Zoran Music

Siamo sempre nell'area austroungarica ma almeno qualche riconoscimento:

ZORAN MUŠIČ - Poesia del Silenzio

13.04.2018 – 06.08.2018

Mostra al Museo Leopold di Vienna, nato dalla collezione privata di Rudolf ed Elisabeth Leopold, vanta la maggiore collezione di E. Schiele al mondo e non mancano i G. Klimt.

ZORAN MUŠIČ | Vorschau | Ausstellungen | Leopold Museum

Da tenere presente anche la mostra permanente a lui dedicata presso la Galleria Nazionale di Lubiana.

Zoran Mušič (1909–2005) - National Gallery of Slovenia
 
Grazie per la segnalazione @Lory!!!
Se passo da Vienna me la vado a vedere volentieri!
Per chi non fosse mai stato al Leopold, se si trova a passeggio per Vienna, può facilmente abbinare la visita ad altri musei nel MQ, il quartiere dei musei ad esempio il MUMOK.
Al Leopold ci sono diversi Klimt e Schiele, non tutti top, ma un paio sono dei capolavori assoluti. Naturalmente è immancabile la visita al Belvedere (raggiungibile comodamente in tram) dove ci sono il Bacio di Klimt e una giuditta oltre a altre opere importanti di Schiele e Kokoschka.
 
Grazie per la segnalazione @Lory!!!
Se passo da Vienna me la vado a vedere volentieri!
Per chi non fosse mai stato al Leopold, se si trova a passeggio per Vienna, può facilmente abbinare la visita ad altri musei nel MQ, il quartiere dei musei ad esempio il MUMOK.
Al Leopold ci sono diversi Klimt e Schiele, non tutti top, ma un paio sono dei capolavori assoluti. Naturalmente è immancabile la visita al Belvedere (raggiungibile comodamente in tram) dove ci sono il Bacio di Klimt e una giuditta oltre a altre opere importanti di Schiele e Kokoschka.

l'importante è che non ti sbagli e vai alla leopolda, peroò:rotfl::rotfl::rotfl::rotfl:
 
non preoccuparti... potendo scegliere alla leopolada preferisco la bernarda :rotfl::rotfl::rotfl:
 
Grazie a Tfef e Dvd mi sono alla fine regalata la mostra di Bologna godendomi nella sala principale anche lo splendido Leoncillo della Biennale '69,antipasto della mostra prox ventura che oltretutto armonizzava benissimo col contesto.

Non molte opere ma molto curate di tutti i cicli principali ed anche una deliziosa tempera su carta che mi sarei portata a casa volentieri.

Dal vivo lavori davvero raffinati e molto piú vividi, in particolare ho apprezzato le rocce e le vedute veneziane, Giudecca in primis. Se interessa qualcosa di specifico ho il catalogo.
Sono davvero soddisfatta e convinta della qualità dell'artista.

Molto belli anche i due ritratti alla moglie Ida colta in un'espressione enigmatica e riflessiva, che mettono bene in evidenza anche le doti di disegnatore.
 
Grazie a Tfef e Dvd mi sono alla fine regalata la mostra di Bologna godendomi nella sala principale anche lo splendido Leoncillo della Biennale '69,antipasto della mostra prox ventura che oltretutto armonizzava benissimo col contesto.

Non molte opere ma molto curate di tutti i cicli principali ed anche una deliziosa tempera su carta che mi sarei portata a casa volentieri.

Dal vivo lavori davvero raffinati e molto piú vividi, in particolare ho apprezzato le rocce e le vedute veneziane, Giudecca in primis. Se interessa qualcosa di specifico ho il catalogo.
Sono davvero soddisfatta e convinta della qualità dell'artista.

Molto belli anche i due ritratti alla moglie Ida colta in un'espressione enigmatica e riflessiva, che mettono bene in evidenza anche le doti di disegnatore.
OK! Mi fa molto piacere leggere queste parole, grazie a te Lory! :flower:
 
Grazie a Tfef e Dvd mi sono alla fine regalata la mostra di Bologna godendomi nella sala principale anche lo splendido Leoncillo della Biennale '69,antipasto della mostra prox ventura che oltretutto armonizzava benissimo col contesto.

