Vendesi penisola vista mare

Aldo Semerari - Wikipedia

Aldo Semerari (Martina Franca, 1921 – Ottaviano, 1º aprile 1982) è stato un criminologo, psichiatra e politico italiano.

Verso la metà degli anni settanta, parallelamente alla sua attività medico-forense, ricoprì un ruolo di cerniera tra formazioni dell'eversione di destra, degli ambienti della criminalità organizzata e di frange deviate degli apparati di sicurezza, con l'obbiettivo di compiere o far compiere atti di violenza strumentali all'eversione e alla destabilizzazione dell'ordine democratico. Personaggio ambiguo che ha legato il suo nome a diverse vicende oscure della storia italiana durante gli anni di piombo e della strategia della tensione: dalla Strage di Bologna, al sequestro del politico democristiano Ciro Cirillo, fino al delitto del giornalista Mino Pecorelli. I suoi propositi ideologico-criminali, spesso perseguiti avvalendosi del supporto di malavitosi comuni, beneficiati attraverso perizie psichiatriche compiacenti, furono la causa del suo assassinio: il 1º aprile 1982, Semerari fu ritrovato decapitato all'interno della sua auto a Ottaviano.

Biografia

Professore ordinario di Medicina Criminologia[non chiaro] all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", direttore dell'Istituto di Psicopatologia Forense e perito tra i più autorevoli e stimati nei tribunali italiani, Semerari divenne noto soprattutto come autore di perizie psichiatriche d'alta scuola e come consulente in molti dei casi giudiziari più rilevanti degli anni settanta come, ad esempio, quello relativo all'omicidio dello scrittore e regista Pier Paolo Pasolini, al "boia di Alberga" Luciano Luberti, ai membri del "clan dei Marsigliesi", nonché nei processi a carico di mafiosi e di camorristi della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo.[1] Ed è proprio attraverso la sua attività professionale medica che Semerari iniziò a prestare i propri servigi scientifici per far ottenere perizie compiacenti a diversi gruppi delinquenziali come la Banda della Magliana.

I contatti con la Banda della Magliana

Come ebbe a riferire il pentito Fulvio Lucioli, componente di spicco della banda tra il 1978 e la fine del 1981:

« Il prof. Semerari era lo psichiatra di fiducia della banda. Ha fatto perizie per Selis, D'Ortenzi e probabilmente anche Colafigli. Un giorno venne da noi D'Ortenzi, detto “Zanzarone”, era il 1978, per dirci che Semerari ci proponeva di collocare delle bombe, credo a Roma, e di effettuare alcuni sequestri di persona, dandoci un elenco di nomi. Ci prometteva di far uscire le persone eventualmente arrestate per questi fatti, come del resto era già riuscito a fare con D'Ortenzi e con Selis messi fuori grazie alle perizie psichiatriche di favore. Ci fu un periodo, a Roma, in cui Semerari riceveva tutte le nomine di perizie psichiatriche dai giudici. Comunque anche se era perito di parte, il suo giudizio era talmente autorevole che nessun perito di ufficio lo contestava. Probabilmente Semerari, uomo dell’ultradestra, ci propose attentati con bombe per conto della sua area. Io e Selis rifiutammo la proposta che ci fece D'Ortenzi per conto di Semerari. I nomi delle persone da sequestrare sarebbero stati riferiti a D'Ortenzi da Semerari solo a condizione che avessimo accettato di fare alcuni attentati...[2] »

Circostanze, quelle messe a verbale da Lucioli, confermate anche dal terrorista di destra Paolo Aleandri, il quale ebbe a raccontare dei collegamenti tra Semerari e gli ambienti della malavita organizzata romana.

« L'istituzione di collegamenti tra gruppi eversivi dell'estrema destra e la malavita organizzata romana rientrava in un disegno strategico comune al Prof. Aldo Semerari e al Prof. Fabio De Felice, convinti che per il finanziamento dell'attività eversiva non fosse necessario creare una struttura finalizzata al reperimento programmatico di fondi, quando, senza eccessive compromissioni, si poteva svolgere un'attività di supporto di tipo informativo e logistico rispetto a strutture di criminalità comune già esistenti e operanti, onde garantirsi, lo storno degli utili derivanti dalle operazioni rispetto alle quali si forniva un contributo. Il primo collegamento venne realizzato attraverso Alessandro D'Ortenzi detto "zanzarone", in un incontro che, se mal non ricordo, si svolse presso la villa del Prof. De Felice. Per quanto ho potuto constatare di persona, i rapporti che intercorrevano tra il gruppo criminale denominato Banda della Magliana, o per meglio dire, tra i suoi esponenti, e il Prof. Semerari, era quello di una sorta di sudditanza dei primi al secondo, il quale esercitava su di loro una notevole influenza in forza dei benefici che costoro si aspettavano di conseguire per effetto delle sue prestazioni professionali. Con il passar del tempo, probabilmente, in considerazione di aspettative frustrate dai fatti, ho potuto constatare un progressivo raffreddamento di rapporti degli uni verso l'altro. »

Il Professore Nero

Propugnatore di teorie antisemite, dichiaratamente pagano e adoratore del Sole (consumatore di fegato crudo in occasione dei riti del solstizio), Semerari, che era solito dormire su un letto in metallo nero, sormontato da una bandiera con la svastica e protetto dai suoi dobermann, cui impartiva solo ordini in tedesco, politicamente, fin dai primi anni cinquanta, fu un convintissimo militante della corrente stalinista del Partito Comunista Italiano[3], prima di convertirsi d'improvviso, a partire dai primi anni sessanta, alla destra post-fascista, suggestionato dall'universo dei movimenti politici extraparlamentari come il Movimento Rivoluzionario Popolare, Ordine Nuovo e Costruiamo l'azione, l'organizzazione d'ispirazione neofascista nata da un'idea dell'ideologo Paolo Signorelli e di cui Semerari diviene uno dei principali artefici.[4]

Collaboratore del Sismi, il servizio segreto d'informazione militare, il Professore Nero, come era soprannominato Semerari dalla stampa del tempo, grazie all'intervento del Gran Maestro Gamberin, si iscrisse poi alla Loggia P2, stringendo ancor più i rapporti con il Venerabile maestro Licio Gelli.[5] Questo suo attivismo fece si che, verso la fine degli anni settanta, la sua professione di criminologo andò ad intrecciarsi sempre più alla sua prospettiva ideologico-criminale e lo portò quindi a contornarsi di ambigue frequentazioni pericolose legate al mondo della malavita comune e politica e a chiunque potesse concretamente contribuire alla riuscita del suo piano eversivo che consisteva nel creare in Italia un fortissimo clima di tensione e di destabilizzazione finalizzata ad una svolta autoritaria e alla distruzione del sistema democratico. A tal fine, nel 1978, organizzò anche una serie di riunioni politiche nella villa del professor Fabio De Felice a Poggio Catino, con alcuni componenti della Banda della Magliana a cui Semerari illustrò la sua strategia eversiva basata sulla collaborazione fattiva tra estremismo di destra e malavita comune: bombe e attentati ad obbiettivi precisi in cambio di perizie e consulenze tecniche al fine di ammorbidire le sentenze in caso di arresti e detenzioni.

Questa sua operosità non rimase però impunita e così, nei suoi confronti, il 28 agosto 1980, la Procura di Bologna su segnalazione del Sisde emise un ordine di cattura a cui seguì il suo arresto per associazione sovversiva e per un presunto coinvolgimento nella Strage di Bologna.[6] Durante le istruttorie i neofascisti pentiti lo individuarono come un elemento di spicco del vertice dei gruppi della destra eversiva di quegli anni. Dopo un anno fu comunque scarcerato e poi prosciolto per mancanza di prove. Ma quell'arresto suonò per lui come un campanello d'allarme, un primo avvertimento per metterlo definitivamente a tacere.

