Vogliamo solo sghei mica saracche da Saras!

Non pensavo dopo la extraprofitti tirassero fuori anche questa idea.
Sono geniali a dir poco.
Sarebbe veramente ora di dirottare tutti gli utili sulle energie alternative ( poi occorre vedere se e quanto sono redditizzie) e poi chinarci alla dipendenza di raffinati dai paesi dell'oriente e africani.

Sinceramente vorrei capire come possono fare un price cap, a quel punto non sarebbe sulla russia ( perché i raffinati non verrebbero importati comunque), ma sul mercato cinese, indiano e americano, o sui produttori europei?
Il gasolio importato dai paesi lontani costa più per il trasporto, e ampiano la differenza di prezzo mettendo un limite ai produttori europei? O mettono un limite prezzo per i produttori esteri, cosi son capaci di non vendercelo?!
Sinceramente sono abbastanza confuso.

Stavo pensando, la legge sulla riduzione tasse sulle plusvalenze da quando parte? Potrebbe essere il momento per moratti di cedere.

Il titolo ora mi pare ingessato tra il voler scaricare un po'gli indicatori e accumulare.....
Se vogliono sono capaci di tutto, sia partire che fare uno sciaquone per spurgare

Certo che vogliono fare così, l ipocrisia è imperante. Cadremo dalla padella alla brace. Ma, dico io, non c'è nessuno che RIBADISCA che la transizione ci dovrà essere ma che ci vorranno decenni? favorire la transizione costa un botto, non abbiamo munizioni di nessun tipo (minerali, industriali,) e le casse degli stati sono a zero. Tra poco, se continuano così, la transizione avverrà naturalmente, cioè non si inquinerà più con il diavolo nero perchè non ci saranno più soldi. Saremo poveri ma verdi, la famosa decrescita felice che però non sarà decrescita ma crollo infelice.

Se sei confuso, vai di pari passo con i nostri politici,soprattutto europei.

Riguardo a saras, a questo punto, non può avere la forza di salire oltre quota. Bisognerà aspettare che dicano qualcosa sul dividendo o sulla extratassa o sul 1 trim.
 
Intanto il book mostra numeretti ridicoli sul lato vendite, mi sembra difficile che scenda

Appena ho parlato si sono rinforzati...
 
