NonOmnisMoriar
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Sarò l'unica voce fuori dal coro ma pur riconoscendogli qualità e riferimenti colti mi lascia una sensazione di disagio, di incomunicabilità e di straniamento che va oltre la fissità da mondo "congelato".
Composizioni a prima vista unitarie e plastiche curate fin nei minimi dettagli, anche deliziosi non nascondo, e con gran gusto del colore lasciano comunque trasparire un elemento distonico, un equilibrio precario, un troppo posato, uno sguardo obliquo, un elemento imprevisto o sorprendente, il tutto fuori dallo spazio e dal tempo con una persistente impressione di finzione e inganno.
In una parola una pittura "inquietante"!
Lori, è la tua rispettabillissima opinione, peraltro non distante dal vero (in particolare pensando a certi interni di Donghi).
Non ti inquieti e ti tenga a distanza tutto ciò, tuttavia. Se ne avrai occasione (almeno che tu non lo abbia già fatto), guarda un suo dipinto dal vero: vi troverai molto altro.
Credimi: Donghi è un autore che ti aiuta a godere della pittura, prima ancora che del soggetto (ove, come tu, con sensibilità, hai notato, talvolta dissimula remote risonanze e profonde inquietudini della propria dolorosa esistenza).