Thread unificato GAZPROM (2018 XS0327237136) (2020 XS0906946008) (2025 XS0906949523)

  • Due nuove obbligazioni Societe Generale, in Euro e in Dollaro USA

    Societe Generale porta sul segmento Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana due obbligazioni, una in EUR e una in USD, a tasso fisso decrescente con durata massima di 15 anni e possibilità di rimborso anticipato annuale a discrezione dell’Emittente.

    Per continuare a leggere visita questo LINK
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Il Sole 24 Ore

Stampa l'articolo Chiudi



11 gennaio 2015

Il petrolio si prepara a ripartire

di Jim O'Neill


Alla fine del 1979 iniziai a lavorare alla mia tesi di dottorato, un’indagine empirica sulle eccedenze e le disponibilità dell’Opec. Era la fine di un decennio nel corso del quale i prezzi petroliferi avevano subito due drammatiche impennate, e la maggior parte dei vari esperti dell’epoca fiduciosamente prediceva che avrebbero continuato a salire alle stelle, passando da meno di 40 dollari al barile – un massimo da record, per quei tempi – a più di 100. Quando nel 1982 terminai la mia ricerca, il prezzo del petrolio aveva iniziato quella che sarebbe diventata una caduta ventennale. E non avrebbe sfiorato i 100 dollari al barile prima del gennaio 2008. Ero solito scherzare, dicendo che la cosa più importante appresa nel corso della mia ricerca era non cimentarsi mai nel prevedere il prezzo del petrolio. Uno dei grandi interrogativi sul 2015 è se questo calo continuerà. Nonostante il mio cinismo in passato, penso di sapere la risposta. Nel corso degli ultimi 33 anni ho avuto molteplici occasioni per studiare sia i prezzi petroliferi sia i tassi di cambio stranieri, oltre all’opportunità di sovrintendere a un dipartimento di ricerca di persone qualificate incaricate di cercare di prevedere l’andamento di entrambi. L’esperienza mi ha lasciato una bella dose di scetticismo, per non parlare dei lividi. Credo tuttavia che sia possibile fare una previsione a grandi linee sulla direzione che imboccheranno i prezzi petroliferi. Nel corso della mia carriera ho cercato di capire se esistesse qualcosa che si possa definire “prezzo di equilibrio del petrolio”. Ho trascorso ore e ore a cercare di indirizzare, persuadere e implorare i miei analisti energetici affinché creassero un modello che potesse individuarlo, proprio come esiste un modello per le valute, il rendimento dei titoli obbligazionari e azionari. Ho discusso questa idea anche con esperti del mondo dell’industria, la maggior parte dei quali crede che un modello siffatto esista, ma anche che oscilli molto, in quanto è fortemente influenzato dal costo marginale della produzione del petrolio, di per sé una variabile instabile. Sono giunto alla conclusione che un segnale eccellente di questo equilibrio in costante movimento di fatto esiste, ed è il prezzo dei contratti petroliferi quinquennali a termine, ossia la cifra pagata per la consegna garantita di petrolio tra cinque anni. Nella mia costante ricerca volta a migliorare le mie capacità di previsione, alcuni anni fa ho iniziato a prestare attenzione alle variazioni del prezzo del petrolio dei contratti quinquennali a termine rispetto al prezzo spot del Brent, il prezzo di un barile di greggio oggi. Ritengo probabile che il prezzo del petrolio dei contratti quinquennali a termine sia di gran lunga meno influenzato dalla speculazione nel mercato petrolifero del prezzo spot, e sia più rappresentativo delle reali esigenze commerciali. Pertanto, quando il prezzo dei contratti quinquennali a termine inizia a deviare rispetto alla direzione del prezzo spot, ne prendo nota.

Nel 2011, dopo che entrambi i prezzi si sono ripresi dal crollo provocato dalla crisi creditizia del 2008, il prezzo dei contratti quinquennali ha iniziato gradualmente a diminuire, mentre il prezzo spot ha continuato per qualche tempo ad aumentare considerevolmente. Ciò concorda con quelli che avevo indicato essere i due fattori più importanti e fondamentali ai fini della definizione del prezzo del petrolio: l’inizio dello sfruttamento del petrolio e del gas da scisto negli Stati Uniti, e la svolta in Cina nel prestare un’attenzione economica diversa, passando dalla quantità alla qualità, il che implica che l’economia cinese smetterà di consumare energia a ritmo frenetico come ha fatto finora.

Sono così pervenuto alla conclusione che esisteva una buona possibilità che i prezzi del petrolio fossero arrivati al loro picco massimo e che dopo non molto i prezzi spot avrebbero invertito la rotta e avrebbero iniziato a diminuire. Ho pensato che probabilmente avrebbero iniziato a tornare intorno agli 80 dollari al barile — ossia proprio il prezzo raggiunto dal petrolio alla fine del 2014. Il prezzo spot di recente è sceso addirittura sotto quella soglia. Questa è stata una delle mie previsioni migliori. Non mi occupo più di previsioni per lavoro, ma una cosa certa la so: i prezzi del petrolio scenderanno o saliranno. Suppongo anche di sapere con certezza in quale direzione andranno. Di recente ho letto un articolo nel quale si suggeriva che qualora i prezzi petroliferi rimanessero ai livelli degli ultimi tempi, la produzione negli Stati Uniti di gas e petrolio di scisto l’anno prossimo potrebbe essere inferiore del 10% rispetto alle più recenti proiezioni. Ciò sembra plausibile. E tenuto conto di quanto sono diventati importanti sia il petrolio sia il gas di scisto ai fini della ripresa economica dell’America, sembra anche qualcosa che i policy maker farebbero bene ad evitare. Potrebbero benissimo veder esaudito il loro desiderio. I prezzi petroliferi potranno non iniziare ad aumentare nei prossimi mesi ma iniziano ad apparire segnali della presenza di forze che potrebbero fermarne il calo.

