TIM: ti sei adagiata? Ora rialzati!!! ( e...... 6) NON te lo dico più!!!

Adesso han rimandato ancora a dopo estate le "opzioni possibili"... sono anni che parlano parlano ma non fanno assolutamente nulla...pagati milioni...e non hanno ancora determinato le "opzioni possibili"?...fermi da anni a perder tempo...è evidente che nessuno ha interesse a creare valore...se ne riparlerà quando arriverà qualcuno che abbia intenzione di fare qualcosa sul serio...non fatevi incantare dagli esperti del giorno dopo...
 
Telecom Italia: ricavi e margini in calo nel primo trimestre

Telecom Italia chiude i primi tre mesi del 2019 con una diminuzione dei ricavi e dei margini operativi ma mette a segno alcuni miglioramenti sul fronte dei flussi di cassa e del debito. Nel dettaglio i ricavi ammontano a 4471 milioni di euro (-4,6% rispetto allo stesso periodo del 2018 e -2,9% in termini organici), il margine operativo lordo (Ebitda) diminuisce dello 0,1% a 1792 milioni (-2,1% l'Ebitda organico) mentre il risultato operativo (Ebit) scende a 685 milioni dai 740 milioni di Euro dei primi 3 mesi 2018; il risultato netto è di 193 milioni di Euro dai 199 milioni del 2018. Dal punto di vista patrimoniale l'indebitamento finanziario netto confrontabile si posiziona a 25080 milioni, in calo di 190 milioni rispetto al dato di fine 2018 (28583 milioni il dato reported per l'effetto dell'applicazione del principio contabile IFRS16). Nel trimestre migliora anche la generazione di cassa con un operating free cash flow di 541 milioni, in crescita di 558 milioni sul primo trimestre 2018.
A seguito di quanto comunicato abbiamo modificato la nostra previsione su Telecom Italia alzando di 0,5 punti l'Ebitda margin su tutto il periodo di previsione e aumentando l'aliquota media di ammortamento per tenere conto dell'applicazione dell'IFRS16, inoltre abbiamo ridotto di mezzo punto il tax rate al 37%. Per il 2019 stimiamo ricavi a 19088 milioni di euro, un margine operativo lordo di 7826 milioni, un utile operativo di 3467 milioni, ed un risultato netto (del gruppo e dei terzi) di 1300 milioni, valore che dovrebbe crescere a 1353 milioni nel 2020.

(evaluation.it 21/5/2019)
 
I conti trimestrali meno deboli del previsto spingono il titolo Tim in borsa, al momento in rialzo del 2,56% a 0,4695 euro dopo un massimo intraday a quota 0,4784 euro. Il colosso tlc ha archiviato il primo trimestre dell'anno con ricavi pari a 4,5 miliardi di euro (-2,9%), mentre l'ebitda è risultato pari a 1,8 miliardi, invariato in termini reported, e in calo del 2,1% in termini organici.

L'ebitda margin è cresciuto dal 40,4% al 40,7% grazie alle azioni di riduzione dei costi. Più nel dettaglio, l'ebitda domestico è stato pari a 1,5 miliardi (-4%) in miglioramento rispetto a quello del quarto trimestre 2018 (-13,2%). Invece l'ebitda di Tim Brasil è cresciuto del +5,5%, in linea con l'incremento registrato nel quarto trimestre 2018 (+5,4%)

Inoltre, l'indebitamento finanziario netto si è attestato a 25,1 miliardi, in riduzione di 190 milioni rispetto a fine 2018 e di 457 milioni rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, grazie alla rinnovata attenzione all'ottimizzazione del capitale circolante, che continuerà in maniera pro-attiva nel corso dell'anno.

Secondo le stime degli analisti, il gruppo telefonico avrebbe dovuto archiviare i primi tre mesi dell'anno con ricavi pari a 4,48 miliardi, in flessione del 4,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, un margine operativo lordo organico in calo del 5% a 1,79 miliardi e un indebitamento netto adjusted a 25,44 miliardi di euro.

Alla fine Tim ha chiuso il periodo con utile comparabile pari a 193 milioni di euro, in calo del 3% rispetto ai 199 milioni dei primi tre mesi del 2018. A livello reported l'utile è sceso a 165 milioni di euro (nel primo trimestre del 2018 il risultato netto reported era pari a 216 milioni). La società ha confermato la guidance giù diffusa in precedenza, aggiornandola ai nuovi principi contabili IFRS 9/15/16 e la vista After Lease. La riduzione dell'indebitamento del gruppo After Lease ha un target attorno a 20,5 miliardi nel 2021 prima delle operazioni non organiche (22 miliardi confermati pre IFRS 9/15/16). Infine, la società ha dato mandato al ceo, Luigi Gubitosi, di finalizzare la vendita della quota del 70% di Persidera al più presto (l'ultima offerta, quella di F2i, era pari a 240 milioni di euro). Anche Gedi dovrà prendere una decisione sulla vendita della sua quota (30%) di Persidera.