Nel carcere, infatti, il criminologo aveva cominciato a dare segni di cedimento psicologico ed aveva minacciato più volte di vuotare il sacco se i servizi segreti non lo avessero aiutato ad uscire di galera. Molto probabilmente Semerari, grazie soprattutto alla vasta rete delle sue conoscenze, custodiva molte informazioni legate agli anni di piombo e della strategia della tensione, inenarrabili e indicibili segreti che, se rivelati, avrebbero avuto effetti quantomeno devastanti. Il criminologo riuscì così nel suo scopo e venne quindi dapprima ricoverato a Villa Mafalda per essere tenuto sotto controllo e, successivamente, scarcerato decretando inconsapevolmente la propria condanna a morte.[7]

La morte

Il 26 marzo del 1982, Aldo Semerari scomparve misteriosamente dall'hotel Royal di Napoli, ove soggiornava da qualche tempo. Tre giorni dopo arrivarono due telefonate alla redazione del quotidiano «Il Mattino», che ne rivendicavano il sequestro. Il 1º aprile 1982, in viale Elena, a Ottaviano, un passante notò uno strano liquido rossastro fuoriuscire dalla portiera di una Fiat 128, parcheggiata proprio di fronte all’abitazione del camorrista Vincenzo Casillo, «braccio destro» del boss Raffaele Cutolo. I carabinieri del maresciallo Armando M. che intervennero sul posto, notarono sul sedile anteriore, lato guida, una busta di plastica insanguinata contenente la testa mozzata del criminologo, tagliata con una sega, mentre invece il suo corpo fu rinvenuto nel bagagliaio posteriore dell'auto.

Come si apprese in seguito, il movente del suo omicidio era da ricercarsi in un episodio avvenuto poco tempo prima il sequestro: il professore, infatti, nella sua qualità di psichiatra forense, si era adoperato per la scarcerazione di un boss della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, per poi accettare l'incarico come consulente anche per la fazione opposta, la Nuova Famiglia di Umberto Ammaturo. Una errata mossa strategica che, molto probabilmente, gli costò la vita[8].

In un'intervista del maggio 2010, Ammaturo, oramai pentitosi, confessò di aver ucciso Semerari e di aver successivamente depositato la sua testa mozzata davanti al castello di Cutolo: "Gli tagliai io la testa (...) perché si era impegnato con noi della Nuova Famiglia a seguire le nostre cose, ed era ben remunerato da me personalmente, ma Cutolo fece ammazzare uno giù alle camere di sicurezza del tribunale e Semerari gli fece una perizia falsa per farlo assolvere. Era un traditore, chi prende un accordo e non lo mantiene è un traditore."

Lo stesso giorno del ritrovamento del corpo di Semerari, a Roma, anche la sua collaboratrice e compagna Maria Fiorella Carraro, si tolse la vita (secondo gli investigatori) sparandosi in petto con una pistola 357 Magnum. Pochi giorni dopo, una banda di scassinatori mai identificati, ruppe i sigilli della mansarda della Carraro, sita in via Damiano Chiesa a Roma, mettendo a soqquadro tutte e dieci le stanze. A tutt'oggi si ritiene che la donna possa essere stata uccisa per nascondere una serie di informazioni riservate.
 
CRONISTORIA DI UN SABATO QUALUNQUE DI UNA GIORNATA DI INIZIO NOVEMBRE DI QUESTA ITALIA IN LENTA E DEVASTANTE AGONIA!!!!!!riflessioni di updown | riflessioni di updown

Sabato mattina. 9 novembre 2013. Ore 9,30.
Bella giornata di sole, 23 gradi, in questo autunno che sa più di estate a dire il vero, qui nel Salento.

Il sabato, senza i mercati, mi sveglio sempre un pò più tardi del solito e vado sempre a fare colazione nel bar-pasticceria più noto della zona, in cui cornetto e cappuccino sono davvero uno spettacolo e fino a poco tempo fa dovevi aspettare almeno 15-20 minuti per essere servito!!!
Arrivo lì, e sono l’unico. Penso: uahuuu, che bello, senza la solita fila!!!!
Mi siedo al tavolino, prendo il mio bel cornetto e cappuccino, e me li godo. Passano pochi minuti, e si avvicina il proprietario: lo conosco da anni, pasticciere da quando aveva 9 anni con il suo papà, persona davvero in gamba (la sua pasticceria è senza alcun compromesso – segreto del suo successo finora: solo i migliori prodotti, freschi e genuini), molto riservata e gentile, che vedi raramente in pubblico e che lavora come un pazzo dalla mattina alle 5.30 fino a sera tardi( a parte il martedi che è chiuso per riposo settimanale).
Cominciamo a scambiarci le prime battute di rito, ma mi sembra subito evidente che lui voglia sfogarsi un pò con me. Era già da diversi mesi, quando ci eravamo intravisti, che si lamentava di un drastico calo dei ricavi, accompagnato da un altrettanto deciso aumento dei costi, che stava rendendo sempre più difficile riuscire ad andare avanti.
Stavolta infatti comincia a parlare subito, senza andare per le lunghe, di stanchezza, di insostenibilità della situazione, del fatto che non vuole arrivare addirittura a perdere tutto quel che si è costruito in una vita. Mi comincia a sciorinare i costi di ogni singola voce, lievitati in maniera spropositata negli ultimi anni(con i prezzi dei prodotti praticamente invariati da anni per poter essere competitivo) e soprattutto mi parla di una tassazione oramai intollerabile, oltre che fuori da ogni logica.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la stima del suo commercialista relativa alle nuove tasse in arrivo a inizio 2014 ( eh si l… ‘unica cosa che sono in grado di fare i nostri politici è questa!!!) - la triplice Tari, Tasi e e Trise- con particolare riferimento alla componente relativa ai rifiuti solidi urbani, di cui si prevede un aumento di circa il 300%.
Lui che tra costi energetici(bolletta mensile da 2200 a 3000 euro al mese), costi del personale(5 dipendenti, che erano il doppio fino a 2 anni fa), e tutti gli altri costi di produzione, ha già raggiunto livelli che rendono praticamente risibili i margini, proprio perchè i prezzi è obbligato a tenerli quasi fermi da anni, questa ulteriore botta proprio non se la può permettere.
Anche perchè, mi spiega, “Salvatore, che senso ha tutto questo?? Alzarmi la mattina alle 5, andare a letto non prima delle 24, non avere da una vita sabati e domeniche liberi, non godersi mai nessuna festa(anche perchè solo grazie a queste si è riusciti ancora a tirare finora), non potersi permettere più nemmeno di farsi una vacanza, anche solo per staccare la spina. E tutto questo per che cosa? Per mantenere questa banda di ladroni? A me da tempo non rimane più niente, anzi sono mesi che metto mano ai miei risparmi per andare avanti addirittura. Però adesso basta, e credimi se ti dico che mi fa male il cuore, soprattutto per le persone che lavorano con me da una vita: è arrivato però il momento di mettere la fine a questa lunga agonia. Devo blindare quello che ho, proteggere tutto, e pensare solo a me stesso e alla mia famiglia. Meglio chiudere ora piuttosto che essere costretti a farlo da altri in futuro, magari dove aver perso anche quel poco che è rimasto”
Il cornetto e cappuccino erano finiti – di traverso purtroppo – da oltre 40 minuti, ma ho ascoltato questa persona senza davvero proferire parola quasi. Prima di andare, dopo qualche parola di conforto, ho solo detto lui che, se vuole, sono sempre a disposizione per qualche consiglio , dando appuntamento alla settimana successiva. La sua frase prima di andare via: ” non so se ci sarò ancora, qui oramai si vive alla giornata”.
Dopo questo bell’inizio di giornata, con questa buona dose di ottimismo e fiducia (sigh…..), vado in farmacia a prendere un collirio e qualche altro farmaco necessario in caso di influenza o raffreddore, in vista della stagione invernale.
Qui, a differenza della pasticceria, trovo una bella fila di persone (gli affari per i farmacisti vanno sempre a gonfie vele, a maggior ragione in tempi di crisi prolungata, in cui le persone è più facile che si ammalino!!!).
Davanti a me, due imprenditori della zona: uno che si occupa di infissi(che conosco da tempo), l’altro (che conosco solo di nome) invece che produce e distribuisce mobili da giardino, gazebo, etc etc.
Il primo, ha già mandato tutti a casa (24 persone) da settembre, dopo aver perso buona parte di quel che aveva, visto che aveva reinvestito liquidità, in gran parte personale, in un nuovo stabilimento di 2000 mq a partire del 2007; il secondo, che annuncia all’amico che dal 31 dicembre prossimo chiude i battenti(altre 13 persone senza lavoro).
Prima di andare via, faccio solo in tempo a sentire il primo che dice che si sta spostando in Romania, mentre il secondo che ancora non ha nemmeno idea di cosa fare!!!
Torno a casa poco prima del pranzo, dopo aver fatto qualche altra commessa, con la sensazione di aver ingerito un bicchiere di ……..
Dopo aver passato tutto il resto della giornata a giocare e rilassarmi con mio figlio(effetto credetemi davvero disintossicante, dopo i veleni della mattinata), per cena decidiamo di andare a mangiare qualcosa fuori. Scegliamo il ristorante di un amico fraterno.
Nonostante sia sabato, non ci sono molti tavoli.
Lui viene fuori da una stagione estiva davvero buona(il Salento ha tenuto davvero bene anche quest’anno difficilissimo per altri).
Dopo un pò di antipasti e un bel sotè di cozze, accompagnati da una buona bottiglia di vino rosato, e seguiti da una ottima mousse alla ricotta coperta da crema di olivotto(assolutamente staordinaria), visto che buona parte delle persone è già andata via, mentre prendiamo il caffè l’amico viene a sedersi vicino a me. Iniziamo a chiacchierare un pò del più e del meno, qualche risata su episodi di vita vissuti insieme, gli parlo un pò del progetto Tradingnetwork che stiamo per lanciare a breve.
Tutto bene insomma. Prima di andare via, però mi preannuncia che alla luce della situazione complessiva, ha deciso per il periodo che va da metà novembre ad aprile 2014 di aprire solo i sabati(e le domeniche solo su prenotazione), perchè il gioco davvero non vale la candela. E che se la componente costi dovesse continuare a lievitare ulteriormente, sta meditando di chiudere completamente da ottobre a maggio, aprendo solo per la stagione estiva(che è l’unica che giustifica, almeno per il momento, gli impegni e i costi da sostenere).
Non c’è niente da fare: anche quando pensavo che almeno uno, che non evidenziasse uno struggente contrasto interiore, lo avessi trovato, mi sono dovuto ricredere.
Questo è il panorama con cui convivono quotidianamente milioni di imprenditori(medio e piccoli, soprattutto, quelli non assistiti dallo stato, quelli che ci mettono i propri capitali per davvero, e che non rischiano quelli degli altri, in stile capitani coraggiosi), commercianti, artigiani, mettendo a dura prova la loro situazione finanziaria e patrimoniale, oltre che la stabilità stessa delle loro famiglie.
Vorrei tanto potermi sciacquare la bocca con i Lecca-Letta, i Mira-Monti, i Mr.Bean- Renzi, i Rocco-Berlusconi, i baffetti-D’alema, etc etc, veri e unici responsabili di questa situazione, che non solo lascia questa distesa di macerie già prodotte davanti agli occhi di tutti, ma che soprattutto ha tolto veramente la speranza per il futuro per non so quanti anni anche per le generazioni future, con i media mainstream che perdono tempo a cazzeggiare su Dudù, la Pascale, la Leopolda e tutte queste *********.
Oramai siamo arrivati in una situazione in cui ognuno è costretto dalla situazione oggettiva a pensare prima di tutto a se stesso e alla sua famiglia, perchè non ha davvero senso fare diversamente. Bisogna guardare in faccia la realtà, prendendo piena consapevolezza della situazione, e agendo di conseguenza.
Anche perchè credere ancora che qualcuno dei banditi, che oggi sono tutti allegramente insieme a continuare a fare esclusivamente i ***** propri, possa compiere qualche miracolo – questo servirebbe – è veramente pura utopia, priva di ogni logica razionale.
Questa è la cruda e amara realtà: è lecito e sacrosanto che ognuno pensi a salvare se stesso e i suoi cari dalla nave Italia che lentamente sta affondando. Non fare questo, sarebbe la vera gravissima colpa di cui recriminare per tutta la vita.
 