Diesel sempre più caro, scatta l’embargo russo: gli effetti per auto e Tir

LE SCORTE
In questi ultimi due mesi c’è stata una vera e propria corsa all’acquisto di prodotti petroliferi raffinati: basti pensare che l’Europa nel 2022 ha importato dalla Russia una media di 600.000 barili al giorno di gasolio, nel mese di dicembre invece la media quotidiana è stata di circa 800.000. E nel frattempo sono stati “stressati” anche gli altri canali di approvvigionamento: dagli Usa ad esempio sempre a dicembre sono arrivati in Europa 210.000 barili al giorno in più. Si è fatta incetta anche dall’India e dalla Cina. Secondo analisti di settore l’import complessivo nell’Ue di gasolio/diesel non era mai stato così alto dal 2015. Un accaparramento continuato anche nelle prime due settimane di gennaio: secondo quanto riportato dalla Cnn che cita i dati Vortexa, i Paesi europei hanno raccolto quasi 8 milioni di barili di diesel russo. Tutto a posto, quindi?
Non proprio. L’importazione di gasolio da fornitori più lontani, compresi gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita, farà aumentare i costi di trasporto del gasolio. «Ci aspettiamo che i prezzi del diesel aumentino in Europa. Ci aspettiamo una sorta di picco a febbraio, marzo» ha dichiarato alla Cnn Mark Williams, direttore della ricerca presso Wood Mackenzie. Non è detto però che peserà per tutti allo stesso modo. Perché all’interno dell’Europa la situazione tra un Paese e l’altro è molto diversificata. Per la Germania non sarà semplice fare a meno del gasolio russo che finora ha contribuito al 30% del suo fabbisogno, e così la Francia e l’Olanda (entrambe al 27%). Per non parlare dei paesi baltici che fino a questo momento hanno importato il 50% del loro fabbisogno di gasolio/diesel dalle raffinerie russe. Sta messo abbastanza maluccio anche il Regno Unito (29%). Da noi in Italia, invece, il discorso è completamente diverso: fino a giugno 2022 la Russia ci forniva soltanto il 5% di gasolio/diesel. Da luglio 2022 la quota è stata completamente azzerata: dalla raffinerie di Putin non è arrivato nemmeno più un barile.
D’altronde con i nostri 13 impianti sparsi per la penisola siamo praticamente autonomi: a fronte di un consumo interno di prodotti raffinati pari a 55 milioni di tonnellate, ne raffiniamo quasi 71. E potremmo spingere ancora di più il pedale sull’acceleratore, visto che la capacità produttiva teorica arriva a 88 milioni di tonnellate (la Germania, invece, ne consuma 92 e nel produce 83). Anche i dati sul solo gasolio sono in linea: ne consumiamo 26 milioni di tonnellate e ne produciamo quasi 30. È abbastanza ovvio però ritenere che una parte della domanda di altri Paesi Ue possa rivolgersi anche alle raffinerie italiane (che già esportano oltre 27 milioni di tonnellate di prodotti) facendo quindi alzare i prezzi anche in Italia.
IL NEGOZIATO
Nel frattempo, come già a dicembre, quando si trattava di definire il “price cap” sul greggio concordato a livello di G7 (poi fissato a 60 dollari al barile), l’entrata in vigore dell’embargo Ue sui derivati del petrolio coincide con la discussione, che sta prendendo corpo a Bruxelles, sul secondo tetto al prezzo dell’oro nero russo. Il tema è stato al centro degli scambi informali tra le diplomazie dei Ventisette e la Commissione europea durante lo scorso fine settimana, e sarà sul tavolo della riunione del Coreper, l’organo dove siedono gli sherpa, di domani. Adesso, infatti, occorre fissare (sempre in ambito G7, e con l’ok pure dell’Australia) un “cap” anche per i prodotti raffinati, e l’ipotesi che sta prendendo piede riguarda lo sdoppiamento al tetto: uno per i derivati più costosi come il diesel, e un altro per quelli più economici come il gasolio. E visto che si torna a discutere di “price cap”, i Paesi dell’Est Europa, Polonia e Estonia in testa, si fanno portavoce delle richieste dell’Ucraina e provano a convincere Bruxelles a rimettere in discussione il livello di tetto deciso poco più di un mese fa per il petrolio grezzo della Russia: il tentativo è di rivederlo al ribasso, come vuole Kiev. Secondo fonti diplomatiche, tuttavia, non ci sarebbe sufficiente consenso e la soglia, per ora, non dovrebbe essere toccata.
MA il price cap, come per il petrolio, sara' per vendita distillati russi a paesi terzi non europei. Non sara' fatto a valersi sui produttori non russi. Puo' ben essere che un cap del genere porti a mantenere una esportazione russa analoga alla presente in quanto i costi diesel etc sarebbero concorrenziali con la produzione nell'asia di distillati. Alla fine si avrebbe che l'export russo varierebbe di poco e quindi si avrebbe una carenza di distillati (o meglio diesel) analoga al presente
 
MA il price cap, come per il petrolio, sara' per vendita distillati russi a paesi terzi non europei. Non sara' fatto a valersi sui produttori non russi. Puo' ben essere che un cap del genere porti a mantenere una esportazione russa analoga alla presente in quanto i costi diesel etc sarebbero concorrenziali con la produzione nell'asia di distillati. Alla fine si avrebbe che l'export russo varierebbe di poco e quindi si avrebbe una carenza di distillati (o meglio diesel) analoga al presente

Con la cina che non trapela nulla sui suoi bilanci, pensi seguano il price cap europeo?!
Se ne fotteranno allegramente e faranno i loro interessi.

In generale vedrò la situazione distorta ma i dati che danno tendenziamente li fanno passare tutti come buoni o che vanno meno peggio delle attese.
Intanto aziende americane programmano licenziamenti continui.... Però l'economia va benissimo!
Intanto continuo a lossare con lo short mib. :asd:
 
Con la cina che non trapela nulla sui suoi bilanci, pensi seguano il price cap europeo?!
Se ne fotteranno allegramente e faranno i loro interessi.

