Webuild, italiche costruzioni

micanen

no shitted dick
Registrato
21/1/14
Messaggi
3.421
Punti reazioni
161
ponti verso il futuro, credo che le quotazioni della nostra sarebbero migliori in altre piazze
 
ieri 21 marzo 2024 , avevo messo l'ordine di vendita a 2,50 ma non mi preso e oggi quei crasti di unicredit che fanno ? vendono il loro 5% a 2,20 ? e ti credo le avevano a 1,50 per l'adc riservato agli amici degli amici
 
Buongiorno a tutti, qualcuno mi sa dire con certezza se l'acquirente della quota Unicredit, non superando il 5%, ha l'obbligo di comunicazione alla Consob?
 
Buongiorno a tutti, qualcuno mi sa dire con certezza se l'acquirente della quota Unicredit, non superando il 5%, ha l'obbligo di comunicazione alla Consob?
Buongiorno
Perchè, c'è una notizia di 1 acquirente della quota UCG?
 
hanno qualche giorno di tempo per comunicarlo qua danno ancora unicredit Azionisti e capitale sociale | WeBuild Group vedremo la prossima settimana
Non è detto che dalla cessione di UCG siano derivate 1 o più partecipazioni rilevanti quindi da comunicare a Consob ( vedi su borsaitaliana.it normativa Le nuove soglie Consob per le partecipazioni rilevanti - Borsa Italiana ), nè tanto meno che siano investimenti industriali piuttosto che semplici operazioni finanziarie a sconto da rigirare al MK per mero lucro di breve.

Questa sotto la procedura Accelerated Bookbuild

Accelerated Bookbuild - Borsa Italiana
 
Ultima modifica:
Leggevo, e lo avevo dimenticato, che le quote di UCG e ISP derivavano da crediti vantati nei confronti di Astaldi quindi a maggior ragione volevano liberarsene ed è probabile che ISP farà altrettanto, penso, questo comunque secondo me impatterà nel breve ma nn nel lungo.
Cosi parlò il 🐺
 
Leggevo, e lo avevo dimenticato, che le quote di UCG e ISP derivavano da crediti vantati nei confronti di Astaldi quindi a maggior ragione volevano liberarsene ed è probabile che ISP farà altrettanto, penso, questo comunque secondo me impatterà nel breve ma nn nel lungo.
Cosi parlò il 🐺
Quando parli di lungo spero che tu campi fino a 160 anni.
Stavolta non me lo aspettavo così presto.
Ora intesa sarà avvelenata
Quando capitano queste giravolte ci vuole molto tempo per aggiustarle
 
Quando parli di lungo spero che tu campi fino a 160 anni.
Stavolta non me lo aspettavo così presto.
Ora intesa sarà avvelenata
Quando capitano queste giravolte ci vuole molto tempo per aggiustarle
Ma anche no, 160 cu sta ciofeca?
Comunque è vero che pare che devono capitare tutte a questa, poi da che sono in questa bisca (e ormai da troppo) è anche la prima volta che mi succede, ma ripeto sono fiducioso tanto che mi faccio schifo da solo.
 
Buongiorno, è bastata unicredit per spegnere l'entusiasmo?
 
Buongiorno, se non spunta qualche nuovo socio rilevante, e dubito succeda, occorre pazienza.
Gli istituzionali che hanno comprato a sconto, hanno bisogno di un pò di tempo per rigirare, senza far scendere troppo le quotazioni e quindi preservare il guadagno proprio, al MK quanto comprato.
Se spuntasse qualche nuovo socio meglio ovviamente.
 

Webuild avvia la costruzione dell’impianto acqua in Arabia Saudita​

di Eva Palumbo (MF-Newswires)
tempo di lettura 2 min

Fisia Italimpianti rafforza il posizionamento di Webuild nel mercato acqua, ad alto potenziale di crescita e in cui il gruppo è da anni leader mondiale | Unicredit esce da Webuild, ceduta la quota del 4,99% a un prezzo a sconto dell’8,9%. Il titolo cade







Fisia Italimpianti, società del gruppo Webuild, ha ufficialmente avviato in Arabia Saudita la costruzione dell'impianto di trattamento dell'acqua per il vasto complesso petrolifero onshore di Zuluf, nel Golfo Persico. Il progetto, che ha segnato l'ingresso di Fisia Italimpianti nel comparto oil & gas e il suo ritorno nell'operation & maintenance, rafforza il posizionamento di Webuild nel mercato acqua, ad alto potenziale di crescita e in cui il gruppo è da anni leader mondiale.

A Fisia Italimpianti 2 contratti di 408 milioni

Di proprietà e gestito da Saudi Aramco, il giacimento di Zuluf è oggetto di un ampio programma di crescita, avviato nel 2018, nell'ambito del piano di sviluppo del Paese Saudi Vision 2030. Il progetto è stato assegnato a Fisia Italimpianti lo scorso anno, con due contratti del valore complessivo di 408 milioni, rispettivamente per la costruzione e la gestione dell'impianto di trattamento acque di Zuluf.


