Venezuela e PDVSA (Vol.161) Quota "Aran2" .... il sogno reviviscente!

Stato
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"L'opposizione venezuelana ha chiesto alla comunità internazionale azioni più energiche contro la dittatura di Maduro"
La oposicion venezolana pidio a la comunidad internacional acciones mas contundentes contra la dictadura de Maduro - Infobae

"AN DE GUAIDÓ chiede azioni più energiche contro Nicolás Maduro "
AN DE GUAIDO solicita acciones contundentes contra Nicolas Maduro



la prima notizia è di un giornale fazioso..... va presa con le molle.....

la seconda notizia sembra del 2 gennaio 2022 ed è vecchia perchè già mi sembra di averla sentita.... poi se il giornale la pubblica con la data di oggi son fatti suoi....



la situazione della crisi venezuelana adesso sta veramente volgendo la termine.... da come sembra
 
Per ogni singolo titolo obbligazionario il termine di anni 6 si computa a far tempo dalla data in cui scade.
Pertanto quel che scrivono in quell'articolo è parzialmente errato.
Diverso invece il discorso delle cedole pregresse, di cui ho già scritto.



Magari fosse come dici tu.
Se il debitore non è più in grado di pagare e lo dichiara pure così come ha fatto Maduro convocando i creditori nel 2017 .... i titoli scadono tutti anticipatamente rispetto alla scadenza prevista nel contratto.
Prova ad immaginare cosa accadrebbe....
chi ha i titoli scaduti .....sequestra i beni del VNZ.....
chi invece deve aspettare la scadenza per fare i sequestri si ritroverebbe nella situazione di non poter sequestrare alcunchè perchè i beni del VNZ sono già stati tutti sequestrati dai creditori con crediti già scaduti.
E questo viola la par condicio creditorum
 
Magari fosse come dici tu.
Se il debitore non è più in grado di pagare e lo dichiara pure così come ha fatto Maduro convocando i creditori nel 2017 .... i titoli scadono tutti anticipatamente rispetto alla scadenza prevista nel contratto.
Prova ad immaginare cosa accadrebbe....
chi ha i titoli scaduti .....sequestra i beni del VNZ.....
chi invece deve aspettare la scadenza per fare i sequestri si ritroverebbe nella situazione di non poter sequestrare alcunchè perchè i beni del VNZ sono già stati tutti sequestrati dai creditori con crediti già scaduti.
E questo viola la par condicio creditorum

non mi consta alcuna dichiaraz. di default dello Stato venezuelano , quello a cui ti riferisci ( Maduro che convocò i creditori ) era in vista di una rinegoziazione del debito , è un pò diverso quindi.
 
Per ogni singolo titolo obbligazionario il termine di anni 6 si computa a far tempo dalla data in cui scade.
Pertanto quel che scrivono in quell'articolo è parzialmente errato.
Diverso invece il discorso delle cedole pregresse, di cui ho già scritto.

l'articolo su 24 ore a mio parere e' fuorviante, perche' il fondo canaima vuole che lo sia, mettendo paura agli investitori con la minaccia della prescrizione.

quel che si prescrive, e' il diritto a far causa a NY, 6 anni dopo l'evento che giustifica la causa.

se dici ad un tizio che ha Venezuela 27 che il suo diritto a far causa scade nel 2033.. costui certamente oggi non si spaventa.
se gli dici che se quest'anno non vende a Canaima perde tutto l'anno prossimo, ovviamente si spaventa eccome.

Il diritto a far causa non e' la stessa cosa del diritto a partecipare ad una offerta di ristrutturazione del debito.

Nessun grosso debito sovrano in default, che io sappia, e' stato mai risolto in maggior parte con cause e sequestri, ma con offerte di scambio o rimborso, a sconto, da parte del debitore.
 
Peraltro, il debitore, ovviamente, non ha alcun diritto di alterare unilateralmente alcuna clausula del contratto, sotto NY law,
e ancor meno, ovviamente, ha possibilita' di cambiare le leggi stesse.
 
rivolta agli investitori istituzionali e professionali -
in ogni caso noi siamo tagliati fuori...



