amor et scientia sunt essentia vitae

quello che ogni essere umano, degenerato nella sua abbassezza più disumana, dovrebbe riflettere.

Miserere mei Deus (Salmo 50)

Miserere mei, Deus, secundum magnam misericordiam tuam.
Et secundum multitudinem miserationum tuarum, dele iniquiatatem meam.
Amplius lava me ab iniquitate mea:
et a peccato meo munda me.
Quoniam iniquitatem meam ego cognosco: et peccatum meum contra me est semper. Tibi soli peccavi,
et malum coram te feci:
ut justificeris in sermonibus tuis, et vincas cum judicaris.
Ecce enim in inquitatibus conceptus sum:
et in peccatis concepit me mater mea.
Ecce enim veritatem dilexisti:incerta et occulta sapientiae tuae manifestasti mihi.
Asperges me hyssopo, et mundabor:
lavabis me, et super nivem dealbabor.
Auditui meo dabis gaudium et laetitiam: et exsultabunt ossa humiliata.
Averte faciem tuam a peccatis meis:
et omnes iniquitates meas dele.
Cor mundum crea in me, Deus:
et spiritum rectum innova in visceribus meis.
Ne projicias me a facie tua:
et Spiritum sanctum tuum ne auferas a me. Redde mihi laetitiam salutaris tui:
et spiritu principali confirma me.
Docebo iniquos vias tuas: et impii ad te convertentur.
Libera me de sanguinibus, Deus, Deus salutis meae: et exsultabit lingua mea justitiam tuam. Domine, labia mea aperies:
et os meum annuntiabit laudem tuam.
Quoniam si voluisses sacrificium, dedissem utique: holocaustis non delectaberis.
Sacrificium Deo spiritus contribulatus:
cor contritum, et humiliatum,
Deus, non despicies.
Benigne fac, Domine, in bona voluntate tua Sion: ut aedificentur muri Jerusalem.
Tunc acceptabis sacrificium justitiae,
oblationes, et holocausta:
tunc imponent super altare tuum vitulos.
 
Nel rapporto stilato dall’Ufficio centrale di statistica palestinese del marzo 2015, veniva trattato il delicato tema delle terre palestinesi sotto il controllo delle forze di occupazione. Israele attraverso i meccanismi e le strategie sopra individuate è arrivato a possedere più del dell’85% della superficie totale della Palestina storica, estesa per un’area di 27 mila kmq, ripartiti fra i 22.000 di Israele e gli oltre 5.000 dei Territori Occupati, mentre ai Palestinesi ne è rimasta solamente il 15%. In quest’ultima porzione alla formale autonomia di governo dell’Anp è affiancato l’invasivo potere militare israeliano che impone le sue leggi nei Territori Occupati, mentre ai coloni degli insediamenti è applicata la ben più favorevole legge civile israeliana.

Il land grabbing delle terre palestinesi

Andrea Vento – docente di Geografia all’Ite Pacinotti di Pisa

La legge dei “Proprietari assenti”
La colonizzazione ebraica dei Territori Occupati
Gli strumenti normativi di confisca delle terre nei Territori Occupati
L’acquisto di terre
Il tentativo della Legge di regolarizzazione
La situazione attuale



7 aprile 2021
 
E' parere di chi scrive che la pulizia etnica sia una politica ben definita di un particolare gruppo di persone per eliminare sistematicamente un altro gruppo da un certo territorio, su basi di origini religiose , etniche o nazionali.
Tale politica implica violenza ed è spesso associata a operazioni militari.
Deve essere realizzata con tutti i mezzi possibili,, dalla discriminazione allo sterminio, e comporta l'inosservanza dei diritti umani e delle leggi internazionali.... La maggior parte dei metodi di pulizia etnica costituiscono gravi violazioni della Convenzione di Ginevra del 1949 e dei Protocolli supplementari del 1977.

Drazen Petrovic "Ethnic Cleansing. An Attempt at Methodology".
in < European Journal of International Law >
 
“Finché non sei cosciente di te stesso puoi vivere. . . Ma se diventi cosciente di te stesso, cadi da una tomba all'altra. Tutte le tue rinascite potrebbero alla fine farti ammalare. Il Buddha quindi alla fine rinunciò alla rinascita Perché ne aveva abbastanza di strisciare attraverso tutte le forme umane e animali. Dopo tutte le rinascite tu rimani ancora il leone che striscia sulla terra, il Camaleonte, una caricatura, incline a cambiare colore, una lucertola luccicante che striscia, ma non proprio un leone, la cui natura è legata al sole, che trae la sua forza da dentro di sé chi non striscia nei colori protettivi dell'ambiente, e chi non si difende nascondendosi. Ho riconosciuto il camaleonte e non voglio più strisciare sulla terra, cambiare colore e rinascere. . . Voglio invece esistere per forza mia, come il sole che dà luce e non succhia luce. Quello appartiene alla terra. Ricordo la mia natura solare e vorrei affrettarmi al mio sorgere. Ma le rovine mi ostacolano... Dicono: 'Per quanto riguarda gli uomini dovresti essere questo O quello.' La mia pelle camaleontica rabbrividisce. Mi invadono e vogliono colorarmi. Ma questo non dovrebbe più essere così. Né il bene né il male saranno i miei padroni. Li metto da parte, i ridicoli sopravvissuti, e riprendo la mia strada, che mi porta verso Oriente. Le potenze litigiose che per così tanto tempo si sono frapposte tra me e me sono ormai alle mie spalle."