"Napolitano massone. E la Cia...". Tutti i panni sporchi della sinistra - Affaritaliani.it

Dalle amicizie pericolose di Bersani a quelle di D'Alema, dalle innovazioni ambigue di Renzi alle ombre dell'Ilva su Vendola. Fino al "nuovo compromesso storico" di Enrico Letta e ai segreti di Giorgio Napolitano. Non risparmia nessuno "I panni sporchi della sinistra", il libro di Ferruccio Pinotti e Stefano Santachiara (edito da Chiarelettere") che mette a nudo le magagne del centrosinistra. Un lavoro importante e "lungo due anni", come ha spiegato Santachiara intervistato da Affaritaliani.it, nel quale i due autori raccolgono e analizzano una serie di inchieste giudiziarie che riguardano, a vario titolo, il mondo della sinistra. Dalla galassia Bersani di Penati, Pronzato e Veronesi alla vicenda di Flavio Fasano, referente di D'Alema invischiato in una storia di mafia. Dallo scandalo Ilva al caso Unipol, passando per i trasferimenti di due magistrate, Clementina Forleo e Desirée Digeronimo (intervistata lo scorso settembre da Affari), che avevano indagato sulle responsabilità di importanti esponenti politici di sinistra. Pinotti e Santachiara ricostruiscono con dovizia di particolari tutta una serie di vicende, grandi e piccole, note e sconosciute, che offrono un ritratto impietoso di una sinistra che ha subìto "una mutazione genetica". Il libro si apre con un esplosivo capitolo su Giorgio Napolitano, del quale vengono indicati i rapporti (o presunti tali) con Berlusconi, la massoneria, la Cia e i poteri atlantici. Un capitolo del quale Affari pubblica un estratto e che certamente farà molto discutere.

L'INTERVISTA

Stefano Santachiara, com’è nato il libro “I panni sporchi della sinistra”?

Mi sono occupato a lungo di cronaca giudiziaria per L’Informazione, un giornale emiliano, e tuttora come corrispondente del Fatto Quotidiano. E' così che mi sono imbattuto in casi di malaffare, speculazioni edilizie, tangenti mascherate da reti di favori incrociati, rapporti con la criminalità organizzata. Spesso in queste vicende era coinvolto il centrosinistra. A Serramazzoni, in provincia di Modena, ho raccontato le prime contiguità acclarate tra ‘ndrangheta e Pd al nord, proprio nell’Emilia “rossa”. Quando L’Informazione ha chiuso i battenti nel febbraio 2012 ho sentito Ferruccio Pinotti e insieme abbiamo deciso di realizzare un libro-inchiesta: oltre ai casi giudiziari che riteniamo cruciali, abbiamo scavato sui centri nevralgici del “Potere democratico”, studiato documenti impolverati e inediti, raccolto nuove testimonianze. Man mano che si componeva il mosaico abbiamo effettuato collegamenti che ci consentono di analizzare la mutazione antropologica, etica e culturale, del partito erede del Pci di Berlinguer.

Il libro si apre con una serie di frasi di leader del Pd. Frasi che fino ad alcuni anni fa sembravano possibili da attribuire solo a politici del centrodestra. In che modo si è venuta a creare questa mutazione da voi definita “genetica”?

Questa mutazione è evidente, la si evince da molti aspetti a partire dalle politiche economiche. Ormai il Pd, sia nella classe dirigente che si perpetua da un ventennio sia nel nuovismo di Renzi, ha la stella polare più vicino al mondo della finanza che non a quello dei lavoratori. La sinistra moderna, non soltanto per la fusione con gli ex democristiani, ha cambiato visione di società mettendo in soffitta le prospettive del socialismo europeo e anche quelle keynesiane: per sommi capi possiamo ricordare che ha privatizzato reti strategiche nazionali, aperto al precariato con la legge Treu, ha appoggiato guerre della Nato, non si è prodigata per estendere i diritti civili, ha finanziato le scuole private invece di rilanciare l'istruzione pubblica e riportare la cultura (senza scomodare l'egemonia di gramsciana memoria) al centro dell'azione politica, infine si è allineata alla “dottrina” dell' austerity imposta dall'Europa dei tecnocrati. In questo contesto ha sdoganato comportamenti come i conflitti d'interesse– anche propri, non soltanto quello noto di Berlusconi - e le opache relazioni con il potere economico e bancario tradendo i principi morali e di giustizia sociale che avevano animato la sinistra del passato.

La cosiddetta superiorità morale della sinistra non esiste più?

Sulla base delle inchieste giornalistiche condotte in questi anni e del quadro organico che abbiamo assemblato ci siamo persuasi che, nei fatti, questa diversità non esiste più.

La struttura del vostro libro sembra suggerire che il padre di questa mutazione della sinistra sia Giorgio Napolitano. È così?

Napolitano è un garante dei poteri forti. È il comunista borghese collaterale al Psi di Craxi e favorevole, già negli anni Ottanta, ai rapporti con Berlusconi. Trovo significativa una sua frase, pronunciata quando si insediò al ministro degli Interni nel primo governo di centrosinistra della Seconda Repubblica, nel 1996. “Non sono venuto qui per aprire gli armadi del Viminale”, disse Napolitano facendo intendere di non voler indagare sui tanti segreti italiani irrisolti. Una dichiarazione che è tutta un programma.