In generale vedrò la situazione distorta ma i dati che danno tendenziamente li fanno passare tutti come buoni o che vanno meno peggio delle attese.
Intanto aziende americane programmano licenziamenti continui.... Però l'economia va benissimo!
Intanto continuo a lossare con lo short mib. :asd:
LA Cina non seguira' il cap europeo, ma importare distillati dalla russia richiede costi di trasporto lunghi e piu' elevati e minor navi a disposizione. Cio' limitera' l'afflusso dei distillati russi verso i paesi asiatici a meno che' non siano venduti a forte sconto, altrimenti comprano crude e distillano a meno prezzo in cina e dintorni. Secondo me la carenza diesel rimarra' come la si vede ora. I margini saranno quindi discreti, imo.
LA Cina con apertura spostamenti ha di fatto indotto, con alti costi umani, una immunita' di gregge senza far vaccinare la gente. In poco tempo il virsu girera' facendo meno vittime, o almeno, con quantita' di vittime in percentuali simili all'occidente. A seguito di cio' l'economia dovrebbe ripartire, se cosi' dovrebbe migliorare l'outlook Germania, che esporta molto in Cina, ed a ruota Italia che esporta molto in Germania. Vediamo nei prossimi mesi come la situazione si dipanera'
 
Ultima modifica:
Intanto la limitata gamma di valori battuti sembra persistere...
 
45.2diesel 22.4 benza margini odierni Neste. Stabili
 
Ma saras neanche il calendario finanziario pubblica?!

A volte sono veramente assurdi in questa società
 
per abbassare l'RSI intorno ai 70 bastano 1 seduta balorda con chiusura bassa ed un paio con modeste chiusure in discesa. Perdere un 6/7% in 3 sedute rimetterebbe ' serenita' ' agli indicatori tecnici
oggi tutti a mettere soldi sul nasdaq?
prendere fiato fa bene, non si può sempre e solo salire, o no?
srs hh.jpg
 
:rolleyes:
Se si deve scendere per salire ok , ma non me gusta.
 
Non che l'analisi tecnica di breve mi tocchi piu' di tanto, ma sotto 1.464 preferirei non vederla chiudere.
Poi tanto non tocco nulla fino a dopo il 25 Marzo..
Anzi piu' probabile il 7 Aprile..
 
Intanto il book mostra numeretti ridicoli sul lato vendite, mi sembra difficile che scenda

Appena ho parlato si sono rinforzati...
I volumi in vendita sono dietro l'angolo... appena lo decide un manovratore, il tempo di mettersi d'accordo con gli altri due o tre sul bottom da cui ripartire...
Certo che vogliono fare così, l ipocrisia è imperante. Cadremo dalla padella alla brace. Ma, dico io, non c'è nessuno che RIBADISCA che la transizione ci dovrà essere ma che ci vorranno decenni? favorire la transizione costa un botto, non abbiamo munizioni di nessun tipo (minerali, industriali,) e le casse degli stati sono a zero. Tra poco, se continuano così, la transizione avverrà naturalmente, cioè non si inquinerà più con il diavolo nero perchè non ci saranno più soldi. Saremo poveri ma verdi, la famosa decrescita felice che però non sarà decrescita ma crollo infelice.

Se sei confuso, vai di pari passo con i nostri politici,soprattutto europei.

Riguardo a saras, a questo punto, non può avere la forza di salire oltre quota. Bisognerà aspettare che dicano qualcosa sul dividendo o sulla extratassa o sul 1 trim.
A questo bel quadretto sulla transizione verde made in Europe aggiungici l'obbligo nell'immobiliare di raggiungere la classe E (entro il... sinceramente non ricordo, credo il 2033) che in Europa stanno discutendo. Una pietra tombale sui piccoli detentori di immobili che potrebbero facilmente trovarsi con una proprietà invendibile, inaffittabile e costosa in termini di obblighi, tasse, persino multe.... Siamo distanti anni luce da una decrescita felice.
In Europa, una ristretta élite di ricchi e obbedienti tecnocrati-faccendieri stanno guidando un attacco economico alla "classe media" senza precedenti. Dura da trent'anni questo attacco ma adesso stanno realizzando la stretta finale che in un decennio dovrebbe concludere il lavoro.
 
Indietro