C.G. Jung, Il libro rosso – Liber Novus
 
"Il Religioso, il Mistico e il Mago rappresentano tre categorie di persone che si interessano di Spiritualità, ma in modi diversi:

Il Religioso segue una Religione ovvero una Dottrina Essoterica. Egli quindi crede ad un Dio esteriore a se stesso, il quale lo ha creato e gli ha imposto dei comandamenti da rispettare.

Il Mistico è colui che, pur seguendo ancora una Religione, se ne è in parte distanziato poiché è giunto ad un livello superiore e quindi ha trasceso la Religione stessa. Il Mistico non vede più un Dio esterno e distante da sè ma lo sente più vicino al suo cuore e quindi raggiungibile direttamente, senza bisogno di intermediari.

Il Mago è colui che tramite lo studio dell'Esoterismo ha acquisito una visione chiara delle Leggi del Mondo dell'Invisibile. Il suo scopo è quello di realizzare in sè le forze spirituali. Non concepisce più Dio come esterno, ma come un suo riflesso".

Tratto da Il Segreto della Pineale Volume 2 di Adam Luz
 
BUONA PASQUA
PASQUA SIGNIFICA LETTERALMENTE PASSAGGIO. TALE PASSAGGIO E’ UN RITORNO AD UNO STATO CHE SI E’ PERSO QUINDI E’ UN RI-TORNARE, UN RI-SORGERE. ECCO COSA GIORDANO BRUNO INTENDE PER RESURREZIONE.

Io, misero peccatore, dico la mia colpa, dico la mia gravissima colpa, in conspetto de l'intemerata absoluta giustizia, … e con questo confesso che degnamente io insieme con voi siamo incorsi il sdegno del fato, che non ne fa più essere riconosciuti per dei, e mentre abbiamo a le sporcarie de la terra conceduto il cielo, ha dispensato ch'a noi fussero cassi gli tempii, imagini e statue, ch'avevamo in terra; a fine che degnamente da alto vegnano depressi quelli, quali indegnamente han messe in alto le cose vili e basse.
Oimè, dei, che facciamo? che pensiamo? che induggiamo? Abbiamo prevaricato, siamo stati perseveranti ne gli errori, e veggiamo la pena gionta e continuata con l'errore. Provedemo, dunque, provedemo a' casi nostri; perché, come il fato ne ha negato il non posser cadere, cossì ne ha conceduto il possere risorgere; però come siamo stati pronti al cascare, cossì anco siamo apparecchiati a rimetterci su gli piedi. Da quella pena nella quale mediante l'errore siamo incorsi, e peggior della quale ne potrebe sopravenire, mediante la riparazione, che sta nelle nostre mani, potremo senza difficultade uscire. Per la catena de gli errori siamo avinti; per la mano della giustizia ne disciogliamo. Dove la nostra levità ne ha deprimuti, indi bisogna che la gravità ne inalze. Convertiamoci alla giustizia, dalla quale essendo noi allontanati, siamo allontanati da noi stessi; di sorte che non siamo più dei, non siamo più noi. Ritorniamo dunque a quella, se vogliamo ritornare a noi.
da :”Spaccio de la bestia trionfante”

Immagine: Salvador Dalì - L'aurora

IMG_9296.jpeg
 
IMG_9297.jpeg

Quindi Giordano sapeva molto bene che tutti abbiamo due menti una fallace è ingannevole legata alla materia, è una Vera e sincera legata allo Spirito. Il guaio che l'uomo diviso in se stesso, non riconosce ne una e ne l'altra nella sua confusione e immaturità interiore.
 
"Fintanto che l'uomo è asservito alle esigenze della fatalità, è un profano, cioè un uomo che bisogna respingere lontano dal santuario della scienza.
La scienza, in effetti, sarebbe tra le sue mani un terribile strumento di distruzione.
L'uomo libero, al contrario, cioè colui che domina grazie all'intelligenza gli istinti ciechi della vita, è fondamentalmente conservatore e riparatore, perché la natura è il dominio della sua potenza, il tempio della sua immortalità." (Eliphas Levi - Storia della Magia)
 
La Nato ha posizionato 100.000 soldati in Polonia, ma ha predisposto un piano per portare il loro numero a 300.000 sul fronte orientale entro giugno 2024. Sono numeri da Terza guerra mondiale.

I carri armati Nato in movimento sul confine del corridoio Suwalki. Varsavia: “Siamo pronti alla guerra, tra tre anni la sfida della Russia”​

Nel corridoio di Suwalki, verso Kaliningrad, si ammassano tank e soldati. Varsavia teme il blitz di Mosca e l’Alleanza atlantica alza la guardia

I carri armati Nato in movimento sul confine del corridoio Suwalki. Varsavia: “Siamo pronti alla guerra, tra tre anni la sfida della Russia”

Soffia il vento di guerra in Europa orientale: “100mila soldati Nato sono in Polonia”​

Secondo il vice-comandante delle forze armate polacche, 100mila soldati sono già sul territorio. E in estate potrebbero esserne mobilitati altri 200mila( in realtà 300 mila )