ECONOMIA E POLITICA INTERNAZIONALE

Il Sole 24 Ore

02 Febbraio 2022



Il Venezuela tratta con Biden sulle sanzioni (e con Putin sulle armi)



Il presidente Maduro, nella crisi ucraina, gioca su due tavoli: Mosca e gli Usa

Gli americani chiedono rilascio di prigionieri politici e dialogo con l’opposizione


Roberto Da Rin


BLOOMBERG Spiragli nel buio della crisi. Il presidente Maduro, dopo le elezioni di novembre, ha recuperato posizioni nell’elettorato, anche grazie all’aumento del prezzo del greggio sui mercati internazionali delle materie prime




L’Europa, vista da Caracas, è un po’ meno lontana. La grande partita ucraina, giocata su più tavoli, potrebbe generare alcune esternalità latinoamericane. Pochi giorni fa il presidente russo, Vladimir Putin, ha rilanciato l’opzione di militarizzare il Venezuela e Cuba, Paesi amici, geograficamente vicini o vicinissimi al grande nemico, gli Stati Uniti. È questa la rappresaglia, non solo psicologica, contro Washington. Eppure il dialogo tra Nicolas Maduro, presidente del Venezuela, e Joe Biden, sta recuperando qualche posizione: «Le sanzioni contro Caracas – è questa la proposta di Washington – potrebbero essere allentate se Maduro accettasse delle condizioni, più aperture con l’opposizione interna di Juan Guaidò, liberazione di alcuni prigionieri politici».

Uno scacchiere politico e militare di grande complessità cui si affianca un’altra partita, stavolta finanziaria. Il Venezuela, nel novembre 2017, è entrato in default per l’undicesima volta a causa di una esposizione di 60 miliardi di dollari, un debito obbligazionario emesso dallo stesso Governo di Caracas e dalla società petrolifera statale Pdvsa.

La crisi politica del Paese, negli ultimi anni, esplicitata da un lungo braccio di ferro tra il presidente eletto Maduro e quello autoproclamato Guaidò, ha oscurato gli aspetti finanziari. I crediti incagliati potrebbero però essere “liberati” da una ristrutturazione del debito.

Il fondo Canaima lancia una offerta di scambio di obbligazioni sovrane venezuelane in altri strumenti finanziari, rivolta agli investitori istituzionali e professionali. È quanto si legge in una nota del veicolo lussemburghese Canaima Fund Lux che ha pubblicato il documento informativo relativo all’offerta rivolta a chi ha investito in bond venezuelani e dell’impresa petrolifera nazionale Pdvsa.

Il presidente di Canaima Capital management, Celestino Amore, spiega al Sole 24Ore che l’offerta è valida fino a giugno 2022 ed è rivolta a investitori istituzionali. Si tratta di un'operazione mirata a scongiurare il rischio che si cada in una situazione simile a quella dell’Argentina e del suo default del 2001, in cui rimasero impigliati 450mila risparmiatori italiani. È pur vero che in questa situazione non vi sono risparmiatori retail, ma dopo sei anni il Tribunale di New York (riferimento finanziario per l’emissione di questi titoli) farà calare il sipario della prescrizione. Quindi nel novembre 2023 i titoli scadranno.

I bond portati in adesione da parte di Sim, fondi, banche e operatori specializzati saranno scambiati con notes emessi da Canaima con interesse scontato anticipatamente. Il fondo, assistito da IlliquidX, si propone di recuperare, in tutto o in parte, i crediti derivanti dai titoli obbligazionari emessi dal governo venezuelano e Pdvsa in default, «mediante una strategia di investimento attiva che comprenderebbe, tra le varie iniziative, l’avvio di procedure pre-contenziose e contenziose finalizzate ad una massimizzazione delle prospettive di recupero».

«I vantaggi per chi aderisca all’offerta - spiega Celestino Amore – sono multipli: spalmare i costi legali, essere rappresentati da una forza collettiva e costituire una massa critica che non sarebbe possibile da singoli operatori». Dei 60 miliardi di dollari, un miliardo è in mano a investitori istituzionali italiani.

Quella di Canaima è un veicolo di cartolarizzazione che chiede un giudizio nel merito al Tribunale di New York.

Il quadro macrofinanziario del Venezuela è complesso: oltre alla crisi sociale, l’aggravamento delle relazioni internazionali pesa come un incubo.

La cartolarizzazione potrebbe recuperare i crediti ora difficili da recuperare. Tuttavia vi sono degli ostacoli di natura politica. La prescrizione di questo debito farebbe comodo a tutti, sia al presidente Maduro, sia all’oppositore Guaidò, sia al Fondo monetario internazionale.

