Mi meraviglia molto, quando si discuta sull'abolizione del denaro contante, che nessuno avverta il risvolto etico di tale programma imperialista e antilibertario.
Se escludiamo le più feroci dittature, qualsiasi società anche mediamente civile si è sempre retta sulla difesa delle libertà individuali, tra le quali, ai primi posti, si trova il diritto di proprietà.
Proprietà privata che si esprime massimamente nel denaro contante che, come da definizione di Ludwig von Mises, è "the most marketable good", ossia il bene più fungibile, il più preciso e immediato riscontro di possesso personale di un bene.
Eliminare il contante, quindi, è più che altro un attentato alle libertà individuali da parte dei soliti statalisti più che uno strumento utile per qualsivoglia ragione, anche perché in buona sostanza rappresenta solo un modestissimo 8% del totale delle transazioni.
Si tratta, prima di ogni altra considerazione, di un inalienabile principio di libertà. E quando si continuano a rosicchiare pezzetti di libertà individuali, temo che il futuro si presenti sempre più grigio.