Soffia il vento di guerra in Europa orientale: "100mila soldati Nato sono in Polonia"
 

considerando....Stoltenberg, segretario generale della Nato, davanti alla commissione affari esteri del Parlamento europeo, il 7 settembre 2023. In quell’occasione, Stoltenberg ha spiegato, con dovizia di particolari, che Putin ha invaso l’Ucraina per impedirle di entrare nella Nato e ha spiegato anche che Putin aveva cercato una mediazione per evitare l’invasione: mediazione rifiutata dalla Nato in nome della sua politica delle porte aperte che poi significa che la Nato si espande ovunque voglia senza alcun rispetto per le linee rosse degli altri Stati, super-potenze nucleari incluse. A.Orsini

Nato ha avviato la sua più grande esercitazione militare Steadfast Defender 24 | TRT Italiano

Nato ha avviato la sua più grande esercitazione militare Steadfast Defender 24​


La Nato ha avviato la sua più grande esercitazione militare Steadfast Defender 24 degli ultimi decenni, ovvio dopo la Guerra fredda ( 1947-1991)

Circa 90.000 soldati prenderanno parte alle manovre volte a testare le difese dell’Alleanza atlantica, alla luce della guerra russa contro l’Ucraina.

Nella dichiarazione della NATO si afferma che la nave da sbarco degli USA USS Gunston Hall è partita da Norfolk, nello stato della Virginia, e raggiungerà l'altra sponda dell'Atlantico dopo una serie di operazioni e che la fregata HMCS Charlottetown partirà per l'Europa da Halifax, Nuova Scozia, Canada, nell'ambito dell'esercitazione di questo mese, e che l'Alleanza dimostrerà la sua capacità di rafforzare la regione euro-atlantica spostando le sue forze dal Nord America all’altra sponda dell’Atlantico.

L'esercitazione, alla quale parteciperanno circa 90mila soldati di 31 membri della NATO e della Svezia, paese candidato, durerà fino alla fine di maggio.

La più grande esercitazione NATO del dopo Guerra Fredda dovrebbe svolgersi in Germania, Polonia e nei paesi baltici e includerà possibili scenari di guerra con la Russia.

L'ultima grande esercitazione della NATO durante la Guerra Fredda fu "REFORGER", che si tenne nel 1988 con 125mila partecipanti.

Un’esercitazione Nato così non si era mai vista in Polonia​

DRAGON-24. Impiegati 20.000 soldati di cui 15.000 polacchi. Ultima tappa in una zona situata a ridosso del “corridoio di Suwałki”, una striscia di terra, alla frontiera tra Polonia e Lituania, che congiunge lungo il confine l’enclave russa di Kaliningrad da una parte, con la Bielorussia dall’altra

Dragon-24 non è altro che la componente polacca delle manovre Nato Steadfast Defender-24, la più grande esercitazione Nato degli ultimi decenni che prevede complessivamente il coinvolgimento in manovre congiunte di oltre 90.000 uomini.

Un’esercitazione Nato così non si era mai vista in Polonia | il manifesto

1.700 militari delle Forze Armate impegnati nell'esercitazione NATO Steadfast 24​

Con l’arrivo dell’Amphibious Task Group della Marina Militare a largo della Norvegia che raggiunge il contingente dell’Esercito su base 2° reggimento alpini, già schierato sul posto da inizio febbraio, entra nel vivo la partecipazione italiana alla Nordic Response, parte del ciclo di 15 attività esercitative della Steadfast Defender 24 che vedrà quasi 90.000 militari dei 31 Paesi Alleati e della Svezia impegnati nella più grande esercitazione della NATO da decenni.

Ministero della Difesa
 
Ultima modifica:
Ci si adopera per consentire l'arrivo di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.

Anche se il problema principe è sempre stato, ed è ora moltiplicato n volte, l'approvvigionamento idrico.

Il cibo potrà pure "piovere" dal cielo ma in questi ormai 6 mesi Gaza è rimasta letteralmente senz'acqua.

Gaza anche prima del 7 ottobre godeva di un quantitativo di acqua pro/capite del 12% inferiore a quello considerato "minimo" dall'Organizzazione mondiale della sanità (che ha un concetto di "minimo" già di per sé molto più basso di quanto possiate immaginare).

Oggi quella soglia è al di sotto del 97%.

Quando l’Ucraina rimase al buio (per qualche giorno, e poi per qualche ora) dopo gli attacchi alle infrastrutture critiche di ottobre 2022, la demagogia si adoperò con le campagne di sensibilizzazione spot tipo "provate a spegnere le luci per un giorno per capire cosa stanno provando gli ucraini".

Ecco, io non ho mai sentito nessuno dire: provate a stare senz'acqua, tutta l'acqua, compresa quella potabile, per 180 giorni.

di Daniele Dell'Orco


Fonte:
 
I Taurus della discordia

“Questo è definitivo!” Nei giorni scorsi il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha nuovamente affermato che Berlino non fornirà missili da crociera Taurus all’Ucraina, né direttamente né indirettamente, riferendosi alla proposta di Londra di cedere i Taurus alla Royal Air Force che avrebbe ceduto altri missili da crociera Storm Shadow all’Ucrain, definita peraltro dal ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock (Verdi), “una opzione”.

Berlino ha rifiutato di trasferire i missili da crociera Taurus a Kiev non solo per non rischiare che armi di questa portata possano venire ere impiegate contro obiettivi in Russia o più probabilmente in Crimea. Del resto Kiev aveva già fornito alla Germania le stesse assicurazioni già mesi or sono fornite a Francia e Gran Bretagna circa l’impiego dei missili da crociera SCALP/Storm Shadow esclusivamente contro obiettivi russi nei territori ucraini occupati, Crimea inclusa.