Il calo nel prezzo spot del petrolio si è fermato significativamente sotto il prezzo quinquennale a termine, che resta vicino agli 80 dollari al barile. La mia previsione per il 2015, quindi, è che i prezzi petroliferi potranno continuare a diminuire sul breve periodo. Tuttavia, a differenza di quanto accaduto negli ultimi quattro anni, probabilmente alla fine dell’anno saranno più alti rispetto a come erano all’inizio del medesimo.

Jim O’Neill, ex presidente di Goldman Sachs

Asset Management, è visiting research fellow a Bruegel,

il think thank economico con sede a Bruxelles

(Traduzione di Anna Bissanti)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

11 gennaio 2015
P.I. 00777910159 - © Copyright Il Sole 24 Ore - Tutti i diritti riservati
 
Le contromosse della Russia nella guerra fredda finanziaria


I limiti del fracking - tecnica estrattiva, nel frattempo, proibita nello Stato di New York - erano in realtà noti da tempo. Con colpevole ritardo, su Il Sole 24 Ore del 6 dicembre si poteva leggere: “Non succederà domani. Ma la macchina dello shale oil americano rischia davvero di incepparsi nel corso del 2015, a giudicare dalla sabbia che si è già accumulata nei suoi ingranaggi. La caduta del prezzo del petrolio è il granello più visibile [...]. Negli ingranaggi dello shale oil c’è però anche almeno un altro granello di sabbia, tutt’altro che trascurabile: quello dei finanziamenti”.

Le contromosse della Russia nella guerra fredda finanziaria - rivista italiana di geopolitica - Limes

.
 

Allegati

  • Lim.jpg
    Lim.jpg
    29,2 KB · Visite: 12
C'è da dire che non si muove molto al variare del prezzo del petrolio.
E' inchiodata ai 98/99 da giorni, mentre a fine dicembre col petrolio più in alto aveva toccato 88/89...

Senza considerare che il cambio rende più sconveniente l'acquisto.
 
Considera però che a Dicembre c'era una guerra finanziaria dichiarata alla Russia...cmq si, mercato illiquido - ma trattando su Lux e OTC non ci si può aspettare volumi monstre
 
In realtà per essere OTC la liquidità non è malaccio, lo spread oggi me lo davano a meno dello 0,5%, ottimo per non essere quotata...

E' meno volatile di quello che speravo/pensavo, quello sì.
 
Ha la fortuna di avere un taglio piccolo, soprattutto per essere Gazprom: continuo a preferire questo bond a Russia 28...che bello se si potesse portare a scadenza senza troppi patemi!
 
Ha la fortuna di avere un taglio piccolo, soprattutto per essere Gazprom: continuo a preferire questo bond a Russia 28...che bello se si potesse portare a scadenza senza troppi patemi!

daiiii!

io pmc 118 cambio 1.30....dormi tranquillo fratello!
 
Comprato a 98,20.
 
OTC, con IW.
Di solito sono molto onesti con il cambio in dollari, a questo giro non mi sono piaciuti, hanno fatto 1,1733, valore mai toccato oggi su Bloomberg.
 
ma avete visto la reiffaisen RZB fin Jersey perp xs0253262025 ? vale 57 era 91 1mese fa. che cosa ne pensate?
 
Ho messo un lotto in vendita a 101 per rientrare da un po' di debito... mai avrei pensato che l'avrei venduto cosi' presto :eek: .. se questa riparte lo fa a razzo! :D
 
ormai si parla apertamente di default della russia. Le maggiori imprese hanno in totale 600 mld di debito espresso in dollari e la banca centrale ha già bruciato il 20% delle riserve valutarie senza ottenere alcun effetto.
Preparatevi al peggio..
 
ormai si parla apertamente di default della russia. Le maggiori imprese hanno in totale 600 mld di debito espresso in dollari e la banca centrale ha già bruciato il 20% delle riserve valutarie senza ottenere alcun effetto.
Preparatevi al peggio..

Ogni tanto viene fuori uno scellerrr.
 
ormai si parla apertamente di default della russia. Le maggiori imprese hanno in totale 600 mld di debito espresso in dollari e la banca centrale ha già bruciato il 20% delle riserve valutarie senza ottenere alcun effetto.
Preparatevi al peggio..

Posa il fiasco, che e' meglio.....;)
 
ormai si parla apertamente di default della russia. Le maggiori imprese hanno in totale 600 mld di debito espresso in dollari e la banca centrale ha già bruciato il 20% delle riserve valutarie senza ottenere alcun effetto.
Preparatevi al peggio..

Mi son sempre chiesto come si fossero riciclati i vari Sentenza e la sua ghenga... :D


:bye:
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Indietro