Non molte opere ma molto curate di tutti i cicli principali ed anche una deliziosa tempera su carta che mi sarei portata a casa volentieri.

Dal vivo lavori davvero raffinati e molto piú vividi, in particolare ho apprezzato le rocce e le vedute veneziane, Giudecca in primis. Se interessa qualcosa di specifico ho il catalogo.
Sono davvero soddisfatta e convinta della qualità dell'artista.

Molto belli anche i due ritratti alla moglie Ida colta in un'espressione enigmatica e riflessiva, che mettono bene in evidenza anche le doti di disegnatore.

Prego Lory!

Ti aspetto qui a Milano adesso....

Lorenzelli arte

La mostra pone l'attenzione sul periodo che va dalla fine degli anni Quaranta alla metà dei Sessanta presentando una quarantina di opere che documentano lo sviluppo del percorso dell'artista goriziano seguendo i grandi temi della sua pittura a partire dai Cavallini, che compaiono subito dopo le Vedute di Belgrado e Venezia realizzate alla fine degli anni quaranta, dopo la liberazione di Music dal campo di concentramento di Dachau e il suo ritorno a Venezia e alla vita di pittore.



Vengono poi i Motivi Dalmati e i cicli dedicati alle Paysannes des îles e alle Colline senesi degli anni Cinquanta e quindi le opere in cui Music lambisce l'astrazione con i vari quadri intitolati Nel paesaggio vuoto che rappresentano luoghi isolati e che si possono considerare i diretti precursori della famosa serie Noi non siamo gli ultimi iniziato nel 1971

Scrive nel bel testo in catalogo Kosme de Barañano: “La figurazione di Music non cerca l'immagine dell'essere umano, ma la tenue ombra del suo esistere. Non fissa l'aspetto, come un ritratto di Velázquez, ma l'angustia dell'essere convertito in icona. Nasce dalla negazione, come le macchie di Goya. Il suo stile è basato su un fraseggio telegrafico, conciso, austero: poche linee sulla tela grezza, come solchi tracciati da una mano nella sabbia di un deserto senza fine. La pittura di Music, tragica e tenera a un tempo, è influenzata dall'arte bizantina e dal tratto energico dei Tintoretto o dei Goya che il pittore sloveno ebbe modo di ammirare al Prado tra il 1935 e il 1936”.

La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue con le riproduzioni a colori di tutte le opere esposte e, oltre al già citato contributo di Kosme de Barañano, un'antologia di testi critici che hanno supportato il percorso artistico di Music.
Catalogo in preparazione
 
Il Giorno della Memoria è il più adatto per sottolineare l'importanza del ritrovamento di questi 24 disegni con i quali Music tentò in qualche modo esorcizzare l’orrore attraverso l'arte e che assieme agli altri lavori gli valse il riconoscimento di "pittore della memoria".

In realtà fu costretto ad attendere un lungo periodo di decantazione prima di essere in grado di ritornare su quell'esperienza e poterla rappresentare. Dei disegni 23 erano stati «dimenticati» tra i fascicoli d’archivio nella sede di Anpi, Aned, Anppia da cui emersero nel luglio 2016 durante l'esame di una cartella contenente ciclostilati e materiali vari intitolati «Gli italiani in Dachau» del maggio ’45. La stessa data era riportata su una seconda cartella, «Disegni campo Dachau», che conteneva proprio i disegni di Music.

Si ipotizza che almeno in parte siano stati realizzati successivamente all’arrivo degli Alleati, sui supporti che riuscì a reperire, durante il periodo di quarantena trascorso nel campo, visto tuttavia il numero complessivo di c.a. 200 molti in codizioni di di rischio estremo, con inchiostro nascosto e allungato con acqua per farlo durare, foglietti piegati nascosti sotto la camicia, carta e penne sottratte ai laboratori dove lavorava con gli altri prigionieri. Affermò di averne tratti in salvo 35 ma ne risulterebbero 85 da diverse catalogazioni per cui un certo numero sarebbe successivamente riemerso come quelli odierni.

Anche l'espressione Non siamo gli ultimi potrebbe avere in tal modo una doppia chiave di lettura, non solo l'augurio che un'esperienza tanto terribile non debba mai più ripetersi, ma anche la semplice constatazione di essere gli ultimi sopravvissuti di quel campo e gli ultimi protagonisti di quella vicenda storica.