Nel complesso si registrano indicazioni migliori delle stime degli analisti sul fronte di margini e del debito. E gli esperti hanno apprezzato la conferma della guidance e la stima delle sinergie previste, tra 100-150 milioni di euro, grazie alla condivisione della rete con Vodafone. "Il primo trimestre si è rivelato un po' meglio delle attese, deboli, a livello di ricavi, ebitda e free cash flow, grazie a un trend più positivo nella rete fissa (ricavi da servizi -0,3% anno su anno o +1,8% ex Sparkle che ha chiuso contratti voce a bassissima marginalità e contro un -1,8% atteso. La crescita dell'Arpu broadband, +16,5% a 29 contro 28,8 atteso, ha compensato la flessione delle linee: -273mila linee di accesso e -129mila linee BB, sotto le attese, ndr), sostenuta dagli incrementi dei prezzi, e al contenimento del capex e al minor assorbimento da circolante in un trimestre sfavorevole, circa 0,6 miliardi contro gli 1,2 miliardi del primo trimestre 2018", si legge nella nota di oggi di Equita .

La rete mobile si è rivelata molto debole, come nelle attese, con ricavi da servizi in calo dell'11,4% contro il -11% atteso da Equita , impattati dalla flessione delle linee (-192mila linee human) e dell'Arpu (-8,8%). Comunque, a detta di Fidentiis (buy e target price tra 0,95 e 1 euro), il mercato mobile domestico sta cominciando a mostrare segni di razionalizzazione con finalmente prezzi in aumento. Anche per Banca Akros i conti sono risultati leggermente migliori del previsto in quello che era considerato un trimestre modesto. "Alcuni indicatori chiave di performance sono ancora deboli ma con segnali incoraggianti sul mercato. Comunque vorremmo insistere sugli elementi positivi e quindi ribadiamo il rating buy e il target price a 0,77 euro su Tim ", conclude Banca Akros.

La stessa Mediobanca Securities parla di "alcuni segnali incoraggianti" arrivati dalla trimestrale di Tim , in particolare per quanto riguarda l'ebitda organico domestico e il debito, nonostante il contesto sfidante. "Abbiamo rivisto le nostre stime sui ricavi del business mobile domestico: ora ipotizziamo un calo del 6% dal 5% e sui ricavi del business fisso per scontare il processo di ristrutturazione in corso a Sparkle", si legge nella nota di Mediobanca .

"Poiché ci sentiamo rassicurati dalle attività dell'amministratore delegato in materia di controllo dei costi ed efficienze, adottiamo una posizione più ottimistica sui costi, che si traduce in un taglio medio dell'1% per l'ebitda domestico nel 2019-2021. Abbiamo aggiornato anche le nostre stime del debito netto, che dovrebbero raggiungere 22,2 miliardi di euro nel 2021 rispetto ai 22 miliardi di euro delle linee guida, portando a un rapporto debito netto/ebitda di 2,8 volte, allineato al consenso qualificato", precisa Mediobanca che su Tim ha confermato un rating outperform e un target price a 0,76 euro, quindi con un potenziale upside di oltre il 60%.

D'altra parte, "questo set di risultati ci porta a reiterare la nostra prima impressione sul nuovo piano strategico: ci sembra credibile e, se il trend del business mobile migliorerà gradualmente nei prossimi trimestri, potrebbe portare a qualche piccolo incremento delle stime del consenso ancor prima di cogliere l'impatto delle azioni inorganiche. E' infatti tempo di esplorare nuove frontiere, riteniamo che la condivisione della rete sarà un fattore chiave per l'intero settore. Il 2019 potrebbe finalmente essere l'anno in cui verrà implementato il progetto di una rete fissa", prevede la banca d'affari.

Equita ha invece confermato le stime annue, coerenti con la guidance (-3,7% i ricavi da servizi domestici e -4% l'ebitda domestico organico) e il rating buy e il target price a 0,60 euro sul titolo Tim in attesa di un'eventuale operazione con Open Fiber che valorizzerebbe la rete di Tim ed eliminerebbe la concorrenza infrastrutturale. Secondo fonti di stampa, i soci sono d'accordo in linea di massima sulla rete unica in fibra ottica; l'intesa sarebbe realizzata con la Cassa depositi e prestiti che acquista in contanti la quota di Enel in Open Fiber e successivamente riceve azioni Tim in cambio del conferimento della società nel colosso tlc. Se ne parlerà nel prossimo cda in programma per il 27 giugno, dopo le elezioni.

