Venezuela e PDVSA (Vol.161) Quota "Aran2" .... il sogno reviviscente!

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Aliviar su imagen ante las acusaciones de la CPI: La verdadera intención de Maduro con la operación “Mano de Hierro”

;)

;)

Si va si va....

Verso una de-escalation ed una convivenza politica in Venezuela

Tempo al tempo :D

Si va a 100 + interessi maturati secondo contratto + il 9% di interessi di mora + il 2% di interesse aggiuntivo :D

Il Venezuela è un paese ricchissimo ed è la più bella storia dei mercati emergenti :D

Viva il presidente Aran2 :D
 
Ninja Gaiden
Rubrica di informazione finanziaria


Alla fine dei giochi sarà più redditizio l'investimento in titoli di stato Venezuela oppure l'aver fatto gestire i propri soldi e acquistato fondi comuni et similia?


Quanti soldi si perdono senza saperlo investendo nei fondi di investimento. Analisi interessante | BusinessOnLine.it


Quanti soldi si perdono senza saperlo investendo nei fondi di investimento. Analisi interessante
Una analisi molto interessante e non scontata su quanti soldi si perdono senza nemmeno saperlo investendo nei fondi comuni di investimento.

Investire in fondo di investimento, quanti soldi si perdono?
Secondo gli esperti questi strumenti finanziari presentano inefficienze che fanno perdere soldi senza che ce ne se renda conto. Più si aspetta e più si continuano a pagare commissioni guadagnando meno di quanto si dovrebbe se non addirittura perdendo soldi.

Il punto di partenza è molto chiaro: i sottoscrittori di un fondo di investimento sanno realmente cosa stanno facendo? Chi ha scelto i fondi comuni ha gli strumenti per comprendere dove viene investito il denaro? Oppure rientra tra chi ha già perso un bel po' di soldi?

I fondi di investimento sono molto apprezzati dagli investitori perché offrono numerosi vantaggi. Oltre a fornire una gestione professionale svolta da gestori di portafoglio esperti, sono anche molto diversificati e variegati.

Consentono così di investire in diversi settori economici e in diverse tipologie di titoli, il che aiuta a modulare il rischio complessivo e a scegliere il prodotto di investimento che meglio corrisponde ai propri obiettivi. Permettono inoltre ai piccoli investitori di raggiungere mercati per loro non facilmente accessibili, in particolare i mercati esteri.

Approfondiamo meglio:

Investire in fondo di investimento, quanti soldi si perdono

Ogni fondo ha un proprio obiettivo, una strategia, un rischio

Ma perché parlare di fondi di investimento sottolineando il rischi di perdere denaro? Perché, come spiega con un post sulla rubrica Econopoly del Sole 24 Ore da parte di Costantino Forgione, consulente finanziario, già investment banker. Esperto di finanza, investimenti e consulenza finanziaria, questi strumenti finanziari presentano inefficienze che fanno perdere soldi senza che ce ne se renda conto.

I fondi comuni possono fornire due tipi di guadagni: capitale e distribuzione. Le plusvalenze derivano dal profitto che puoi realizzare vendendo le quote del fondo. Al contrario, potresti anche subire una perdita di capitale. I guadagni di distribuzione provengono da dividendi, interessi, plusvalenze e vari altri redditi generati dal fondo comune di investimento. Questi guadagni possono essere prelevati in contanti o reinvestiti nel fondo.

Secondo l'esperto, ogni investitore deve porsi alcune domande: quanto costano i fondi venduti in banca? Quanta sicurezza c'è nell'avere investito in fondi così costosi da non poter guadagnare quanto si dovrebbe a fronte dei rischi finanziari presi? A suo dire, più si aspetta e più si continuano a pagare commissioni guadagnando meno di quanto si dovrebbe se non addirittura perdendo soldi.

Ogni fondo ha un proprio obiettivo, una strategia, un rischio
Quando si investe in un fondo di investimento, si sta acquistando parte di un fondo, che è una quota. Ogni fondo ha un proprio obiettivo, nonché una strategia, una composizione e un livello di rischio specifici. È quindi importante leggere il prospetto del fondo di interesse per comprenderne appieno le caratteristiche specifiche.
Tuttavia, indipendentemente dal fatto che siano orientati al reddito, alla sicurezza o alla crescita, sono tutti volti a diversificare il portafoglio.

I fondi di investimento sono disponibili in diverse forme. Come suggerisce il nome, i fondi azionari sono costituiti da azioni. Quanto ai fondi azionari internazionali, sono costituiti da azioni di società quotate in borsa dei principali paesi industrializzati e di alcuni paesi emergenti. In questi ultimi due casi, ovviamente, il tasso di cambio influenza il rendimento. In generale, i fondi azionari sono più adatti a un profilo che ha una maggiore tolleranza al rischio.

