Tangobond –Risparmio italiano
Storia biblica di martirio ed avvoltoi
ARTICOLO A CURA DI GUALTIERO SAN AVOIR
Come e’ noto uno tra motivi che convinsero i giudei a consegnare Cristo al patibolo e’ che costui propugnava il giubileo,
che per Israele non significava la cristiana remissione dei peccati,
bensi’ l’annullamento periodico dei debiti che la gente povera aveva contratto con i piu’ ricchi.
Per i ricchi giudei gia’ impegnati ad ingoiare le monete d’oro per sfuggire al rapace fisco romano questa storia della remissione dei debiti doveva sembrare ancora piu indigesta.
Vi sarete accorti che parlo di patibolo ,invece di croce,
in effetti la croce a quel tempo non esisteva,
fu una brillante invenzione dell'iconografia cristiana molto piu’ tarda,
invece esisteva un palo orizzontale “il patibulum”
che il condannato portava legato sulle braccia aperte fino al luogo del supplizio.
Successivamente questo palo orizzontale era steso in mezzo a due forcelle che erano gli estremi superiori di due pali infissi verticalmente “Le forche”
Il condannato era vivo e doveva apparire come al centro di una moderna porta del giuoco del calcio senza rete,
con le braccia aperte legate alla traversa con i piedi che toccavano per terra.
Secondo la legge romana rimaneva sorvegliato diligentemente in questa posizione fino alla morte e il successivo smembramento del corpo da parte degli avvoltoi.
Nel frattempo chiunque avesse operato un intervento a favore del giustiziato veniva accanitamente punito per il reato di infamia.
Invece i giudei, notoriamente sparagnini ,
per risparmiare materiali e spese di addetti alla sorveglianza,
legavano il condannato gia ‘morto per lapidazione
ad un unico palo (stauro)
da cui poi veniva tolto prima del tramonto, per risparmiare sul lavoro straordinario.
Il giubileo biblico cioe’ come lo intendevano i giudei ,
non come annullamento dei peccati
ma l'annullamento periodico dei debiti
esiste ancora,
ed e’ un rito mistico adottato in Argentina.
L’unica differenza e’ che qui le parti sono invertite ,
il debitore e’ un continente piu grande e ricco di risorse come l’Argentina ,
il creditore e’ un paese piu piccolo e povero di risorse come l’Italia.
Il debole risparmiatore italiano dopo un supplizio durato 15 anni
e’ stato messo crudelmente in croce
e poi abbandonato agli avvoltoi ,
perche’ anche adesso in Italia ,
secondo la tradizione del “Diritto Romano” ,
chi opera a favore del giustiziato viene castigato come infame.
In aggiunta
i risparmiatori italiani che hanno accettato il bagno di sangue della perdita di circa il 70% del capitale delle loro obbligazioni argentine
aderendo alle due ristrutturazioni capestro del 2005 e 2011
sono ancora tormentati dall’incubo di un nuovo default argentino come pure dalla incertezza di riscuotere i pur magri interessi residui.
La corte suprema americana ha imposto all’Argentina di pagare 1,3 miliardi di dollari per rimborsare al 100% capitali ed interessi dei bond argentini emessi sotto giurisdizione USA,
rastrellati a prezzi ridicoli dai fondi avvoltoio americani,
dopo il default con i risparmiatori privati,
che permise all’Argentina di avere le risorse per rimborsare integralmente ed in anticipo
capitali ed interessi dovuti dal Fondo monetario internazionale (FMI).
Qualcuno si chiedera’ visto che il prestito era in dollari e l’FMI sta in USA, perche in questo caso non valga il” pari passu”.
L’Argentina per raccogliere prestiti aveva emesso bond in valuta nazionale nel suo mercato interno con giurisdizione argentina,
parallelamente per approvvigionarsi di valuta estera ed esportare il suo debito,
si era rivolta ai mercati finanziari esteri,
rinunciando nelle sue offering circular (regolamento del prestito)
alla sua sovranita’ nazionale sottomettendosi alle legislazioni finanziarie estere,
ad esempio USA, tedesca od italiana( per le vecchie emissioni in lire).
Anche le successive ristrutturazioni del debito furono necessariamente sottoposte alla legislazione dalla piazza finanziaria estera dove inizialmente erano state effettuate le emissioni.
