one bullet thre dead
Utente Registrato
- Registrato
- 5/3/16
- Messaggi
- 1.179
- Punti reazioni
- 19
http://www.lanacion.com.ar/1929506-de-cada-100-dolares-de-deuda-externa-85-los-capto-el-estado
Di ogni 100 dollari di debito esterno, 85 li captò lo Stato
Il totale emesso in quello che va dell'anno sfiora già gli US $30.000 milioni, ma due terzi li rimase il Tesoro ed altro 20 percento se lo spartirono le province
Javier Blanco
VIERNES 19 Di Agosto Di 2016
I dollari sono miei, miei e miei. Così, grottescamente, potrebbe riassumersi quello successo dietro la riapertura del mercato internazionale di debito per le emittenti locali, una volta che il paese lasciò dietro totalmente il default, dato che per ogni 10 dollari che si accattivarono dell'esterno 8,5 furono per lo Stato.
La cifra lascia all'aperto che, fino a qui, i benefici di tornare a contare su un canale di finanziamento aperto in tempi di tassi a livello internazionale in minimi storici rovesciarono solo con contagocce sulle imprese. E se si considera, inoltre, che - eccettuando quell'emesso per regolarizzare il debito - il grosso di quello captato fu per coprire spese correnti del Tesoro Nazionale o le province, più che per finanziare investimenti.
Dietro la reincorporazione al mercato globale, 18 emittenti del paese, lo Stato Nazionale; 8 governi provinciali; 8 compagnie private ed un'impresa pubblica, collocarono 27 nuovi buoni di debito a distinti termini e per un totale di 29.460 milioni di dollari.
Più emissioni: un buono indicizzato ed altre due Letes
Il 65,5 percento delle risorse captate, alcuni US $19.250 milioni, furono per il Tesoro Nazionale, mentre il 19,5 percento, US $5850 milioni, passarono a dominio delle cassapanche provinciali, concetto che include alla Città di Buenos Aires, e solo il 15 percento restante corrispose a distinte emittenti del settore privato.
Gli analisti giudicano che la ripartizione si adatta ad un "processo di normalizzazione", come quello che attraversa l'economia argentina, ma notano anche che la scarsa partecipazione del settore privato sta incominciando a rivelare che è che ci sono decisioni di investimento che seguono ritardate", per caso, davanti ai problemi che il Governo mostrò per portare avanti la readecuación tariffaria, specialmente nel settore energetico.
"È una sequenza se si ama naturale. Quando un paese gira al mercato fa sempre punta il sovrano e dietro lui si accodarsi il subsoberano ed il settore corporativo, con le imprese più grandi di ogni settore in principio", dettaglia Hernán Hirsch, direttore di FyE Consult.
Nel caso argentina fortuna sequenza sta - a sua volta - distorta per le necessità di finanziamento che affrontò il Governo per slegare a sua volta il nodo che significava contare su una sentenza ferma in contro a New York fino a non finire di regolarizzare i suoi passivi.
Secondo un rilevamento realizzato per la consulente, l'Argentina in quello che va dell'anno emise già più che Brasile, Messico, Colombia e Perù insieme. Perfino, più del doppio.
Insieme "quelle quattro emittenti considerate captarono 9359 milioni di dollari, mentre l'Argentina emise 9950 milioni o 19.250 milioni, secondo se si considerano o non le collocazioni che si fecero per coprire il debito coi fondi avvoltoi". dettagliò FYE in una relazione.
In quello lavoro la consulente sostenne, inoltre, che questa probabile saturazione che fece del mercato di debito fu quella che sottrasse spazio alle emissioni di imprese, mettendo in qualche modo un piano al ribasso del rischio paese, si muove da 550 a 450 punti da due mesi.
Detta tesi è avallata dall'economistico José Luis Espert per chi i dati mostrano che, in materia fiscale, "niente ha cambiato". "Il deficit ben dosato non variò, quella che si modificò fu la forma di finanziarlo: prima glielo faceva con risorse della Banca Centrale ed ora prendendo debito", spiega. "E come conseguenza di ciò - prosegue - è molto probabile che si sia verificato solo un spostamento dei privato dell'offerta per il protagonismo che acquisì il settore pubblico per coprire i suoi scompigli fiscali."
