Alighiero Boetti III

Periodo un po' impegnativo e riesco a seguire poco le aste e a partecipare qui...

Qualche considerazione: il momento è di fatica su tutto, dall'economia all'immobiliare ai vari ambiti collezionistici, incluso evidentemente quello dell'arte.

Tra l'inflazione, il costo del denaro, le guerre e le sanzioni alla Russia con relativo impatto - un pesante boomerang più sull'Italia e la UE che sulla Russia - non solo sulle bollette ma soprattutto sulle aziende che si ritrovano con costi di energia e gas alle stelle.

I riflessi sulle compravendite si stanno vedendo già dall'inizio della stagione. In tutte le fasce di prezzo.

A parte qualche meteora, per il resto stanno facendo fatica anche le opere da 500 euro, figuriamoci quelle da 50.000 o 100.000.
Secondo me anche le transazioni milionarie non fanno eccezione checchè ne dicano i comunicati stampa.

In questa cornice internazionale (soprattutto occidentale e principamente europea), non mi stupisco se anche qualche opera di Boetti si allinea al trend. Anzi, sottolineo che se flette Boetti, figuriamoci il resto...

Fatto questo cappello, i periodi di calo ci sono sempre stati sia per il mercato in generale che per singoli artisti, e per chi colleziona in modo intelligente si sono sempre rivelati per i migliori periodi in cui comperare.

Ad esempio, chi ha comperato "Il Dolce far Niente" dal Ponte, ha fatto un super acquisto. Non bello come "Immaginando Tutto" che andrà da Christies, ma pur sempre un bel Kabul pagato come un arazzo successivo.

In queste situazioni bisogna secondo me essere sempre pronti a cogliere le occasioni, altrimenti finirà che a comperare saranno i mercanti, mentre potrebbe essere una buona opportunità per chi colleziona.

Poi, sappiamo bene come funziona a livello psicologico: la gente compera con maggiore impulso quando i mercati salgono, ed è portata a vendere quando scendono, e allo stesso tempo fa quindi più difficoltà a comperare.
Evidentemente invece andrebbe fatto l'opposto: non si dovrebbe avere paura a comperare quando si può pagare un po' di meno.

Quello che conta è chiaramente comperare da un lato quello che piace, dall'altro quello che ha un peso internazionale, perchè nel momento in cui il mercato riprende a salire, gli artisti trattati nel mondo da gallerie solide come Boetti riprenderanno la corsa, il resto bisognerà vedere.
 
Modesta la base, quanto lo stato di conservazione... ad ogni modo la mano singola soffre soprattutto l'assenza dell'altra mano, anche se l'opera è stata concepita così e non come consueto dittico.
 
Modesta la base, quanto lo stato di conservazione... ad ogni modo la mano singola soffre soprattutto l'assenza dell'altra mano, anche se l'opera è stata concepita così e non come consueto dittico.
Ho chiesto conditions report non mi pare sia così mal messa.
 
Ho chiesto conditions report non mi pare sia così mal messa.
Non ho visto l'opera dal vero e non ho chiesto un condition report, ma se mi limito alla visione della fotografia, vedo un ingiallimento disomogeneo da macchie sull'intera superficie, vedo invece delle zone rimaste più bianche a chiazze nei quattro angoli e due fasce orizzontali nuovamente più bianche nella parte alta e bassa della parte "grigliata".
Non so se siano difetti presenti solo nella foto, ma questo mi pare di vedere...

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Non ho visto l'opera dal vero e non ho chiesto un condition report, ma se mi limito alla visione della fotografia, vedo un ingiallimento disomogeneo da macchie sull'intera superficie, vedo invece delle zone rimaste più bianche a chiazze nei quattro angoli e due fasce orizzontali nuovamente più bianche nella parte alta e bassa della parte "grigliata".
Non so se siano difetti presenti solo nella foto, ma questo mi pare di vedere...

Vedi l'allegato 2960376
Sì qualche macchia da questa foto la vedo pure io ma ha pure 45 anni
 
siano benedette le case d'asta qualsiasi putt****** ---- ta decidano di mettere in piedi.

Amen

... e il banditore vi assolve da ogni peccato
(esclusi invenduti, però:P)

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Qualità e location pagano sempre
Il rosso avevo sparato 210🙄

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Ultima modifica:
Cavolo … qualcuno deve spiegarmi… perché una differenza simile???? A me paiono belli entrambi o comunque la differenza non è tale da rendere ragione di 100k in piu
 
perché le faccine sono andate invendute?

Prendendo spunto dal titolo “improbabile non impossibile” al lotto 99 – una carta venduta per 12 mila euro (non un granchè), ma anche “il certo e l’incerto” venduta per 7500 (le pretese dei galleristi per questa tipologia è molto più alta), mi aspettavo che ‘ste faccine colorate (ma da chi, amici, bambini, conoscenti?) iniziassero a soffrire di smalto.