La loro intrinseca diversificazione ha anche il vantaggio di poter essere esposta a mercati diversi. I fondi a reddito fisso offrono un reddito regolare da interessi o dividendi, preservando il capitale. Sono generalmente costituiti da titoli di debito come obbligazioni o azioni privilegiate di società che pagano dividendi regolari. Il loro rendimento è relativamente modesto, ma i fondi a reddito fisso forniscono afflussi stabili e presentano un rischio da basso a medio.

I fondi specializzati mirano a investire in uno specifico settore di attività o in determinate regioni del mondo attraverso l'intermediazione di azioni di società. Presentano un livello di rischio abbastanza elevato legato al mercato o alle fluttuazioni valutarie.


Articolo molto interessante

Segue dibattito.... :)
Grazie Ninja Gaiden per aver chiarito la differenza tra il saggio investitore che investe in Titoli di Stato e la sprovveduta casalinga di Voghera che si mette nelle mani sbagliate del risparmio gestito…di cui qualche esemplare è presente pure sui forum, nella vana illusione di fare la pesca a strascico 😎
 
Bene avviso a tutti i creditori
Retail diciamo
Tanti tanti preparare la sospensione presso la nylaw che dico 10 mil. Di lettere....ma per favore
 
Perdonate ma a me il conto è andato in negativo di quasi 2000 euro, quei soldi me li hanno tolti eccome!

Secondo me hanno sbagliato il segno, indicando con un segno negativo le cedole ed uno positivo le ritenute, ho ragione?

Tornano gli importi, considerando una tassazione ale 12,5%.
 
Perdonate ma a me il conto è andato in negativo di quasi 2000 euro, quei soldi me li hanno tolti eccome!

Secondo me hanno sbagliato il segno, indicando con un segno negativo le cedole ed uno positivo le ritenute, ho ragione?

Tornano gli importi, considerando una tassazione ale 12,5%.

Allora te li stornerá la banca.

Fai richiesta con apposito modulo o apri il ticket con la tua richiesta.

Di solito rispondono subito entro 24 ore....
Almeno Fineco, Sella, Widiba e anche Posteitaliane...

Devi chiedere e richiedere lo storno per tassazione ritenute cedole titoli di stato non dovuta
 
Prima vendono e poi si pentono…pensando di risolvere il proprio dolore rovesciando rabbia sugli altri. Che gente :wall:
Stanno su ogni forum, non solo sul Venezuela…

Non ti rendi minimamente conto della gente che c'è in giro, pensa che esiste addirittura chi, per risolvere il proprio dolore dovuto all'aver investito i propri risparmi in titoli bloccati a rendita 0, si inventa una vita parallela in cui vive in un attico a Manhattan acquistato grazie a gain immaginari ei se ne vanta con tutti venenendo però subito sgamato da tutti
 

ECONOMIA E POLITICA INTERNAZIONALE

Il Sole 24 Ore

02 Febbraio 2022



Il Venezuela tratta con Biden sulle sanzioni (e con Putin sulle armi)



Il presidente Maduro, nella crisi ucraina, gioca su due tavoli: Mosca e gli Usa

Gli americani chiedono rilascio di prigionieri politici e dialogo con l’opposizione


Roberto Da Rin


BLOOMBERG Spiragli nel buio della crisi. Il presidente Maduro, dopo le elezioni di novembre, ha recuperato posizioni nell’elettorato, anche grazie all’aumento del prezzo del greggio sui mercati internazionali delle materie prime




L’Europa, vista da Caracas, è un po’ meno lontana. La grande partita ucraina, giocata su più tavoli, potrebbe generare alcune esternalità latinoamericane. Pochi giorni fa il presidente russo, Vladimir Putin, ha rilanciato l’opzione di militarizzare il Venezuela e Cuba, Paesi amici, geograficamente vicini o vicinissimi al grande nemico, gli Stati Uniti. È questa la rappresaglia, non solo psicologica, contro Washington. Eppure il dialogo tra Nicolas Maduro, presidente del Venezuela, e Joe Biden, sta recuperando qualche posizione: «Le sanzioni contro Caracas – è questa la proposta di Washington – potrebbero essere allentate se Maduro accettasse delle condizioni, più aperture con l’opposizione interna di Juan Guaidò, liberazione di alcuni prigionieri politici».

Uno scacchiere politico e militare di grande complessità cui si affianca un’altra partita, stavolta finanziaria. Il Venezuela, nel novembre 2017, è entrato in default per l’undicesima volta a causa di una esposizione di 60 miliardi di dollari, un debito obbligazionario emesso dallo stesso Governo di Caracas e dalla società petrolifera statale Pdvsa.

La crisi politica del Paese, negli ultimi anni, esplicitata da un lungo braccio di ferro tra il presidente eletto Maduro e quello autoproclamato Guaidò, ha oscurato gli aspetti finanziari. I crediti incagliati potrebbero però essere “liberati” da una ristrutturazione del debito.

