Non capisco veramente un certo tipo di approccio, del resto la cosa non mi stupisce più.
Nessuno ha mai minimamente ipotizzato che le edizioni possano essere assimilate a quelle di Alighiero Boetti: sono edizioni di Agata Boetti e tali resteranno ovviamente, visto che sono progetti suoi e firmati da lei.
Inoltre non c'è nessun motivo per cui sia necessario che Agata diventi artista al fine di una eventuale futura rivalutazione (cosa che per qualche motivo crea a qualcuno turbamenti... )
Per la cronaca, lo ribadisco: è pieno di libri e cataloghi rari su artisti importanti, anche realizzati post mortem - da un critico, museo, galleria ecc - oggetto di collezionismo e con un mercato anche superiore a tante opere d'arte di artisti minori.
Basterebbe capire questo parallelismo.
E non serve nemmeno che sia fatto dagli eredi, nè che sia numerato e firmato... quindi a maggior ragione per edizioni limitate.
Dunque, se in futuro si rivaluteranno, buon per chi le avrà comperate.
In ogni caso, come al solito, c'è chi liberamente critica e tanto non comprerebbe, e poi c'è chi compra e si gode qualcosa che gli piace.
Tutte cose di una normalità disarmante che solo qui diventano cose su cui si creano addirittura improbabili dibattiti.
Anche il discorso "far cassa, è business" lo trovo piuttosto "curioso", nel senso che - spero di non ferire eccessivamente i sentimenti di nessuno - il 99.99 % dell'arte è lei stessa business, e lo è da secoli, per non dire millenni.
Non mi risulta che nessun artista nella storia sia vissuto regalando le proprie opere piuttosto che vendendole, nè che qualsiasi cosa realizzata da chiunque - anche non artista - su questo pianeta sia stata creata per essere distribuita gratuitamente all'umanità, nè che le persone prestino il proprio lavoro in cambio di nulla.
Ma probabilmente sono concetti eccessivamente complicati...
Buon weekend.