Uomo + Donna = Il + grande spettacolo dopo il big bang




"Nora ha l'Alzheimer.
Sono diventato la sua badante a tempo pieno, non voglio che nessun altro si occupi di lei.
La donna che amo è ancora lì, ogni minuto di ogni singolo giorno e questa è la mia vita.
Va sempre peggio.
Il cervello immagazzina sempre meno ricordi, alcuni frammenti spariscono completamente".

Johnny Rotten ha raccontato il triste episodio in un'intervista al tabloid britannico Daily Mirror riferendosi all'amata moglie Nora Forster,
cui è legato da circa 40 anni: la malattia che l'ha colpita, l'Alzheimer, le ha fatto progressivamente perdere la memoria.
Nora Forster è tedesca, ha 78 anni e ha sposato Lydon nel lontano 1979, ai tempi in cui era lui un'icona della controcultura punk e lei
un'ereditiera di una famiglia del settore editoriale.


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"Presumo che la sua condizione sia come una sbronza permanente.
È sorprendente.
Tutti erano colpiti dal fatto che si ricordasse di me.
Non mi dimenticherà mai.
Se uno di noi due se ne va prima dell'altro, sarà un massacro per il sopravvissuto.
Lei è più vecchia di me, ma le donne vivono più a lungo degli uomini, quindi dovremmo morire esattamente nello stesso momento, sarebbe perfetto".


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"La vita è corta, e tu cerchi di darci dentro più che puoi. Una volta che te ne vai, te ne vai e finisce lì. Sto facendo le cose al meglio delle mie disabilità.
Ci scherzo su. Non c’è morbidezza in quel che faccio. Non c’è pietà o piagnucolii o niente di tutto ciò, perché sono tutte cose incredibilmente non sane.
Il segreto per una relazione di lunga durata?
Delle ottime litigate. E nessun segreto. Basta dire le cose come stanno, chiaro e tondo. A volte è scioccante e doloroso ma alla fine è come siamo, e
finiamo sempre per ridere. È un urlo che calza a pennello e ti porta a ridere istericamente. Quanto può essere assurda una lite. A dire il vero, quanto
può essere piacevole e rinfrescante. Quell’odio e rabbia possono essere mezzi molto utili. Mentre la rabbia repressa e l’aggressione e compiacersi per
delle colpe, quella è la strada che ti porta alla rovina.
La mia vita è questa, io e mia moglie che ci alziamo presto la mattina, e poi ce ne stiamo un po' al letto con una tazza di tè, a guardare la tv».

Anche i gusti televisivi sembrano lontani anni luce da quelle che ormai sembrano «follie di giovinezza».
Johnny Rotten confessa infatti di amare smisuratamente la serie americana «I Love Lucy», un cult dell' America degli anni Cinquanta che racconta con
brio le vicissitudini di una coppia:

«Sembiamo proprio io e Nora!».


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ELSA MARTINELLI - Nata a Grosseto nel 1935, settima di otto figli, padre ferroviere, madre casalinga, divenne star prima della moda e solo dopo del cinema.

Cassiera al bar o infilatrice di perline per aiutare l'economia di famiglia, finì quasi per caso sulle riviste di moda.

"... sfilai in bikini a Firenze in un’età in cui stava tramontando il mito della maggiorata e si cercava un nuovo tipo di fisicità.
Divenni la modella del nuovo corso. Il primo ombelico fuori dai jeans, la frangetta, il trucco leggero, quasi inesistente.
Un prototipo di bellezza marziana da proporre ai grandi fotografi americani che cercavano icone distanti dalle immagini
che avevano dominato in un recente passato.
A loro parve che la mia figura anticipasse i tempi. Andai negli Usa, a New York e da Irving Penn ad Richard Avedon,
lavorai un po’ con tutti i più grandi fotografi d’America."

Scoperta, a Firenze, da Eileen Ford, titolare della più importante agenzia americana di indossatrici, lascia presto l’Italia e vola in America dove viene ritratta
dai più grandi fotografi dell’epoca, ispirati dall’eleganza innata e dal fisico snello di quella Audrey Hepburn in versione italiana.
Entrò per scommessa nel mondo del cinema (le prime apparizioni nel '53 con Se vincessi cento milioni di Carlo Campogalliani e L'uomo e il diavolo di
Autant-Lara da Stendhal nel '54), approdò sulle pagine della rivista Life e venne notata da Kirk Douglas, suo pigmalione per Il cacciatore di indiani di
André de Toth del '55.