Il fondo Canaima lancia una offerta di scambio di obbligazioni sovrane venezuelane in altri strumenti finanziari, rivolta agli investitori istituzionali e professionali. È quanto si legge in una nota del veicolo lussemburghese Canaima Fund Lux che ha pubblicato il documento informativo relativo all’offerta rivolta a chi ha investito in bond venezuelani e dell’impresa petrolifera nazionale Pdvsa.

Il presidente di Canaima Capital management, Celestino Amore, spiega al Sole 24Ore che l’offerta è valida fino a giugno 2022 ed è rivolta a investitori istituzionali. Si tratta di un'operazione mirata a scongiurare il rischio che si cada in una situazione simile a quella dell’Argentina e del suo default del 2001, in cui rimasero impigliati 450mila risparmiatori italiani. È pur vero che in questa situazione non vi sono risparmiatori retail, ma dopo sei anni il Tribunale di New York (riferimento finanziario per l’emissione di questi titoli) farà calare il sipario della prescrizione. Quindi nel novembre 2023 i titoli scadranno.

I bond portati in adesione da parte di Sim, fondi, banche e operatori specializzati saranno scambiati con notes emessi da Canaima con interesse scontato anticipatamente. Il fondo, assistito da IlliquidX, si propone di recuperare, in tutto o in parte, i crediti derivanti dai titoli obbligazionari emessi dal governo venezuelano e Pdvsa in default, «mediante una strategia di investimento attiva che comprenderebbe, tra le varie iniziative, l’avvio di procedure pre-contenziose e contenziose finalizzate ad una massimizzazione delle prospettive di recupero».

«I vantaggi per chi aderisca all’offerta - spiega Celestino Amore – sono multipli: spalmare i costi legali, essere rappresentati da una forza collettiva e costituire una massa critica che non sarebbe possibile da singoli operatori». Dei 60 miliardi di dollari, un miliardo è in mano a investitori istituzionali italiani.

Quella di Canaima è un veicolo di cartolarizzazione che chiede un giudizio nel merito al Tribunale di New York.

Il quadro macrofinanziario del Venezuela è complesso: oltre alla crisi sociale, l’aggravamento delle relazioni internazionali pesa come un incubo.

La cartolarizzazione potrebbe recuperare i crediti ora difficili da recuperare. Tuttavia vi sono degli ostacoli di natura politica. La prescrizione di questo debito farebbe comodo a tutti, sia al presidente Maduro, sia all’oppositore Guaidò, sia al Fondo monetario internazionale.

«Anche se – spiega Mario Cordoni, analista di CFE finance – la rinegoziazione del debito, per Caracas, rimane una necessità. Diversamente, con che credibilità potrà ritornare sui mercati dei capitali?». Non si allontanerebbero solo gli americani ma tutti i “musiù”, epiteto con cui venivano chiamati gli europei negli anni 50 a Caracas, traduzione del “monsieur” francese.
 

ECONOMIA E POLITICA INTERNAZIONALE

Il Sole 24 Ore

02 Febbraio 2022



Il Venezuela tratta con Biden sulle sanzioni (e con Putin sulle armi)



Il presidente Maduro, nella crisi ucraina, gioca su due tavoli: Mosca e gli Usa

Gli americani chiedono rilascio di prigionieri politici e dialogo con l’opposizione


Roberto Da Rin


BLOOMBERG Spiragli nel buio della crisi. Il presidente Maduro, dopo le elezioni di novembre, ha recuperato posizioni nell’elettorato, anche grazie all’aumento del prezzo del greggio sui mercati internazionali delle materie prime




L’Europa, vista da Caracas, è un po’ meno lontana. La grande partita ucraina, giocata su più tavoli, potrebbe generare alcune esternalità latinoamericane. Pochi giorni fa il presidente russo, Vladimir Putin, ha rilanciato l’opzione di militarizzare il Venezuela e Cuba, Paesi amici, geograficamente vicini o vicinissimi al grande nemico, gli Stati Uniti. È questa la rappresaglia, non solo psicologica, contro Washington. Eppure il dialogo tra Nicolas Maduro, presidente del Venezuela, e Joe Biden, sta recuperando qualche posizione: «Le sanzioni contro Caracas – è questa la proposta di Washington – potrebbero essere allentate se Maduro accettasse delle condizioni, più aperture con l’opposizione interna di Juan Guaidò, liberazione di alcuni prigionieri politici».

Uno scacchiere politico e militare di grande complessità cui si affianca un’altra partita, stavolta finanziaria. Il Venezuela, nel novembre 2017, è entrato in default per l’undicesima volta a causa di una esposizione di 60 miliardi di dollari, un debito obbligazionario emesso dallo stesso Governo di Caracas e dalla società petrolifera statale Pdvsa.

La crisi politica del Paese, negli ultimi anni, esplicitata da un lungo braccio di ferro tra il presidente eletto Maduro e quello autoproclamato Guaidò, ha oscurato gli aspetti finanziari. I crediti incagliati potrebbero però essere “liberati” da una ristrutturazione del debito.