P.S. Purtroppo a Milano sarà molto difficile possa tornare a breve, ho navigato rapidamente il sito web di Lorenzelli e da quanto si vede l'esposizione appare davvero molto ricca ed allestita con gran cura. OK!
 
Ultima modifica:
più che il giorno della memoria lo preferirei collocarlo nel giorno del ricordo, anche se dalle ricerche che fece mio padre,
sull'esodo e sulla questione tanto dimenticata delle foibe, mai si fu espresso.

Mio nonno con mio padre (bambino) fu un esule fiumano, da quella stupenda città se ne andarono, nel periodo 1946-1954, oltre 30.000 abitanti.

Semmai del pittore croato, deportato a Dachau, trovate traccia che narri di quanto ho sopra cita, fareste un regalo al mio babbo.
 
caspita:o
 

Allegati

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Una delle più belle opere viste a Bologna per me era propria sua, da brividi!!!
 
OK! Concordo con Sattin, davvero bellissima. :yes:
Non a caso proprio quest'opera è stata scelta da Hans Peter Wippllinger - direttore del ZORAN MUŠIČ | Vorschau | Ausstellungen | Leopold Museum di Vienna - venuto a Trieste e Venezia per scegliere le opere più rappresentative dell'artista goriziano da esporre nella retrospettiva che si terrà da aprile a luglio. :)
 
più che il giorno della memoria lo preferirei collocarlo nel giorno del ricordo, anche se dalle ricerche che fece mio padre,
sull'esodo e sulla questione tanto dimenticata delle foibe, mai si fu espresso.

Mio nonno con mio padre (bambino) fu un esule fiumano, da quella stupenda città se ne andarono, nel periodo 1946-1954, oltre 30.000 abitanti.

Semmai del pittore croato, deportato a Dachau, trovate traccia che narri di quanto ho sopra cita, fareste un regalo al mio babbo.

Ho ricercato e anche un pò ragionato sul punto sperando di trovare qualche risposta per papà-Brixia senza finora alcun risultato o riscontro documentale. La mia sensazione è che sia per natura che per vicende personali si sia trovato gioco forza ad essere un pò cittadino del mondo e un pò di nessun posto, senza una reale partecipazione politica ma rivendicando sempre e solo il suo essere e sentirsi artista.

Anche l'opposizione al nazismo e la deportazione a Dachau derivano più dalla vicinanza a reali oppositori del regime che da un coinvolgimento diretto nella lotta, situazione che gli costò la detenzione ed un mese di torture nel carcere a Trieste ma una volta accertata la sua estraneità ma fu proprio il suo rifiuto ad entrare nelle SS o gruppi affiliati a causarne l'internamento.

Da altoatesina, assimilando la situazione e le modalità di occupazione di quei territori, credo si debba tenere conto che Music nasce austro-ungarico e del fatto che le modalità con cui si è dato corso ad un'italianizzazione rapida e senza alcun rispetto per le radici storico-culturali delle popolazioni residenti hanno scatenato forti reazioni nazionalistiche contro quelli in genere percepiti come "usurpatori".
In quelle zone poi il nazionalismo ha sempre attecchito con gran forza come si è visto purtroppo anche in seguito!

A guerra finita è stato "ripudiato" anche lui dal governo di Tito e indotto all'esodo, come accade alle figure "scomode", condizione a cui va aggiunta la completa afasia sulle vicende vissute in quel periodo lasciate sedimentare per decenni fino agli anni '70 con i lavori del ciclo Nous ne sommes pas les derniers, vivendo una sorta di "mondo di mezzo", da qui la mia definizione di "cittadino di nessun luogo"
 
Ida Barbarigo lascia tutte le sue opere e quelle del marito Zoran nonchè quelle del padre Guido al Palazzo Fortuny (VE).
 
Ida Barbarigo lascia tutte le sue opere e quelle del marito Zoran nonchè quelle del padre Guido al Palazzo Fortuny (VE).

Io avevo letto che il desiderio era un museo "ad hoc" dedicato alla collezione. In ogni caso la cosa importante è che le opere siano in un posto adeguato, visibili, ben valorizzate e ben custodite. Speriamo che lo siano.
 
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