Nel libro viene citata tra l’altro una fonte anonima che sostiene l’appartenenza di Napolitano alla massoneria…

L’appartenenza di Napolitano alla massoneria non è provata. E’ l’opinione della nostra fonte, noto avvocato figlio di un esponente del Pci, il quale riconduce le famiglie Amendola e Napolitano, interpreti della corrente di pensiero partenopea “comunista e liberale”, alla massoneria atlantica. Anche l'ex gran maestro del Grande Oriente d’Italia, Giuliano Di Bernardo, ipotizza per il presidente della Repubblica l'affiliazione ad ambienti massonici atlantici. Ma siamo nell’ambito delle opinioni. E' invece emerso da un documento datato 1974, l'Executive Intelligence Review, che Giorgio Amendola, il mentore di Napolitano, era legato alla Cia. Napolitano fu il primo dirigente comunista ad essere invitato negli Stati Uniti. Andò in visita negli Usa al posto di Berlinguer, a tenere confererenze nelle università più prestigiose: proprio nei giorni del rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. Un episodio che chiarisce quanto Napolitano fosse, sino da allora, il più affidabile per i poteri atlantici e che spiega almeno in parte la sua ascesa.

Insomma, Napolitano grimaldello degli Usa per portare il Pci a posizioni più allineate al potere atlantico?

Napolitano ha saputo muoversi perfettamente. A livello pubblico e ufficiale è sempre stato fedele al partito, sostenendo la causa di Togliatti persino nella difesa dell'invasione sovietica di Budapest nel 1956, poi come “ministro degli Esteri” del Pci. In maniera sommersa ha coltivato relazioni dall'altra parte della barricata, accreditandosi a più livelli di potere, italiani e internazionali.

Alla luce di quello che scrivete nel libro sui rapporti tra Napolitano e Berlusconi ritieni credibile che tra i due ci fosse stato un accordo su un qualche tipo di salvacondotto giudiziario per il leader del centrodestra?

I rapporti tra Berlusconi e Napolitano vengono da lontano,dai tempi della Milano da bere, quando la corrente migliorista del Pci spingeva per lo spostamento del baricentro dalle posizioni di Berlinguer a quelle di Craxi. Il rampante Berlusconi finanziava il settimanale della corrente migliorista, Il Moderno. Negli anni Napolitano si è confermato uomo del dialogo nei confronti di Berlusconi, contro il quale non ha mai espresso posizioni fortemente critiche. Ha promulgato senza rinvio lodi e leggi ad personam che sono stati poi bocciati dalla Corte Costituzionale, in queste settimane ha parlato di amnistia proprio dopo la condanna definitiva di Berlusconi per frode fiscale nel processo Mediaset.

Nel libro parlate anche delle magagne di tutti gli altri attuali leader della sinistra. In particolare delle amicizie sbagliate, o quantomeno pericolose, di Bersani e D’Alema. Per quanto riguarda i rapporti di forza sembra venir fuori che D’Alema è la serie A e Bersani è la serie B. E' così?

La frase su serie A e serie B è riferita a una fase del Penati gate. A un certo punto Di Caterina, prima finanziatore del partito e poi teste d’accusa nel processo a Penati, fa riferimento a un affare immobiliare senza rilievo penale. Un affare che vorrebbe Di Caterina ma che si sblocca solo quando palesa il proprio interessamento la società Milano Pace del salentino Roberto De Santis, imprenditore che si autodefinisce “fratello minore di D’Alema”. La galassia dei dalemiani è molto composita e ben presente anche nel campo degli affari. Nel libro parliamo anche della vicenda di Flavio Fasano, dimenticata dai quotidiani nazionali. Fasano era il referente di D’Alema nel quartier generale di Gallipoli: da sindaco gli ha organizzato regate e incontri decisivi come il pranzo con l'allora segretario del Ppi Rocco Buttiglione che nel 1994 creò le condizioni per il ribaltone del governo Berlusconi poi affossato dalla Lega di Bossi. Un uomo di fiducia, insomma. Ecco, nel 2008 si è scoperto che Fasano aveva rapporti con Rosario Padovano, un boss della Sacra Corona Unita di cui era stato avvocato anni addietro. Da una telefonata intercettata emerge che Fasano gli dispensava consigli pochi giorni dopo che Padovano aveva fatto uccidere il fratello. Non bisogna esagerare definendo Fasano come il “Dell'Utri di D’Alema” però la vicinanza di un suo fedelissimo ad un capomafia è un fatto poco noto...

Nel libro raccontate le vicende di due magistrate, Clementina Forleo e Desirée Digeronimo (vedi l'intervista di Affaritaliani.it al pm Digeronimo, ndr). Entrambe, dopo aver lambito D’Alema e Vendola con le loro inchieste su Unipol e sulla Sanitopoli pugliese, sono state trasferite per “incompatibilità ambientale”. Questo significa che in alcune procure chi indaga su leader politici di sinistra viene isolato e punito?

Di certo vi è stata una degenerazione, mi riferisco al peso improprio che le correnti della magistratura hanno assunto in **** ad Anm e Csm, che in alcuni casi hanno trasferito, punito e isolato i magistrati non allineati. Se da un lato si è manifestato un atteggiamento demeritocratico e doppiopesista dall'altro però non si può affermare come fa Berlusconi che siano tutte toghe rosse o che la magistratura sia eterodiretta dalla politica. Preferisco restare ai due casi specifici. Quando il Tar ha annullato il provvedimento di trasferimento della Forleo a Cremona deciso dal Csm, l’Anm ha criticato la sentenza. Eppure il sindacato delle toghe, ogni volta che Berlusconi attacca i giudici, ribadisce giustamente che le sentenze vanno rispettate. Nel procedimento sulla scalata di Unipol a Bnl D’Alema e Latorre potevano essere indagati per concorso in aggiotaggio, ma nonostante le indicazioni del gip Forleo sulla base delle loro scottanti telefonate con Consorte i pm di Milano non lo hanno fatto... Quanto al secondo caso, il sostituto procuratore di Bari Digeronimo – che ha scoperto il marcio di un sistema sanitario regionale piegato a interessi partitici e affaristici - è stata attaccata da Vendola pubblicamente, in stile berlusconiano, senza ricevere appoggio alcuno. Pochi mesi fa è finita nel mirino del Csm per aver segnalato insieme al collega Francesco Bretone i rapporti di amicizia tra la sorella di Vendola e Susanna De Felice, cioè il gup che ha assolto il governatore della Puglia nel processo relativo alla nomina di un direttore sanitario grazie alla riapertura dei termini del concorso. Il Csm ha ottenuto il trasferimento della Digeronimo accusandola di conflittualità con i colleghi, la stessa accusa mossa a suo tempo alla Forleo: condizioni fisiologiche in ogni ufficio e slegate dall'attività giurisdizionale.

Al di là del caso di Serramazzoni, sembra che l’interesse del Pd riguardo i temi dell’antimafia sia piuttosto basso. È così?

È così e la prova la si è avuta nella scelta dei candidati per le elezioni del 2013. In Calabria sono state escluse sindache antimafia come Caterina Girasole, Elisabetta Tripodi e Maria Carmela Lanzetta. In Emilia è stato dimenticato Roberto Adani, ripetutamente minacciato per aver denunciato presenze mafiose e colletti sporchi. Nando Dalla Chiesa non è stato più ricandidato dal 2006. Malgrado i proclami elettorali c’è scarsa attenzione su questi temi. In questi giorni si parla tanto dei “signori delle tessere” e sembra quasi che ci sia una guerra tra loro e i maggiorenti del Pd. Ma non è così: i “signori delle tessere” sono stati candidati dai leader nei listini bloccati per una precisa strategia che ha invece escluso chi ha rischiato la pelle combattendo le cosche.

Una volta si pensava che le mafie fossero politicamente orientate a destra. Oggi guardano anche a sinistra?

Anche se la maggioranza di casi riguarda ancora il centrodestra, come abbiamo visto si registrano le prime collusioni mafiose dei democratici.
 
CDD GRANDE DISCOVERY : LA SUPERGLADIO e gli apparati deviati che stanno dietro

LA SUPERGLADIO
e gli apparati deviati che stanno dietro

INFORMIAMO CON L'OCCASIONE CHE OGNI SCELTA SOVRANA, SE NON ATTIVA LE RISORSE LEGALI DELLO STATO ANCORA ESISTENTI E NON CHIEDE ED OTTIENE CHE SI INCRIMINI E DISARTICOLI LA CORDATA DEVIATA CHE STA IN REALTA' GESTENDO IN PARTE LA AGENDA DELLA STORIA E SORTI DEL PAESE, SECONDO UN PERCORSO CRIMINALE ORMAI DISVELATO , NON HA ALCUNA POSSIBILITA' DI INCIDERE REALMENTE E SERVE SOLO A GESTIRE SENZA ESITI POSSIBILI SACCHE DI DISSENSO .
L'elenco cronologico di tutti i post del CDD Grandediscovery , che accludiamo appresso in versione su blog.com e su altervista.org , lascia ripercorrere la completa ricostruzione effettuata con prove e tutto quanto occorra anche tramite link e altre banche dati .

