Biagio.tv
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Periodo un po' impegnativo e riesco a seguire poco le aste e a partecipare qui...
Qualche considerazione: il momento è di fatica su tutto, dall'economia all'immobiliare ai vari ambiti collezionistici, incluso evidentemente quello dell'arte.
Tra l'inflazione, il costo del denaro, le guerre e le sanzioni alla Russia con relativo impatto - un pesante boomerang più sull'Italia e la UE che sulla Russia - non solo sulle bollette ma soprattutto sulle aziende che si ritrovano con costi di energia e gas alle stelle.
I riflessi sulle compravendite si stanno vedendo già dall'inizio della stagione. In tutte le fasce di prezzo.
A parte qualche meteora, per il resto stanno facendo fatica anche le opere da 500 euro, figuriamoci quelle da 50.000 o 100.000.
Secondo me anche le transazioni milionarie non fanno eccezione checchè ne dicano i comunicati stampa.
In questa cornice internazionale (soprattutto occidentale e principamente europea), non mi stupisco se anche qualche opera di Boetti si allinea al trend. Anzi, sottolineo che se flette Boetti, figuriamoci il resto...
Fatto questo cappello, i periodi di calo ci sono sempre stati sia per il mercato in generale che per singoli artisti, e per chi colleziona in modo intelligente si sono sempre rivelati per i migliori periodi in cui comperare.
Ad esempio, chi ha comperato "Il Dolce far Niente" dal Ponte, ha fatto un super acquisto. Non bello come "Immaginando Tutto" che andrà da Christies, ma pur sempre un bel Kabul pagato come un arazzo successivo.
In queste situazioni bisogna secondo me essere sempre pronti a cogliere le occasioni, altrimenti finirà che a comperare saranno i mercanti, mentre potrebbe essere una buona opportunità per chi colleziona.
Poi, sappiamo bene come funziona a livello psicologico: la gente compera con maggiore impulso quando i mercati salgono, ed è portata a vendere quando scendono, e allo stesso tempo fa quindi più difficoltà a comperare.
Evidentemente invece andrebbe fatto l'opposto: non si dovrebbe avere paura a comperare quando si può pagare un po' di meno.
Quello che conta è chiaramente comperare da un lato quello che piace, dall'altro quello che ha un peso internazionale, perchè nel momento in cui il mercato riprende a salire, gli artisti trattati nel mondo da gallerie solide come Boetti riprenderanno la corsa, il resto bisognerà vedere.
Qualche considerazione: il momento è di fatica su tutto, dall'economia all'immobiliare ai vari ambiti collezionistici, incluso evidentemente quello dell'arte.
Tra l'inflazione, il costo del denaro, le guerre e le sanzioni alla Russia con relativo impatto - un pesante boomerang più sull'Italia e la UE che sulla Russia - non solo sulle bollette ma soprattutto sulle aziende che si ritrovano con costi di energia e gas alle stelle.
I riflessi sulle compravendite si stanno vedendo già dall'inizio della stagione. In tutte le fasce di prezzo.
A parte qualche meteora, per il resto stanno facendo fatica anche le opere da 500 euro, figuriamoci quelle da 50.000 o 100.000.
Secondo me anche le transazioni milionarie non fanno eccezione checchè ne dicano i comunicati stampa.
In questa cornice internazionale (soprattutto occidentale e principamente europea), non mi stupisco se anche qualche opera di Boetti si allinea al trend. Anzi, sottolineo che se flette Boetti, figuriamoci il resto...
Fatto questo cappello, i periodi di calo ci sono sempre stati sia per il mercato in generale che per singoli artisti, e per chi colleziona in modo intelligente si sono sempre rivelati per i migliori periodi in cui comperare.
Ad esempio, chi ha comperato "Il Dolce far Niente" dal Ponte, ha fatto un super acquisto. Non bello come "Immaginando Tutto" che andrà da Christies, ma pur sempre un bel Kabul pagato come un arazzo successivo.
In queste situazioni bisogna secondo me essere sempre pronti a cogliere le occasioni, altrimenti finirà che a comperare saranno i mercanti, mentre potrebbe essere una buona opportunità per chi colleziona.
Poi, sappiamo bene come funziona a livello psicologico: la gente compera con maggiore impulso quando i mercati salgono, ed è portata a vendere quando scendono, e allo stesso tempo fa quindi più difficoltà a comperare.
Evidentemente invece andrebbe fatto l'opposto: non si dovrebbe avere paura a comperare quando si può pagare un po' di meno.
Quello che conta è chiaramente comperare da un lato quello che piace, dall'altro quello che ha un peso internazionale, perchè nel momento in cui il mercato riprende a salire, gli artisti trattati nel mondo da gallerie solide come Boetti riprenderanno la corsa, il resto bisognerà vedere.