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... vorrei precisare ancora ...
ovvio che se fosse una fondazione a promuovere il lavoro dell'artista con un museo
non ci troverei nulla di strano
Sarebbe il suo ruolo.
Ma fondazione o archivio, però
non gallerista
Ma siamo in Italia nel 2017 o negli USA alla fine degli anni '50?
☺
Arriviamo sempre un po in ritardo su certe tematiche ma quasi 60 anni mi sembra eccessivo
Mi riferisco alle dinamiche di commistioni tra musei e galleristi, (Castelli docet).
"le collusioni fra gallerie e case d'aste "
è emersa quando ho fatto alcune ricerche sul sito della SIAE
ho trovato alcuni artisti trattati quasi esclusivamente da una galleria ed una sola casa d'asta.
Poi ho fatto un rapido controllo incrociato fra qualche catalogo d'asta e un paio di mostre
e mi son detto :
apperò
viste le recentissime notizie sulla chiusura di diverse gallerie (due soltanto un paio di giorni fa), suggerisco, ove non sia già esistente, 3d sul ruolo delle gallerie e la sua evoluzione.
Cito Accipicchia da un vecchio Suo post:
Nel suo ruolo ideale un bravo gallerista dovrebbe:
a) creare un rapporto duraturo e positivo di collaborazione con un artista valido (intendo un Artista vero, non una mezza figurina buona sola per produrre quantità industriali a prezzi da fame, sulla quale poter ricaricare margini altissimi).
b) creare tutte le condizioni per sviluppare per quell'Artista un mercato sano (non un mercataccio fatto di aste di infimo livello, televendite imbarazzanti, scambi di pacchi di opere, e altre attività degradanti di questo tipo).
c) organizzare per quell'Artista mostre di ottimo livello nella propria galleria ma anche in altre gallerie di grande prestigio, evitando come la peste ogni contaminazione con galleristi scadenti, mercanti e pseudo-mercanti capaci solo di svilire ogni cosa.
d) dare il massimo risalto al lavoro di quell'Artista inserendolo negli ambienti culturali che contano e nelle mostre tematiche, portandolo nelle fiere importanti, pubblicando cataloghi seri, libri d'arte e creando quel circuito virtuoso capace di fargli guadagnare visibilità e credibilità possibilmente internazionali.
e) curare l'inserimento delle opere migliori di quell'Artista in collezioni prestigiose, in raccolte importanti e nei musei.
Condivido pienamente ogni singolo punto
Ma quanti sono in Italia i "veri galleristi" che seguono questi punti?
Vogliamo provare a fare qualche nome?
Troppo troppo pochi
Cito Accipicchia da un vecchio Suo post:
Nel suo ruolo ideale un bravo gallerista dovrebbe:
a) creare un rapporto duraturo e positivo di collaborazione con un artista valido (intendo un Artista vero, non una mezza figurina buona sola per produrre quantità industriali a prezzi da fame, sulla quale poter ricaricare margini altissimi).
b) creare tutte le condizioni per sviluppare per quell'Artista un mercato sano (non un mercataccio fatto di aste di infimo livello, televendite imbarazzanti, scambi di pacchi di opere, e altre attività degradanti di questo tipo).
c) organizzare per quell'Artista mostre di ottimo livello nella propria galleria ma anche in altre gallerie di grande prestigio, evitando come la peste ogni contaminazione con galleristi scadenti, mercanti e pseudo-mercanti capaci solo di svilire ogni cosa.
d) dare il massimo risalto al lavoro di quell'Artista inserendolo negli ambienti culturali che contano e nelle mostre tematiche, portandolo nelle fiere importanti, pubblicando cataloghi seri, libri d'arte e creando quel circuito virtuoso capace di fargli guadagnare visibilità e credibilità possibilmente internazionali.
e) curare l'inserimento delle opere migliori di quell'Artista in collezioni prestigiose, in raccolte importanti e nei musei.
Insomma..il mondo ( dell'Arte ) perfetto...un paradiso terrestre, un idillio etc etc...peccato che non sia proprio così..
Insomma..il mondo ( dell'Arte ) perfetto...un paradiso terrestre, un idillio etc etc...peccato che non sia proprio così..
Ormai i tempi sono cambiati molto, i primi segnali di cambiamento qui arrivarono quando l’asta Il Ponte aprì le porte ai privati, quella loro iniziale intenzione era una valvola di sfogo per soli galleristi, erano sessioni frequentate solo da galleristi, e lì si determinavano molti accordi.
Poi i privati sono diventati tutti mercanti, tutti a portare opere in asta e tutti a voler speculare su un mercato asfittico e già colmo.
I Toselli, i Cannaviello, Pio Monti, prima di mettere in asta proponevano i pezzi ad altri galleristi, ma ora è inutile, tutto arriva in asta, come al mercato dell'ingrosso.
Quando gli speculatori diventano troppi le lenzuola diventano corte per tutti.
Solo sui pezzi che superano i 50k ci sarà ancora un buon respiro nel mercato, anche perché quella è gente che ha bisogno di pulire denari non dichiarati, o perchè ne hanno talmente tanti che non sanno come spenderli?
Sotto la fascia dei 20k la middle class, come la chiamano ad artBasel, si sta un pochetto allontanando, avranno ben altro a cui pensare...
Del resto i galleristi avevano margini molto alti e oggi non si può pensare che vadano a rincorrere le opere in asta per difenderle, se i loro magazzini sono pieni
Ma per fortuna oggi è domenica, non piove e sono certo che il collezionismo non scomparirà, sarà solo sempre più evidente la forbice fra i ricchi ed i poveri, di collezionisti, e non solo di quelli
Quelli poveri si dovranno però rendere conto che se vogliono tentare qualche speculazione devono giocare sulla ruota degli emergenti, dove il rischio è alto ma se fai tombola, inviti a cena pure il gallerista
Per il resto il mercato è ancora gestito dai mercanti in accordo con le case d’asta che contano, illusi quelli che speravano di far studiare i figli comprando arte alla moda, a saldo, per rivenderla dopo un paio di anni.
Il mercato sa quando dare inizio ad una operazione ma soprattutto sa quando chiuderla.
Troppe palle in bocca sono difficili da gestire per tenere a galla il sistema
Godiamoci 'sta domenica, almeno dove ancora non piove