La domanda per il debito argentino si vide favorita per "l'abbondante liquidità disponibile a livello internazionale" ed il forte differenziale di tassi che offre ancora il paese, quello che risalta in un mondo che somma sempre di più integranti al club di rendimenti negativi.
Dopo tutto mentre il debito della Svizzera, Svezia, Germania, Olanda, Francia, Giappone, Spagna e fino all'Italia offre ritorni che vanno da -1,06 al -0,09 percento, scaglionati in quell'ordine, le emissioni locali si fecero di un piano che partì del 6,625 percento, un buono sovrano al 2028 i cui risorse il Governo userà per cercare di riscattare le cedole del PBI, ad un soffitto che arrivò al 9,50 percento annuale, un titolo del Chaco.
Tuttavia, il costo maggiore lo sopportò il Gruppo Albanesi, hólding affezionato alla generazione di elettricità e distribuzione di gas che dovette convalidare un tasso del 9,875 percento annuale per prendere US $250 milioni a 7 anni. Qui rimase visibile che la situazione del settore in cui opera e l'indefinición rispetto ai suoi prezzi giocò loro una brutta passata davanti agli investitori.
Per Hirsch, lì radica una delle chiavi del povero adempimento fino a qui delle emissioni private. "Se c'è un settore nell'Argentina desideroso di riuscire finanziamento non dubiti che è l'energetico. Ma con l'indefinición che ci sono sui suoi prezzi non sta in condizioni di uscire al mercato."
Dell'editore: che cosa significa? Il giro del paese al mercato di debito non fece bene ancora a pieno alle imprese che per adesso stanno caute per investire e prendere denaro.
... e solo un fesso può andare a indebitarsi in dollari ... quando la BCRA ti offre rendimenti dal 40% di dicembre all'attuale 30% ...![Wall :wall: :wall:](/data/assets/smilies/wall.gif)
![Wall :wall: :wall:](/data/assets/smilies/wall.gif)
con un dollaro in fortissimo ritardo cambiario ... ![Redface :o :o](data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7)
![Redface :o :o](data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7)
![Redface :o :o](data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7)
Di ogni 100 dollari di debito esterno, 85 li captò lo Stato
Il totale emesso in quello che va dell'anno sfiora già gli US $30.000 milioni, ma due terzi li rimase il Tesoro ed altro 20 percento se lo spartirono le province
Javier Blanco
VIERNES 19 Di Agosto Di 2016
I dollari sono miei, miei e miei. Così, grottescamente, potrebbe riassumersi quello successo dietro la riapertura del mercato internazionale di debito per le emittenti locali, una volta che il paese lasciò dietro totalmente il default, dato che per ogni 10 dollari che si accattivarono dell'esterno 8,5 furono per lo Stato.
La cifra lascia all'aperto che, fino a qui, i benefici di tornare a contare su un canale di finanziamento aperto in tempi di tassi a livello internazionale in minimi storici rovesciarono solo con contagocce sulle imprese. E se si considera, inoltre, che - eccettuando quell'emesso per regolarizzare il debito - il grosso di quello captato fu per coprire spese correnti del Tesoro Nazionale o le province, più che per finanziare investimenti.
Dietro la reincorporazione al mercato globale, 18 emittenti del paese, lo Stato Nazionale; 8 governi provinciali; 8 compagnie private ed un'impresa pubblica, collocarono 27 nuovi buoni di debito a distinti termini e per un totale di 29.460 milioni di dollari.
Più emissioni: un buono indicizzato ed altre due Letes
Il 65,5 percento delle risorse captate, alcuni US $19.250 milioni, furono per il Tesoro Nazionale, mentre il 19,5 percento, US $5850 milioni, passarono a dominio delle cassapanche provinciali, concetto che include alla Città di Buenos Aires, e solo il 15 percento restante corrispose a distinte emittenti del settore privato.