Il fondo Canaima lancia una offerta di scambio di obbligazioni sovrane venezuelane in altri strumenti finanziari, rivolta agli investitori istituzionali e professionali. È quanto si legge in una nota del veicolo lussemburghese Canaima Fund Lux che ha pubblicato il documento informativo relativo all’offerta rivolta a chi ha investito in bond venezuelani e dell’impresa petrolifera nazionale Pdvsa.

Il presidente di Canaima Capital management, Celestino Amore, spiega al Sole 24Ore che l’offerta è valida fino a giugno 2022 ed è rivolta a investitori istituzionali. Si tratta di un'operazione mirata a scongiurare il rischio che si cada in una situazione simile a quella dell’Argentina e del suo default del 2001, in cui rimasero impigliati 450mila risparmiatori italiani. È pur vero che in questa situazione non vi sono risparmiatori retail, ma dopo sei anni il Tribunale di New York (riferimento finanziario per l’emissione di questi titoli) farà calare il sipario della prescrizione. Quindi nel novembre 2023 i titoli scadranno.

I bond portati in adesione da parte di Sim, fondi, banche e operatori specializzati saranno scambiati con notes emessi da Canaima con interesse scontato anticipatamente. Il fondo, assistito da IlliquidX, si propone di recuperare, in tutto o in parte, i crediti derivanti dai titoli obbligazionari emessi dal governo venezuelano e Pdvsa in default, «mediante una strategia di investimento attiva che comprenderebbe, tra le varie iniziative, l’avvio di procedure pre-contenziose e contenziose finalizzate ad una massimizzazione delle prospettive di recupero».

«I vantaggi per chi aderisca all’offerta - spiega Celestino Amore – sono multipli: spalmare i costi legali, essere rappresentati da una forza collettiva e costituire una massa critica che non sarebbe possibile da singoli operatori». Dei 60 miliardi di dollari, un miliardo è in mano a investitori istituzionali italiani.

Quella di Canaima è un veicolo di cartolarizzazione che chiede un giudizio nel merito al Tribunale di New York.

Il quadro macrofinanziario del Venezuela è complesso: oltre alla crisi sociale, l’aggravamento delle relazioni internazionali pesa come un incubo.

La cartolarizzazione potrebbe recuperare i crediti ora difficili da recuperare. Tuttavia vi sono degli ostacoli di natura politica. La prescrizione di questo debito farebbe comodo a tutti, sia al presidente Maduro, sia all’oppositore Guaidò, sia al Fondo monetario internazionale.

«Anche se – spiega Mario Cordoni, analista di CFE finance – la rinegoziazione del debito, per Caracas, rimane una necessità. Diversamente, con che credibilità potrà ritornare sui mercati dei capitali?». Non si allontanerebbero solo gli americani ma tutti i “musiù”, epiteto con cui venivano chiamati gli europei negli anni 50 a Caracas, traduzione del “monsieur” francese.

Fino a qualche mese fa ero convinto che la situazione restasse bloccata per tanto tempo; dopo questo articolo del sole 24 ore non ne sono più convinto. Sembra che le sanzioni stavolta vengano ritirate con un ritorno sul mercato del debito venezuelano. La ristrutturazione sarà più complicata e più lunga ma anche questa mia convinzione potrebbe cadere.
Geopoliticamente per me Biden si sta movendo bene e sicuramente risulta più capace di Trump che in 4 anni con lo spot First USA non ha fatto completamente nulla... isolando di fatto gli USA da tutto il mondo.
 
Fino a qualche mese fa ero convinto che la situazione restasse bloccata per tanto tempo; dopo questo articolo del sole 24 ore non ne sono più convinto. Sembra che le sanzioni stavolta vengano ritirate con un ritorno sul mercato del debito venezuelano. La ristrutturazione sarà più complicata e più lunga ma anche questa mia convinzione potrebbe cadere.
Geopoliticamente per me Biden si sta movendo bene e sicuramente risulta più capace di Trump che in 4 anni con lo spot First USA non ha fatto completamente nulla... isolando di fatto gli USA da tutto il mondo.

Mi leggi nel pensiero..

Stessa mia opinione, sempre avuta

Poi sull'arancione e sui tipi come lui.... Io ho una stima oramai... che neanche sotto i tacchi ci sta più.... :D

Tempo al tempo
 
Secondo me quelli di Canaima fund sono degli avvoltoi profittatori che mirano a spaventare per rastrellare il debito venezuelano....

di solito si fanno sentire quando qualcosa si sta già muovendo....

;)
 
...ma dopo sei anni il Tribunale di New York (riferimento finanziario per l’emissione di questi titoli) farà calare il sipario della prescrizione. Quindi nel novembre 2023 i titoli scadranno.
...La prescrizione di questo debito farebbe comodo a tutti, sia al presidente Maduro, sia all’oppositore Guaidò, sia al Fondo monetario internazionale.