ORA LA SUPERGLADIO E' ALLO SCOPERTO .



LA SUPERGLADIO e gli apparati deviati che stanno dietro alla regia di numerose attività criminali, e di controllo dell'informazione, hanno puntato per venti anni a cinque essenziali cose :

1 STRUMENTALIZZAZIONE addirittura della MAFIA, usata e piegata ad attività criminali per le quali ha funto anche da UNICO CAPRO ESPIATORIO ( e lo afferma anche ormai dopo noi il PROCURATORE CAPO DELLA PROCURA DI PALERMO ) quando ormai è noto che anche la stessa attività materiale di realizzazione degli attentati di Capaci e via D'Amelio ha visto partecipazioni e messa a disposizione di tecnologie e persino esplosivi di chiara derivazione militare e gestione di apparati

2. USO disinvoltamente FINALIZZATO del principio ( già inaccettabile ) della "fratellanza massonica " così coprendo e facendo condividere attività criminali in realtà realizzate nell'interesse esclusivo dell'apparato che gestiva eversione CONVENZIONALE E NON per conto di organizzazione internazionale propria ma anche per conto e su commissione di altri apparati potenti collegati e alleati sulle questioni fondamentali

3. Letteralmente "DELIROIDIZZAZIONE" della opposizione e CONFUSIONE ARTIFICIALE , creando insieme alla targhetta un COMPLOTTISMO ****** superficiale zeppo di false informazioni e soprattutto di informazioni INVERTITE costruite con metodi illogici e apodittici , tanto per deacculturare e deviatre i modi di conoscenza e di formazione del pensiero ( indicazioni di magistrati in realtà oggetto delle attività di accerchiamento dell'apparato della SUPERGLADIO con reazione di argomenti letteralmente "folli " ed insostenibili, e silenzio sistemico sugli appartenenti alla cordata e così via ..), ma anche di vere e proprie false informazioni INSCENATE per seppellire sotto una montagna di balle , di fieno e sterco, le pagliuzze d'oro ormai lingotti, zeppe di informazioni certe, importanti e nuove (tipico il caso delle deliranti c.d. "prove testimoniali" sul famigerato gangstalking e la PSICOTRONICA ed il programmatico tentativo di accostarle , NON RIUSCENDOVI, alla denuncia delle metodologie invece certe adottate da servizi militari ed apparati deviati ad esempio mediante il trattamento mentale MK-ULTRA e MONARCH . ( Grandediscovery e prove oggettive ed analisi e contestualizzazione fornite ) .

4. CREAZIONE DEL MITO DEL "SISTEMA " o implementazione dei MITO sui " ROSA CROCE " ed altri , per creare l'immagine immodificabile del reale da un lato e dall'altro l'immagine paurifica necessaria ad indurre omertà , senza nominare la vera organizzazione e quelle collegate REALMENTE OPERANTI .

5. GESTIONE DI UNA COMPLESSA ATTIVITA' CRIMINOLOGICAMENTE DIRETTA E PROGRAMMATA, E PSICHIATRICAMENTE ORIENTATA, per mettere in scacco la MAGISTRATURA e segnatamente dall'inizio degli anni novanta ROMA, FIRENZE E MILANO e PREPARANDO COSI' la scalata che al culmine nel 2011 ora STA DISARTICOLANDOSI ...

6. Eliminazione delle caste politiche rese programmaticamente fatiscenti e purulente per arrivare attraverso un ricambio apparente e vorticoso a delegittimare definitivamente la democrazia sostituendo ad esse frammenti di elite che "accompagnino" al grande progetto totalitario nuovo.

Nel frattempo tramite una stampa collusa e deviata , ma sempre attraverso l'opera di singoli giornalisti che si prestano a una opera immonda, hanno posto in essere attività di disinformazione, copertura e silenzio , dopo una lunga scalata alla stampa che già sessanta anni fa le migliori risorse democratiche della umanità volevano fermare .
E le tecniche della "дезинформация" disinformazia si sono enormemente ampliate soprattutto in rete ....
Tutto questo consente di perpetuare e stabilizzare il controllo politico ed è l'armamentario dei poteri che stanno devastando sul piano socio economico e politico il nostro paese.
 
E un giorno scopri che le bombe della mafia erano bombe di Stato | Resto al Sud

La storia della Trattativa Stato–mafia, ascoltata in presa diretta, ti prende in faccia, allo stomaco. Ti racconta di uomini delle istituzioni più omertosi dei boss mafiosi, di pezzi dello Stato che mandano al massacro magistrati e poliziotti, di bugie ventennali e vuoti di memoria ad orologeria.Ministri che non conoscono i connotati di Paolo Borsellino, partiti a trazione Cosa Nostra, programmi di governo che combaciano con gli obbiettivi dei corleonesi, elevati quasi ad opinionisti esterni e bipartisan dell’azione legislativa. Per anni hanno voluto farci credere che i viddani analfabeti fossero unici protagonisti della stagione a suon di bombe che tinse di rosso il biennio finale della Prima Repubblica.
Un’aggressione violenta, compiuta con perizia geometrica e devastante, solo per vendetta, poi svanita grazie alle manette che cinsero i polsi di Riina, la belva, ‘u curto, sorpreso recentemente a gridare minacce contro Nino Di Matteo dal buio del 41 bis.
Che l’Italia sia un Paese strano, molto strano, è opinione assai diffusa. Come definire diversamente un Paese cosiddetto occidentale, che non ancora raggiunto un’unica narrazione storica da fornire ai suoi figli. Una sorta di Cile sotto Pinochet, l’Argentina di Videla, dove esistevano più versioni storiche assolutamente opposte: controindicazione principale è che quelle fasulle erano elevate al rango di ufficialità.

Anche da noi, oggi, 2013, repubblica parlamentare, c’è una storia ufficiale, pubblicata sui libri di storia, spacciata come base ferma e propinata coi crismi di sacra scrittura. Ustica? Chissà. Stazione di Bologna? Generici terroristi. Albdo Moro? Generici terroristi, ma rossi. E via nel rosario degli assiomi storici che arrivano a raccontare, per esempio, di mafiosi cattivi che per puro spirito di bullismo sadico fanno esplodere le autostrade, i giudici, le scorte.

È così che chi scrive ha iniziato a vedere le cose sin dalle scuole primarie: erano indiani contro cowboy, neri e bianchi, una divisione netta che non lasciava dubbi al fronte per cui parteggiare. Credo che quella di dividere Stato e mafia in indiani contro cowboy sia una visione diffusa a tutta la mia generazione, cresciuta tra bombe che squarciavano autostrade nei week end.

Mai avremmo immaginato che la tv di Stato ci stesse raccontando di bombe di Stato. È questa la seconda storia italiana, quella non ufficiale, non pubblicata sui libri di storia, avvertita per un ventennio solo come oscura dietrologia ipotetica. Mai avremmo immaginato che indiani e cowboy non erano veramente contrapposti, mai stati muro contro muro (per utilizzare una definizione cara a qualche cowboy a colloquio con gli indiani).

E che se qualche indiano ha fatto saltare qualche fortino, lo si deve semplicemente a un tacito accordo con gli stessi cowboy, per eliminare quegli elementi che si contrapponevano alla pacifica condivisione di strategia delle due fazioni. Credo che capire per la prima volta questa verità, blocchi per un attimo il respiro. È questa la Storia della Trattativa, una storia principalmente di ricatti, che poggia la propria base su stragi di innocenti, mettendo sotto scacco i gangli profondi delle Istituzioni in un vortice di ritorsioni che dura (basta leggere i semplici fatti di cronaca) fino ad oggi.

Viviamo dunque in uno Stato-mafia, tenuto su da indicibili accordi, un do ut des che ha mandato al macello i pochi cowboy convinti della propria missione. Foschissimo quadro, ma non c’è bisogno di una sentenza definitiva per saperlo. Perché in fondo nessuna assoluzione può cancellare certe sceneggiate di ex ministri, annaspanti fino a suscitare sdegno di fronte a fatti cristallini. Siamo dunque spacciati? Succubi di una duplice narrazione, che sputa sulla memoria di chi è stato fatto a pezzi? Io credo di no.

