Nei Paesi dove ho vissuto ad un 24-25enne ancora in casa si dice ma cosa aspetti ad andare fuori di casa? In Italia ai 30enni si consiglia di stare a casa a risparmiare, e lo si legge anche in questo 3D.
Riporto queste frasi da internet che riguardano l'Inghilterra:
crescono anche coloro che decidono di abitare con mamma e papà. Oggi sono il 22%, una percentuale in costante aumento, e la ragione è il costo della vita. Secondo un’altra ricerca, fatta dalla 'National Union of Students', il sindacato degli studenti, il prezzo delle abitazioni è raddoppiato negli ultimi dieci anni e vivere fuori Londra costa oltre dodicimila sterline all’anno per non parlare della capitale dove si spendono almeno mille sterline in più.
«Ventiquattro anni via da casa. Era il ritornello preferito dei miei genitori e io sono diventata indipendente a 23, quando ho ottenuto una borsa di studio per il mio dottorato di ricerca. Tra i miei studenti spesso sono i più poveri e quelli provenienti da minoranze etniche che continuano ad abitare con i genitori ma metterei un punto di domanda sul fatto che stare a casa significa essere più immaturi.
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Per me va fatta distinzione tra nazioni colonizzate recentemente, che possono sopportare tassi di crescita della popolazione (Australia, Canada, USA, Nord-Europa) e nazioni storicamente popolate (Italia, Spagna, UK, Giappone). Nelle seconde c'è stato un aumento dei valori immobiliari anche per densità abitativa, ed ora che la densità ha raggiunto certi limiti abitare costa caro.Pensare a quanto valga la pena stare per conto proprio ha il suo perchè.
Analogamente, in Italia, mia zia, sola, e mia mamma, sua sorella, vivono ognuna in un immobile proprio quando potrebbero vivere in un unico immobile, che fu progettato per le loro iniziali famiglie numerose. Potrebbero risparmiare e molto (vendere uno dei due e vivere "di rendita") ma cresciute con la mentalità d'epoca del dopoguerra non lo concepiscono.
Quindi va bene uscire di casa, ma se non val la pena, perchè? Magari tra 30 anni sarà normalità.