Del resto comunque tutte le opere (non solo di Alighiero) in una fascia di prezzo bassa stanno pesantemente risentendo delle debolezze di una classe media

Tempo fa l’invito Stein di Boetti fece quasi 33 mila euro

Alighiero Boetti (1940-1994)

Ora in questo catalogo di dicembre non ha raggiunto nemmeno i 19 mila.

ce ne faremo una ragione:-) questo periodo è così.
 
Buongiorno!
Qualche pensiero personale in merito alle recenti aggiudicazioni.

Premetterei - nuovamente - che ad osservare in generale il mercato, questa sia una fase piuttosto di affanno, quindi su qualsiasi artista potrà capitare di vedere tutto e il contrario di tutto a seconda del momento, del luogo e ovviamente delle opere.

Premetterei inoltre, che in ogni caso a mio modo di vedere sia sempre più sicuro collezionare artisti di primo livello piuttosto che nomi di seconda o terza fila, o opere non brillanti, perchè gli artisti di livello e le loro opere top sono sempre quelli che nel tempo poi tornano a salire, mentre gli altri non si sa.

Dopo aver fatto queste semplici riflessioni, una cosa mi pare evidente: la vetrina fa la differenza. E le opere di qualità o particolarmente rare vengono maggiormente valorizzate in alcune aste rispetto ad altre.

Quindi, seppure è vero che ormai con le banche dati ci informano sulla presenza degli artisti che seguiamo in qualsiasi asta nel globo, va tenuto presente che ogni casa d'aste ha in ogni caso un pubblico differente o una visibilità con un diverso peso specifico.
Ci sono tante case d'asta "minori" presso le quali si rivolge un numero più limitato di collezionisti.
E a ben vedere, converrebbe monitorare le loro proposte con estrema attenzione, perchè in mezzo a tante cose può capitare l'opera giusta ad un prezzo più conveniente.

Stando sulle aggiudicazioni della Christie's, senza analizzare ogni singola opera, direi che le aggiudicazioni di Boetti sono state tra le più alte - o proprio le più alte - di questa sessione autunnale.

Il ricamo rosso "Languidi Sguardi Assassini" fa storia a sè, non si possono trovare termini di paragone per un'opera così, unica nel suo genere. Poteva fare 150.000 euro o 300.000 euro (come ha fatto...), ma impossibile prevederlo, soprattutto di questi tempi.
Qui la considerazione che farei è che chi si è conteso quest'opera fa parte di un livello collezionistico boettiano altissimo.Certamente è questione di disponibilità economica ma anche di intenzione di prendere un'opera irripetibile.
Penso che in questo formato sia un record price o aggiudicazione da podio in ogni caso.

"Immaginando Tutto" era un altro arazzo bellissimo con tutte le caratteristiche di opera da alto collezionismo: frase evocativa al massimo, epoca Kabul perfetta, colori splendidi e ottima conservazione. Con gli annessi e connessi si arriva a circa 150.000 euro, anche in questo caso verso i valori più alti per opere con caratteristiche paragonabili.

Qui ci sta un paragone con le altre due aggiudicazioni di ricami Kabul, quello recente dal Ponte e quello di ieri da Finarte (quest'ultimo l'avevo completamente mancato...).
A mio modo di vedere Immaginando Tutto, per l'insieme delle caratteristiche sopra elencate era un'opera di livello decisamente superiore rispetto ad entrambe le altre due, che in ogni caso erano delle opere splendide.
Considerato il diverso risultato, vale la pena di constatare che in contesti diversi si possano presentare delle finestre di opportunità.
Chi li ha presi ha fatto degli acquisti eccezionali, non solo per il prezzo, ma per le opere in sè.


Ogni singola opera e ogni singola asta fanno un percorso unico, quindi se si è interessati a collezionare, conviene tenersi pronti in ogni contesto, soparttutto in momenti come questo.

E qui si aprirebbe tutto un capitolo sul tema della psicologia verso il collezionismo e gli acquisti nel settore dell'arte nei momenti di salita e di flessione, che potrebbe essere un interessantissimo 3D da aprire a parte per chi avesse voglia di stimolare una conversazione.

Un'ultimo spunto sulle "Faccine colorate".
Dal punto di vista del gusto personale non sono mai stato un amante di questo tipo di opere, ma il gusto personale non fa testo; più che altro, l'opera in sè era "vuota". A me sembra che la parte colorata sia quasi esclusivamente quella dell'elaborazione serigrafica, e che quindi l'opera sia priva - o quasi - di elementi aggiuntivi a pennarelli o matite colorate.
A tutti gli effetti è una delle "infinite possibilità di esistere" di un'opera con le faccine, come lo è quella tutta in bianco e nero dell'altra serie, però dal punto di vista collezionistico un esemplare ricco di interventi su ogni faccina è in generale preferibile.
Per quanto mi riguarda, se ambissi ad un'opera di questo gruppo, mi piacerebbe ricca di colore e di interventi, poi ci potranno anche essere singoli collezionisti che prediligano le versioni più minimali.
 