Perché è per debellare questo Stato – mafia che alcuni uomini hanno dato tutto, in ultimo anche la vita. È per un’idea di Stato integerrimo, diverso da quello collegato alla mafia tramite trattino, che non sarà quello in cui viviamo, ma che esiste. E il sacrificio dei martiri della Trattativa sta lì a dimostrarlo. Non solo Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, martiri di cui tutti si fregiano.

Ci sono i nove anni di Nadia e i 50 giorni di Caterina Nencioni, vite cancellate a Firenze in una notte di 20 anni fa, perché agli indiani avevano consigliato di dare un altro colpetto ai cowboy. La Trattativa è stato anche questo. Ed è utile raccontarlo, anche più e più volte, mentre le immagini dello scempio di via dei Georgofili sono svanite da tempo dai servizi dei tg. Chissà come mai.
 
Forzanuova Milano | Blog ufficiale della federazione di Milano

Nelson Mandela, il Sudafrica del dopo Apartheid e la favola dei bianchi cattivi

Nelson Mandela, “Madiba” per i suoi, è morto ieri dopo una lunga malattia all’età di 95 anni. Questo articolo è stato pubblicato su Ordine Futuro qualche settimana fa…

Sudafrica vent’anni anni dopo: è ormai evidente a tutti che la bella favola della lotta contro Apartheid e razzismo, raccontata dai media di tutto il mondo, nascondeva una realtà ben diversa e molto, molto meno nobile.

L’obiettivo della finanza internazionale era quello di rimuovere l’ostacolo alla globalizzazione, che non riusciva ad entrare nel Paese.

L’obiettivo delle multinazionali: spartirsi le enormi risorse naturali della Nazione più ricca e stabile di tutto il continente africano. Una Nazione, piaccia o non piaccia, interamente costruita dai bianchi.

Per tutti il nemico era il governo Afrikaner. Il governo dell’unica White Tribe in Africa ha di fatto protetto dalla globalizzazione, fino al 1994, l’economia sudafricana che non aveva bisogno di fasulli finanziamenti bancari a veri tassi usurai per reggersi in piedi. Il Sudafrica è stato tradizionalmente un campo d’investimento remunerativo per finanzieri e industriali esteri; alla fine del 1988 l’investimento estero totale aveva raggiunto i 35.000 miliardi di lire, di cui circa il 70% dall’Europa e il 26,9% dalle americhe. I profitti degli investimenti, in Sudafrica, erano tra i più alti nel mondo.

Finanza internazionale, banche e African National Congress

Ad un certo punto, però, stranamente il governo bianco non è più “piaciuto”, il clima economico del Paese ha iniziato ad essere fortemente influenzato da sviluppi socio-politici, disordini, stato d’emergenza e un crescendo di disinvestimenti e sanzioni economiche che hanno causato, assieme alle azioni terroristiche dell’African National Congress, grande incertezza e tensione nel Paese.

A finanza internazionale, banche e multinazionali non bastavano più le briciole, volevano tutto. Volevano interlocutori addomesticabili. Volevano dettare le regole in terra straniera. Per questo, hanno da una parte hanno finanziato e rifornito la lotta armata, dall’altra hanno scatenato campagne mediatiche ora dirette ora subliminali. Articoli, lunghi servizi, documentari, mega concerti rock e addirittura messaggi sullo sfondo di film da cassetta: uno su tutti, “Arma letale 2” con Mel Gibson e Danny Glover, e i Sudafricani ovviamente nella parte dei cattivi.

Era il 1989 e l’anno iniziò con esplosioni a una delle stazioni elettriche Eskom di Durban, alla Camera dei delegati di Benoni e poi via via fino all’attentato all’Ambasciata sudafricana a Londra. A settembre, poi, si tenevano le elezioni che avrebbero visto la vittoria di F.W. de Klerk, poi premio Nobel per la Pace con Mandela.

Intanto in ogni angolo della Nazione e ai suoi confini, la SADF – le super operative Forze di Difesa Sudafricane – combattevano, con I loro reparti speciali contro i terroristi dell’ANC o meglio, dell’uMkhonto weSizwe, il braccio armato dell’Africa National Congress. Per differenti motivi, dal blocco comunista e da quello occidentale arrivavano soldi di finanziamento pesante a sostegno dei movimenti anti Apartheid, venivano inviati tecnologie e istruttori militari, organizzati campi di addestramento all’estero. Nella narrazione utilitaristica veniva rappresentata una contrapposizione tra bianchi – ricchi e cattivi – e neri – poveri e buoni, le vittime. Dimenticando, per esempio, che l’Inkhata Freedom Party, il partito degli Zulu, si trovava spesso d’accordo con le decisioni del National Party, il partito di governo bianco. O facendo finta di non sapere che il più grosso importatore BMW era nero e viveva in una super villa con campo da tennis e piscina a Soweto. E già perché nessuno lo diceva ma So.we.to (South west township) non era fatta solo da casette popolari. Migliaia erano, e sono, le ville con piscine e campi da tennis. E quando qualcuno ne parlava, era solo per accentuare l’immagine negativa dei bianchi. Nella vulgata terzomondista, infatti, erano loro a “usare” gli Zulu cattivi contro i pacifici Xhosa, insomma i cattivi bianchi costringevano i neri a combattersi. La tensione tra i due principali gruppi neri (Zulu e Xhosa), invece, era e rimane vera ancora oggi. Non solo nelle township ma anche agli alti vertici: che presidente dell’ANC sia lo Zulu Jacob Zuma è una realtà che non piace ai Xhosa di Nelson Mandela.

L’obiettivo della globalizzazione: il nuovo grande mercato dei neri

La realtà, dunque, è molto più complessa di quanto la propaganda non racconti. E non sono solo questioni politiche, ma soprattutto economiche.

Il mercato sudafricano era, ed è, troppo appetibile e ben lo si vede oggi: milioni di neri facili prede del più feroce consumismo. Pronti a dilapidare in poche ore i guadagni dell’intera settimana, il venerdì pomeriggio assaltano gli scaffali dei supermercati, comprando quantità industriali di merce di bassa qualità.

Si stima che oggi, soprattutto nei centri rurali, I neri poveri spendono il 60% del loro income in cibo. Nel 1994, poco prima delle elezioni, ragazzini neri senza scarpe ma con cellulari ultima moda regalati dalle multinazionali della telefonia, camminavano orgogliosi nei centri commerciali. La Coca Cola sponsorizzava quelli che sarebbero divenuti una delle lobby più potenti e pericolose nel “nuovo” Sudafrica: i taxisti neri...
 
Alla televisione iniziarono a trasmettere gli stessi reality show che si vedono, tutti uguali, in giro per il mondo: il modello sociale da inseguire era lo stesso dei giovani americani, delle famiglie inglesi, dei lavoratori tedeschi. Ma questa è Africa e gli stipendi sono africani, la maggior parte della gente vive nelle township in baracche di venti metri quadrati, con il bagno accessibile se superi la barriera di chi (nero come te) specula anche sui servizi igienici chiedendoti la tangente per usarli. Neri contro neri. Neri contro colored. Colored contro neri. I bianchi che appartengono, o meglio, appartenevano, alla classe media, sono sempre più poveri a causa di una legge – chiamata Affermative Action – che impone alle aziende pubbliche e private di assumere quote maggioritarie di neri. La catena di grandi magazzini più solerte nell’applicarla? I magazzini inglesi Woolworths. Assumono solo neri.

In Italia gli ex-comunisti lo chiamano “razzismo positivo”, capito? Una contraddizione in termini. Il loro razzismo, quello legato al colore della pelle (bianca) o del cuore (nero) è positivo. Chi invece, come per esempio Forza Nuova, chiede riconoscimento e rispetto per le diversità, è tacciato di razzismo, punto e basta. Noi, che mettiamo l’accento sulle diversità di cultura, storia, educazione e morale siamo razzisti. In senso negativo, ça va sans dire.

E’ proprio per colpa di questo buonismo borghese che i poveri rimangono poveri; o meglio, che i poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi. In fin dei conti l’aveva detto anche il loro amato Mandela, del quale ricordano solo quello che fa comodo: “Laddove globalizzazione significa, come è nella maggior parte dei casi, che i ricchi e i potenti hanno adesso più strumenti per diventare ancor di più ricchi e potenti a danno dei poveri e dei deboli, noi abbiamo la responsabilità di protestare in nome della libertà universale”.

