si vede benissimo in foto, potrebbe essere una sintesi di entrambe (infatti è senza titolo e non è attribuita a nessuna delle due): le tre croci e le tre spighe che mi sembra di intravvedere potrebbero ricordare tanto i tre neri uccisi a Città del Capo quanto i tre fratelli Dolla.
 
L’altra opera in asta da Martini (Lotto 342) è l’esito di una storia molto curiosa.

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Nel 1989 Dolla inizia una serie intitolata “I silenzi del fumo”: senza mai toccare direttamente la superficie dell’opera con le mani o con la fiamma, lascia che il fumo di una torcia lasci le sue tracce nere su di essa. Nell’estate del 1990 viene organizzata dal Ministero della Cultura francese una mostra commemorativa del gruppo Supports/Surfaces, per celebrarne più o meno vent’anni, al castello di Chambord. Dolla porta due lavori di questa serie. Presenterà opere della serie anche al centro italo-francese di Bologna, nel 1992.

Dolla, che non si fossilizza a lungo sulle serie o sulle tecniche, ma le riprende e le ibrida senza mai abbandonarle del tutto, nel 1998 si mette in testa di realizzare nuove opere del ciclo “I silenzi del fumo”, ma questa volta senza nemmeno tenere in mano la torcia accesa, bensì affidandosi al fumo eterno che proviene dalle profondità della Terra. Sulle orme di Ulisse, si reca alle isole Eolie ed espone le tele ai fumi di Vulcano. La tossicità dei gas emessi gli causa gravi problemi respiratori dai quali impiega molto tempo per riprendersi.

Esiste un breve filmato, intitolato “Odissea a Vulcano”, che documenta questa azione. Ne propongo qualche fotogramma:

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Dolla ha poi continuato ad utilizzare il fumo nelle proprie opere e quella in asta, datata 2010, è abbastanza recente rispetto all’inizio di questo ciclo.

Mi rendo conto di non avere più proseguito gli approfondimenti degli artisti del gruppo, quindi mi riprometto di riprendere dopo Art Basel, in quelli che saranno mesi più tranquilli e senza aste.
 
Ultima modifica:
In un’asta su due giorni (30 e 31 maggio) soprattutto dedicata a libri ed edizioni, la Librairie-Galerie des éléphants di Bruxelles propone un’interessante scultura di Pierre Buraglio (Lotto 74) e tre opere (una scultura, una carta e una combustione su tela) di Christian Jaccard (Lotto 240, Lotto 241 e Lotto 242).
 
Nell’asta Piasa del 6 giugno, segnalo un dittico del 1979 di notevoli dimensioni di Marc Devade (Lotto 22) e un’opera del 1981 molto grande di Claude Viallat (Lotto 25). L’opera di Viallat è molto importante, perché è stata esposta (ed è pubblicata nel relativo catalogo di accompagnamento) nella personale che l’artista ha avuto nel 1982 al Centre Pompidou. Gli anni Ottanta sono un periodo chiave nella parabola dell’artista, che nel 1988 rappresenta la Francia alla Biennale di Venezia.
 
Il prossimo 19 giugno Pandolfini propone in asta due opere di Claude Viallat (Lotto 62 e Lotto 63) e una classica “croce” di Noël Dolla (Lotto 64), tutte provenienti dalla Fondazione Zappettini di Chiavari.

Bella la presentazione sul catalogo cartaceo:

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Peccato il refuso nella citazione in francese dell’intervista a Dolla da parte di Xavier Girard: non è “BNPT”, ma “BMPT”, perché si tratta, com’è ovvio, di un riferimento al gruppo di cui si parla nell’altra nostra discussione (qui il link).

Anche se non è riportato nulla in proposito, sono quasi certo che le opere di Viallat siano quelle portate in fiera a Bologna (e le stime sono in linea con la richiesta d’allora); se n’era parlato qui:
Ripropongo anche in questa discussione le due opere di Viallat portate a Bologna dalla Menhir Art Gallery di Milano:

Vedi l'allegato 2981927

Vedi l'allegato 2981928

La richiesta in fiera era, rispettivamente, di 13k e 14k euro.
 
Nel catalogo Ader per l’asta del 17 maggio a Parigi, si segnala soprattutto un’opera del 1973 di André Valensi (Lotto 112), oltre ad una di François Rouan (Lotto 113; ricordo che, a rigore, l’artista non fa parte del gruppo), una recente ma interessante di Louis Cane (Lotto 121) e due opere minori di Pierre Buraglio (Lotto 122 e Lotto 123).
L’opera di André Valensi (stima € 10k – 15k) ha realizzato € 13.000, commissioni incluse. L’opera di François Rouan (stima € 4k – 6k) è andata invenduta, così come quella di Louis Cane (stima € 2k – 3k) e una di Pierre Buraglio stimata € 1,5k – 2k; l’altra, stimata € 2,5 – 3k, ha fatto € 3.250, commissioni incluse.
 
Il 5 giugno, a Parigi, nell’asta Christie’s con la collezione dei coniugi Rosine Bernheim-Crémieux and Claude Crémieux, passa un’opera di Jean-Pierre Pincemin del 1979 (Lotto 24). Ci sono poi tre opere di François Rouan; anche se l’artista è stato solo vicino al gruppo, se n’è parlato qui e le opere presenti in asta meritano qualche commento.

Procedendo in ordine cronologico di realizzazione, il lotto 59 è una grafite su carta del 1973 che potrebbe essere uno dei quattordici disegni esposti a Villa Medici nella personale dell’artista tenutasi dall’11 al 27 maggio di quell’anno.

Il lotto 61 è l’opera più importante e costosa delle tre: si tratta della seconda nella serie delle Saisons ed è stata esposta al Pompidou a cavallo tra il 1983 e il 1984. La serie si compone di venti opere di formato ovale; iniziata tra il 1976 e il 1978, si interrompe all’inizio del 1982 per la morte, avvenuta il 14 febbraio, della compagna di Rouan, Brigitte Courme, artista anche lei, apprezzata soprattutto per le incisioni.

Anche il lotto 38, una china e gouache su carta, è interessante. Reca due scritte: "Laversine 983'"(in basso a sinistra) e il titolo ''Figures - Trembles'' (in basso al centro). Laversine è il comune a nord-est di Parigi dove Rouan era andato a stabilirsi con Brigitte nel 1977. L’opera è del 1983, ma il titolo corrisponde ad una serie che, secondo le biografie ufficiali, Rouan incomincia a realizzare nel novembre del 1984. Potrebbe essere una di quelle opere che qualcuno definisce “originarie”.
 
Nel catalogo proposto da Crait + Müller per l’asta parigina del 4 giugno, segnalo un’opera di Claude Viallat (Lotto 210).
 
Nel catalogo proposto da Bonhams Cornette de Saint-Cyr per l’asta del 17 giugno, segnalo un’opera di Claude Viallat datata addirittura 1969 (Lotto 14).
 
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