Eggià caro Biagio,

confermi la mia tesi per la quelle opere di alta qualità "chi può" spende e pure ancora tanto.

Per il resto non si rileva certamente un aumento, anzi un calo, ma ci sta.
Invece di una carta uno si programmano le ferie, oppure vede di cambiare l'auto, o di mettere un cappotto alla casa se non di investire negli studi dei figli.

Periodo così.:o
Tutto sommato rimanere con i piedi saldi per terra di questi momenti è la scelta migliore.
 
Eggià caro Biagio,

confermi la mia tesi per la quelle opere di alta qualità "chi può" spende e pure ancora tanto.

Per il resto non si rileva certamente un aumento, anzi un calo, ma ci sta.
Invece di una carta uno si programmano le ferie, oppure vede di cambiare l'auto, o di mettere un cappotto alla casa se non di investire negli studi dei figli.

Periodo così.:o
Tutto sommato rimanere con i piedi saldi per terra di questi momenti è la scelta migliore.
Facendo un ragionamento generale, personalmente non ho mai dato molto peso alle fluttuazioni dei singoli artisti quando queste seguono l'andamento complessivo, ossia che salgono quando tutto sale o flettono quando tutto scende.

Al limite ci si dovrebbe preoccupare - ammesso uno abbia questo tipo di approccio collezionistico - per gli artisti che calano nei momenti in cui tutto il resto sale.
Anche qui andrebbe fatta una valutazione caso per caso, perchè non è nemmeno detto che sia una cosa in assoluto negativa. Ma di certo ci sono maggiori possibilità che ciò che scende quando tutto sale, avrà poi difficoltà maggiori di recupero.

Per quanto riguarda Boetti, se capitano delle opere a valori più contenuti, secondo me può trattarsi di buone occasioni collezionistiche e anche di investimento nel medio/lungo termine.

Di fasi ondivaghe in questi due decenni ne ho viste diverse, e se uno davvero ama e crede in un artista, il fatto di poterlo magari comperare a qualcosa in meno dovrebbe appunto rappresentare un'opportunità.
 
Purtroppo la percezione dell’investimento porta spesso fuori strada.

Un collezionista potrebbe serenamente seguire un suo percorso in linea con l’importanza storica (che non sempre è un investimento) e con i suoi gusti personali.

Personalmente mi sono fatto una ragione, ossia quella per cui collezionare è principalmente una spesa per raggiungere un obbiettivo. I risultati non necessariamente devono rappresentare un ritorno economico.

La percezione “investimento” è strettamente legata al consenso di un pubblico, più si alimenta il consenso e maggiore diventa la possibilità possa incrementare il valore, ma il consenso cambia come cambiano le mode.

E’ ciclico.

Anni fa uno storico dell’arte mi disse:

= Il “m.e.r.c.a.t.o.” è una punteggiatura inutile per l’arte in sé (diceva una mia docente di storia dell’arte). Nel tempo io aggiunsi in un libro “un accento di cui si può fare a meno, se il significato dell’opera non cambia”.

buona serata;)
 
Purtroppo la percezione dell’investimento porta spesso fuori strada.

Un collezionista potrebbe serenamente seguire un suo percorso in linea con l’importanza storica (che non sempre è un investimento) e con i suoi gusti personali.

Personalmente mi sono fatto una ragione, ossia quella per cui collezionare è principalmente una spesa per raggiungere un obbiettivo. I risultati non necessariamente devono rappresentare un ritorno economico.

La percezione “investimento” è strettamente legata al consenso di un pubblico, più si alimenta il consenso e maggiore diventa la possibilità possa incrementare il valore, ma il consenso cambia come cambiano le mode.

E’ ciclico.

Anni fa uno storico dell’arte mi disse:

= Il “m.e.r.c.a.t.o.” è una punteggiatura inutile per l’arte in sé (diceva una mia docente di storia dell’arte). Nel tempo io aggiunsi in un libro “un accento di cui si può fare a meno, se il significato dell’opera non cambia”.

buona serata;)
Ma Questo che scrivi vale anche per artisti storicizzati come Picasso, Modigliani, Fontana, Burri, Andy Warhol, Van Gogh ed altri?
 
Intendo Nel senso che l’investimento non sia tale e non nel senso che occorra investire per piacere
 
Intendo Nel senso che l’investimento non sia tale e non nel senso che occorra investire per piacere
certamente, non è necessario investire per piacere un'opera o un artista,

anzi a volte il problema (semmai il paradosso) nasce proprio da qui : quando un'opera costa tanto ecco che "piace" o per lo meno aumenta il desiderio di poterla avere, come se il suo "costo" ne facesse aumentare il valore.

Oggi tutti (o quasi) vorrebbero Salvo perchè Salvo costa.

Ciao ;)
 
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