BRESCIA, 15 giugno (Reuters) - Sull'acquisizione del 43,7% della montenegrina Epcg non ci sono patti particolarmente segreti fra A2A (A2.MI: Quotazione) e il governo del Paese balcanico, anzi il progetto ha un valore strategico perche', a seguito del collegamento sottomarino che dovrebbe realizzare Terna (TRN.MI: Quotazione), il Montenegro diventerà come un piccolo Molise collegato all'Italia.
Lo hanno detto i vertici della multiutility rispondendo alle domande di alcuni azionisti nel corso dell'assemblea per l'approvazione del dividendo 2010. "A me non risultano patti particolaremente segreti sul Montenegro. E' un progetto che è stato molto criticato ma credo sia stato coraggioso e ci aspettiamo introiti significativi", ha risposto il presidente del consiglio di sorveglianza, Graziano Tarantini, a un azionista che chiedeva lumi sulle voci di un patto segreto, a valle dell'acquizione, per fare aumentare i dipendenti della utility del Montenegro.
Il direttore generale, Renato Ravanelli, ha poi spiegato il senso industriale dell'operazione: "La società ha asset molto importanti e complessi per circa 800 mw di capacità installata e poi una centrale termoelettrica con 200 mw installati e l'unico operatore nella distribuzione di energia elettrica in Montenegro con 330.000 clienti e non ha debito, anzi ha della cassa, ma più significativo è il disegno strategico: questo Paese verrà collegato con un cavo sottomarino all'Italia e diventerà una regione collegata all'Italia, come un piccolo Molise collegato al nostro Paese".
BRESCIA (MF-DJ)--"Se avremo una soluzione tutta italiana che ci renda pari ai francesi ben venga e viva l'Italia. Speriamo che entro luglio ci siano soluzioni compatibili con noi altrimenti si torna all'accordo industriale di marzo. Le trattative sono comunque complesse".
Lo ha dichiarato il presidente del consiglio di sorveglianza di A2A, Graziano Tarantini, durante l'assemblea ordinaria della societa', riferendosi al riassetto di Edison.
La partecipazione nell'utility di Foro Buonaparte, ha precisato Tarantini, e' stata "finanziaria ma non e' mai diventata industriale. La governance di Edison non ha permesso neanche le sinergie minime che potevano essere fatte. Oltre al danno la beffa. Non possiamo andare avanti per molto. I patti stanno per scadere. Dobbiamo negoziare con i francesi ma la questione e' complessa e il referendum ha anche cambiato il quadro".
"Con i francesi", ha proseguito il presidente del Cds, "si era iniziato un discorso per dare alla nostra partecipazione un senso industriale e la volonta' di giungere ad un accordo andava in questo senso". Poi nella vicenda si e' inserito un ulteriore elemento, cioe' altre operazioni lanciate dai francesi in Italia che hanno portato il Governo a sollevare delle barriere. "Noi operiamo in un settore regolamentato e non possiamo non considerare le preoccupazioni del nostro Governo", ha spiegato Tarantini.
"Confidavamo di avere una soluzione prima dell'estate", ha concluso Tarantini. "E' successo questo. Ne abbiamo tenuto conto. Se scade il patto si va all'asta. Ma A2A ed Edf sono due mondi diversi. Per questo e' stata decisa la proroga fino al 15 settembre