ciao, approfitto del thread per chiedere consiglio per una situazione antipatica che si è venuta a creare. La mia compagna si è dimessa a maggio e l'azienda non le ha ancora versato completamente il tfr (ne penso abbia intenzione di farlo a breve). Si è informata con i sindacati ma perché seguano la questione chiedono: iscrizione, commissione del 10% fino a 10K€ e 5% tra 10 e 20K€, il che eroderebbe non poco la cifra che sta aspettando. So che c'è modo anche di agire in autonomia, gli stessi sindacati l'hanno ammesso, ma non sono scesi nei dettagli. avete suggerimenti su come fare? Al momento l'azienda è ancora in piedi ma sappiamo che non naviga in buone condizioni (altri colleghi attendono stipendi, tfr e i fornitori non sono pagati regolarmente) e che è stata già aperta una nuova società pur essendo ancora in piedi la vecchia.
Come ti hanno suggerito, se il TFR non era destinato al tuo fondo pensione negoziale, di norma si procede con messa in mora (200-300 Euro) e poi con decreto ingiuntivo (1000-1500 Euro). Prezzi indicativi, chiedere sempre preventivo dettagliato.
Fare attenzione perché la parcella di un legale include diverse voci di costo implicite che aumentano di circa il 46% il costo della specifica prestazione.
Per esempio, se vengono richiesti 200 Euro per la PEC di messa in mora occorre pagare in realtà:
Redazione diffida: 200 Euro
Spese generali: 200*0,15: 30 Euro
Cassa Previdenza e Assistenza: 230*0,04: 9,20 Euro
IVA: 239,20*0,22 = 52,62 Euro
Totale spese =
291,82 Euro
Quindi se ti vengono chiesti 1000 Euro per il decreto ingiuntivo dovrai in realtà pagare 1000*1,15*1,04*1,22=
1459,12 Euro più eventuali oneri di tribunale (bolli, contributo unificato, etc).
Se l'azienda resiste si procede con l'atto di pignoramento (mobiliare e/o immobiliare) arrivando al blocco dei c/c dell'azienda inadempiente.
Se il tentativo di pignoramento fallisce per mancanza di provvista può essere necessario procedere con istanza di fallimento per poter accedere al fondo di garanzia INPS (dipende dalla dimensione aziendale e da altri parametri).
L'accesso al fondo di garanzia INPS non è comunque semplice, si tratta di una procedura particolarmente complessa ed occorre vengano soddisfatti diversi requisiti, l'intermediazione di un legale diviene di fatto indispensabile.
L'auspicio è che l'azienda decida di pagare le spettanze in seguito alla notifica del decreto ingiuntivo, per poter recuperare anche le spese legali sostenute (le quali non vengono purtroppo rimborsate dal fondo di garanzia INPS).
Questo significa che se l'istanza viene accettata (dopo aver prodotto una mole imbarazzante di documentazione legale), il fondo di garanzia INPS arriva al massimo a rimborsare TFR e le ultime 3 mensilità di stipendio ma NON rimborsa le spese legali sostenute, le quali possono arrivare a rappresentare una quota significativa delle spettanze da recuperare.
Nel caso di adesione ad un fondo pensione negoziale la procedura è simile (esiste un diverso fondo di garanzia INPS dedicato alla previdenza complementare) ed è possibile recuperare in quel caso TFR, quote aderente e quote datoriali (rivalutate) che il datore non ha versato nel fondo. Ma anche in questo caso le spese legali sono purtroppo perse.
La differenza sostanziale è rappresentata dal fatto che il TFR che l'azienda deve versare nel fondo pensione è un po' come il canarino nella miniera: se l'azienda improvvisamente interrompe i versamenti nel fondo pensione, il dipendente se ne accorge prontamente nell'area riservata, prendendo immediati provvedimenti (messa in mora e causa legale, dimissioni per giusta causa, etc.).