E' una minaccia? :eek: :terrore: :terrore: :terrore:
 

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Il Sole 24 Ore

02 Febbraio 2022



Il Venezuela tratta con Biden sulle sanzioni (e con Putin sulle armi)



Il presidente Maduro, nella crisi ucraina, gioca su due tavoli: Mosca e gli Usa

Gli americani chiedono rilascio di prigionieri politici e dialogo con l’opposizione


Roberto Da Rin


BLOOMBERG Spiragli nel buio della crisi. Il presidente Maduro, dopo le elezioni di novembre, ha recuperato posizioni nell’elettorato, anche grazie all’aumento del prezzo del greggio sui mercati internazionali delle materie prime




L’Europa, vista da Caracas, è un po’ meno lontana. La grande partita ucraina, giocata su più tavoli, potrebbe generare alcune esternalità latinoamericane. Pochi giorni fa il presidente russo, Vladimir Putin, ha rilanciato l’opzione di militarizzare il Venezuela e Cuba, Paesi amici, geograficamente vicini o vicinissimi al grande nemico, gli Stati Uniti. È questa la rappresaglia, non solo psicologica, contro Washington. Eppure il dialogo tra Nicolas Maduro, presidente del Venezuela, e Joe Biden, sta recuperando qualche posizione: «Le sanzioni contro Caracas – è questa la proposta di Washington – potrebbero essere allentate se Maduro accettasse delle condizioni, più aperture con l’opposizione interna di Juan Guaidò, liberazione di alcuni prigionieri politici».

Uno scacchiere politico e militare di grande complessità cui si affianca un’altra partita, stavolta finanziaria. Il Venezuela, nel novembre 2017, è entrato in default per l’undicesima volta a causa di una esposizione di 60 miliardi di dollari, un debito obbligazionario emesso dallo stesso Governo di Caracas e dalla società petrolifera statale Pdvsa.

La crisi politica del Paese, negli ultimi anni, esplicitata da un lungo braccio di ferro tra il presidente eletto Maduro e quello autoproclamato Guaidò, ha oscurato gli aspetti finanziari. I crediti incagliati potrebbero però essere “liberati” da una ristrutturazione del debito.

Il fondo Canaima lancia una offerta di scambio di obbligazioni sovrane venezuelane in altri strumenti finanziari, rivolta agli investitori istituzionali e professionali. È quanto si legge in una nota del veicolo lussemburghese Canaima Fund Lux che ha pubblicato il documento informativo relativo all’offerta rivolta a chi ha investito in bond venezuelani e dell’impresa petrolifera nazionale Pdvsa.

Il presidente di Canaima Capital management, Celestino Amore, spiega al Sole 24Ore che l’offerta è valida fino a giugno 2022 ed è rivolta a investitori istituzionali. Si tratta di un'operazione mirata a scongiurare il rischio che si cada in una situazione simile a quella dell’Argentina e del suo default del 2001, in cui rimasero impigliati 450mila risparmiatori italiani. È pur vero che in questa situazione non vi sono risparmiatori retail, ma dopo sei anni il Tribunale di New York (riferimento finanziario per l’emissione di questi titoli) farà calare il sipario della prescrizione. Quindi nel novembre 2023 i titoli scadranno.

I bond portati in adesione da parte di Sim, fondi, banche e operatori specializzati saranno scambiati con notes emessi da Canaima con interesse scontato anticipatamente. Il fondo, assistito da IlliquidX, si propone di recuperare, in tutto o in parte, i crediti derivanti dai titoli obbligazionari emessi dal governo venezuelano e Pdvsa in default, «mediante una strategia di investimento attiva che comprenderebbe, tra le varie iniziative, l’avvio di procedure pre-contenziose e contenziose finalizzate ad una massimizzazione delle prospettive di recupero».

«I vantaggi per chi aderisca all’offerta - spiega Celestino Amore – sono multipli: spalmare i costi legali, essere rappresentati da una forza collettiva e costituire una massa critica che non sarebbe possibile da singoli operatori». Dei 60 miliardi di dollari, un miliardo è in mano a investitori istituzionali italiani.

Quella di Canaima è un veicolo di cartolarizzazione che chiede un giudizio nel merito al Tribunale di New York.

Il quadro macrofinanziario del Venezuela è complesso: oltre alla crisi sociale, l’aggravamento delle relazioni internazionali pesa come un incubo.

La cartolarizzazione potrebbe recuperare i crediti ora difficili da recuperare. Tuttavia vi sono degli ostacoli di natura politica. La prescrizione di questo debito farebbe comodo a tutti, sia al presidente Maduro, sia all’oppositore Guaidò, sia al Fondo monetario internazionale.

