Open Fiber: rottura con banche, nuovo vertice in extremis (Mess)
ROMA (MF-NW)--Resta fermo al palo il negoziato fra banche, soci e Open Fiber (OF) per il risanamento della societa'' che dovra'' connettere le aree bianche e le aree grigie, quelle a fallimento di mercato con sfumature diverse, perche'' nessun operatore intende investire. Lo scrive Il Messaggero aggiungendo che allo stato c''e'' una netta divergenza sulle modalita'' della cintura di salvataggio in due tempi fra azionisti e creditori. Per scongiurare il default, si tenta di giocare l''ultima carta chiamando un secondo summit di emergenza: dopo la riunione di lunedi'' 24 a Milano, presso Lazard, advisor di Open Fiber, che non ha portato da nessuna parte con la continuita'' aziendale sempre in pericolo, il nuovo tentativo si terra'' domani dalle 13h00 alle 15h00, via Teams fra banche, soci, Open Fiber e consulenti. Questo nuovo appuntamento arriva dopo la riunione di ieri mattina in videocall fra le 14 banche principali, guidate da Unicredit, Intesa Sanpaolo, Bpm, Bnp Paribas, Santander, Credit Agricole, Ing, SocGen che hanno respinto in toto la risposta di qualche giorno prima, dei legali dello studio White & Case per conto della societa'' guidata da Giuseppe Gola rispetto alle proposte degli istituti, assistiti dallo studio Gop: bocciatura del bridge entro maggio di circa 1,2 miliardi, fra leva ed equity e del fabbisogno long term a tre anni da complessivi 2 miliardi (sempre fra debito ed equity) entro l''autunno. Per Open Fiber sono ore febbrili perche'' e'' in bilico il destino di 1.700 dipendenti con tutte le conseguenze del caso, anche in termini di ricadute sul governo: di qui il pressing sulle banche.