«Anche se – spiega Mario Cordoni, analista di CFE finance – la rinegoziazione del debito, per Caracas, rimane una necessità. Diversamente, con che credibilità potrà ritornare sui mercati dei capitali?». Non si allontanerebbero solo gli americani ma tutti i “musiù”, epiteto con cui venivano chiamati gli europei negli anni 50 a Caracas, traduzione del “monsieur” francese.
 
rivolta agli investitori istituzionali e professionali -
in ogni caso noi siamo tagliati fuori...

Non ho visto il prospetto di Canaima.
Nell'altro fondo, la quota minima e' di 100K$, per cui, contribuendo in kind, significa 2 milioni nominali di bonds.
Se hai tali 2 milioni, e firmi il formulario per investitori qualificati, immagino tu possa partecipare direttamente.
Altrimenti puo' partecipare come nominee la tua banca, che poi distribuisce le quote tra i clienti aderenti.
 
l'articolo su 24 ore a mio parere e' fuorviante, perche' il fondo canaima vuole che lo sia, mettendo paura agli investitori con la minaccia della prescrizione.

quel che si prescrive, e' il diritto a far causa a NY, 6 anni dopo l'evento che giustifica la causa.

se dici ad un tizio che ha Venezuela 27 che il suo diritto a far causa scade nel 2033.. costui certamente oggi non si spaventa.
se gli dici che se quest'anno non vende a Canaima perde tutto l'anno prossimo, ovviamente si spaventa eccome.

Il diritto a far causa non e' la stessa cosa del diritto a partecipare ad una offerta di ristrutturazione del debito.

Nessun grosso debito sovrano in default, che io sappia, e' stato mai risolto in maggior parte con cause e sequestri, ma con offerte di scambio o rimborso, a sconto, da parte del debitore.

Infatti lo è
 
premesso di schierarmi tra quelli che pensano che nel 2023 non si prescrive un bel nulla. Anche se escluso ai retail sono andato a cercare questo Canaima Global Opportunities FD Ltd in Lussemburgo ( già detto ma lo ripeto,sede legale presso una cassetta delle lettere in un palazzo uffici a Guersney).
Ho trovato solo questo GG00BLR9Q77 , ultima quotazione a ottobre.
Pertanto anche i professionali non mi sembrano messi molto bene.
 
Il 23 agosto scade la 12,75% 2022 come scadenza fisica, ultima cedola vista ad agosto 2017

E chi te lo ha detto, da NY?
la prima cedola non pagata, di febbraio 2018, puoi reclamarla facendo causa entro febbraio 2023,
o tranquillamente attendere fino al 2028, per far causa su capitale e 6 anni de cedole in mora, entro il 2028,
o tranquillamente attendere che il debitore proponga una ristrutturazione del debito, finite le sanzioni.
 
(...)dovremmommo però tener presente che siamo in un contesto non normale e ambiti su cui la giurisprudenza non si è ancora espressa, ma volete che un giudice lo possa ignorare il contesto non normale soprattutto per dei retail?

Infatti il limite di 6 anni previsto dalla prescrizione processuale non è un limite invalicabile dato che:

- la legge prevede la possibilità che il giudice decida per un allungamento dei termini in caso di "situazioni particolari"

- Esistono alcuni precedenti in cause di tipo finanziario (una mi pare a Jp Morgan) in cui il giudice ha acconsentito ad andare oltre i 6 anni legali



In una situazione come questa i motivi per un allungamento dei termini ci sarebbero tutti:

- Le sanzioni emesse dagli USA continuano a tenere bloccata la rinegoziazione a ormai più di 3 anni dal default e non credo che gli USA possano poi pretendere di
impedire ad un bondholder di fare causa per via dello scadere di un termine fissato da una loro legge.

- Per lungo tempo a partire da Novembre 2017 sono circolate diverse informazioni contraddittorie che non hanno permesso da subito di capire se un default si era effettivamente verificato o se i fondi regolarmente versati si fossero arenati da qualche parte a causa del blocco dei flussi finanziari conseguente alle sanzioni.



In ogni caso come ho anche scritto nell'altro forum penso che al momento tutte queste questioni sulla decorrenza della prescrizione processual siano questioni abbastanza di lana caprina, a meno che non si abbia una chiara indicazione del fatto che il Venenzuela potrebbe ripudiare il debito o che i tempi potrebbero essere ancora molto lunghi.