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A quell'epoca non era facile per una piccola italiana approdare nel firmamento hollywoodiano benché a più d'una fosse pagato il biglietto di sola andata.
La sua carriera, da quel momento, prende il volo, film e flirt si intrecciano vorticosamente, restituendo l’immagine di una giovane diva decisa e anticonformista.
Non a caso per lei Gary Cooper, fra i tanti maschi alfa da lei affascinati: «Ha bevuto champagne dalla mia scarpa di raso per darmi il benvenuto»;
John Wayne, il rude cowboy per lei era «Uno degli uomini più raffinati che abbia conosciuto». Riabilitò anche l’Alberto Sordi privato, ribaltando la grande
diceria maligna che lo voleva superoculato: «Tutt’altro che avaro, mi veniva a prendere in limousine»
.


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«Non sogno principi azzurri, voglio essere io a scegliere»

Elsa Martinelli e Frank Sinatra. si conoscono, probabilmente, a qualche party hollywoodiano; e, da adulti e smaliziati
“sconosciuti nella notte”, finiscono all’alba nello stesso letto. «Senza tanti preamboli» precisava lei «tipo: vuoi bere
qualcosa o vuoi che mettiamo su un disco?». L’emancipata fanciulla italiana, vent’anni più giovane del maturo gangster
di Colpo grosso, considerò l’avventura come un cordiale, reciproco “scambio di conoscenze sull’amore”.
Mentre Sinatra, momentaneamente libero tra uno dei suoi quattro matrimoni e l’altro, le propose, sornione, di “restare con lui”.
Elsa comprese che era un sottinteso invito all’altare e, d’istinto, si ritrasse: “No, grazie
”.


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Elsa Martinelli non volle saperne di rimanere a Hollywood.
A metà degli anni ’90, Elsa scrisse un'autobiografia intitolata Sono come sono. Prendere o lasciare, dove è raccontato quel periodo.
Nel 1957 sposa il conte Franco Mancinelli Scotti di San Vito.

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L'anno successivo Elsa Martinelli mette al mondo sua figlia Cristiana.
Il matrimonio con il conte, però, non dura a lungo, disturbato dalle voci e dai pettegolezzi sui presunti flirt della diva con i suoi colleghi sul set.


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Elsa Martinelli e il marito hanno divorziato e nel 1968 e l'attrice ha intrapreso una nuova relazione
decisamente più stabile con Willy Rizzo, fotografo e art designer di chiara fama


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Willy ed Elsa vissero non solo un’unione di tipo sentimentale, ma fecero confluire la loro verve creativa nella creazione di opere d’arredo originali.
Questo sodalizio li portò a creare un vera e propria attività commerciale che ebbe grandissimo successo, fino al punto di espanderla in tutta Europa.
I primi prototipi creati da Willy Rizzo ed Elsa Martinelli furono quelli destinati all’abitazione della coppia a Roma, ai margini di Piazza di Spagna,
probabilmente ignari di dare inizio ad un’avventura artigianale destinata ad avere un fulmineo successo.



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I volumi, le forme e i materiali trovarono nel gusto di Willy quella espressione in linea con il desiderio di energia e cambiamento vivo della fine degli anni ’60.
L’estro di Willy lo porta a realizzare mobili funzionali, nuovi, dal sapore futuristico e, allo stesso tempo, contemporaneo.
Non molto tempo dopo, le amicizie illustri si accorgono del talento manifatturiero della coppia: Mick Jagger, Salvador Dalì, e Brigitte Bardot sono solo
alcuni dei personaggi internazionali che sono stati catturati dal gusto di Willy Rizzo e che hanno commissionato mobili ed elementi d’arredo per le proprie abitazioni.