"Gli sforzi congiunti nello sviluppo della fibra potrebbero accelerare il processo e far risparmiare denaro, il che sarebbe una buona notizia per Tim e Open Fiber, e anche per il paese", conclude Mediobanca , suggerendo che "la quotazione del nuovo veicolo consentirebbe a Tim di far scendere il proprio debito: un simile deal potrebbe attrarre molto interesse da parte degli investitori in infrastrutture. Comunque, poiché il processo è ancora nelle sue fasi iniziali, vorremmo segnalare la possibilità che la regolamentazione, la governance e la valutazione possono ancora influenzare negativamente l'attuazione del processo".


(MF 21/5/2019)
 
in rete si legge questo:

Massimo Tononi è un banchiere e dirigente d'azienda italiano, è stato presidente del Monte dei Paschi di Siena, e sottosegretario del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Dal 24 luglio 2018 è Presidente di Cassa Depositi e Prestiti

quali esperienze porta nel ramo specifico ?
 
Cdp: Fondazioni in manovra su governance (MF)
MILANO (MF-DJ)--All'indomani della nomina di Francesco Profumo alla presidenza dell'Acri si infittiscono le indiscrezioni su un'uscita di Massimo Tononi dalla Cassa Depositi e Prestiti. La coincidenza non sorprende, visto il ruolo che le fondazioni giocano nella governance della società. Il passo indietro del banchiere trentino, però, è tutt'altro che scontato e, anzi, più di una fonte suggerisce che l'ipotesi sia stata messa da parte, almeno per ora. A conferma di questa tesi va la smentita diffusa ieri sera: "Si tratta di voci totalmente prive di ogni fondamento", ha dichiarato Tononi in riferimento ai rumor circolati in giornata. Quel che è certo, scrive MF, è che da qualche mese ormai la permanenza del banchiere trentino al vertice è in bilico. Le ragioni? Difficile decifrarle, ma qualcuno punta l'indice sull'animato clima politico romano e sulla complicata convivenza con l'ad e dg Fabrizio Palermo.

Comprensibilmente, le fondazioni (che di Cdp sono socie al 15,9% e non intendono rinunciare alla casella chiave della presidenza) hanno iniziato a muoversi per esaminare candidature alternative. Tra le ipotesi si è fatta nei mesi scorsi quella di Franzo Grande Stevens che, con il suo profilo di civil servant super partes, avrebbe avuto le carte in regola per ricoprire la carica. Sembra però che l'avvocato torinese abbia scelto di declinare la proposta, giudicata troppo gravosa. Altro nome vagliato con attenzione è stato quello dell'ex presidente del Sanpaolo Enrico Salza, da sempre in buoni rapporti con il ministro dell'Economia Giovanni Tria. Ma si sono ipotizzate anche le candidature di Franco Bassanini (che di Cdp è stato presidente dal 2008 al 2015 e che oggi da qualcuno viene dato in corsa per la presidenza di Tim ), dell'ex vice presidente di Unicredit Fabrizio Palenzona e del sociologo Aldo Bonomi, il cui nome sarebbe ben visto dalla Lega.

red/lab

(END) Dow Jones Newswires

May 23, 2019 02:21 ET (06:21 GMT)
 
vi do una bella notizia...lunedì i massacratori americani saranno chiusi...all'estero gli facciamo tanto schifo e pena...però fanno i soldi con la pala arricchendosi shortandoci e comprando collar e altre diavolerie....se restassero chiusi per sempre....ahhh come sarebbe migliore il mondo senza americani fra i piedi...quasi quasi meglio i cinesi...meglio chiunque rispetto a quel panzone di Trump
 
vi do una bella notizia...lunedì i massacratori americani saranno chiusi...all'estero gli facciamo tanto schifo e pena...però fanno i soldi con la pala arricchendosi shortandoci e comprando collar e altre diavolerie....se restassero chiusi per sempre....ahhh come sarebbe migliore il mondo senza americani fra i piedi...quasi quasi meglio i cinesi...meglio chiunque rispetto a quel panzone di Trump

un bel tornado devastante su washington , ci vorrebbe
 
Ma attaccare Italia da USA significa solamente indebolire Euro....che senso avrebbe continuare a mettere Dazi se poi si ritrova le auto tedesche a basso prezzo...certo in termini monetari fa comodo avere una valuta di riserva in meno...ma gli USA sono cambiati negli ultimi tempi e hanno assets a sufficienza per sostenere il dollaro senza manovre strane....una distruzione della zona euro farebbe molto piu' comodo alla Russia o ai Cinesi per i quali saremo territori da colonizzare....vedi già gli italiani che sbavano per la via cinese....
 
Americani o no qua o si perde o si perde e nella migliore delle ipotesi si perde...
 
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