«Anche se – spiega Mario Cordoni, analista di CFE finance – la rinegoziazione del debito, per Caracas, rimane una necessità. Diversamente, con che credibilità potrà ritornare sui mercati dei capitali?». Non si allontanerebbero solo gli americani ma tutti i “musiù”, epiteto con cui venivano chiamati gli europei negli anni 50 a Caracas, traduzione del “monsieur” francese.



necessità per Caracas di ristrutturare

non ci sono investitori retail?

i titoli scadranno dopo sei anni tutti indistintamente? cosa capitale o cedole o tutte due?

a parte la prima affermazione le ultime due non mi convincono e hanno inesattezze...
 

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Il Sole 24 Ore

02 Febbraio 2022



Il Venezuela tratta con Biden sulle sanzioni (e con Putin sulle armi)



Il presidente Maduro, nella crisi ucraina, gioca su due tavoli: Mosca e gli Usa

Gli americani chiedono rilascio di prigionieri politici e dialogo con l’opposizione


Roberto Da Rin


BLOOMBERG Spiragli nel buio della crisi. Il presidente Maduro, dopo le elezioni di novembre, ha recuperato posizioni nell’elettorato, anche grazie all’aumento del prezzo del greggio sui mercati internazionali delle materie prime




L’Europa, vista da Caracas, è un po’ meno lontana. La grande partita ucraina, giocata su più tavoli, potrebbe generare alcune esternalità latinoamericane. Pochi giorni fa il presidente russo, Vladimir Putin, ha rilanciato l’opzione di militarizzare il Venezuela e Cuba, Paesi amici, geograficamente vicini o vicinissimi al grande nemico, gli Stati Uniti. È questa la rappresaglia, non solo psicologica, contro Washington. Eppure il dialogo tra Nicolas Maduro, presidente del Venezuela, e Joe Biden, sta recuperando qualche posizione: «Le sanzioni contro Caracas – è questa la proposta di Washington – potrebbero essere allentate se Maduro accettasse delle condizioni, più aperture con l’opposizione interna di Juan Guaidò, liberazione di alcuni prigionieri politici».

Uno scacchiere politico e militare di grande complessità cui si affianca un’altra partita, stavolta finanziaria. Il Venezuela, nel novembre 2017, è entrato in default per l’undicesima volta a causa di una esposizione di 60 miliardi di dollari, un debito obbligazionario emesso dallo stesso Governo di Caracas e dalla società petrolifera statale Pdvsa.

La crisi politica del Paese, negli ultimi anni, esplicitata da un lungo braccio di ferro tra il presidente eletto Maduro e quello autoproclamato Guaidò, ha oscurato gli aspetti finanziari. I crediti incagliati potrebbero però essere “liberati” da una ristrutturazione del debito.

Il fondo Canaima lancia una offerta di scambio di obbligazioni sovrane venezuelane in altri strumenti finanziari, rivolta agli investitori istituzionali e professionali. È quanto si legge in una nota del veicolo lussemburghese Canaima Fund Lux che ha pubblicato il documento informativo relativo all’offerta rivolta a chi ha investito in bond venezuelani e dell’impresa petrolifera nazionale Pdvsa.

Il presidente di Canaima Capital management, Celestino Amore, spiega al Sole 24Ore che l’offerta è valida fino a giugno 2022 ed è rivolta a investitori istituzionali. Si tratta di un'operazione mirata a scongiurare il rischio che si cada in una situazione simile a quella dell’Argentina e del suo default del 2001, in cui rimasero impigliati 450mila risparmiatori italiani. È pur vero che in questa situazione non vi sono risparmiatori retail, ma dopo sei anni il Tribunale di New York (riferimento finanziario per l’emissione di questi titoli) farà calare il sipario della prescrizione. Quindi nel novembre 2023 i titoli scadranno.

I bond portati in adesione da parte di Sim, fondi, banche e operatori specializzati saranno scambiati con notes emessi da Canaima con interesse scontato anticipatamente. Il fondo, assistito da IlliquidX, si propone di recuperare, in tutto o in parte, i crediti derivanti dai titoli obbligazionari emessi dal governo venezuelano e Pdvsa in default, «mediante una strategia di investimento attiva che comprenderebbe, tra le varie iniziative, l’avvio di procedure pre-contenziose e contenziose finalizzate ad una massimizzazione delle prospettive di recupero».

«I vantaggi per chi aderisca all’offerta - spiega Celestino Amore – sono multipli: spalmare i costi legali, essere rappresentati da una forza collettiva e costituire una massa critica che non sarebbe possibile da singoli operatori». Dei 60 miliardi di dollari, un miliardo è in mano a investitori istituzionali italiani.

Quella di Canaima è un veicolo di cartolarizzazione che chiede un giudizio nel merito al Tribunale di New York.

Il quadro macrofinanziario del Venezuela è complesso: oltre alla crisi sociale, l’aggravamento delle relazioni internazionali pesa come un incubo.

La cartolarizzazione potrebbe recuperare i crediti ora difficili da recuperare. Tuttavia vi sono degli ostacoli di natura politica. La prescrizione di questo debito farebbe comodo a tutti, sia al presidente Maduro, sia all’oppositore Guaidò, sia al Fondo monetario internazionale.