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Il successo di queste creazioni porta, nel 1968, alla fondazione di un Atelier dedicato, con un’espansione tale da arrivare ad impiegare in pochi anni fino
a 150 persone. La magia e la visione di Willy Rizzo sono concentrate in queste creazioni iniziali, dai semplici ed imponenti tavoli bassi in legno laminato
con altezze variabili ai mobili progettati su misura per gli ambienti a cui erano destinati. Dal mobile stereo in acciaio alle librerie componibili: non c’è,
in questi pezzi, un intento commerciale ma puro genio creativo. Una ricerca del bello e del funzionale che è prima di tutto una sfida ed un traguardo
per se stessi e che, in fondo, riassume lo spirito di ciò che ha fatto degli anni settanta una pietra miliare della cultura, dei costumi e della società contemporanea.



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Rizzo con la sua linea di arredamento «art deco» divenne il designer della Dolce vita, ma alla fine degli anni ’70 tornò in Francia.

Nella sua carriera, Willy Rizzo ha immortalato celebrità come Jack Nicholson, di cui è stato anche un buon amico, Brigitte Bardot, Salvador Dali, Gene Kelly, Maria Callas, Marlene Dietrich e Jane Fonda. Famosissimo il suo servizio fotografico con una Marylin Monroe provata dalla depressione, realizzato due settimane prima della sua morte: «Fu come se le più belle donne del mondo fossero là, concentrata in una», commentò il fotografo.

Nel 1970 la Martinelli ha posato nuda per l’edizione italiana di Playboy, scatenando un vero e proprio assalto alle edicole in tutta Italia. L’anno dopo, insieme a Carlo Giuffré, ha condotto la 21esima edizione del Festival di Sanremo (che vinceranno in coppia Nada e Nicola di Bari). Da allora, diradando gli ingaggi cinematografici, si è fatta vedere molto in tv come ospite e come opinionista. Ma gli italiani erano molto lieti delle apparizioni di Elsa Martinelli in telefim di grande successo come Atelier, Orgoglio e Un medico in famiglia. La consideravano come una di famiglia, ma la cugina chic che fa shopping a Parigi.
Il nome di Elsa è citato in un brano del 1980 del dissacrante Rino Gaetano dal titolo Jet Set, contenuto nell'album E io ci sto.

Elsa Martinelli e Willy Rizzo hanno poi divorziato, ma sono rimasti amici per tutta la vita.


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La rivoluzione gentile dell’amore – le nozze diventate un pezzo di storia tra May Britt, attrice svedese, e Sammy Davis jr,
showman americano e simbolo della comunità nera.

Nel 1960 le unioni miste erano illegali in 31 stati degli usa, loro prendono a spallate porte, ma devono rinviare il matrimonio:
Davis è impegnato nella campagna per l’elezione di Jfk e i Dem non vogliono unire il loro nome a una coppia mista – alla festa
per l’insediamento lui viene invitato, ma la moglie no…


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Quando May Britt e Sammy Davis jr si sposano il 13 novembre 1960 le unioni miste sono illegali in 31 Stati degli Usa, in 15 vengono perseguite con la massima pena e solo sette anni dopo la Corte Suprema renderà la legge finalmente valida in tutto il Paese, solo sette anni dopo il cinema e la società riconosceranno l' ipotesi ammissibile con Indovina chi viene a cena. Ma in quel novembre fa solo un gran freddo, persino a Hollywood, persino con due persone innamorate e un concentrato di passione che sarebbe dovuto valere per una vita insieme e avrebbe dovuto cambiare la testa altrui. Quell' amore centra una sola casella. Il flirt è brevissimo.

Lei incontra lui sul set del non troppo fortunato remake dell' Angelo azzurro. Sammy è lì per parlare con il suo agente, resta abbagliato e tutti i presenti si preoccupano. Non gli credono neanche troppo perché in quel momento l' attore è uno dei performer più richiesti, è famosissimo e ha da poco terminato un fidanzamento clandestino con Kim Novak. Pensano che stia giocando. Sperano che sia solo una fantasia.


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La storia fra Sammy Davis jr con Kim Novak aveva creato in precedenza scandalo: anche se i due non si erano mai fatti vedere in pubblico,
i giornali li avevano stanati, le case di produzione sgridati.
Kim Novak e Sammy Davis Jr. si incontrano per la prima volta nel 1957. Vertigo non è ancora in sala e Davis Jr. non ha ancora bucato il piccolo schermo. Galeotta è una coppia di Hollywood amica di entrambi, quella formata da Tony Curtis e Janet Leigh. Novak aveva partecipato ad uno spettacolo di Davis Jr. qualche tempo prima e lui, che l’aveva scorta nel pubblico, ne era rimasto inevitabilmente attratto, tanto da chiedere agli amici di creare una situazione in cui i due potessero conoscersi.
La relazione fra l' enigmatica donna che visse due volte, l' algida bionda hitchcockiana, con il piccoletto del Rat Pack, «un afroamericano con
origini portoricane e un occhio solo» (la definizione è sua) non era ben vista.

