I conti trimestrali meno deboli del previsto spingono il titolo Tim in borsa, al momento in rialzo del 2,56% a 0,4695 euro dopo un massimo intraday a quota 0,4784 euro. Il colosso tlc ha archiviato il primo trimestre dell'anno con ricavi pari a 4,5 miliardi di euro (-2,9%), mentre l'ebitda è risultato pari a 1,8 miliardi, invariato in termini reported, e in calo del 2,1% in termini organici.
L'ebitda margin è cresciuto dal 40,4% al 40,7% grazie alle azioni di riduzione dei costi. Più nel dettaglio, l'ebitda domestico è stato pari a 1,5 miliardi (-4%) in miglioramento rispetto a quello del quarto trimestre 2018 (-13,2%). Invece l'ebitda di Tim Brasil è cresciuto del +5,5%, in linea con l'incremento registrato nel quarto trimestre 2018 (+5,4%)
Inoltre, l'indebitamento finanziario netto si è attestato a 25,1 miliardi, in riduzione di 190 milioni rispetto a fine 2018 e di 457 milioni rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, grazie alla rinnovata attenzione all'ottimizzazione del capitale circolante, che continuerà in maniera pro-attiva nel corso dell'anno.
Secondo le stime degli analisti, il gruppo telefonico avrebbe dovuto archiviare i primi tre mesi dell'anno con ricavi pari a 4,48 miliardi, in flessione del 4,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, un margine operativo lordo organico in calo del 5% a 1,79 miliardi e un indebitamento netto adjusted a 25,44 miliardi di euro.
Alla fine Tim ha chiuso il periodo con utile comparabile pari a 193 milioni di euro, in calo del 3% rispetto ai 199 milioni dei primi tre mesi del 2018. A livello reported l'utile è sceso a 165 milioni di euro (nel primo trimestre del 2018 il risultato netto reported era pari a 216 milioni). La società ha confermato la guidance giù diffusa in precedenza, aggiornandola ai nuovi principi contabili IFRS 9/15/16 e la vista After Lease. La riduzione dell'indebitamento del gruppo After Lease ha un target attorno a 20,5 miliardi nel 2021 prima delle operazioni non organiche (22 miliardi confermati pre IFRS 9/15/16). Infine, la società ha dato mandato al ceo, Luigi Gubitosi, di finalizzare la vendita della quota del 70% di Persidera al più presto (l'ultima offerta, quella di F2i, era pari a 240 milioni di euro). Anche Gedi dovrà prendere una decisione sulla vendita della sua quota (30%) di Persidera.
Nel complesso si registrano indicazioni migliori delle stime degli analisti sul fronte di margini e del debito. E gli esperti hanno apprezzato la conferma della guidance e la stima delle sinergie previste, tra 100-150 milioni di euro, grazie alla condivisione della rete con Vodafone. "Il primo trimestre si è rivelato un po' meglio delle attese, deboli, a livello di ricavi, ebitda e free cash flow, grazie a un trend più positivo nella rete fissa (ricavi da servizi -0,3% anno su anno o +1,8% ex Sparkle che ha chiuso contratti voce a bassissima marginalità e contro un -1,8% atteso. La crescita dell'Arpu broadband, +16,5% a 29 contro 28,8 atteso, ha compensato la flessione delle linee: -273mila linee di accesso e -129mila linee BB, sotto le attese, ndr), sostenuta dagli incrementi dei prezzi, e al contenimento del capex e al minor assorbimento da circolante in un trimestre sfavorevole, circa 0,6 miliardi contro gli 1,2 miliardi del primo trimestre 2018", si legge nella nota di oggi di Equita .
La rete mobile si è rivelata molto debole, come nelle attese, con ricavi da servizi in calo dell'11,4% contro il -11% atteso da Equita , impattati dalla flessione delle linee (-192mila linee human) e dell'Arpu (-8,8%). Comunque, a detta di Fidentiis (buy e target price tra 0,95 e 1 euro), il mercato mobile domestico sta cominciando a mostrare segni di razionalizzazione con finalmente prezzi in aumento. Anche per Banca Akros i conti sono risultati leggermente migliori del previsto in quello che era considerato un trimestre modesto. "Alcuni indicatori chiave di performance sono ancora deboli ma con segnali incoraggianti sul mercato. Comunque vorremmo insistere sugli elementi positivi e quindi ribadiamo il rating buy e il target price a 0,77 euro su Tim ", conclude Banca Akros.
La stessa Mediobanca Securities parla di "alcuni segnali incoraggianti" arrivati dalla trimestrale di Tim , in particolare per quanto riguarda l'ebitda organico domestico e il debito, nonostante il contesto sfidante. "Abbiamo rivisto le nostre stime sui ricavi del business mobile domestico: ora ipotizziamo un calo del 6% dal 5% e sui ricavi del business fisso per scontare il processo di ristrutturazione in corso a Sparkle", si legge nella nota di Mediobanca .
"Poiché ci sentiamo rassicurati dalle attività dell'amministratore delegato in materia di controllo dei costi ed efficienze, adottiamo una posizione più ottimistica sui costi, che si traduce in un taglio medio dell'1% per l'ebitda domestico nel 2019-2021. Abbiamo aggiornato anche le nostre stime del debito netto, che dovrebbero raggiungere 22,2 miliardi di euro nel 2021 rispetto ai 22 miliardi di euro delle linee guida, portando a un rapporto debito netto/ebitda di 2,8 volte, allineato al consenso qualificato", precisa Mediobanca che su Tim ha confermato un rating outperform e un target price a 0,76 euro, quindi con un potenziale upside di oltre il 60%.
D'altra parte, "questo set di risultati ci porta a reiterare la nostra prima impressione sul nuovo piano strategico: ci sembra credibile e, se il trend del business mobile migliorerà gradualmente nei prossimi trimestri, potrebbe portare a qualche piccolo incremento delle stime del consenso ancor prima di cogliere l'impatto delle azioni inorganiche. E' infatti tempo di esplorare nuove frontiere, riteniamo che la condivisione della rete sarà un fattore chiave per l'intero settore. Il 2019 potrebbe finalmente essere l'anno in cui verrà implementato il progetto di una rete fissa", prevede la banca d'affari.
Equita ha invece confermato le stime annue, coerenti con la guidance (-3,7% i ricavi da servizi domestici e -4% l'ebitda domestico organico) e il rating buy e il target price a 0,60 euro sul titolo Tim in attesa di un'eventuale operazione con Open Fiber che valorizzerebbe la rete di Tim ed eliminerebbe la concorrenza infrastrutturale. Secondo fonti di stampa, i soci sono d'accordo in linea di massima sulla rete unica in fibra ottica; l'intesa sarebbe realizzata con la Cassa depositi e prestiti che acquista in contanti la quota di Enel in Open Fiber e successivamente riceve azioni Tim in cambio del conferimento della società nel colosso tlc. Se ne parlerà nel prossimo cda in programma per il 27 giugno, dopo le elezioni.
"Gli sforzi congiunti nello sviluppo della fibra potrebbero accelerare il processo e far risparmiare denaro, il che sarebbe una buona notizia per Tim e Open Fiber, e anche per il paese", conclude Mediobanca , suggerendo che "la quotazione del nuovo veicolo consentirebbe a Tim di far scendere il proprio debito: un simile deal potrebbe attrarre molto interesse da parte degli investitori in infrastrutture. Comunque, poiché il processo è ancora nelle sue fasi iniziali, vorremmo segnalare la possibilità che la regolamentazione, la governance e la valutazione possono ancora influenzare negativamente l'attuazione del processo".
(MF 21/5/2019)