«Anche se – spiega Mario Cordoni, analista di CFE finance – la rinegoziazione del debito, per Caracas, rimane una necessità. Diversamente, con che credibilità potrà ritornare sui mercati dei capitali?». Non si allontanerebbero solo gli americani ma tutti i “musiù”, epiteto con cui venivano chiamati gli europei negli anni 50 a Caracas, traduzione del “monsieur” francese.

Mi sembra una sponsorizzazione pagata dal fondo. Ma se la prescrizione del capitale, che è quello che ci interessa maggiormente è di 10 anni da prospetti ma potrebbe passare a 20 anni mi metto a fare causa per qualche spicciolo di cedola che continua a maturare fin quando il giudice non definisce il quantum o a svendere a questi. Non c'è limite alla speculazione. Meglio bruciarli che venderli a questi.... c'è tempo per vedere le evoluzioni politiche se no si costituisce in gruppo e ci si costituisce (costa meno depositare atto in tribunale a NY). Io ho la 19 ho tempo fino al 2029 almeno. Da più parti si hanno evidenze che le sanzioni oramai sono parte della contrattazione diplomatica, quindi se ne parla, attendiamo.
Ringrazio combattivo per le analisi sulla prescrizione, dovremmo però tener presente che siamo in un contesto non normale e ambiti su cui la giurisprudenza non si è ancora espressa, ma volete che un giudice lo possa ignorare il contesto non normale soprattutto per dei retail?
 
Mi sembra una sponsorizzazione pagata dal fondo. Ma se la prescrizione del capitale, che è quello che ci interessa maggiormente è di 10 anni da prospetti ma potrebbe passare a 20 anni mi metto a fare causa per qualche spicciolo di cedola che continua a maturare fin quando il giudice non definisce il quantum o a svendere a questi. Non c'è limite alla speculazione. Meglio bruciarli che venderli a questi.... c'è tempo per vedere le evoluzioni politiche se no si costituisce in gruppo e ci si costituisce (costa meno depositare atto in tribunale a NY). Io ho la 19 ho tempo fino al 2029 almeno. Da più parti si hanno evidenze che le sanzioni oramai sono parte della contrattazione diplomatica, quindi se ne parla, attendiamo.
Ringrazio combattivo per le analisi sulla prescrizione, dovremmo però tener presente che siamo in un contesto non normale e ambiti su cui la giurisprudenza non si è ancora espressa, ma volete che un giudice lo possa ignorare il contesto non normale soprattutto per dei retail?

certamente

il giudice, come tutti, fa il suo lavoro....
 

ECONOMIA E POLITICA INTERNAZIONALE

Il Sole 24 Ore

02 Febbraio 2022



Il Venezuela tratta con Biden sulle sanzioni (e con Putin sulle armi)



Il presidente Maduro, nella crisi ucraina, gioca su due tavoli: Mosca e gli Usa

Gli americani chiedono rilascio di prigionieri politici e dialogo con l’opposizione


Roberto Da Rin


BLOOMBERG Spiragli nel buio della crisi. Il presidente Maduro, dopo le elezioni di novembre, ha recuperato posizioni nell’elettorato, anche grazie all’aumento del prezzo del greggio sui mercati internazionali delle materie prime




L’Europa, vista da Caracas, è un po’ meno lontana. La grande partita ucraina, giocata su più tavoli, potrebbe generare alcune esternalità latinoamericane. Pochi giorni fa il presidente russo, Vladimir Putin, ha rilanciato l’opzione di militarizzare il Venezuela e Cuba, Paesi amici, geograficamente vicini o vicinissimi al grande nemico, gli Stati Uniti. È questa la rappresaglia, non solo psicologica, contro Washington. Eppure il dialogo tra Nicolas Maduro, presidente del Venezuela, e Joe Biden, sta recuperando qualche posizione: «Le sanzioni contro Caracas – è questa la proposta di Washington – potrebbero essere allentate se Maduro accettasse delle condizioni, più aperture con l’opposizione interna di Juan Guaidò, liberazione di alcuni prigionieri politici».

Uno scacchiere politico e militare di grande complessità cui si affianca un’altra partita, stavolta finanziaria. Il Venezuela, nel novembre 2017, è entrato in default per l’undicesima volta a causa di una esposizione di 60 miliardi di dollari, un debito obbligazionario emesso dallo stesso Governo di Caracas e dalla società petrolifera statale Pdvsa.

La crisi politica del Paese, negli ultimi anni, esplicitata da un lungo braccio di ferro tra il presidente eletto Maduro e quello autoproclamato Guaidò, ha oscurato gli aspetti finanziari. I crediti incagliati potrebbero però essere “liberati” da una ristrutturazione del debito.

Il fondo Canaima lancia una offerta di scambio di obbligazioni sovrane venezuelane in altri strumenti finanziari, rivolta agli investitori istituzionali e professionali. È quanto si legge in una nota del veicolo lussemburghese Canaima Fund Lux che ha pubblicato il documento informativo relativo all’offerta rivolta a chi ha investito in bond venezuelani e dell’impresa petrolifera nazionale Pdvsa.

