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Sarà anche un grande banchiere Orcel, ma deve avere un tale pelo sullo stomaco che è meglio non averlo mai come nemico.I malumori per l’inopinata uscita di Unicredit da WeBuild e le altre pillole del giorno
Luca Di Carmine
25/03/2024
Con un'operazione in perfetto stile Orcel la banca milanese ha venduto da un giorno all’altro la sua partecipazione nel colosso delle costruzioni della famiglia Salini. Provocando irritazione per tempistiche e modalità. Intanto si consolida lo strano asse Tajani-Gentiloni, mentre Tv2000 fa una programmazione "premonitrice" sul papa. Gli spifferi di L43.
Industriali contro banchieri. A WeBuild, il colosso delle costruzioni controllato dalla famiglia Salini, non è stata presa affatto bene l’inopinata uscita di Unicredit dall’azionariato. Per la modalità con cui l’operazione è avvenuta («nessuno ci ha avvisato», dicono nel quartier generale a due passi della fontana di Trevi) e per la tempistica, appena dopo che Cassa depositi e prestiti, che su mandato del ministero dell’Economia a suo tempo era entrata nell’azionariato di quello che venne definito il nascente polo italiano delle costruzioni, aveva rinnovato il patto di sindacato. Dalla banca milanese è arrivata una stringata giustificazione in cui si definisce quella in WeBuild una delle partecipazioni non core, destinate quindi a uscire dal suo perimetro. La banca oltretutto ci ha fatto una discreta plusvalenza (35 milioni), grazie al fatto che il gruppo è in salute avendo appena archiviato un 2023 con quasi 10 miliardi di fatturato e un utile di 124 milioni rispetto ai 9,9 dell’anno precedente.
Andrea Orcel, ceo di Unicredit (Imagoeconomica).
Un’operazione peraltro stile Andrea Orcel, che ha l’indole del banchiere d’investimento e, a differenza dei rivali di Banca Intesa, è completamente estraneo alla logica della banca di sistema. Per altro anche Intesa fece la stessa cosa con Nexi, vendendo da un giorno all’altro la sua partecipazione e provocando un crollo in Borsa, esattamente quanto successo con WeBuild dopo l’addio di Unicredit. Che era entrata nel capitale nel 2019, quando presidente era il compianto Fabrizio Saccomanni (la società si chiamava ancora Salini Impregilo) nell’ottica di rilanciare il settore, salvando Astaldi e anche altre società minori, con benefici per le garanzie emesse dalla banca milanese, garantendo l’esecuzione di molti contratti strategici e recuperando anche parte dei propri crediti. Oltre all’irritazione per le modalità, un altro tema è motivo di insoddisfazione: pur non avendo obblighi, visto che Unicredit non partecipa al patto di sindacato, la sua quota avrebbe potuto essere acquisita da uno o più degli attuali soci. Un’ipotesi che evidentemente Orcel non ha preso in considerazione sorprendendo tutti, Mef compreso, con la rapidità di un accelerated book building.
Mi taccioSarà anche un grande banchiere Orcel, ma deve avere un tale pelo sullo stomaco che è meglio non averlo mai come nemico.
Come dice anche il giornalista, se Orcel avesse interpellato Salini o CDP, la sua quota l'avrebbe potuta comprare uno degli attuali azionisti di WB con un passaggio ai blocchi fuori mercato e magari anche senza sconto, senza fare tutta questa pantomima di un ABB a tradimento.
Ma perché... tu che segui la Borsa da un po' ... e mi sembri anche piuttosto sveglio .... tu pensi che questa operazione di Unicredit non sia stata concordata??Sarà anche un grande banchiere Orcel, ma deve avere un tale pelo sullo stomaco che è meglio non averlo mai come nemico.
Come dice anche il giornalista, se Orcel avesse interpellato Salini o CDP, la sua quota l'avrebbe potuta comprare uno degli attuali azionisti di WB con un passaggio ai blocchi fuori mercato e magari anche senza sconto, senza fare tutta questa pantomima di un ABB a tradimento.
