FATTO
Principali indicazioni di stampa:
• ll fondo Merlyn Partners, che ieri ha reso noto di avere lo 0,53% nel capitale di Tim, propone che la società di tlc venda la controllata in Brasile entro il 2024 per ridurre il debito e mantenere l'occupazione in Italia, e che ceda la sua attività consumer entro il 2025.
• Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha detto che ora spetta al mercato e non al governo decidere sul futuro di TIM: "abbiamo fatto quello che lo Stato doveva fare, ora sarà il mercato a valutare se avventurarsi in altre direzioni"
• Il CEO di TIM Labriola avrebbe incontrato ieri Vivendi e discusso di possibili dividendi straordinari dall’incasso dell’earnout relativo alla cessione di NetCo (Eu2.5bn) e dalla cessione della quota in INWIT (Eu0.3bn) e di Sparkle (Eu0.7bn). (Il Giornale)
• Nell’incontro Vivendi avrebbe confermato la sua contrarietà alla cessione di NetCo alla valutazione concordata con KKR e sarebbe disposta a non appoggiare la riconferma di Labriola, ma nemmeno il piano di break-up promosso da Merlyn, che ora contempla la cessione a KKR della rete. (La Stampa)
• Un gruppo di manager italiani guidato da De Leo (ex direttore generale TIM a fine anni ‘90), Mario Carlo Ferrario (Redfin) e Pecori Giraldi (entrambi menzionati anche da Repubblica da ieri) sarebbero in contatto con Merlyn. Anche Bluebell (1% di TIM) sarebbe in contatto con Merlyn per discutere una lista comune. (Il Messaggero). La Repubblica menziona anche King Street e Circuits Llc insieme a Bluebell.
EFFETTO
Considerando il significativo peso nell’azionariato (23.75% del capitale ordinario), Vivendi è destinata ad avere un ruolo determinante sul futuro TIM e ha di fronte due possibili alternative in vista del voto del 23 aprile:
i) supportare la proposta di Merlyn che promette un buon ritorno finanziario ma non immediato dal momento che le cessioni richiedono tempo (soprattutto quella di TIM Consumer asset oggi in fase di turnaround e su cui restano aperte le questioni antitrust), e lascia anche inevase le questioni occupazionali. Inoltre, un break-up del Gruppo esporrebbe la Società e gli azionisti ad importanti execution risk finché il titolo TIM resterà quotato. Un delisting del Gruppo consentirebbe, invece, a tutti gli azionisti di cristallizzare un premio upfront sulla somma delle parti e di risolvere definitivamente anche il nodo delle azioni di risparmio. Infine, il cambiamento di posizione di Merlyn - ora a favore della cessione di NetCo alle valutazioni concordate con KKR - dovrebbe indurre Vivendi a non appoggiare questa lista, per coerenza con la posizione finora espressa su NetCo e di storica contrarietà ad uno spezzatino del Gruppo.
ii) trovare un accordo in extremis con TIM e CDP/governo per non osteggiare (tramite l’astensione al voto) la lista del CdA uscente, chiedendo in cambio una review del piano industriale per rafforzare la visibilità sulla sostenibilità della ServiceCo e fornire maggiori garanzie sui ritorni futuri agli azionisti. In questo senso ci sembrano positive le presunte aperture di Labriola sulla possibilità di un dividendo straordinario una volta incassati gli earnout sulla rete e monetizzato la quota in INWIT e Sparkle.
Questa seconda strada, che propone una strategia di rilancio industriale di lungo periodo e con minori rischi di execution, ci sembra più coerente con la posizione storicamente espressa da Vivendi.
Giudizio MOLTO INTERESSANTE su TELECOM ITALIA (
TIT.MI), target price 0,36 euro.