I timori di Berlino riguardano soprattutto la necessità di inviare in Ucraina personale tedesco ed equipaggiamenti di supporto per assicurare l’efficacia dei Taurus con il rischio che tali assetti vengano colpiti dai raid russi che sempre più spesso si registrano sulla base che ospita i Sukhoi Su-24M equipaggiati con i missili da crociera occidentali.

L’ispettore generale della Bundeswehr Carsten Breuer, durante un briefing a porte chiuse della commissione per gli affari della difesa del Bundestag, ha informato i deputati che l’uso efficace di un missile da crociera richiede enormi quantità di dati che devono essere trattati da appositi sistemi tecnici, il cui numero è limitato. Collocandoli in Ucraina, la Germania perderà l’opportunità di sfruttare il potenziale dei missili, che è “una questione elementare di sicurezza nazionale”, ha osservato il portale tedesco T-Online.

La questione era già emersa nelle scorse settimane quando Scholz aveva affermato che rispetto alla fornitura dei missili da crociera la Germania non poteva fare quello che già fanno Francia e Gran Bretagna rivelando così la presenza di personale francese e britannico al fianco degli ucraini. Un “segreto di Pulcinella” la cui rivelazione pubblica ha però determinato dure reazioni a Londra e Parigi.

Il 5 marzo il Regno Unito ha esortato nuovamente la Germania a inviare missili a lungo raggio Taurus all’Ucraina, “Il Regno Unito è stato il primo Paese a fornire missili d’attacco di precisione a lungo raggio all’Ucraina e noi incoraggiamo i nostri alleati a fare lo stesso”, ha detto un portavoce di Downing Street.

“Finché non ci troviamo in una situazione in cui un soldato della NATO uccide un soldato russo, non stiamo causando un’escalation, stiamo permettendo all’Ucraina di difendersi” ha dichiarato il 7 marzo a Berlino il ministro degli Esteri britannico David Cameron, parlando in conferenza stampa dopo un incontro con l’omologa tedesca Annalena Baerbock. “Per quanto riguarda le armi a lungo raggio, posso dire, sulla base dell’esperienza del Regno Unito, quanto efficacemente queste armi abbiano aiutato l’Ucraina nella lotta contro l’aggressione illegale della Russia”, ha dichiarato Cameron.

L’11 marzo il cancelliere Scholz ha però ribadito la propria contrarietà. “Non credo che il dispiegamento dei Taurus sia giustificabile, che sia diretto o indiretto”, ha detto Scholz in una conferenza stampa a Berlino. “Per quanto riguarda un determinato sistema d’arma, sono del parere che non possa essere utilizzato senza controllo, dati i suoi effetti e le modalità di utilizzo”; inoltre “il coinvolgimento di soldati tedeschi non è giustificabile, nemmeno dall’esterno dell’Ucraina”.

A complicare la situazione e a mettere in imbarazzo il governo tedesco ha contribuito anche l’intercettazione da parte dell’intelligence russa di una conversazione tra quattro alti ufficiali della Luftwaffe, incluso il capo di stato maggiore generale tenente generale Ingo Gerhartz, in cui si dibatteva dell’impiego dei Taurus contr obiettivi russi in Crimea incluso il ponte che attraversa lo Stretto di Kerch.

Il 5 marzo il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha concluso che l’intercettazione “è stata frutto di un errore individuale, commesso da uno dei partecipanti alla discussione intercettata e derivante in particolare all’uso dell’applicazione di teleconferenza Webex – uso consentito a determinate condizioni di sicurezza – da Singapore. Non è sintomo di alcuna compromissione o scarsa sicurezza dei sistemi in uso in Germania né opera di una spia. La Russia ha verosimilmente intercettato la chiamata per caso, grazie ad una sorveglianza diffusa. I nostri sistemi di comunicazione non sono stati compromessi” ha detto Pistorius.

“Il motivo per cui la chiamata ha potuto essere registrata è stato un errore operativo commesso da un individuo. Quel partecipante specifico ha chiamato da Singapore, dove era in corso l’Air Show alla presenza di alti funzionari militari europei, evento quindi obiettivo delle operazioni dei servizi di sicurezza russi quindi dobbiamo presumere che l’accesso a questa conferenza sia stato un fatto casuale nel quadro di un approccio ampio e diffuso”.

Pistorius ha annunciato “indagini disciplinari preliminari” contro il personale coinvolto, ha parlato di “un grave errore”, che “non si sarebbe dovuto verificare” ma ha chiarito di non avere intenzione alcuna di sacrificare uno dei suoi migliori ufficiali, con riferimento al generale Gerhartz, ai “’giochi di Putin il quale sta facendo un gioco perfido”.

Il danno alla segretezza è “gestibile”, ha sottolineato il ministro. Anche la fiducia degli alleati verso la Germania è intatta. Tuttavia, saranno adottate tutte le misure tecniche e organizzative per garantire che un tale incidente non si ripeta.

Le giustificazioni di Pistorius possono apparire un po’ troppo accomodanti e semplicistiche ma soprattutto non tengono conto del valore politico dei contenuti della conversazione intercettata (casualmente?) da Mosca e cioè il fatto che i vertici della Luftwaffe discutano nei dettagli su una piattaforma di comunicazione non protetta dell’impiego contro obiettivi strategici russi di armi tedesche che il capo del governo ha sempre negato di voler cedere all’Ucraina.