Avere una sentenza in mano anche già da domani mattina a che può servire se poi non vi è possibilità alcuna di farla eseguire?

Se, come probabile, si andrà ad una ristrutturazione il fatto di avere o meno una sentenza sarà irrilevante dato che la trattativa, in applicazione del pari passu, sarà unica e tutti i bondholder verranno trattati allo stesso modo grandi e piccoli con sentenza o meno.



In conclusione volevo aggiungere che condivido i dubbi di NewOn nei confronti di un fondo con sede in una casella postale di Panama che propone di cedere completamente il contrtollo dei propri titoli (ora sospesi ma in passato comunque quotati su mercati ufficiali) in cambio di quote (forse neanche tanto negoziabili, forse neanche tanto liquide) di un fondo così poco trasparente.

NewOn dice di preferire bruciare i sui titoli piuttosto che cederne il controllo a questi signori mentre io sono più dell'idea di mangiarli.
Penso ci siano tutti gli estremi per una buona grigliata.
 
bene che se ne ritorni a parlare del debito estero del Venezuela

questo articolo (offerta fondo canaima e Biden che starebbe trattando con la Russia sulle armi e col Venezuela per le sanzioni) è uscito oggi sul Sole24 ore il quotidiano di confindustria
 
La tesi che una sentenza non seguita da sequestro vale come il titolo che ne e' oggetto, in caso di offerta di ristrutturazione.. e' a mio parere fragile assai.
Una sentenza passata in giudicato, attribuisce al ricorrente titolo a riscuotere una determinata somma, decisa dal giudice, che cresce nel tempo ad un interesse legale determinato dalla legge.
Finche' il debitore non paga, non ristruttura.. e non emette nuovi titoli pagabili in cash.. la sentenza non serve a molto.
Ma se un debitore ristruttura, chi ha la sentenza non aderisce ed aspetta, quando poi il debitore tenta di indebitarsi nuovamente.. prima paga la sentenza per intero, perche' altrimenti si vede sequestrato il provento della vendita dei nuovi titoli..

Insomma.. la previsione e' difficile da farsi, al momento.
Di cause in corso o gia' concluse a NY, se non erro, ce ne sono gia' 64.
 
in ogni caso, non e' necessario arrivare a sentenza entro i sei anni citati.. ma basta aver iniziato un'azione legale per violazione di contratto.

Per quanto mi riguarda, l'eventuale possibile "prescrizione" dell'azione su un paio di cedole non mi preoccupa assolutamente:
l'ipotesi di incassare, netto e cash , il circa 200% del nominale che il Venezuela mi dovrebbe, tra cedole e more, entro il 2024.. la vedo remotissima.
Se mi scadono alcune cedole.. e mi rimborsano "solo" il 150%.. faccio comunque festa.
Oggi i bonds quotano 6. a me basterebbe ricevere qualcosa che a mercato vale 60..

:D:D
 
Per ogni singolo titolo obbligazionario il termine di anni 6 si computa a far tempo dalla data in cui scade.
Pertanto quel che scrivono in quell'articolo è parzialmente errato.
Diverso invece il discorso delle cedole pregresse, di cui ho già scritto.



Purtroppo ci sono molte sentenze dei tribunali italiani riguardanti l'inizio del decorso della prescrizione per far causa alle banche che hanno venduto i bond Argentina.
Dapprima l'inizio della prescrizione per i giudici decorreva dal default.
Successivamente cambiarono orientamento in quanto stabilirono che l'inizio della prescrizione coincideva con il giorno in cui i bond furono delistati.
Il problema è che nel caso Argentina non venne dichiarato il default mentre nel nostro caso Maduro convocò i creditori nel settembre del 2017 se non erro e comunicò che il debito doveva essere riformattato, ristrutturato eccc...eccc..... per cui è da questo momento che i risparmiatori sono venuti a conoscenza del default.
Cmq per non rischiare si usa interrompere la prescrizione anche se la prescrizione inizia a decorrere dalla scadenza del titolo per evitare contestazioni che potrebbero essere accolte dal giudice.
 
non mi consta alcuna dichiaraz. di default dello Stato venezuelano , quello a cui ti riferisci ( Maduro che convocò i creditori ) era in vista di una rinegoziazione del debito , è un pò diverso quindi.



Rinegoziazione del debito in pratica equivale al default. E poi, se sono scattati i CDS è default e basta.
 
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