Argentinos ven dolar barato y vuelven a acortar plazos fijos - Ambito.com
lunedì 22 di Agosto di 2016
Argentini vedono dollaro economico e tornano ad accorciare termini fissi
IGNACIO OLIVERA DOLL
Né il dollaro stirato, né le aspettative di inflazione al ribasso sembrano potere finire con un problema sistemico che soffre l'Argentina da decadi: il pensiero cortoplacista dei risparmiatori che li porta a conservare per poco il suo denaro tempo nella banca, e che forza alle entità finanziarie a dare poco credito, con scarsa durata ed ad alti costi.
Questo male endemico si esaspera come un'ultima radiografia dei depositi del sistema finanziario che mostrò la Banca Centrale:
i risparmi a 30 giorni crebbero in $30.000 milioni da maggio fino ad oggi; mentre quelli che sono oltre a 60 giorni si mantennero praticamente costanti. Per questo effetto, oggi già due di ogni tre pesi che gli argentini hanno conservati nella banca sono posizionati con un orizzonte di appena un mese di termine.
Il fenomeno non è nuovo. Ma, sì, riflessa che
persiste la paura dei clienti bancari a che un rovescio nell'economia li sorprenda coi suoi risparmi immobilizzati. E contemporaneamente: una triste retrocessione nella situazione dei depositi, dopo il miglioramento incipiente che si era visto nel primo quadrimestre dell'anno, quando i termini fissi oltre a 60 giorni avevano preso impulso, passando di essere il 34 percento al 38 percento del totale. Il comportamento più recente dei risparmiatori fece loro ritrarsisi, un'altra volta, al 35 percento del totale.
Nelle banche riconoscono che la radice del problema sta nei ribassi tassi che essi pagano per i termini più lunghi. In avanti la minore inflazione che percepiscono li porta ad offrire - così come lo fa la Banca Centrale - minori ritorni nelle alternative di maggiore estensione, con quello che si dà quello che identificano nel settore come una "curva invertita", o con pendente negativa.
Questo spiegò che l'allungamento dei termini fissi che aveva incominciato a notarsi nei principi della nuova gestione, si volatilizzasse una volta che il Centrale iniziò con più decisione il ribasso di tassi di interesse, e che il mercato interpretò che l'epoca di alti ritorni aveva terminato per sempre.
Aspettative
A questo lo è sommato il fatto che, ora, l'aspettativa di svalutazione che ha buona parte del mercato è differente del che aveva nei primi mesi dell'anno:
molti argentini, specialmente al dettaglio, sono convinti che il dollaro sta a buon mercato per essere rimasto troppo arretrato di fronte al resto dei prezzi, in un'economia con inflazione del 42 percento annuale,; e che, presto o tardi, il Centrale dovrà sforzarsi per alzarlo per evitare che l'Argentina perda competitività.
La diagnosi era completamente opposta nei primi mesi dell'anno, quando il fronte cambiario si era calmato per una svalutazione recente del 50 percento, il sollevamento del ceppo cambiario ed il ritorno ai mercati per il pagamento ai holdouts.
I clienti credevano allora pagare un costo di opportunità se optavano per stare in dollari. E non preferivano solo mantenere il suo denaro in pesi, ma cercavano anche sfruttare per il maggiore tempo possibile i buoni tassi di interesse che promuoveva la Banca Centrale. ... 40% annuo!!! ... ![Wall :wall: :wall:](/data/assets/smilies/wall.gif)
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Ora, la visione del mercato cambiò. Sebbene non c'è un consenso completo sul "ritardo cambiario", nelle banche si vede già un incipiente acquisto di biglietti, 15 percento più in maggio e 18 percento più in giugno, ed una crescita dei depositi in moneta straniera, 17 percento da maggio. Riflesso, se non di tutti, dell'aspettativa di molti.
... il Principino del Pisello e il Biscietta sotto al cu... si ritrovano seduti sotto la nolla dei LEBACS che sta ormai per esplodere ...
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... come ridevano queste KAPRE DECEREBRADE quando dispensavano LEBACS al 40% di interesse e si riempivano di debiti ...
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... PAGLIACCI!!! ...
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