Certo, nella “battaglia dei Taurus” Scholz deve fare i conti anche con l’opposizione della CDU/CSU e con parte della maggioranza di governo (Verdi e Liberali della FDP), ben disposti verso la cessione dei missili all’Ucraina, specie dopo che il 7 marzo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito la promessa di impiegarli solo contro obiettivi nei territori ucraini occupati.

Il cancelliere sembra però tenere conto anche dell’opinione pubblica: un sondaggio realizzato da YouGov per l’agenzia di stampa DPA reso pubblico il 6 marzo riferisce che il 58% dei tedeschi appoggia la decisione di non fornire a Kiev i missili da crociera Taurus mentre solo il 28% degli interpellati si è espresso a favore. Inoltre il 31% si è detto contrario per principio a ogni forma di sostegno che preveda la fornitura di armi tedesche mentre il 14% non si è espresso.

Il sondaggio è stato realizzato su un campione di 2.169 aventi diritto al voto tra il 1 e il 5 marzo. Secondo le inchieste Yougov, l’opposizione alla consegna di missili Taurus è andata crescendo nelle ultime settimane in Germania: all’inizio di febbraio, il 31% era ancora a favore, il 49% contrario. Una situazione opposta a quella che si riscontra al Bundestag.

Tra gli elettori, solo i sostenitori del partito ecologista sono in grande maggioranza a favore della consegna di missili, il 48% contro il 36% di contrari. Nella CDU/CSU, il 38% è a favore, il 49% contrario. Tra i Liberali l’invio è approvato dal 34%. Ancora più netto il sostegno dell’opinione pubblica tedesca al cancelliere per quanto riguarda l’invio di truppe in Ucraina come chiesto dal presidente francese Emmanuel Macron: il 72% si dice contrario, il 16% ritiene che il governo tedesco dovrebbe tenersi aperta questa possibilità.

I tedeschi sono inoltre divisi sulla quantità degli aiuti militari forniti a Kiev, tema non irrilevante considerato che la Germania è il secondo maggior fornitore di armi all’Ucraina dopo gli Stati Uniti. Il 43% degli intervistati ritiene che siano state consegnate troppe armi dall’inizio dell’attacco russo, il 22% ritiene che le armi fornite siano la giusta quantità e il 21% che non siano state sufficienti.

A sostegno della decisione di Scholz sembrano inoltre contribuire i dubbi espressi il 4 marzo da un articolo del New York Times circa la possibilità che i Taurus possano “fare la differenza” nel conflitto in Ucraina.

“Non è’ affatto detto che possano rivelarsi decisivi”, ha scritto il NYT ricordando che altri sistemi d’arma forniti a Kiev e definiti game-changer, si sono rivelati non così influenti come si riteneva sul corso della guerra. “La decisione della Germania d’inviare carri armati Leopard lo scorso anno non ha consentito all’Ucraina di organizzare una controffensiva di successo, e ci sono dubbi sul fatto che i caccia F-16, che stanno per essere consegnati a Kiev, cambieranno le sorti del conflitto”.

-di Gianandrea Gaiani-

[Fonte: I Taurus della discordia – Analisi Difesa]
 
Gaza: il provvedimento dell'Aia, le sorprese e lo scopo della guerra

Scopo della guerra? Devastare e dividere Gaza, sfruttare i giacimenti di gas marini al largo della Striscia... Hamas, gli ostaggi sono cose secondarie.

La Corte di Giustizia Internazionale dell’Aia ha ammonito Israele a permettere “senza indugio […] la fornitura… di servizi di base e di assistenza umanitaria urgentemente necessari”, cioè alimenti, medicine, carburante e altri beni essenziali.

La Corte e il genocidio di Gaza

È la seconda volta che la Corte, chiamata a vigilare sul crimine di genocidio, si pronuncia sulla guerra di Gaza. A gennaio emanò una sentenza nella quale richiamò Israele a prevenire il crimine di genocidio contro i palestinesi, imponendo, tra le altre cose, di cessare le uccisioni di civili e di garantire l’assistenza alla popolazione.

Il peggioramento della situazione della popolazione della Striscia ha spinto la Corte a pronunciarsi ancora una volta, con un provvedimento di urgenza che chiede, in modo “vincolante”, che sia assicurata l’assistenza dei civili. L’urgenza è stata motivata dal fatto che, mentre in precedenza si era rilevato lo status emergenziale in cui versava la popolazione, ora Gaza “non si trova più ad affrontare solo il rischio di carestia”, ma “il dilagare della fame e della carestia”.

Né gli Stati Uniti né Israele hanno dato peso al provvedimento (tale il mondo basato sulle regole…), ma resta che si tratta di un passo ulteriore della Corte verso la sentenza conclusiva, che potrebbe bollare Israele col marchio di genocidio, crimine che già riecheggia da tante parti del mondo (ultima ad aver denunciato tale crimine, Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi occupati).

Non c’è da stupirsi dell’indifferenza degli interessati, basta vedere come Israele abbia snobbato la recente risoluzione delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco immediato, potendo peraltro giovarsi dell’interpretazione che ne ha dato Washington, che per bocca della sua ambasciatrice all’Onu Linda Thomas-Greenfield, ha dichiarato che quella risoluzione “non è vincolante“, distorcendo il diritto internazionale ormai consolidato sul tema.