L'impianto, che sorgerà nella provincia orientale dell'Arabia Saudita, permetterà di trattare fino a 185.000 mc/giorno di acqua, che sarà iniettata poi nei pozzi off-shore e contribuirà all'incremento della produzione di petrolio greggio del giacimento. L'impianto sarà caratterizzato da una prima sezione di degasaggio dell'acqua, per estrarre, comprimere e consegnare al Cliente finale il gas presente nell'acqua in ingresso. A questa, seguirà una sezione di trattamento e filtrazione, per la chiarificazione e la riduzione della salinità dell'acqua. Completeranno l'impianto i sistemi ausiliari e gli edifici adibiti agli uffici amministrativi, ai locali tecnici e alle sale controllo.

Webuild-Acquario Genova a tutela ecosistema per nuova diga foranea

Inoltre, il consorzio guidato dal gruppo Webuild che sta realizzando la nuova diga foranea ha promosso una collaborazione con l’Acquario di Genova, per la salvaguardia di organismi marini prelevati dai fondali marini dove si sta operando, attraverso il trasferimento nelle sue strutture, in vista della loro successiva ricollocazione nelle stesse acque al largo di Genova al termine dei lavori. Nei fondali dove sorgerà la nuova diga, al momento, procedono in parallelo le attività tecniche, dove sono state già realizzate oltre 2.400 colonne di ghiaia sommerse e sono state posate circa 1,2 milioni di tonnellate di materiale; proseguono anche le operazioni di bonifica bellica subacquea, che si prevede di ultimare entro l’estate. La nuova diga foranea di Genova è stata progettata per migliorare l’accessibilità del porto di Genova anche alle moderne navi ultra large, consolidando la crescita e il ruolo nel contesto europeo del sistema portuale della città. A Piazza Affari il titolo Webuild sale dell’1,67% a 2,234 euro.
 
Il 24 fin qui direi bene...

1711377048528.png


Allungando l'orizzonte meno...

1711377107102.png
 
Mi ero perso il nuovo treddo.
Eccomi.
:bye:
 

I malumori per l’inopinata uscita di Unicredit da WeBuild e le altre pillole del giorno​

Luca Di Carmine

Luca Di Carmine
25/03/2024
Con un'operazione in perfetto stile Orcel la banca milanese ha venduto da un giorno all’altro la sua partecipazione nel colosso delle costruzioni della famiglia Salini. Provocando irritazione per tempistiche e modalità. Intanto si consolida lo strano asse Tajani-Gentiloni, mentre Tv2000 fa una programmazione "premonitrice" sul papa. Gli spifferi di L43.




Industriali contro banchieri. A WeBuild, il colosso delle costruzioni controllato dalla famiglia Salini, non è stata presa affatto bene l’inopinata uscita di Unicredit dall’azionariato. Per la modalità con cui l’operazione è avvenuta («nessuno ci ha avvisato», dicono nel quartier generale a due passi della fontana di Trevi) e per la tempistica, appena dopo che Cassa depositi e prestiti, che su mandato del ministero dell’Economia a suo tempo era entrata nell’azionariato di quello che venne definito il nascente polo italiano delle costruzioni, aveva rinnovato il patto di sindacato. Dalla banca milanese è arrivata una stringata giustificazione in cui si definisce quella in WeBuild una delle partecipazioni non core, destinate quindi a uscire dal suo perimetro. La banca oltretutto ci ha fatto una discreta plusvalenza (35 milioni), grazie al fatto che il gruppo è in salute avendo appena archiviato un 2023 con quasi 10 miliardi di fatturato e un utile di 124 milioni rispetto ai 9,9 dell’anno precedente.
Andrea Orcel, ceo di Unicredit (Imagoeconomica).
Un’operazione peraltro stile Andrea Orcel, che ha l’indole del banchiere d’investimento e, a differenza dei rivali di Banca Intesa, è completamente estraneo alla logica della banca di sistema. Per altro anche Intesa fece la stessa cosa con Nexi, vendendo da un giorno all’altro la sua partecipazione e provocando un crollo in Borsa, esattamente quanto successo con WeBuild dopo l’addio di Unicredit. Che era entrata nel capitale nel 2019, quando presidente era il compianto Fabrizio Saccomanni (la società si chiamava ancora Salini Impregilo) nell’ottica di rilanciare il settore, salvando Astaldi e anche altre società minori, con benefici per le garanzie emesse dalla banca milanese, garantendo l’esecuzione di molti contratti strategici e recuperando anche parte dei propri crediti. Oltre all’irritazione per le modalità, un altro tema è motivo di insoddisfazione: pur non avendo obblighi, visto che Unicredit non partecipa al patto di sindacato, la sua quota avrebbe potuto essere acquisita da uno o più degli attuali soci. Un’ipotesi che evidentemente Orcel non ha preso in considerazione sorprendendo tutti, Mef compreso, con la rapidità di un accelerated book building.
 
Indietro