Buongiorno e buon pesce d'aprile a tutti.
Prendo a riferimento un mio post per mettere un pò di ordine alla discussione visto che sono state scritte come sempre un sacco di scemenze la più grossa dell'utente Tacagni che in un post ( numero 2 di questo thread ) asseriva che i "
i titoli presi in prestito non hanno diritto di voto" :
il data 13 marzo riportavo : "Un passo alla volta ci sono diverse scenari : a) Vivendi è uscita ( improbabile per me ) b) ha prestato i suoi titoli a un terzo che interverrà in assemblea . Questo contratto però dovrebbe essere reso pubblico . C) ha prestato a più controparti che restano sotto il 5%"
Oggi possiamo affermare che siamo nella ipotesi "D" ( la peggiore per i piccoli azionisti
)e dopo il deposito delle liste per il rinnovo del cda possiamo proporre alcune riflessioni :
1) Vivendi è ad oggi mentre scriviamo il primo azionista con il 23,75% del capitale ( ha quindi possibilità di veto in assemblea nella votazione delle liste presentate e contraria alla vendita della rete ) e CDP con il 9,81% dei voti ( favorevole alla svendita della rete e quindi al piano del Dott. Labriola ). Poi abbiamo un nucleo volatile di circa il 44% di investitori istituzionali esteri , un 18% di altri investitori voi compresi e un 4% di investitori "italiani " fondi di investimento che probabilmente voteranno a favore di CDP . Possiamo quindi affermare che in assemblea la battaglia sarà tra Vivendi e CDP con perno gli investitori istituzionali che avendo in mano il 44% dei voti sono in grado di spostare la nomia del cda.
2) Dalla stampa abbiamo appreso che circa il 20% delle azioni è stato preso in prestito e la domanda che ci dobbiamo porre è : a che scopo ? Esistono all'uopo attuale due scenari possibili, il primo ( 80% di probabilità) relativo al fatto che le azioni prese in prestito siano una scommessa su
un eventuale aumento di capitale a pagamento dopo la vittoria in assemblea di Vivendi per il tramite del fondo Merlyn (con lo 0,53% del capitale depositato per l'assemblea ma supportato poi al momento del voto dal quel 23% attualmente nelle disponibilità di Vivendi ) grazie al completo e successivo affossamento della società stessa secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa che ipotizzano una eventuale ulteriore
( s) vendita anche di Tim Brazil per monetizzare e permettere un dividendo straordinario che andrebbe a rimpinguare la perdita accumulata negli anni da Vivendi sull'operazione Telecom . Questo scenario è l'equivalente per modalità e tempi di quello attuato molti anni fa su Seat Pagine Gialle . A quel punto con un debito lordo di 32 miliardi di euro
Struttura del debito che tutti voi fingete di non vedere
,l'aumento di capitale sarebbe attuato successivamente con l'appoggio di quel 20% di fondi short che hanno la possibilità di ricoprirsi andando a sottoscrivere un aumento di capitale iperdiluitivo e che permetterebbe di azzerare tutti i piccoli azionisti in stile MPS e di cambiare definitivamente e per sempre l'oggetto sociale della società stessa . A quel punto la società non esisterebbe più e la saga
telecom Italia sarebbe chiuso per sempre. In questo scenario altamente probabile verrebbe fatta piazza pulita una volta per tutte ( finalmente ) di oltre 20.000 dipendenti inutili . Il secondo scenario ( 20% di probabilità ad oggi direi poco probabile )prevederebbe che le azioni prese a prestito venissero utilizzate da qualche socio ( CDP ?)per scompaginare il voto assembleare ma questo secondo scenario anche alla luce del deposito delle liste per il cda di qualche giorno fa è improbabile . Tra l' altro questo prestito titoli avrebbe un costo non indifferente nell'ordine di qualche decina di milioni di euro . Questo soluzione consentirebbe all'ipotetico azionista di aumentare i propri diritti di voto senza incrementare l'esposizione di rischio verso la società .
Ricapitolando quindi lo scenario potrebbe essere : Vince Merylin , che da via libera alla vendita della rete a CDP , con il rimanente si fa una bella operazione spezzatino con vendita dell'unico asset prelibato ( TIM BRAZIL ) , stacco di maxi dividendo ai soci e chiarmente successivo aumento di capitale che prevede uscita totale di Vivendi e chiusura dello short da parte dei fondi che sono andati corti con la sottiscrizione dell'aumento di capitale e nascita di una nuova entità che sarà poi venduta a qualche interlocutore per la parte rimanente delle attività. In Questo scenario per gli azionisti di minoranza una perdita certa del 99% del loro investimento e cornuti e mazziati as usual
.
Nei prossimi giorni, le informazioni di dettaglio e la documentazione prevista dalla normativa applicabile saranno messe a disposizione secondo le modalità indicate nell’avviso di convocazione dell’Assemblea
Assemblea degli azionisti di Telecom Italia – 23 aprile 2024
Volevo poi aggiungere una ulteriore considerazione sull'eventuale voto di Vivendi o sulla sua astensione : senza entrare nel merito della questione è utile tenere presente il principio generale in base al quale
il voto di astensione volontaria si dovrebbe considerare come concorrente alla formazione del quorum costitutivo dell’assemblea e come voto che, non potendo essere considerato come voto favorevole e, in quanto tale, non utile alla formazione del quorum deliberativo richiesto, deve essere parificato al voto negativo.