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I due sanno a cosa vanno incontro, in una Hollywood che ancora vive un razzismo diffuso tra le righe: l’assistente di Davis, Arthur Silber, confesserà allo Smithsonian Magazine nel 2017, i sotterfugi che si trovava ad organizzare per far incontrare i due. Sembrava di trovarsi in un film di spionaggio, confesserà, a volte lasciava Davis davanti all’appartamento di Kim Novak a Beverly Hills e si accordavano per un giorno o un orario in cui sarebbe tornato a prenderlo, molto spesso in macchina l'uomo era costretto a sdraiarsi per terra e ricoprirsi con un telo per non farsi vedere.


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Come riporta anche il Telegraph diverse leggende ruotano intorno al momento in cui fu intimato a Davis di troncare i rapporti
con Kim Novak,
secondo alcuni sarebbe stato minacciato dal ganster Mickey Cohen, secondo altri sarebbe addirittura stato rapito.



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Dopo le minacce presunte ricevute dal ganster Mickey Cohen, Sammy Davis Jr. convola a nozze con Loray White, cantante di colore e sua ex fidanzata.
Nelle due autobiografie che usciranno più tardi Davis dichiarerà di essere stato completamente ubriaco nel momento della proposta.
La coppia si sposa nel gennaio del 1958 a Las Vegas, a poco più di un mese dal fatidico Natale a casa Novak.
La cerimonia, come il matrimonio poi, è un disastro: Silver racconterà di aver addirittura trovato
Davis sul punto di suicidarsi il giorno stesso della celebrazione.


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Poi Sammy Davis Jr. vede May Britt e l' America perde la testa.
Dopo essersi incrociati la prima volta si rivedono al ristorante e dopo qualche mese lui telefona da Las Vegas per la proposta.
«Vuoi sposarmi?», «sarebbe meraviglioso».
Tutti e due si sentono di battere il pregiudizio semplicemente mostrandosi insieme. Funzionerà, solo non subito.
Sammy, con gli amici Frank Sinatra, Dean Martin e Peter Lawford, è impegnato nella campagna a favore di Kennedy e i democratici non vogliono associare la corsa alla Casa Bianca a un matrimonio che in metà degli Stati Uniti non sarebbe neanche riconosciuto. Però la botta di squallida realtà arriva subito dopo la rapida cerimonia e il party in casa.

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Kennedy è già Presidente e Davis è tra gli invitati alla festa per l' insediamento, peccato che non possa portare sua moglie. Troppa tensione in circolo per sbattere una coppia mista in faccia a una nazione divisa. Jfk per ben due volte rifiuta di avere al suo tavolo ufficiale una bianca e un nero sposati: dopo qualche mese, stessa situazione con il Rat Pack chiamato a cantare per il presidente. Davis ci resta così male che non reagisce, accetta le scuse senza ascoltarle e incassa la solidarietà di Martin, che boicotta entrambe le cerimonie.

Sinatra presenzia e dice al suo socio che deve solo fregarsene, persino Martin Luther King, amico di Davis, non ha risposte. In un celebre dialogo tra i due Davis gli chiede: «Martin, ce la si fa con questa integrazione?» e l' altro risponde «posso solo dirti che ti parlo dal telefono di una meravigliosa suite da cui non posso uscire perché la gente fuori mi aggredirebbe».


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Sammy e May per stare insieme devono girare con la scorta.
Hanno una figlia, Tracy, e adottano due bambini, Mark e Jeff.

Lei smette di lavorare e lui inizia a bere troppo e a esserci sempre meno.
Restano uniti da sentimenti profondi e dalla voglia di dimostrare che la loro vita insieme non è un capriccio, però iniziano ad allontanarsi.

Nel 1968 Luther King viene assassinato e Sammy Davis va in pezzi, il matrimonio fa la stessa fine, anche se i due restano sempre amici.



