Se il pianista mediamente bravo sa vendersi sul mercato del lavoro, di riffa o di raffa riesce ad avviare la sua scuola di musica e con pelo sullo stomaco rubare clienti alla concorrenza probabilmente guadagnerà di più di un ingegnere mediamente bravo e di un musicista stipendiato alla scala.
Sono d'accordo che mediamente il pianista non avrà né le skill di little richard né le skill dell'imprenditore e guadagnerà meno dell'ingegnere.
Su questo non ci piove.
Io sono sempre stato dell'idea che non è il cosa ma il come lo si fa...
Ho visto proprietari di pompe di benzina buttarsi in mezzo alla strada sventolando le mani per deviare il traffico alla concorrenza.
Se nel mondo del commercio non ci sei dentro capisco che diventa difficile comprendere determinate situazioni.
Poi siete passati dal dire che devono fare impresa solo fondi di investimento e capitalisti al dire che chi ha l'azienda in provincia con 10/20/50/100 dipendenti è un mercato di iper nicchia, io invece lo chiamo grandissimo risultato...
Conosco personalmente una ragazza che ha avviato un centro estetico e non si è limitata al centro estetico (iper nicchia), ma si è messa a vendere cosmetici con tutta una struttura di rappresentanti meeting presentazioni web ecc e oggi fattura 20milioni l'anno...
Liper nicchia del centro estetico locale con il web si è trasformato in mercato su scala nazionale, non solo, ha poi aperto altri centri estetici e via discorrendo.
E di esempi posso farne di svariati.
Poi questa idea di bubino del buttarsi in cose nuove e mercati emergenti come se il mondo è lì ad aspettarti per fare un sacco di soldi senza capitali, mi sembra un'idea senza alcun fondamento, mi piacerebbe vedere elencati e analizzati una serie di casi commerciali che corrispondo all'idea di bubino, lo dico io, non esistono se non nelle proprie fantasie...
Anche Arnaldo il re dei commercianti ha aperto una cosa nuove che nessuno aveva mai fatto prima, una maschereria sul monte amiata non l'aveva mai aperta nessuno negli ultimi 200 anni, ma lui ci credeva.

E dirò di più forse le cose nuove sono ancora più difficili delle cose vecchie e consolidate, creare cose nuove, far conoscere cose nuove, consolidare modelli di business nuovi, fidelizzare clienti nuovi è molto ma molto più difficile che entrare in un mercato tradizionalissimo.
Come è molto più difficile andare nei mercati emergenti e probabilmente in quelle zone del mondo dovrai scontrarti con eserciti privati, dittatori corrotti, e forze dell'ordine non molto amichevoli.
Conosco persone (si conosco veramente tante persone) che hanno aperto falegnamerie(Luanda) negozi(Dubai) fabbriche(sud america) hotel 4 stelle (zanzibar), tutte zone emergenti del mondo e avevano agganci che non ha senso stare qua a spiegare per come si sono messe le considerazioni.
Altra considerazione che condivido in maniera parziale è che negli anni del boom economico come nei magnifici anni80 era più facile, ma non scontato, per una società che veniva da una formamentis contadina e lo studiare per ottenere il posto fisso o in banca era visto come il massimo punto di arrivo.
Per avviare un qualsiasi business di successo, bisognava vederci già a quei tempi più lungo degli altri e uscire da schemi consolidatissimi, era facile?
No la difficoltà era proprio questa.
Dinamica macro economica che ho sempre detto e descritto anche io.
Ad ogni modo io mi ritiro dalla conversazione.