carlinobirillo
Utente Registrato
- Registrato
- 10/10/13
- Messaggi
- 3.505
- Punti reazioni
- 133
Minibond: momento favorevole per gli investitori | Obbligazioni - Investireoggi.it
Il momento storico è favorevole all’investimento in minibond. Sul mercato negli ultimi anni c’è grande fermento da parte degli operatori: sono più di 25 i fondi lanciati nell’ultimo biennio su questo segmento per un totale di oltre 4 miliardi di euro, di cui un terzo sottoscritto. Il mercato nel suo complesso conta 120 emissioni (23 nel 2013, 59 nel 2014 e 41 quest'anno) per un controvalore di oltre 5,1 miliardi di euro. "Nella classe retail è difficile trovare un fondo obbligazionario di breve termine che negli ultimi sei mesi, e cioè dall’annuncio del QE da parte del presidente della Bce Mario Draghi, abbia registrato un rendimento positivo" spiega Ugo Loser , amministratore delegato di Arca SGR (tra i soci di maggioranza, Veneto Banca, Popolare di Vicenza, Popolare dell'Emilia Romagna, Popolare di Sondrio e Banco Popolare), durante una presentazione a Milano alla clientela istituzionale del fondo alternativo (Fia) Arca Economia Reale Bond e del fondo azionario Arca Economia Reale Equity Italia (entrambi gli strumenti sono accessibili anche alla clintela retail).
Forte domanda per i fondi obbligazionari a breve termine
"I fondi obbligazionari di breve termine – prosegue Loser - sono stati tra i più venduti alla clientela retail negli scorsi anni, ma non saranno più in grado di garantire nei prossimi due anni rendimenti positivi e bisogna abituarsi a questa idea, anche perché le commissioni in media dello 0,60 – 0,80 per cento vanno a erodere quel poco che si riesce a guadagnare in un ambiente di QE. La domanda di rendimento in Italia, inoltre, non prevede una partecipazione al capitale impresa e cioè un aumento all’esposizione azionaria, mentre il mondo bancario si sta ritraendo dal mercato del credito che subirà una contrazione importante". Questo ambiente crea "la possibilità per la media impresa di finanziarsi tramite canali alternativi, attingendo direttamente dal mondo del risparmio", 4.000 miliardi la ricchezza finanziaria degli italiani di cui 130 miliardi nei fondi pensione, e "per gli investitori di esporsi direttamente all’economia reale che oggi garantisce ritorni più interessanti". A questo si aggiunge il panorama bancario italiano. "La Vigilanza europea - conclude Loser - richiede requisiti sempre più elevati e dai piani industriali delle banche emerge chiaramente che la redditività nei prossimi cinque anni è connessa alla crescita dei ricavi da commissioni" e, quindi, dai prodotti di risparmio gestito, piuttosto che dalla tradizionale attività legata ai prestiti. Il ricorso al mercato dei capitali da parte delle imprese e il coinvolgimento delle SGR, quindi, ha l'effetto di compensare per le banche la perdita di margine di interesse con ricavi commissionali legati all'attività di collocamento di fondi di credito.
Il momento storico è favorevole all’investimento in minibond. Sul mercato negli ultimi anni c’è grande fermento da parte degli operatori: sono più di 25 i fondi lanciati nell’ultimo biennio su questo segmento per un totale di oltre 4 miliardi di euro, di cui un terzo sottoscritto. Il mercato nel suo complesso conta 120 emissioni (23 nel 2013, 59 nel 2014 e 41 quest'anno) per un controvalore di oltre 5,1 miliardi di euro. "Nella classe retail è difficile trovare un fondo obbligazionario di breve termine che negli ultimi sei mesi, e cioè dall’annuncio del QE da parte del presidente della Bce Mario Draghi, abbia registrato un rendimento positivo" spiega Ugo Loser , amministratore delegato di Arca SGR (tra i soci di maggioranza, Veneto Banca, Popolare di Vicenza, Popolare dell'Emilia Romagna, Popolare di Sondrio e Banco Popolare), durante una presentazione a Milano alla clientela istituzionale del fondo alternativo (Fia) Arca Economia Reale Bond e del fondo azionario Arca Economia Reale Equity Italia (entrambi gli strumenti sono accessibili anche alla clintela retail).
Forte domanda per i fondi obbligazionari a breve termine
"I fondi obbligazionari di breve termine – prosegue Loser - sono stati tra i più venduti alla clientela retail negli scorsi anni, ma non saranno più in grado di garantire nei prossimi due anni rendimenti positivi e bisogna abituarsi a questa idea, anche perché le commissioni in media dello 0,60 – 0,80 per cento vanno a erodere quel poco che si riesce a guadagnare in un ambiente di QE. La domanda di rendimento in Italia, inoltre, non prevede una partecipazione al capitale impresa e cioè un aumento all’esposizione azionaria, mentre il mondo bancario si sta ritraendo dal mercato del credito che subirà una contrazione importante". Questo ambiente crea "la possibilità per la media impresa di finanziarsi tramite canali alternativi, attingendo direttamente dal mondo del risparmio", 4.000 miliardi la ricchezza finanziaria degli italiani di cui 130 miliardi nei fondi pensione, e "per gli investitori di esporsi direttamente all’economia reale che oggi garantisce ritorni più interessanti". A questo si aggiunge il panorama bancario italiano. "La Vigilanza europea - conclude Loser - richiede requisiti sempre più elevati e dai piani industriali delle banche emerge chiaramente che la redditività nei prossimi cinque anni è connessa alla crescita dei ricavi da commissioni" e, quindi, dai prodotti di risparmio gestito, piuttosto che dalla tradizionale attività legata ai prestiti. Il ricorso al mercato dei capitali da parte delle imprese e il coinvolgimento delle SGR, quindi, ha l'effetto di compensare per le banche la perdita di margine di interesse con ricavi commissionali legati all'attività di collocamento di fondi di credito.