Per molto meno altri Paesi hanno subito azioni coercitive pesantissime, dalle sanzioni all’intervento armato, vedi alla voce Iraq, Libia, Siria, etc. Tant’è, resta comunque che il provvedimento aumenta la pressione internazionale su Israele e sugli Stati Uniti (con gli americani sempre più avversi alla guerra di Gaza, con punte altissime tra i democratici, il 75%, e tra gli indipendenti, che la rigettano quasi in toto; numeri che preoccupano il partito al governo…).

Le discordie di Israele

Altro fattore che ha un peso notevole sulla guerra le discordie all’interno di Israele. Quelle politiche, che vedono le forze contrarie a Netanyahu rinvigorirsi, con il ministro della Difesa Yoav Gallant sempre più avverso al premier, una dialettica che rafforza la fronda guidata da Benny Gantz e Gadi Eisenkot (per rimanere nel ristretto ambito governativo).Gallant contro Netanyahu, la guerra nella guerra in Israele

Più importanti ancora le discordie innescate dal braccio di ferro sulla nuova legge riguardante la coscrizione militare, che riaffermava l’esenzione alla leva degli ultra-ortodossi, ma che è stata incenerita dalla sentenza della Corte Suprema di ieri nella quale si “vieta al governo di fornire fondi alle yeshivah ultra-ortodosse per gli studenti idonei all’arruolamento nell’IDF”. Una sentenza arrivata nonostante il premier avesse chiesto una dilazione dei tempi per tentare un compromesso.

Gli Haredi sono tanti e potenti, in patria e all’estero e, se davvero lo Stato inizierà ad arruolarli, hanno promesso sfracelli. Israele rischia di incendiarsi, con una guerra in corso – e su più fronti – da gestire.

Quanto alla mattanza di Gaza, è allo studio l’escalation nella zona di Rafah, una campagna che preannuncia nuove e più grandi catastrofi per la popolazione civile e supererebbe la linea rossa evocata da Biden. Ma si sa che Netanyahu non dà molto peso alle parole del presidente Usa.

Sul punto, per dovere di cronaca, va annotato un ripensamento di Netanyahu, che dopo aver ritirato la delegazione inviata a Washington per coordinare con l’alleato la campagna di Rafah, ha cambiato idea, rispedendo i suoi oltreoceano.

Tale coordinamento, che in teoria dovrebbe servire a mitigare la portata delle operazioni, come richiesto da Biden, serve solo ad attutire le tensioni con l’America, nulla più.

Le sorprese di Hamas e lo scopo della guerra

Così la parola per ora resta alle armi, a meno di una svolta improvvisa, che peraltro potrebbe anche peggiorare le cose con l’apertura di una guerra su vasta scala contro Hezbollah.

Per restare nel ristretto ambito di Gaza, si segnala un articolo del Jerusalem Post dal titolo (1) : “Sorpresa! Hamas ha migliaia di combattenti in più di quanto Israele pensasse all’inizio”. Nella nota, un’analisi che dettaglia tale sorpresa, amara per Tel Aviv.

Di interesse la conclusione dell’articolo: “Non c’è dubbio che, in un periodo di tempo illimitato, l’IDF potrebbe eventualmente eliminare Hamas […]. Ma il tempo non è infinito. Chiunque non lo sapesse se ne è ricordato quando gli Stati Uniti hanno deciso di non porre il veto alla recente risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco”.

“Gli Stati Uniti hanno chiarito che, nonostante quel voto, continuano a sostenere l’obiettivo di Israele di sconfiggere Hamas, ma solo entro certi limiti e probabilmente solo entro un periodo di tempo, [la cui scadenza] si avvicina rapidamente”.

Ma su quanto sta accadendo, interpella non poco l’incipit di un articolo di Ammyal Alcalay, docente presso il Queens College di New York (2): “Un amico di Gaza ha scritto di recente: ‘Gli obiettivi non dichiarati della guerra: uccidere quante più persone possibile, distruggere quante più case ed edifici possibile, restringere la superficie della Striscia e dividerla. Controllare le risorse di gas [scoperte di recente al largo di Gaza, vedi agenzia Reuters ndr]. Impedire la creazione di uno Stato palestinese; Hamas, gli ostaggi sono questioni marginali”. Interpella, appunto.

Note:

1) Surprise! Hamas has thousands more fighters than Israel initially thought - analysis

2) Israel's lethal charade in Gaza hides its real goals in plain sight

[Fonte: Gaza: il provvedimento dell'Aia, le sorprese e lo scopo della guerra]
 
Nel mondo alla rovescia c’è uno Stato terrorista che usa carestia, fame (e a volte anche gli stupri) come arma. Uno Stato terrorista che uccide oltre 14.000 bambini in 5 mesi. Uno Stato terrorista che occupa da decenni illegalmente terre altrui. Uno Stato terrorista che pratica apartheid. Uno Stato terrorista che viola sistematicamente le risoluzioni dell’ONU. Uno Stato terrorista che usa strumentalmente l’antisemitismo per realizzare crimini impunemente.

Uno Stato terrorista che può bombardare contemporaneamente Gaza, Siria e Libano. Ma nel mondo alla rovescia il cosiddetto mondo libero e democratico sostiene lo Stato terrorista. Gli vende armi. Gli fornisce copertura politica e mediatica. Lo Stato terrorista si chiama Israele, un Paese ormai divorato dal fanatismo nazional-sionista. E nel mondo al contrario sui palazzi istituzionali dei Paesi del cosiddetto mondo libero e democratico, sventola la bandiera di Israele.