Oggi, invece, la prima cosa che salta agli occhi, sono le centinaia di migliaia di baracche di latta che compongono township sempre più grandi. Lì ci abitano i neri poveri, ma sempre di più anche i bianchi. A parte, ovviamente. Cosi come è sempre più frequente vedere ai semafori uomini e donne bianchi che chiedono l’elemosina. O intere famiglie – con bambini piccoli – che si trascinano tutto quello che hanno in valigie con le rotelle in scala con l’età. Non c’è praticamente nessuno che si occupi di loro. A parte l’organizzazione non governativa Afrikaner Solidariteit – www.solidariteit.co.za/en/ – e il partito Freedom Front Plus – Vryheidsfront Plus

La democrazia delle banche

Le banche sono soprattutto interessate ad attirare i neri: con la storiellina dei micro crediti, tanto chic quanto politically correct in Europa, chiedono interessi da usura che possono arrivare anche al 50% annuo. Tanto nessuno di loro, ammesso lo sappiano fare, legge il contratto; l’importante è tornare in una baracca 5×4 con il televisore al plasma e la parabola. Di più, il sistema bancario è basato sulla spesa e non sul risparmio: più spendi e più sei “reliable”, credibile. Più debiti puoi vantare nella tua “storia personale di correntista” e più credito puoi ottenere. Bancomat e carta non si negano a nessuno e vengono usati anche per i piccoli, piccolissimi acquisti. Una spirale consumista dalla quale è difficile uscire.

Ovunque arrivi, la “democrazia delle banche” crea caos, anarchia, incertezza, violenza, stati e governi fantoccio. Con l’apartheid il Sudafrica aveva piani energetici, difesa dell’ambiente, moneta forte, economia in crescita continua, sicurezza e Stato sociale (welfare). Oggi è tutto il contrario. Il paese è in mano a speculatori corrotti che trattano uomini come merce di scambio. Del razzismo nei confronti dei bianchi poveri, non interessa a nessuno perché non sono un mercato da raggiungere. Per loro non si combattono battaglie planetarie per la democrazia e la giustizia sociale, loro sono vittime spendibili.

Mandela: combattente per la Libertà o in-consapevole pedina della globalizzazione?

In questi giorni, siamo a metà luglio 2013, Nelson Mandela, il primo presidente del Sudafrica nero, ora 94enne, si trova in pessime condizioni di salute in un ospedale di Pretoria. Quella che viene considerata in tutto il mondo l’icona della lotta all’Apartheid, questa volta potrebbe davvero non farcela. Dovesse succedere, sparirà quello che, comunque la si pensi, è insieme all’ultimo presidente bianco, De Klerk – che assieme a lui ha ricevuto nel 1997 il Nobel per la pace – un personaggio entrato nella Storia.

La vulgata parla di un uomo, accusato di terrorismo, che è rimasto in carcere 27 anni, quasi 9900 giorni, e scarcerato nel 1990.

In realtà pare che la detenzione fosse stata alleggerita dal governo bianco già molto prima, e Mandela fosse fuori dal carcere già a partire dal 1980. Quest’uomo era stato scelto dai poteri forti internazionali, per gestire la transizione dalla fine dell’Apartheid al primo governo a suffragio universale. Trattato con tutte le attenzioni del caso, dietro precise indicazioni di Downing St. Sia chiaro, che abbia fatto 27 anni o anche “solo” 17 anni, il nostro rispetto non cambia. Anche se non è mai stato un combattente, ma una delle teste pensanti dell’ANC. Laureato in legge, ed avvocato in un uno dei più famosi studi legali ebraici di Johannesburg. Quello che chiameremmo un ideologo. Per di più anticomunista. Proprio come la sua amica Margaret Tatcher. E’ questo il punto. Dovesse mancare, nei prossimi giorni, i nipotini degli autori dello scempio di piazzale Loreto, si dispereranno parlando di un uomo di cui non sanno proprio nulla. Pubblicheranno le sue immagini col pugno chiuso, che in realtà era il segno della lotta: lui più volte disse chiaramente di non essere comunista. Mistificheranno la Verità, i politcally correct dai loro salotti borghesi, come sono abituati a fare fin dal 1945.

Il Sudafrica dell’Apartheid: quando il Rand valeva più del dollaro

Ma la realtà dice che il Sudafrica delI’Apartheid aveva fatto grande un paese che ancora nel 1990 produceva il 60% dell’energia elettrica di tutto il continente africano; ai primi posti nel mondo per le tecnologie innovative, nell’ecologia, nelle ricerca scientifica, nell’industria (anche bellica), nella protezione della natura, nell’agricoltura, nell’estrazione di diamanti, oro, , platino, uranio. Con uno degli eserciti (di leva) più efficienti al mondo. Se la giocava con l’IDF.

Nel 1974 per comprare un dollaro ci volevano 87 centesimi di Rand. Oggi ce ne vogliono 13 di Rand. Mandela, non fu un combattente per la libertà. Mandela fu, forse suo malgrado o forse no, una pedina della finanza internazionale che non poteva permettersi di dover trattare con uno Stato forte nel continente che da sempre era terreno di conquista delle multinazionali. I suoi cittadini erano Proud to be South African.

Oggi la realtà è lì da fotografare: i neri stanno peggio di prima. Tutto quello che è cambiato per loro è solo in peggio. Le township sono decuplicate, la disoccupazione e la violenza pure. Khayelitsha, la township di Cape Town, conta 3 milioni di abitanti, più di Cape Town stessa. L’immigrazione dagli altri paesi africani crea violente tensioni fra immigrati e neri sudafricani, che li ritengono responsabili della perdita dei loro posti di lavoro. Scontri tra neri sudafricani e neri immigrati sono sempre più frequenti. Lo scorso maggio due neri sudafricani sono stati uccisi da un somalo, che li aveva accusati di aver rapinato il suo negozio. A seguito di questo duplice omicidio, centinaia di neri sudafricani hanno assaltato ed incendiato il negozio. Una cinquantina gli arrestati.
Ma già pochi giorni prima, un centinaio di altri neri erano stati arrestati sempre per violenze interetniche che sono ormai all’ordine del giorno.

La disoccupazione è arrivata al 25%, il 72% dei senza lavoro ha meno di 34 anni. Bianchi, neri e colored vivono esattamente come prima, separati. L’attuale governo (che i bianchi chiamano “Circus”) nero? Uno dei più corrotti al mondo. Ma, tranquilli, gli omosessuali possono sposarsi e adottare bambini. E Obama e’ arrivato a fine giugno, per tentare di rimettere piede in Africa, e soprattutto in Sudafrica, il primo paese africano per volume di scambi commerciali tra i due paesi. Al Presidente Jacob Zuma ha presentato investimenti nei settori più remunerativi dal punto di vista economico – impianti energetici e agricoltura in primis – entrambi sempre più in mano ai cinesi. La Cina è infatti finora penetrata nella Nazione Arcobaleno come un trapano nella sabbia, in nome di un comunismo capitalista che piace al Presidente sudafricano: poco più di un anno fa Zuma aveva addirittura negato il visto d’ingresso al Dalai Lama che aveva chiesto di poter salutare per l’ultima volta il suo amico Mandela. Le paginate sui giornali internazionali non servirono per far entrare in terra sudafricana il “nemico” della Cina.

E dopo i cinesi, a cui il Presidente sudafricano – con cinque mogli, decine di figli e centinaia di accuse per corruzione – ha svenduto il paese, Obama ha spiegato che tocca a qualcun’altro razziare e distruggere quello che fino a vent’anni fa era un “paradiso terrestre”. Grazie agli odiati bianchi. Afrikaners. Natuurlik!
 
Noam Chomsky,

Noam Chomsky, padre della creatività del linguaggio, definito dal New York Times “il più grande intellettuale vivente”, spiega attraverso dieci regole come sia possibile mistificare la realtà.

La necessaria premessa è che i più grandi mezzi di comunicazione sono nelle mani dei grandi potentati economico-finanziari, interessati a filtrare solo determinati messaggi.

1) La strategia della distrazione, fondamentale, per le grandi lobby di potere, al fine di mantenere l’attenzione del pubblico concentrata su argomenti poco importanti, così da portare il comune cittadino ad interessarsi a fatti in realtà insignificanti. Per esempio, l’esasperata concentrazione su alcuni fatti di cronaca (Bruno Vespa é un maestro).

2) Il principio del problema-soluzione-problema: si inventa a tavolino un problema, per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Un esempio? Mettere in ansia la popolazione dando risalto all’esistenza di epidemie, come la febbre aviaria creando ingiustificato allarmismo, con l’obiettivo di vendere farmaci che altrimenti resterebbero inutilizzati.