Gli analisti giudicano che la ripartizione si adatta ad un "processo di normalizzazione", come quello che attraversa l'economia argentina, ma notano anche che la scarsa partecipazione del settore privato sta incominciando a rivelare che è che ci sono decisioni di investimento che seguono ritardate", per caso, davanti ai problemi che il Governo mostrò per portare avanti la readecuación tariffaria, specialmente nel settore energetico.
"È una sequenza se si ama naturale. Quando un paese gira al mercato fa sempre punta il sovrano e dietro lui si accodarsi il subsoberano ed il settore corporativo, con le imprese più grandi di ogni settore in principio", dettaglia Hernán Hirsch, direttore di FyE Consult.
Nel caso argentina fortuna sequenza sta - a sua volta - distorta per le necessità di finanziamento che affrontò il Governo per slegare a sua volta il nodo che significava contare su una sentenza ferma in contro a New York fino a non finire di regolarizzare i suoi passivi.
Secondo un rilevamento realizzato per la consulente, l'Argentina in quello che va dell'anno emise già più che Brasile, Messico, Colombia e Perù insieme. Perfino, più del doppio.
Insieme "quelle quattro emittenti considerate captarono 9359 milioni di dollari, mentre l'Argentina emise 9950 milioni o 19.250 milioni, secondo se si considerano o non le collocazioni che si fecero per coprire il debito coi fondi avvoltoi". dettagliò FYE in una relazione.
In quello lavoro la consulente sostenne, inoltre, che questa probabile saturazione che fece del mercato di debito fu quella che sottrasse spazio alle emissioni di imprese, mettendo in qualche modo un piano al ribasso del rischio paese, si muove da 550 a 450 punti da due mesi.
Detta tesi è avallata dall'economistico José Luis Espert per chi i dati mostrano che, in materia fiscale, "niente ha cambiato". "Il deficit ben dosato non variò, quella che si modificò fu la forma di finanziarlo: prima glielo faceva con risorse della Banca Centrale ed ora prendendo debito", spiega. "E come conseguenza di ciò - prosegue - è molto probabile che si sia verificato solo un spostamento dei privato dell'offerta per il protagonismo che acquisì il settore pubblico per coprire i suoi scompigli fiscali."
La domanda per il debito argentino si vide favorita per "l'abbondante liquidità disponibile a livello internazionale" ed il forte differenziale di tassi che offre ancora il paese, quello che risalta in un mondo che somma sempre di più integranti al club di rendimenti negativi.
Dopo tutto mentre il debito della Svizzera, Svezia, Germania, Olanda, Francia, Giappone, Spagna e fino all'Italia offre ritorni che vanno da -1,06 al -0,09 percento, scaglionati in quell'ordine, le emissioni locali si fecero di un piano che partì del 6,625 percento, un buono sovrano al 2028 i cui risorse il Governo userà per cercare di riscattare le cedole del PBI, ad un soffitto che arrivò al 9,50 percento annuale, un titolo del Chaco.
Tuttavia, il costo maggiore lo sopportò il Gruppo Albanesi, hólding affezionato alla generazione di elettricità e distribuzione di gas che dovette convalidare un tasso del 9,875 percento annuale per prendere US $250 milioni a 7 anni. Qui rimase visibile che la situazione del settore in cui opera e l'indefinición rispetto ai suoi prezzi giocò loro una brutta passata davanti agli investitori.
Per Hirsch, lì radica una delle chiavi del povero adempimento fino a qui delle emissioni private. "Se c'è un settore nell'Argentina desideroso di riuscire finanziamento non dubiti che è l'energetico. Ma con l'indefinición che ci sono sui suoi prezzi non sta in condizioni di uscire al mercato."
Dell'editore: che cosa significa? Il giro del paese al mercato di debito non fece bene ancora a pieno alle imprese che per adesso stanno caute per investire e prendere denaro.
... e solo un fesso può andare a indebitarsi in dollari ... quando la BCRA ti offre rendimenti dal 40% di dicembre all'attuale 30% ...
![Wall :wall: :wall:](/data/assets/smilies/wall.gif)
![Wall :wall: :wall:](/data/assets/smilies/wall.gif)
![Wall :wall: :wall:](/data/assets/smilies/wall.gif)