Alessandro Di Battista
 
Germania, documenti rivelano cosa pensavano realmente le autorità di restrizioni e vaccini

Così come già accaduto in altri paesi, anche in Germania emergono documenti che svelano il contrasto tra quello che le autorità sanitarie realmente pensavano durante la fase pandemica e le politiche messe in campo per gestire l’emergenza. Grazie ad una causa giudiziaria avviata da un gruppo di giornalisti, il Robert Koch Institute (l’ente facente parte del ministero della Salute tedesco incaricato di consigliare i decisori politici durante la fase pandemica), ha dovuto rendere pubblici i propri verbali. Più di mille pagine di resoconti sono ora pubblici e riguardano le riunioni del comitato che si occupava dell’emergenza Covid. Utilità dei lockdown, reali benefici delle mascherine, vaccini e green pass: tutti temi affrontati nelle riunioni dell’Istituto e sui quali ora emerge come fossero fortissimi i dubbi delle autorità sanitarie, nonostante, anche in Germania come negli altri Paesi, si sia sostenuto pubblicamente che “la scienza” fosse unanime sul tema, al punto di tacciare di complottismo ogni esperto che osasse mettere in dubbio le politiche governative.

Multipolar, una rivista online, ha fatto causa al governo tedesco nel maggio 2021, in base al Freedom of Information Act, chiedendo che venissero resi pubblici i verbali, intercorsi tra gennaio 2020 ad aprile 2021, della squadra di crisi, “Corona”, istituita presso il Robert Koch Institute (RKI), agenzia del governo federale tedesco e istituto di ricerca biomedica. I documenti pubblicati la scorsa settimana erano in realtà già stati consegnati nell’aprile 2023, ma la testata voleva attendere l’inizio del processo prima di rendere pubblico il materiale ottenuto fino al momento. Nel gennaio di quest’anno è stato deciso che la prima udienza si terrà il prossimo 6 maggio, nel frattempo Multipolar ha deciso di rendere comunque pubblici i documenti fin qui ottenuti, pieni zeppi di omissis.

Dai documenti pubblicati, proprio come accaduto in Italia e Gran Bretagna, si evince chiaramente come le autorità scientifiche fossero al servizio della politica, benché vi fossero in realtà pareri tutt’altro che uniformi e convinti sulle politiche restrittive. Anzitutto, in riferimento alla valutazione del rischio, passato da “medio” ad “alto” il 17 marzo 2020, si capisce chiaramente che il RKI non fosse indipendente nel suo operato. Infatti, dai documenti emerge che l’Istituto aspettava l’«ok» da parte di una persona, resa irriconoscibile nei documenti, apparentemente esterna all’Istituto. Inoltre non è chiaro se la conferma del personaggio misterioso doveva essere riguardo alla pubblicazione della relazione o se fosse sulla relazione in sé. Multipolar fa notare che se l’approvazione richiesta fosse stata solo sulla pubblicazione, dovrebbero esserci documenti riguardanti la stesura della relazione stessa all’interno dell’Istituto. La testata dice che sono gli stessi legali dell’RKI a far capire che non vi è stata nessuna riunione per la redazione della relazione sulla valutazione del rischio. Una lettera datata settembre 2023 al Tribunale amministrativo di Berlino, lo studio legale Raue, che rappresenta la RKI nel procedimento avviato da Multipolar, lo nega categoricamente anche per conto del suo cliente: «A seguito del completamento di tale riesame, resta il fatto che non vi sono altri documenti relativi alla modifica della valutazione del rischio da “moderata” ad “elevata” il 17 marzo 2020».

Per quanto riguarda l’istituzione del lockdown, l’RKI criticava la misura in quanto avrebbe portato più danno della stessa pandemia, specie tra i bambini. In un verbale di una riunione tenutasi nell’ottobre 2020, l’Istituto ha osservato che non c’erano “prove” che suggerissero che le mascherine mediche FFP2 fossero utili al di fuori delle strutture sanitarie. «Una comunicazione attiva avrebbe senso per chiarire perché l’RKI non raccomanda questa misura», osserva il verbale, dichiarando di voler rendere pubbliche queste preoccupazioni. Tuttavia, l’agenzia sanitaria non ha mai informato il pubblico di queste preoccupazioni. Tre mesi dopo, quando la Baviera è diventata il primo stato tedesco a rendere obbligatorie le mascherine FFP2 negli spazi pubblici, l’RKI ha dichiarato che «non commenta le decisioni prese da altre autorità governative». In un verbale del gennaio 2021 l’RKI ha espresso preoccupazione per il vaccino AstraZeneca prodotto in Gran Bretagna, descrivendolo come «non perfetto», proprio come gli altri vaccini , dicendo che «il suo uso dovrebbe essere discusso».