3) La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4) La strategia del differimento. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, al momento, per un’applicazione futura. Parlare continuamente dello spread per far accettare le “necessarie” misure di austerità come se non esistesse una politica economica diversa.

5) Rivolgersi al pubblico come se si parlasse ad un bambino. Più si cerca di ingannare lo spettatore, più si tende ad usare un tono infantile. Per esempio, diversi programmi delle trasmissioni generaliste. Il motivo? Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni, in base alla suggestionabilità, lei tenderà ad una risposta probabilmente sprovvista di senso critico, come un bambino di 12 anni appunto.

6) Puntare sull’aspetto emotivo molto più che sulla riflessione. L’emozione, infatti, spesso manda in tilt la parte razionale dell’individuo, rendendolo più facilmente influenzabile.

7) Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità. Pochi, per esempio, conoscono cosa sia il gruppo di Bilderberg e la Commissione Trilaterale. E molti continueranno ad ignorarlo, a meno che non si rivolgano direttamente ad Internet.

8) Imporre modelli di comportamento. Controllare individui omologati é molto più facile che gestire individui pensanti. I modelli imposti dalla pubblicità sono funzionali a questo progetto.

9) L’autocolpevolizzazione. Si tende, in pratica, a far credere all’individuo che egli stesso sia l’unica causa dei propri insuccessi e della propria disgrazia. Così invece di suscitare la ribellione contro un sistema economico che l’ha ridotto ai margini, l’individuo si sottostima, si svaluta e addirittura, si autoflagella. I giovani, per esempio, che non trovano lavoro sono stati definiti di volta in volta, “sfigati”, choosy”, bamboccioni”. In pratica, é colpa loro se non trovano lavoro, non del sistema.

10) I media puntano a conoscere gli individui (mediante sondaggi, studi comportamentali, operazioni di feed back scientificamente programmate senza che l’utente-lettore-spettatore ne sappia nulla) più di quanto essi stessi si conoscano, e questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un gran potere sul pubblico, maggiore di quello che lo stesso cittadino esercita su sé stesso.

Si tratta di un decalogo molto utile. Io suggerirei di tenerlo bene a mente, soprattutto in periodi difficili come questi.
 

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CDD - SUPERGLADIO, I POTERI DEVIATI - Tutti uniti con Paolo Ferraro : LA SINDROME DELLE SCOPE E GLI APPRENDISTI STREGONI. Dalla “Fantasia” di Walt Disney alla realtà dei giorni nostri.

di MARCO ATTARD.

Walt Disney era un massone? Certo. Walt Disney ha sicuramente aderito alla Massoneria agli inizi degli anni ‘20, anche se non esiste alcun documento che provi la sua appartenenza ad un’Obbedienza massonica, ma egli non ha mai nemmeno smentito la sua appartenenza; e la testimonianza inconfutabile di essere un fratello massone si ha nelle sue stesse opere – sia i disegni che i film o le produzioni televisive – in cui numerosissimi sono i riferimenti ai principi ed alla simbologia massonica. E con questo? Sapete quanti illustri personaggi della storia sono stati massoni? Sapete che lo era anche Totò, che lo era Garibaldi, che la metà dei padri fondatori degli Stati Uniti, compreso George Washington, lo erano. Tutto questo non cambia la nostra vita. Il male è negli occhi di chi guarda. Si sà che l’ossessione per il sesso e per il satanismo di certa gente nasconde delle grosse turbe. Quindi vediamo il capolavoro di Walt Disney dal titolo “L’apprendista Stregone” prima con gli occhi del male: topolino è vestito con una tunica rossa (come una sacerdotessa durante la messa nera), trasporta due sacchi pieni d’acqua fino all’orlo. Un mago barbuto vestito di blu trasforma una nuvola prima in una farfalla multicolore e poi in foglie. Un teschio è posto su un tavolo. Topolino si diverte con le stelle e con le comete, dirige i flutti dell’oceano, decide la marcia delle nuvole e provoca i lampi. Vengono evidenziati i quattro elementi e la forma stessa della testa di Topolino, del resto, sempre composta da tre cerchi identici quale che sia l’angolatura, richiama i tre punti pitagorici che hanno un notevole valore simbolico all’interno della massoneria stessa. Oppure……. sapete come si chiama lo Stregone ? Si chiama YEN SID ! Leggetelo al rovescio: DISNEY !

Ma Walt Disney non si è limitato ad inviare messaggi simbolicamente massonici: ha firmato massonicamente il suo film. Se smettiamo di usare gli occhi del male e utilizziamo il terzo occhio, quello del pensiero, vedremo un Topolino che è convinto di potersi appropriare delle arti magiche anche senza l’aiuto dello Stregone (il Maestro); ma combina solo caos, finche non interviene lo Stregone (il Maestro) a mettere ordine. Il cartone animato di Disney è l’interpretazione di una realtà descritta negli anni 20 e attualissima oggi in Italia. Anche in questo momento storico ci sono molte scope impazzite che hanno perso il controllo della situazione e ci sono molti apprendisti stregoni che cercano o pensano di tenere in pugno o sotto controllo la situazione ma con scarsissimi risultati. Paolo Ferraro lo spiega molto bene in questi due articoli:

LA STRATEGIA MASSONICO NAZIONALE, IL FALSO ANTISIGNORAGGISMO
In questo coacervo contraddittorio solo in apparenza, persino l’antisignoraggismo nazional massonico para-eversivo , risulta sgominato . L’alternativa strutturale al capitalismo finanziario, implodente ( e al capitalismo produttivo per la parte che ne fu prodotto e ne è stata alimento) e l’alternativa alla distruzione del basamento della democrazia ed alle strategie di potere passa per una reale e storica strategia di ricostruzione delle fondamenta e dei valori come abbiamo sempre detto. Tali dinamiche di potere ormai ingovernabili a loro volta ( la sindrome delle scope e del Topolino apprendista stregone frutto della attivazione dei bassi istinti e del carattere anche liquido ed auto espansivo delle attività deviate ) sono in radicale crisi, sia perchè scoperte sia perchè viene progressivamente meno la mercede agognata, con l’impoverimento del sistema Italia. Tale crisi passa quindi “anche” attraverso la denuncia e la “spubblicazione” delle attività e progetti coperti, che tanto ruolo hanno avuto nel nostro paese a partire dai progetti Stay Behind, Chaos, Blue Moon e via dicendo, e dallo sbarco delle ideologie nichiliste e materialiste a sfondo mascherato neo antireligioso . Persino lo sbarco ed infiltrazione militar politico giudiziaria, delle organizzazioni e attività a copertura satanista è ormai di dominio pubblico, anche se dobbiamo ancora insistere affinchè crollino irreversibilmente le autodifese ed i bavagli informativi frapposti degli apparati deviati.

LA ALTERNATIVA VERA
La alternativa vera passa allora per l’alleanza antimassonica e contro i poteri forti deviati , ma senza nuovi eccessi ideologizzanti . Un fronte comune trasversale e contrapposto passa per l’alleanza tra idee accomunate dai valori fondanti.
Una area social nazionale di destra, depurata di infiltrati e isolata, per aver scelto valori e analisi giuste, rispetto alle destre eversivo controllate o semplicemente massonico pidduiste e piquattriste, può marciare accanto ad intellettuali laico geniali, che si professano amorali e amoralmente antimassonici, per essere invece molto più morali di altri ?!?!
E il grande movimento dei grillini, destinato ad investire le caste putrescenti forse per disegni strategici , ma di lì bisogna comunque passare, può aprirsi ed aprire, accettando il concetto di alleanza trasversale, strategicamente oltre l’ecumenismo più volte nominato dal suo riferimento di vertice ?!?!
I temi della laicità, del cattolicesimo tradizionalista della eterosessualità/omosessualità e della cittadinanza ad argine delle immigrazioni selvagge orientate ad inquinare la società e smarrirne le fondamenta cultural-antropologiche, possono trovare una convivenza rispettosa , aprendosi ma contrapponendosi a caste marce e poteri deviati ?!?!
Direi che se è chiaro l’obiettivo intermedio e finale , è l’unica chance che abbiamo.
E agli utili ****** della “sinistra” atlantista e massonicissima, spiegherei che il socialismo e la democrazia reale dal basso , nell’attuale èra, non possono che essere prima nazionali e poi confederati . Il resto è mondialismo e moneta dal capitale finanziario , che stà sventrando Stati e popoli “inferiori “ e non affidabili ( gli stati mediterranei ).
 
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