Per una volta faccio un commento prettamente tecnico: il più pulito ha la rogna.Ma perché... tu che segui la Borsa da un po' ... e mi sembri anche piuttosto sveglio .... tu pensi che questa operazione di Unicredit non sia stata concordata??
Tanto per cominciare hanno cambiato il sentiment sul titolo ...
Magari per poterlo manovrare più liberamente in vista di più che probabili manovre di finanza straordinaria.
Ricordiamoci che in We Build c'è CDp (15%) ....
Figuriamoci se un investitore istituzionale come Unicredit non coordina le proprie operazioni con un attore come CDP ....
Diga Genova: fonti Mit, un pezzo di Stato rema contro l'opera |
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(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 28 mar - La precisazione dell'Autorità Anticorruzione sulla diga di Genova («Anac non agisce per bloccare ma per agevolare la realizzazione delle opere») arriva a stretto giro dalla presa di posizione fatta circolare da fonti del ministero delle Infrastrutture secondo cui «la diga di Genova è un progetto di cui si parla da anni e che ha una condivisione bipartisan: i primi finanziamenti sono frutto di Paola De Micheli (Pd) e l'opera è stata inserita nel Pnrr dal governo Draghi». «Il ministro Matteo Salvini - secondo quanto viene fatto sapere - seguendo i princìpi di concretezza e buonsenso, ha fatto di tutto per velocizzare l'iter di un intervento fondamentale per tutto il Paese e non solo per la Liguria e il suo capoluogo». Anche per questo, segnalano le fonti Mit, «sorprende lo stop dell'Anac: è come se pezzi di Stato remassero contro l'interesse nazionale». «Tutte le obiezioni sollevate dall'Autorità Nazionale Anticorruzione - è la conclusione - sono fortemente contestate dai nostri uffici, basti pensare che i costi dell'opera non sono aumentati e nessuna contestazione riguarda presunti fenomeni corruttivi. Si tratta di semplici osservazioni burocratiche. Salvini è pronto a procedere con assoluta determinazione, a difesa degli interessi italiani». |
arrivasse a 2,7 ....Per Kepler il titolo è ampiamente sottovalutato
Martedì gli analisti di Kepler Cheuvreux, che sul titolo esprimono rating buy, alzano il target price da 2,7 a 3,2 euro: un aumento del 18,5%. Dai conti 2023 - in calendario per giovedì 14 marzo - Kepler si aspetta numeri superiori alla guidance, e aumenta a doppia cifra percentuale le proprie attese sul 2023-2025: sale del 15% la previsione sull’ebit 2023-25 e del 20% quella sugli utili per azione.
Per quanto riguarda l’anno in corso, Kepler si aspetta che il contractor superi - in termini di ricavi - e raggiunga - in termini di ebitda - i target del 2025 già nel 2024. Webuild, osservano gli esperti, trae vantaggio da cinque fattori: 1) un ampio flusso di ordini; 2) il successo della rinegoziazione e della riduzione del rischio di due importanti lavori nel backlog (Snowy in Australia e Terzo Valico-Cociv in Italia); 3) In Italia, il successo del passaggio dei costi più elevati dei materiali da costruzione e il sostegno del governo che Webuild continua a ricevere; 4) riduzione dei costi; e 5) il contributo di Clough (società australiana acquisita nel febbraio 2023).
Infine Kepler osserva una struttura finanziaria «molto più solida rispetto al passato», con un rapporto debito lordo/ebitda atteso al 2023 di 3,1 volte, che scenderà a 2,2 nel 2025, a fronte di un valore di 5,9 nel 2021. Con un rapporto P/E di 7,1 volte e un Ev/ebit di 2,9 nel 2024, per gli analisti il titolo è ampiamente sottovalutato.
al momento è in pari o poco sopra. io ricordo di essere entrato (per kiu.lo) a 20 quando UC ha venduto, chi ha comprato da UC è entrato a 18 o poco sopra, ergo anche lui in pari o minimo gain.chi ha comprato le azioni di Unicredit? che sta facendo?
Si sta frustandochi ha comprato le azioni di Unicredit? che sta facendo?