Da quanto detto,
ne consegue che l’Argentina
per rispettare i patti
poteva dichiarare il default del proprio debito emesso sotto giurisdizione Buenos Aires
ma non a quello emesso sotto giurisdizione estera,
dove proprio ,
nel regolamento del prestito in emissione,
per invogliare i risparmiatori aveva rinunciato ai propri privilegi di sovranita’ nazionale.
Ad esempio, nel caso del recente default della Grecia,
e’ stato ristrutturato pesantemente il debito emesso con giurisdizione interna,
anche se in possesso di risparmiatori stranieri ,
ma quello emesso sotto giurisdizione estera ha continuato ad essere onorato integralmente .
La legislazione americana con la clausola “Pari passu” impone al debitore Argentina che non si possono pagare nuovi creditori se parallelamente non pagano quelli vecchi,
viene da chiedersi come mai questa situazione giuridica ha preso corpo negli USA ma non nella piazza finanziaria tedesca od italiana.
La questione del” pari passu” americana, sebbene riguardi solo i bond con giurisdizione americana,
ha implicazioni anche per quelli di giurisdizione europea,
perche’ implica una riapertura al meglio delle condizioni economiche inflitte ai detentori di bond gia’ ristrutturati,
ai quali l’Argentina per la clausola” right upon future offers “ (Rufo)
riportata sui regolamenti dello scambio per la ristrutturazione del debito edito nelle offering circular sotto giurisdizione estera americane ed europea,
deve corrisponde un trattamento eguale a quello dovuto ai
“Vulture fund “americani titolari della sentenza della corte suprema USA.
Cosa che per l’Argentina comporterebbe un esborso supplementare di 15 billion $ (miliardi di dollari) pari a circa la meta’ delle attuali riserve in valuta estera della Banca Centrale Argentina.
Per fortuna la clausola RUFO riportata sulle offering circular scadra’nel Gennaio 2015,
quasi 15 anni dopo il default,
quindi esiste la prospettiva che l’Argentina tratti privatamente, dopo questa data,
con i fondi avvoltoio americani infischiandosene degli altri creditori.
In questa prospettiva, come pure nel caso di quella del default non si capisce come mai sulla piazza di Francoforte i prezzi dei Tangobond non scambiati siano balzati a valori del 70% ed oltre.
La spiegazione piu’ logica e’ che l’Argentina ,
invece di riaprire ufficialmente lo scambio,
ancora una volta subdolamente stia aggirando i suoi impegni ,
in particolare quello della clausola RUFO,
incaricando le banche di rastrellare le obbligazioni rimaste fuori dalla ristrutturazione in modo da svuotare d’importanza anche l’azione di risarcimento promossa dalla TFA
emanazione dellABI (associazione bancaria italiana)
davanti all’ICSID ora che sta per venire a sentenza .
Di fatto questo penalizza gli scambisti che ora vedono vendere a 70- 80 le stesse obbligazioni che l’Argentina gli ha scontato a 35.
Dimenticavo di dirvi che anche da noi in Italia gli
“AVVOLTOI”
non difettano
infatti generalmente le banche che ora rastrellano i Tangobond in Italia,
non lo fanno in “conto terzi”,
lo fanno in “ conto proprio “, con operazioni in
“Contropartita diretta”
cioe’ fuori mercato regolamentato
con la banca diretta controparte del risparmiatore.
La novita’ eclatante e’ che adesso fanno pagare su questa
“contropartita diretta”
delle pesanti commissioni che prima erano
SEVERAMENTE vietate dalla delibera Consob N°11522 art 32 comma 5 e 6,
delibera attuativa del Testo unico finanziario o legge Draghi.
Questo e’ possibile perche la nuova direttiva Mifid 16190 e 1691
oltre a ridimensionare in peggio la tutela del risparmiatore,
ha opportunamente assecondato alla chetichella la lobby bancaria, abrogando tra l’altro le direttive Consob precedenti tra cui nel mazzo ,
guarda caso ,ricade
la N° 11522, art 32 comma 5 e 6 sul divieto di applicare le commissioni in contropartita diretta.
Non si capisce perche’ precedentemente il legislatore tanto preoccupato nel vietare severamente le commissioni per tali operazioni al fine di salvaguardare costi del cliente,
che pure non puo’ esimersi dal servirsi della banca ,
adesso se ne sia completamente disinteressato.
Tu ne cede malis,sed contra audentior ito
Gualtiero sans avoir, Milano 26 giugno 2014.