La vendita delle rete di Tim al fondo americano Kkr imbocca il rettilineo finale. Secondo quanto raccolto dal Giornale, la Commissione europea si prepara a dare la sua benedizione all'operazione di scorporo di NetCo, la società della rete di cui faranno parte per l'Italia il ministero dell'Economia (con il 20%) e il fondo F2i (con il 10%). Le negoziazioni si sono intensificate in questi giorni, con progressi cospicui, tanto che dal lato di Kkr c'è un clima di cauto ottimismo. Nessun commento, invece, trapela dal gruppo guidato da Pietro Labriola (in foto). La scorsa settimana si sono tenute le audizioni delle compagnie concorrenti di Tim, le quali hanno dichiarato all'Antitrust Ue le loro richieste. Ora il fondo americano dovrà decidere se presentare un pacchetto di rimedi (e in questo caso la Commissione avrebbe fino al 10 giugno per pronunciarsi) oppure non presentare alcuna proposta e proseguire nel negoziato per arrivare a chiudere entro l'attuale data limite che è fissata al 30 maggio. Alla Commissione interessa appurare, in sostanza, che l'acquisizione non porti ad aumenteare in modo considerevole i prezzi delle telecomunicazioni all'ingrosso. Comunque la si metta, in ogni caso, sembra difficile che i colloqui possano proseguire alla fase due come è avvenuto per le nozze tra le compagnie aeree Ita e Lufthansa. Un'operazione, quest'ultima, dai contorni estremamente differenti da quella tra Kkr e NetCo, che è uno scorporo e quindi non pone problemi di concentrazione. Le ragioni delle interlocuzioni con la Ue, in questo caso, sono di natura squisitamente tecnica, con le compagnie concorrenti che cercano di ottenere qualcosa dalla situazione attraverso le interlocuzioni che hanno avuto luogo la scorsa settimana.