Per finire il green pass, che in Germania era legato alla così detta regola “3G”, per cui per entrare in un locale pubblico occorreva essere vaccinato, guarito o aver effettuato un tampone con esito negativo. Anche in questo caso si ha un contrasto tra i verbali dell’Istituto e i dispositivi politici applicati. Il 5 marzo 2021, una riunione dell’unità di crisi discute se l’RKI debba mantenere la sua precedente posizione di applicare le stesse restrizioni a tutti, senza concedere privilegi particolari a coloro che fossero vaccinati o guariti dall’infezione. La conclusione del team di crisi, in quell’occasione, era che le eccezioni non fossero «tecnicamente giustificabili». In altre parole, non era scientificamente giustificabile la discriminazione tra coloro che si erano vaccinati o avevano superato l’infezione rispetto a coloro che non lo avevano fatto. Perché infatti, a dispetto di quanto detto da Draghi, e per cui ancora nessuno ha chiesto conto, chi era vaccinato o guarito non aveva la garanzia di non essere infetto e, dunque, di non poter infettare. Tuttavia, alla metà di settembre del 2021, il governo adottò la regola “3G”, dividendo la popolazione in cittadini di serie A e in cittadini di serie B.

Stessa storia di quanto avvenuto in Italia con Roberto Speranza e il CTS (Comitato Tecnico Scientifico) e proprio come avvenuto in Gran Bretagna con lo scandalo “The lockdown files”: la politica ha utilizzato le autorità scientifiche presuntamente indipendenti, spacciando il loro parere politicamente orientato come il verbo della “scienza”. Il tutto al fine di giustificare decisioni politiche contrarie agli stessi organi scientifici preposti e/o creati per consigliare la politica nell’affrontare l’emergenza in corso.

[Fonte: Germania, documenti rivelano cosa pensavano realmente le autorità di restrizioni e vaccini]
 
"La Legione Straniera per arruolare migranti".
Arriveranno a questo, distribuiranno cittadinanze a chi si arruolerà, del resto stanno preparando la guerra e sanno bene che gran parte della gioventù italiana non è pronta.
È un gioco molto pericoloso e non è un invenzione del "Fatto Quotidiano".
❗In Italia ancora non lo hanno capito, ma siamo molto vicini ad una grande guerra, i presupposti ci sono tutti, del resto le elité hanno già deciso.

La terza ROMA
 

Usa, deputato repubblicano: “Niente aiuti a Gaza, usiamo l’atomica come a Nagasaki e Hiroshima”​

Bufera negli Stati Uniti per le parole di Tim Walberg. L’Organizzazione musulmana: «Chiaro appello al genocidio»

Piuttosto che fornire aiuti umanitari a Gaza, gli Stati Uniti dovrebbero assicurarsi che la Striscia venga sottoposta a bombardamenti nucleari come lo furono «Nagasaki e Hiroshima» alla fine della seconda guerra mondiale: sono le parole scioccanti pronunciate dal deputato repubblicano del Michigan Tim Walberg e registrate durante un incontro con un gruppo relativamente piccolo dei suoi elettori, secondo quanto riporta il Guardian. Parole che hanno suscitato una bufera, anche se il deputato ha cercato di correggere il tiro. Gli Stati Uniti, ha sostenuto Walberg, non dovrebbero spendere un centesimo in aiuti umanitari a Gaza e farebbero meglio ad usare i fondi per aiutare Israele, il «più grande alleato degli Stati Uniti, probabilmente, ovunque nel mondo».

«Dovrebbe essere come Nagasaki e Hiroshima», ha detto il deputato, sollecitando a farla finita velocemente. Walberg ha auspicato anche di utilizzare i fondi per Kiev anziché per scopi umanitari per sconfiggere in fretta Vladimir Putin. Una volta che il video con le dichiarazioni di Walberg è diventato virale, il Council on American-Islamic Relations (Cair), la più grande organizzazione musulmana per i diritti civili degli Stati Uniti, ha condannato le sue parole come come un «chiaro appello al genocidio». «Questo… dovrebbe essere condannato da tutti gli americani che danno valore alla vita umana e al diritto internazionale», ha detto in una nota il direttore esecutivo del Cair, Dawud Walid.

Sul web sono arrivare numerose critiche. Walberg ha replicato che i media hanno distorto i suoi commenti e ha spiegato di aver usato «una metafora per trasmettere la necessità che sia Israele che l'Ucraina vincano le loro guerre il più rapidamente possibile, aggiungendo di rimanere fermo nelle mie convinzioni e a fianco dei nostri alleati».

Usa, deputato repubblicano: “Niente aiuti a Gaza, usiamo l’atomica come a Nagasaki e Hiroshima”
 
Israele ha bombardato un edificio dell'ambasciata iraniana a Damasco, Siria. Si arriva a questo dopo giorni di rialzo del conflitto in Libano del Sud e Siria. L'aumento delle pressioni internazionali, lo spostamento di alcuni governi europei (Spagna, Belgio, Irlanda), di parte dell'elettorato USA, le risoluzioni ONU hanno spinto Tel Aviv a cercare di rialzare il conflitto. Lo scopo è spingere Iran, Siria ed Hezbollah in guerra, per costringere USA e alleati a intervenire.
Raccapriccianti anche le immagini che arrivano da Al-Shifa a Gaza.

Mi spiace dirlo brutalmente, ma un conflitto esteso in Medio Oriente tra NATO-Israele e Siria-Iran, ammesso che la Russia non entri direttamente e che gli Stati limitrofi non si destabilizzino (Egitto ed Iraq), parallelamente a quello che sta accadendo in Ucraina e che riscoppia ciclicamente in Caucaso e nel Mar Rosso, si chiama III Guerra Mondiale.
Stasera affacciandomi alla finestra, il cielo di Roma è giallo, di una strana luce crepuscolare, che non sia un cattivo auspicio.

Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie.

- Gabriele Germani
Gabriele Germani
 
Indietro