Il presidente di Canaima Capital management, Celestino Amore, spiega al Sole 24Ore che l’offerta è valida fino a giugno 2022 ed è rivolta a investitori istituzionali. Si tratta di un'operazione mirata a scongiurare il rischio che si cada in una situazione simile a quella dell’Argentina e del suo default del 2001, in cui rimasero impigliati 450mila risparmiatori italiani. È pur vero che in questa situazione non vi sono risparmiatori retail, ma dopo sei anni il Tribunale di New York (riferimento finanziario per l’emissione di questi titoli) farà calare il sipario della prescrizione. Quindi nel novembre 2023 i titoli scadranno.

I bond portati in adesione da parte di Sim, fondi, banche e operatori specializzati saranno scambiati con notes emessi da Canaima con interesse scontato anticipatamente. Il fondo, assistito da IlliquidX, si propone di recuperare, in tutto o in parte, i crediti derivanti dai titoli obbligazionari emessi dal governo venezuelano e Pdvsa in default, «mediante una strategia di investimento attiva che comprenderebbe, tra le varie iniziative, l’avvio di procedure pre-contenziose e contenziose finalizzate ad una massimizzazione delle prospettive di recupero».

«I vantaggi per chi aderisca all’offerta - spiega Celestino Amore – sono multipli: spalmare i costi legali, essere rappresentati da una forza collettiva e costituire una massa critica che non sarebbe possibile da singoli operatori». Dei 60 miliardi di dollari, un miliardo è in mano a investitori istituzionali italiani.

Quella di Canaima è un veicolo di cartolarizzazione che chiede un giudizio nel merito al Tribunale di New York.

Il quadro macrofinanziario del Venezuela è complesso: oltre alla crisi sociale, l’aggravamento delle relazioni internazionali pesa come un incubo.

La cartolarizzazione potrebbe recuperare i crediti ora difficili da recuperare. Tuttavia vi sono degli ostacoli di natura politica. La prescrizione di questo debito farebbe comodo a tutti, sia al presidente Maduro, sia all’oppositore Guaidò, sia al Fondo monetario internazionale.

«Anche se – spiega Mario Cordoni, analista di CFE finance – la rinegoziazione del debito, per Caracas, rimane una necessità. Diversamente, con che credibilità potrà ritornare sui mercati dei capitali?». Non si allontanerebbero solo gli americani ma tutti i “musiù”, epiteto con cui venivano chiamati gli europei negli anni 50 a Caracas, traduzione del “monsieur” francese.

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necessità per Caracas di ristrutturare

non ci sono investitori retail?

i titoli scadranno dopo sei anni tutti indistintamente? cosa capitale o cedole o tutte due?

a parte la prima affermazione le ultime due non mi convincono e hanno inesattezze...



Meno male che hai evidenziato.....
È pur vero che in questa situazione non vi sono risparmiatori retail, ma dopo sei anni il Tribunale di New York (riferimento finanziario per l’emissione di questi titoli) farà calare il sipario della prescrizione. Quindi nel novembre 2023 i titoli scadranno.

I titoli scadranno cioè si volatilizzeranno.......i titoli ....si riferisce ai titoli e ovviamente anche alle cedola......
ma pure un ragazzino di 6 anni capisce che nel novembre 2023 (o a settembre???) perderemo tutto
 
Secondo me quelli di Canaima fund sono degli avvoltoi profittatori che mirano a spaventare per rastrellare il debito venezuelano....

di solito si fanno sentire quando qualcosa si sta già muovendo....

;)

I vari fondi che propongono questa operazione fanno un buon affare senza dubbio: incassano management fees certi anche se le cose non finiscono bene, e se le cose finiscono bene.. restano con una buona fetta della torta. Il problema e' capire se e' un "buon affare" anche per chi li sottoscrive con apporto in natura.
Se non ci sara' una ristrutturazione "tradizionale", passare per un fondo con potere negoziale potrebbe essere un male minore.
 
Meno male che hai evidenziato.....
È pur vero che in questa situazione non vi sono risparmiatori retail, ma dopo sei anni il Tribunale di New York (riferimento finanziario per l’emissione di questi titoli) farà calare il sipario della prescrizione. Quindi nel novembre 2023 i titoli scadranno.

I titoli scadranno cioè si volatilizzeranno.......i titoli ....si riferisce ai titoli e ovviamente anche alle cedola......
ma pure un ragazzino di 6 anni capisce che nel novembre 2023 (o a settembre???) perderemo tutto

Per ogni singolo titolo obbligazionario il termine di anni 6 si computa a far tempo dalla data in cui scade.
Pertanto quel che scrivono in quell'articolo è parzialmente errato.
Diverso invece il discorso delle cedole pregresse, di cui ho già scritto.
 
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