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Nel ’70 Davis si risposò con l’attrice Altovise Davis, alla quale rimase legato fino alla morte, avvenuta nel 1990.
Per tutta la vita continuò a lottare per abbattere le discriminazioni, marciando accanto a Martin Luther King Jr. nel 1965,
chiedendo uguali diritti per tutti e superando in prima persona molti dei limiti imposti alle persone di colore, nello show business e nel comune sentire.


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“Se non hai groupies intorno vuol dire che non stai facendo sul serio!”

Questa celebre massima di Frank Zappa racchiude tutta la filosofia delle rockstar e delle loro giovani seguaci nella sfrenata libertà sessuale degli anni ’60 e ‘70. Sappiamo bene che ogni decennio in ambito artistico ha avuto le sue dosi di “sex drugs & rock’n roll’, ma prima c’era troppa pudicizia per ammetterlo e dopo troppo poca per crearne un mito. Quegli anni hanno invece visto il giusto equilibrio tra poesia ed erotismo. Una sorta di ingenuità consapevole, ossimoro che rendeva queste generose lolite candide e perverse insieme. Le groupies erano amanti, mamme, sorelle e muse ispiratrici, fresco balsamo per la stanchezza alienante della vita on the road anche se, pure fra queste “collezioniste”, a volte scattava un desiderio monogamico.



CHRIS O’ DELL UNA DELLE GROUPIE PIÙ FAMOSE DEGLI ANNI ’70

Chris arriva a Londra appena ventenne dalla lontana Arizona, con pochi dollari in tasca e il sogno di tuffarsi nella fantastica swinging London di fine anni ’60.
George Harrison nel 1973 scrisse per lei ‘Miss O’Dell’, a sigillo di una lunga amicizia iniziata quando la ragazza, appena arrivata dall’Arizona a Londra, divenne segretaria alla Apple. La sua voce è nel coro di ‘Hey Jude’. Definita una “super-groupie”, frequentò assiduamente anche Ringo Starr, Bob Dylan e Mick Jagger, Eic Clapton,lavorando a lungo anche per questi artisti come assistente personale e tour manager.

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Harrison però la amò davvero, arrivando ad invitarla a casa dove per un po’ rimase a vivere, entrando anche nelle grazie della moglie Pattie Boyd. Coppie aperte in libero amore. Impiegò anni per uscire dalle dipendenze provocate dagli abusi quotidiani di sostanze di quel mondo che lei stessa definì una “Disneyland”.


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Chris O'Dell - Anche Mick Jagger, qualche anno dopo, si intratterrà con l’intrepida groupie e la immortalerà in una foto apparsa sul
retro dell’album “Exile on Main Street”.

Dopo le due grandi band rivali, Chris seguirà anche Dylan, Clapton, e molti altri, costruendo nel corso degli anni una vera e propria
biografia del rock
nella sua fase più esplosiva, da un punto di vista tutto speciale.
Oggi Chris O’Dell con un misto di malinconia e ironia ricorda quel periodo che ebbe anche i suoi lati oscuri nella tendenza autodistruttiva
che sembrava animare i musicisti rock, dediti oltre alla musica anche all’alcol e alle droghe.

Per pubblicare le sue memorie ha atteso la morte di George Harrison, e il consenso di Ringo Starr.

“Oggi ... Siamo cresciuti abbastanza per accettare quello che è stato”.


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PAMELA DES BARRES

Pamela Ann Miller conosciuta con il cognome dell'ex marito Des Barres (Reseda, 9 settembre 1948) è una scrittrice statunitense,
ritenuta una delle groupie iconiche negli anni sessanta e settanta, autrice di Sto con la band. Confessioni di una groupie, considerato il manifesto sul groupismo
La “Regina”.
Li ha avuti tutti: Mick Jagger, Jimmy Page, Keith Moon, persino Jim Morrison.
Per lei era questione di “…Forza creativa. Capivamo e apprezzavamo la loro musica, quindi i grandi musicisti ci volevano intorno”.
Con altre groupies fondò anche il GTO (Girls Together Only), gruppo californiano legato a Frank Zappa che si esibì in alcuni concerti e nel ’69 pubblicò
un disco, ‘Permanent Damage’
.


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